Falso Sassicaia, con le frodi rischia l’export di vino in crisi Covid

14 Ottobre 2020
Falso Sassicaia, con le frodi rischia l’export di vino in crisi Covid

Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo di un settore che è cresciuto puntando su un grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino italiano a raggiungere il record storico nelle esportazioni per un valore stimato in 6,4 miliardi nel 2019 ma che ora soffre le pressioni determinate dall’emergenza Covid. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’operazione quella della Guardia di Finanza che ha bloccato una truffa internazionale per la vendita di falso Sassicaia fatto con vino adulterato con sostanze vietate dai disciplinari, come lo zucchero di barbabietola, e messo in bottiglie dalla Turchia con etichette stampate in Bulgaria per riprodurre i loghi del celebre prodotto Made in Italy.

Non può essere messo a rischio – evidenzia la Coldiretti – il patrimonio di credibilità costruito nel tempo dal vino Made in Italy che oggi nonostante il coronavirus è ancora la principale voce dell’export agroalimentare nazionale anche se le vendite di bottiglie italiane nel mondo sono in calo del 3,4% nel primo semestre 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per la pandemia che si aggiunge alle tensioni commerciali internazionali.

Le frodi – sottolinea la Coldiretti –  mettono a rischio un motore economico che genera oltre 10,6 miliardi di fatturato e offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. Con una produzione di 47,2 milioni di ettolitri nella vendemmia 2020 che conferma il ruolo di leader mondiale davanti alla Francia – conclude la Coldiretti – la produzione tricolore è destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 % per i vini da tavola.

 

 

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