ARTICOLO | Economia

Ucraina: Italia non importa grano dall’India

14 Maggio 2022
Ucraina: Italia non importa grano dall’India

L’Italia non importa grano dall’India ma la decisione di sospendere le esportazioni sconvolge comunque i mercati poiché si tratta del secondo produttore mondiale di grano con l’obiettivo di esportarne ben 10 milioni di tonnellate nel corso del 2022. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione dei ministri dell’Agricoltura del G7 di criticare la scelta dell’India di vietare le esportazioni di grano.

Una misura protezionistiche che – sottolinea la Coldiretti – rischia di far balzare i prezzi e di aggravare le difficoltà di approvvigionamento soprattutto dei consumatori poveri con nuove rivolte del pane come quelle avvenute in Tunisia, Algeria ed Egitto che è diventato il maggior importatore di grano dall’India dopo lo stop dei porti sul Mar nero. Si aggrava infatti il deficit mondiale con – precisa la Coldiretti –  quasi 20 milioni di tonnellate di cereali, tra grano, mais e altri prodotti bloccati nei magazzini ucraini in attesa di essere spediti.

L’Ucraina – sottolinea la Coldiretti – e uno dei principali produttori ed esportatori e nel mondo esporta il 10% del frumento tenero destinato alla panificazione per un totale di oltre 18 milioni di tonnellate ma anche il 15% del mais per oltre 27 milioni di tonnellate. Il blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero a causa dell’invasione russa e la decisione dell’India sta alimentando l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che – spiega la Coldiretti – si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni Una situazione che – denuncia la Coldiretti – nei paesi ricchi genera inflazione e mancanza di alcuni prodotti ma in quelli poveri allarga l’area dell’indigenza alimentare con il rischio di carestie in Africa e in Asia. Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 13% (770 mila tonnellate), ma garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano secondo lo studio Divulga. La situazione – rileva la Coldiretti – sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri.

 “Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “nell’immediato occorre salvare aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

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