ARTICOLO | Lavoro

Lavoro, 1/4 dei raccolti da mani straniere

10 Giugno 2020
Lavoro, 1/4 dei raccolti da mani straniere

Viene ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola, con 370mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli importanti effetti della riapertura delle frontiere chiuse a seguito dell’emergenza coronavirus. Nei campi italiani la presenza di occupati stranieri è divenuta un fenomeno strutturale come dimostra anche – sottolinea la Coldiretti – la crescita della loro presenza anche alla guida delle imprese agricole con quasi 17mila titolari di nazionalità diversa da quella italiana.

La comunità di lavoratori agricoli più presente in Italia – spiega Coldiretti – è quella rumena con 107591 occupati, davanti a marocchini con 35013 e indiani con 34043, che precedono albanesi (32264), senegalesi (14165), polacchi (13134), tunisini (13106), bulgari (11261), macedoni (10428) e pakistani (10272) secondo le elaborazioni Coldiretti che ha collaborato al Dossier statistico Immigrazione 2019. Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – aggiunge la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani.

L’apertura delle frontiere a giugno è importante poiché– riferisce la Coldiretti – in questo mese si intensifica l’attività nelle campagne: dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) con l’aprirsi della stagione la stagione continua nei campi all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta stanno partendo con le ciliegie e le albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale ed arrivare, grazie ai tempi di maturazione differenziati delle diverse varietà, fino a settembre. E’ iniziata la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia e a con giugno sono arrivate le prime pere, ad agosto sono attese le mele e poi nello stesso mese l’inizio della vendemmia mentre a ottobre- continua la Coldiretti – inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi.

A livello nazionale per affrontare l’emergenza manodopera in agricoltura, oltre alla regolarizzazione su sollecitazione della Coldiretti sono stati prorogati fino al 31/12 i permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne. Inoltre – continua la Coldiretti – è stato ottenuto nel decreto Cura Italia prevede che le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro nè subordinato nè autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito.

Potranno dunque collaborare alla raccolta dei prodotti agricoli anticipata dal caldo inverno – sottolinea la Coldiretti – anche nonni, genitori, figli, nipoti, suoceri, generi, nuore, fratelli, zii, cugini, figli di cugini, cugini dei genitori e figli dei cugini dei genitori, fratello/sorella del coniuge, zio del marito rispetto alla moglie e viceversa, cugino/a del marito rispetto alla moglie e viceversa. Si tratta di una prassi molto diffusa in agricoltura nel passato quando anche lontani parenti – spiega la Coldiretti – tornavano in fattorie, cascine e masserie di famiglia in occasione delle campagne di raccolta più importanti, dalla vendemmia alla raccolta delle olive, per collaborare attivamente e ricevere magari in cambio frutta, verdura, olio o vino. 

In questo contesto – conclude la Coldiretti – è ora necessaria pero’ anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione.

 

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