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GIAPPONE – Mancano le scorte di cibo: il 60% arriva dall’estero (18-03-2011)

21 Marzo 2011
GIAPPONE – Mancano le scorte di cibo: il 60% arriva dall’estero (18-03-2011)

Il Giappone è costretto ad importare oltre il 60 per cento del proprio fabbisogno di generi alimentari che cominciano a mancare dagli scaffali dei supermercati presi d’assalto, anche se con compostezza, dalla popolazione. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che sotto la pressione dell’emergenza terremoto e nucleare c’è stata una corsa all’acquisto di beni di prima necessità come acqua, riso e cibi a lunga conservazione. Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – mette in crisi la disponibilità di scorte alimentari nel Paese del Sol Levante che è tra i paesi sviluppati il piu’ dipendente dall’estero per l’alimentazione. L’emergenza – continua la Coldiretti – potrebbe aggravarsi notevolmente per gli eventuali effetti della contaminazione nucleare sulla catena alimentare locale che colpisce principalmente le attività di allevamento.Dal punto di vista delle coltivazioni il riso è il prodotto agricolo maggiormente coltivato in Giappone (vale il 22 per cento del totale della produzione agricola giapponese) mentre il Paese del Sol Levante è fortemente dipendente dall’estero per la produzione di mangimi per animali, per mais e per soia, la cui autosufficienza è inferiore al 10 per cento. Il Giappone – continua la Coldiretti – è il principale importatore mondiale di cereali per un totale di 24,1 milioni di tonnellate l’anno ma, insieme ad un aumento della domanda di mais e soia, l’emergenza rende necessario garantire forniture di carne bovina e pollame dall’estero. Il bisogno di ripristinare le scorte si scontra tuttavia – sostiene la Coldiretti – con gi ostacoli al commercio determinati dai danni provocati alle attività portuali dal terremoto e dall’’emergenza nelle zone vicine alle centrali nucleari. L’Italia nel 2010 ha esportato in Giappone prodotti agroalimentari per un valore di 536 milioni di euro, in aumento del 2 per cento rispetto all’anno precedente. Il prodotto piu’ esportato in valore è – rileva la Coldiretti – il vino con oltre 102 milioni di euro, seguito dalla pasta per 82 milioni, dalle conserve di pomodoro con 70 milioni, dall’olio di oliva con 69 milioni e dai formaggi con 41 milioni di euro. Sui tratta principalmente dei prodotti di base della dieta mediterranea per i quali si registra un apprezzamento crescente da parte dei giapponesi nelle case e nei ristoranti dove si temono però i contraccolpi economici dell’emergenza terremoto. Una catastrofe che coinvolge direttamente i 3 milioni di agricoltori del Giappone ai quali il presidente della Coldiretti Sergio Marini ha espresso solidarietà e vicinanza attraverso il presidente della potente organizzazione agricola giapponese Ja Zanchu Moteki Mamoru che era stato ospite esattamente due anni fa al “G8 Farmers Meeting” organizzato a Roma il 19 marzo 2008 dalla Coldiretti.