Olio extravergine, “medicina sconosciuta” per i diabetici

6 Ottobre 2016
Olio extravergine, “medicina sconosciuta” per i diabetici

Mentre sono noti i benefici effetti dell’olio extravergine di oliva sul metabolismo in generale e più specificatamente sull’insulino-resistenza  presente nelle persone in sovrappeso o obese, così come in molte  situazioni di salute diabete-correlate (cardiovascolari in primis), i diabetici sottovalutano ancora le proprietà dell’oro verde.

La doppia sfida è proprio dell’educazione alimentare rivolta non solo alle persone  sane, ma soprattutto a quelle con profili patologici, come appunto i diabetici.

E se, per una decisione costitutiva della normativa alimentare europea- i cibi non possono mettersi in concorrenza con in farmaci e relativa pubblicità, promettendo una cura o terapia di malattie o quadri clinici, ciononostante il loro ruolo preventivo è sempre più noto, e addirittura, la capacità di alcuni di essi di svolgere un’attività addirittura migliore dei farmaci. 

Negli ultimi anni alcuni ricercatori avevano sottolineato le proprietà positive dell’olio extravergine nel migliorare i livelli di colesterolo ematico- addirittura più di quanto fatto dalle statine (farmaci ordinariamente utilizzati), è recente una ricerca sulle abitudini alimentari di diabetici (diabete mellito) da parte di ricercatori del Policlinico II di Napoli. Le informazioni ricavate dal continuo confronto con i pazienti hanno fornito l’evidenza di una scarsa o nulla conoscenza, molto diffusa purtroppo, dei più elementari principi alla base di corrette abitudini alimentari. Se da un lato la cosa appare sconfortante, dall’altro questi dati possono meglio indirizzare campagne comunicative per un corretto uso dell’olio extravergine di oliva, principe della Dieta Mediterranea.  

Risultati

Se il 56% dei pazienti usano olio extravergine di oliva per condire le pietanze e preparare i pasti (24%), solo una piccola percentuale lo utilizza per friggere (7%). Il dato non è positivo, in quanto in ragione della ricchezza di grassi monoinsaturi, l’olio di oliva ben si presta a tale scopo, surclassando in proprietà altri tipi di oli di semi. 

Un corretto approccio alla dieta mediterranea, che vede nell’olio extravergine di oliva un suo alimento cardine, non può quindi prescindere da una rivalutazione del suo utilizzo nei più ampi e svariati usi di cucina, senza segmentazioni pregiudiziali nell’applicazione in frittura. In tal senso, occorre svolgere diffuse campagne informative ed educative.

Un aspetto tutto sommato positivo è che in ogni caso – sebbene il 77% dei diabetici intervistati dichiari di utilizzare olio di semi per friggere- la maggiore parte poi di questi usa olio di semi di arachide (39%), ricco a sua volta in grassi monoinsaturi (sebbene non nella stessa quantità dell’olio extravergine, e sebbene senza diversi altri composti fenolici o vitamine).  Un ulteriore 26% usa olio di semi di girasole, e una cifra analoga olio di semi di mais.

In modo sempre interessante, la maggior parte (80%) dei consumatori ritiene migliore l’olio DOP (Denominazione di Origine Protetta), ma non ne sa indicare il motivo.

 

Guarino, G, Sofia, M., Della Corte, T., Carbone, L., Marino, G., Martedì, E., Gentile, S. (2015) Indagine conoscitiva sul consumo di olio extravergine di oliva in diabetici tipo 2 ambulatoriali. Il Giornale di AMD, Vol. 18, pp.192-196