Lo spettro dei dazi e le guerre commerciali non fermano l’export agroalimentare Made in Italy che nei primi tre mesi dell’anno fa registrare un nuovo aumento del 6%, il doppio rispetto al dato generale di tutti i settori. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti e Filiera Italia sulla base dei dati Istat sul primo trimestre 2025 che vedono il cibo italiano proiettato verso un nuovo record dopo quello fatto segnare lo scorso anno a quota 69,1 miliardi.
Export agroalimentare USA: +11% nel trimestre, incertezza per dazi Trump
Anche il mese di marzo conferma la crescita negli Stati Uniti, in attesa della decisione di Trump sui dazi al 20%, annunciati e poi sospesi per tre mesi. Le vendite agroalimentare negli Usa salgono dunque nel trimestre dell’11%, secondo l’analisi Coldiretti, con una ripresa anche dell’export generale, seppur supportata dai soli farmaceutici e mezzi di trasporto.
Il tycoon americano ha annunciato che invierà nei prossimi giorni delle lettere a diversi Paesi per comunicare le nuove condizioni sugli aumenti delle tariffe all’importazione. Le vendite agroalimentare negli Usa salgono nel trimestre dell’11%, secondo l’analisi Coldiretti, con una ripresa anche dell’export generale, seppur supportata dai soli farmaceutici e mezzi di trasporto, oltre che dal cibo.
In ottica dazi, i primi risultati venuti dalle trattative con Cina e Gran Bretagna sembrano comunque andare nella direzione dell’auspicata de-escalation e la speranza è che il dialogo possa prevalere anche tra Ue e Usa, lavorando a una soluzione diplomatica capace di scongiurare una guerra commerciale che avrebbe effetti disastrosi sulle rispettive economie – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia –. Per tutelare agricoltori e cittadini sarà però importante evitare qualsiasi concessione che possa mettere in discussione il principio cardine della sicurezza alimentare per i consumatori.
Made in Italy alimentare: qualità e Dieta Mediterranea successo export
La domanda mondiale di Made in Italy alimentare – rileva Coldiretti – non solo resiste, ma continua a crescere, con un successo che si fonda su due pilastri fondamentali: da una parte la qualità e l’unicità dei nostri prodotti, dall’altra il valore sempre più riconosciuto del modello della Dieta mediterranea. Se riusciremo a colmare il gap infrastrutturale e rimuovere i tanti ostacoli commerciali – conclude Coldiretti – sarà possibile portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030.