Food waste: chiarire modalità scelte da produttori per indicare scadenza

6 Dicembre 2016
Food waste: chiarire modalità scelte da produttori per indicare scadenza

La normativa non è chiarissima: a parte uova (a 28 giorni dalla deposizione), latte (con i termini di 6-10 giorni descritti in Italia) più olio (18 mesi dalla data di confezionamento), i termini di conservazione degli altri alimenti sono lasciati alla responsabilità esclusiva del produttore. Con problemi di comunicazione ai consumatori: la data di scadenza rappresenta infatti il principale riferimento che i consumatori cercano in etichetta, in base ai dati Eurobarometro.

Dai consumatori europei di BEUC, ora arriva un monito entro la piattaforma appena costituita sulle Food Losses and Food Waste. Camille Perrin avrebbe criticato il modo in cui diversi produttori appongono le date di scadenza- spesso più per comunicare la freschezza del prodotto che effettivamente per considerare la sicurezza alimentare e la consumabilità di un prodotto.

In base ad una ricerca francese dell’isituto CLCV, ben il 26% % dei consumatori mangerebbe comunque un hamburger di carne scaduto da 3 giorni, mentre  solo il 12% uno yogurt scaduto da 3.

Circa la metà dei consumatori europei interpreta correttamente le informazioni fornita da indicazioni come “da consumare preferibilmente entro” e “ da consumare entro”- al punto che la Commissione aveva proposto negli scorso anni l’esenzione del termine minimo di conservazione per diversi alimenti (caffè, tè, formaggi stagionati…).

Durante la piattaforma, Vytenis Andiriukaitis, Commissario alla Salute europeo, ha affermato che occorre ridisegnare la catena alimentare per limitare al massimo lo spreco alimentare. Mentre 55 milioni di europei non possono permettersi un pranzo adeguato ogni giorno, 88 milioni di tonnellate di cibo sono buttate ogni anno– un contrasto immorale, e vergognoso.