ARTICOLO | Economia

Coronavirus, 54% famiglie senza uovo di Pasqua

8 Aprile 2020
Coronavirus, 54% famiglie senza uovo di Pasqua

Sarà una Pasqua completamente diversa. Niente uova di cioccolato per il 54% delle famiglie che invece prepareranno a casa in tavola i dolci della tradizione regionale. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sulla Pasqua degli italiani al tempo del coronavirus. Una emergenza sanitaria che, a causa delle norme anti contagio, sta costringendo a casa gli italiani favorendo un prepotente ritorno in cucina tanto che – evidenzia la Coldiretti – in più di 1 casa italiana su 2 verranno preparati i dolci della tradizione che diventano auspicio di buon augurio e di rinascita dopo le difficoltà.

Non è un caso che nella settimana precedente quella Santa si è verificato un balzo record negli acquisti degli ingredienti base dalla farina (+213%) al lievito di birra (+226), dal mascarpone (+100%) al miele (+68%), dal burro (+86%) allo zucchero (+55%) fino alle uova (+54%), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Nielsen rispetto allo stesso periodo dello scorso anno mentre si segnala un calo tra il 30 e il 40% dei ricavi della vendita di uova di cioccolato e colombe.

Saranno oltre 400 milioni le uova “ruspanti” consumate secondo tradizione sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o utilizzate in ricette tradizionali o in prodotti industriali e artigianali, al termine della settimana Santa. Nelle case le uova sono una componente fondamentale nella maggioranza dei dolci tipici regionali, usate come ingrediente ma anche – precisa la Coldiretti – come decorazione. La preparazione casalinga dei dolci e dei piatti tradizionali delle feste – continua la Coldiretti – è una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne all’interno delle mura domestiche anche come antidoto alle tensioni e allo stress provocate dalla pandemia. Per quanti colgono l’opportunità di stare tra le mura domestiche per cucinare, gli agrichef, i cuochi contadini di Terranostra, hanno creato una serie di tutorial e corsi on line dove vengono spiegati trucchi e segreti della tradizione contadina su www.campagnamica.it.

Dalla Lombardia alla Sicilia, dal Veneto alla Puglia, ogni territorio offre – spiega la Coldiretti – le sue specialità di pasticceria alla Pasqua italiana: c’è la Cuzzupa calabrese, dolce di antica origine che simboleggia la fine del digiuno di quaresima dove l’uovo sodo al centro di questa golosità è il simbolo della resurrezione, oppure le Scarcelle pugliesi, biscotti decorati, farciti con un uovo sodo, il cui nome potrebbe ricondurre proprio alla necessità di scarcerare l’uovo dal dolce, in Abruzzo ci sono gli scenografici Cavalli e Pupe, biscotti a base di pasta frolla che ospitano un uovo sodo attorno alla pancia, mentre in Friuli Venezia Giulia invece, specialmente e Trieste – prosegue la Coldiretti – si gusta la Pinza, una sorta di brioche non molto dolce, che si adatta ad essere accompagnata, la mattina di Pasqua da salumi e formaggi oppure da confetture fatte in casa.

In Campania spopola la Pastiera, capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d’arancio mentre in Lombardia la regina è proprio la Colomba diffusasi poi nel resto del Belpaese. In Emilia oltre ad aver fatto nascere la prima Colomba di farina di grano Giorgione 100% Made in Italy, si può gustare il Bensone uno dei dolci più antichi e tipici della tradizione modenese fatto di una pasta frolla arrotolata e spesso farcito con il “savòr”, una marmellata di mosto d’uva. In Piemonte invece – continua la Coldiretti – a Pasqua non si può non gustare il Salame del Papa, salame di cioccolato a base di burro, uova, biscotti sbriciolati e nocciole. Nelle case degli altoatesini a Pasqua è onnipresente un pane pasquale all’anice conosciuto con il nome tedesco di Fochaz, mentre in Sardegna – informa la Coldiretti – nelle feste sono protagoniste sia le Pardulas, a base di formaggio o ricotta, sia le Aranzade Nuogoresi, fatte di sottoli strisce di scorsa d’arancia cotte nel miele e condite con scaglie di mandorle.

Nelle Marche le “vergare” iniziano a impastare le Ciambelle chiamate “strozzose” il giorno della passione di Cristo per farle riposare e cuocere il giorno di Pasqua, così come occorrono due giorni di tempo per preparare in Ciociaria, nel Lazio, la morbida Pigna pasquale che è anche – fa sapere la Coldiretti – il dolce tipico della Resurrezione cristiana in Molise. In Toscana invece regna sovrana la Schiacciata Pisana che è un pane dolce dall’inconfondibile aroma di anice che viene accompagnato dal vin santo tipico della regione. In Umbria immancabile a Pasqua – secondo la mappa Coldiretti – c’è la Ciaramicola un dolce tipico con alchermes, meringa e zuccherini colorati.

E in Veneto ci sono le Brassadele, dolci amati dai Veronesi la cui forma ricorda in qualche modo la corona di spine portata da Gesù e la classica Fugassa, con farina, burro e uova. Vengono dalla Basilicata – segnala la Coldiretti – le Pannarelle, simili alle Scarcelle pugliesi, spesso a forma di treccia e chiuse a cerchio, per evocare l’idea di un cestino pieno di dolci per i bambini. Nella sfilata dei dolci pasquali regionali – segnala la Coldiretti – non può mancare la Sicilia con la Cuddura cu l’ova, antica preparazione che al suo interno contiene uova sode intere. Le forme della Cuddura – conclude la Coldiretti – possono essere diverse a seconda di chi le prepara per esempio le fidanzate la preparavano a forma di cuore per il loro promesso sposo, oppure si modellava a campana per simboleggiare lo scampanio festoso del giorno di Pasqua o ancora a cestino per augurare abbondanza.

 

 

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