Vi sono diverse rilevanti novità per l’anno considerato, che derivano dalle nuove Linee Guida sulla diagnosi di celiachia della Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (ESPGHAN)
Tra queste, la possibilità di porre diagnosi di celiachia senza ricorrere alla biopsia duodenale in casi selezionati in età pediatrica. Dall’implementazione del nuovo protocollo ci si aspetta una ricaduta positiva in termini di maggior numero di diagnosi precoci, minore numero di diagnosi errate, risparmio in termini di sofferenza, cure inappropriate e ospedalizzazioni per i pazienti non diagnosticati o diagnosticati tardivamente.
Si ricorda che la celiachia non è allergia al glutine. Quest’ultima infatti ha le caratteristiche di tutte le altre allergie alimentari e si presenta con reazioni acute di tipo anafilattico (orticaria, angioedema, asma, dolore addominale con o senza vomito e diarrea esplosiva, shock) mediate da anticorpianti-glutine di classe IgE.

In Europa la normativa per etichettatura di alimenti con glutine è regolata:
– in positivo: con obbligo di indicare cereali contenenti glutine (grano farro orzo…) come allergeni;
– in negativo, con possibilità di vantare l’assenza o il ridotto contenuto di glutine (in caso di alimento con meno di 20 mg/kg 0 di 100 mg/kg rispettivamente).
La celiachia e l’intolleranza al glutine rappresentano un problema di salute crescente per i cittadini, ed- in base al rapporto del Ministero, occorre fornire ai cittadini tutte le informazioni che possano contribuire a renderli consapevoli e a promuovere comportamenti utili alla prevenzione, alla diagnosi precoce e alla cura delle principali patologi.
La celiachia è una malattia autoimmune che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti in seguito all’assunzione del glutine e colpisce in proporzione più le donne che gli uomini.
Ad oggi in Italia risultano 172.197 celiaci, di cui circa un 50% al Nord.
Coldiretti concorda con la necessità di una buona educazione alimentare di base, senza allarmismi e senza medicalizzare la dieta e affiancando una corretta analisi dell’etichetta su cui sono riportati ingredienti, allergeni e profilo nutrizionale dei prodotti, oggi è possibile acquistare in modo autonomo e corretto qualsiasi alimento.
I prodotti senza glutine, ossia con un residuo massimo di glutine inferiore a 20 mg/kg, sono oggi erogati gratuitamente dal SSN sotto forma di assistenza sanitaria integrativa, e sono alimenti prodotti con materie prime naturalmente prive di glutine oppure materie prime degluteinizzate che hanno seguito la procedura di riconoscimento e di notifica dell’etichetta.
Tali alimenti sono presenti nel Registro Nazionale dei prodotti senza glutine, consultabile direttamente sul sito del Ministero della Salute all’indirizzo http://www.salute.gov.it/.
Da luglio 2016, in ragione del Regolamento (UE) 609/2013 e abrogazione della direttiva 2009/39/CE sugli ADAP, gli alimenti senza glutine confluiranno sotto gli alimenti generali-senza registrazione e senza obbligo di notifica al Ministero– con maggiori possibilità offerte per le imprese agricole e le PMI in genere in ragione di una procedura autorizzatoria semplificata.
In base a nota del 7 lulglio 015 del Ministero della Salute a chiarimento del reg. 609 infatti, “gli alimenti naturalmente privi di glutine ma non formulati specificamente per i celiaci potranno già riportare in etichetta, dopo l’indicazione “senza glutine” la dicitura “adatto alle persone intolleranti al glutine” o “adatto per i celiaci”.
Si invita pertanto a fare una azione di sensibilizzazione alle aziende che intendano immettere sul mercato prodotti “senza glutine” o a “basso contenuto di glutine”, senza leggerezza ma anche con una nuova consapevolezza di possibilità di uso.
Consulta Celiachia – Relazione annuale al Parlamento anno 2014