ARTICOLO | Economia

Prandini: “Non mi candido, il mio impegno è in Coldiretti”

8 Febbraio 2024
Prandini: “Non mi candido, il mio impegno è in Coldiretti”

“Guardi, in passato si è detto che avrei fatto il Ministro o comunque il parlamentare, qualche mese fa che ero candidato per la regione Lombardia e oggi che sarei candidato per le europee. Io voglio fare con grande orgoglio il presidente nazionale della Coldiretti per tutto il mandato. Sono stato appena rieletto è il mio impegno è tutto per gli agricoltori”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’intervista a Tgcom24 in cui gli è stato chiesto se è vera la notizia che potrebbe candidarsi alle elezioni Europee.

Nell’ambito dell’intervista Prandini ha anche evidenziato la necessità di garantire agli agricoltori un giusto prezzo che non vada mai sotto i costi di produzione come previsto dalle norme per il contrasto alle pratiche sleali voluta dalla Coldiretti ma anche la necessità di fermare l’import sleale da Paesi extracomunitari che non rispettano gli stessi criteri sanitari, ambientali e sul lavoro che valgono in Europa.  “Le stesse regole che valgono nel contesto europeo devono valere anche per quello che si importa” ha precisato Prandini nel sottolineare che “è chiaro che, se invece questo principio non viene rispettato, allora vince chi è più furbo, vince che sfrutta la manodopera minorile o usa prodotti chimici pericolosi che sono vietati sul nostro territorio”. “Facciamo l’esempio del grano duro canadese” ha continuato. Il grano duro canadese per poter arrivare a maturazione deve essere essiccato in campo con il glifosate secondo modalità vietate in Italia dove il nostro grano duro matura invece con il sole e senza il rischio di residui chimici pericolosi per la salute”. Nonostante questo – ha concluso – sono arrivate in Italia a quasi un miliardo di chili di grano dal Canada nel 2023, quasi triplicate rispetto all’anno precedente.

Sin da subito – ha continuato Prandini – ho lavorato per cercare di portare le problematiche nel contesto di Bruxelles, perché, che piaccia oppure no, queste cose dipendono tutte da regolamenti comunitari ed è in Bruxelles che bisogna concentrarsi per riuscire ad ottenere quelle modifiche che diventano fondamentali per dare continuità al lavoro dei nostri imprenditori. La reciprocità – ha continuato il Presidente della Coldiretti – è uno dei primi punti che abbiamo portato all’attenzione della Von der Leyen, proprio per far capire il disagio che emerge, anche perché poi si traduce in una forma di concorrenza sleale legata ai prezzi e alla qualità e sostenibilità ambientale dei prodotti.

Siamo la più grande organizzazione agricola nella Ue ed abbiamo il dovere di trasformare le proteste in proposte concrete. Alla Coldiretti interessa dare risposte alle imprese agricole come abbiamo fatto sulla carne sintetica, sugli accordi di libero scambio dal Ceta al Mercosur,  sull’etichettatura di origine degli alimenti, sulle pratiche sleali e contro le politiche ambientali folli dell’ex Commissario Timmermans che per primi abbiamo denunciato e combattuto – ha concluso il Presidente della Coldiretti – nel sottolineare il risultato ottenuto sulla direttiva agrofarmaci.

 

 

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