Sostanze chimiche nel cibo: nuovo studio Efsa con dati

21 Dicembre 2016
Sostanze chimiche nel cibo: nuovo studio Efsa con dati

Più che un rapporto completo, una rapida carrellata, questo lo scopo della overview di Efsa, su temi selezionati e a cuore dell’opinione pubblica: dai fitosanitari, ai trattanti veterinari, fino all’acrilammide e alle sostanze tossiche rinvenute nell’olio di palma.

Un rapporto agevole di 40 pagine, in grado di intercettare idealmente le paure più diffuse dei consumatori europei, in particolare su due temi storici- pesticidi e farmaci veterinari- e su due temi nuovi- l’acrilammide e poi i composti tossici da cottura di alcuni oli vegetali (GE e 3- MCPD).

Efsa inaugura un nuovo modo di comunicare i propri risultati tramite questa “Overview of selected data collection”: non solo rapporti approfonditi su singole sostanze,  ma accenni a gruppi anche eterogenei da un punto di vista chimico, ma accomunati dall’aver destato l’interesse dei cittadini. La modalità nasce peraltro da una specifica richiesta della Commissione europea al fine di fornire dati generali al pubblico più vasto possibile.

Fitosanitari

Efsa qui fa veloce accenno ai dati già pubblicati lo scorso ottobre entro l’European report on pesticide residues in food- in Europa il 97,1% dei campioni analizzati rientra nei limiti di legge, con il 53,6%  libero di residui misurabili e il 43,4% con residui misurabili contenuti in concentrazioni consentite. Solo l’ 1,5% dei campioni ha superato i limiti di legge, tenendo conto dell’incertezza della misura.  Tra i campioni provenienti da paesi UE il 56,6% è  libero da residui misurabili. La percentuale di campioni provenienti da paesi terzi senza residui misurabili è pari al 45,5%  con il 6,5% che per contro ha visto il superamento dei limiti di legge. Efsa conclude che in base ai dati raccolti nell’ultimo anno disponibile, la probabilità che i cittadini esposti riportino conseguenze a breve termine negative,è basso ma possibile almeno per un numero limitato di consumatori particolarmente esposti a determinati alimenti. Circa la conseguenze a lungo termine, in raione di una protratta esposizione alimentare alle matrici analizzate, questa è considerata negligibile –non in grado di porre rischi alla salute dei consumatori.

Farmaci veterinari

Nell’ultimo rapporto Efsa sui residui di sostanze veterinarie 2015, si fa riferimento a 1500 campioni non conformi,pari allo 0,37%, da oltre 425.000 campioni "mirati" (vale a dire quelli intenzionalmente presi per testare sostanze illegali o sostanze oltre i limiti di legge). Questo è leggermente superiore al range 0,25% -0.34% dei sette anni precedenti. Il tasso di non conformità per le sostanze proibite è stato il più basso segnalato dal 2007.
Nel complesso, più di 730.000 campioni sono stati segnalati alla Commissione europea dai 28 Stati UE nel 2014 – rispetto a 1 milione di campioni per l’anno precedente. Il numero complessivo di campioni varia di anno in anno a seconda dei volumi di produzione in ogni animale / categoria di alimenti.

Acrilammide

L’acrilammide è una sostanza che si sviluppa in cottura dai 120 °C su prodotti di cereali e patate, ma anche caffè, e in prodotti amidacei in genere. L’acrilammide è stato solo recentemente (dal 2001) scoperto dalla comunità internazionale nei suoi effetti mutageni e cancerogeni, e a detta di molti rappresenta una delle minacce emergenti circa la sicurezza alimentare. Tutti i consumatori sembrano esserne esposti: se negli adulti si arriva a circa 20 volte la soglia ritenuta sicura, nei bambini si può arrivare anche a superarla di 200 volte.

I gruppi della popolazione sembrano così esposti:

Infanti – cereali non lavorati e alimenti per l’infanzia a base di cereali possono contribuire fino al 60%, i prodotti a base di patate fino al 48% della dose tollerabile, mentre le fette biscottate / biscotti fino al 30%.

Altri bambini – prodotti di patate fritte (ad eccezione di patatine e snack) possono rappresentare fino al 51% di tutta l’esposizione alimentare. Pane morbido, cereali per la colazione, biscotti e altri prodotti a base di cereali o patate fino al 25%. Alimenti per l’infanzia a base di cereali rappresentano fino al 14% di esposizione per i più piccoli, dolci e pasticceria fino al 15% per gli altri bambini e adolescenti, e le patatine e snack fino all’11% per gli adolescenti.

Adulti – Prodotti di patate fritte (comprese le patatine fritte, crocchette e patate al forno) fino ad un massimo del 49% dell’esposizione media negli adulti, con caffè (34%) e pane morbido (23%) come altre fonti più importanti, seguiti da biscotti, cracker e pane croccante e altri prodotti a base di patate.

Gli Stati membri stanno considerando con la Commissine europea misure valide per diminuire l’esposizione all’acrilammide.

Contaminanti presenti negli oli vegetali esposti ad alte temperature

Nel 2016, EFSA ha valutato anche rischi per la salute pubblica di tre contaminanti presenti negli oli vegetali e prodotti alimentari trasformati: esteri di acidi grassi glicidil (GE), 3 monocloropropandiolo (3- MCPD), 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e la loro acidi grassi esteri. Le sostanze si formano principalmente in oli vegetali quando la raffinazione a temperature superiore ai 200 ° C è usata per rimuovere i loro aromi naturali, rendendoli utilizzabile come ingredienti alimentari. 

Il principale alimento in cui sono contenuti è l’olio di palma, nonché grassi derivati come margarine, e prodotti da forno derivati.  I bambini sono particolarmente a rischio, sia in ragione del peso corporeo ridotto, sia in ragione della presenza pervasiva di olio di palma in sostituti del latte per l’infanzia.  Ciò porta a superare dalle 5 alle 10 volte le quantità ritenute sicure.

Efsa –Overview of Selected data collection