ARTICOLO | Economia

Xyella: l’ok alle nuove colture salva il Salento dal deserto

21 Dicembre 2021
Xyella: l’ok alle nuove colture salva il Salento dal deserto

La liberalizzazione dei reimpianti con la possibilità di piantare altri tipi di coltivazioni al posto degli ulivi devastati dalla Xylella è importante per dare un futuro all’economia agricola della Puglia ed evitare la desertificazione del territorio e il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo.

E’ quanto afferma Coldiretti nell’annunciare l’approvazione in commissione Bilancio al Senato dell’emendamento alla legge di Bilancio 2022, fortemente sollecitato da Coldiretti, che consente il reimpianto di specie diverse dall’ulivo in deroga ai vincoli paesaggistici e ambientali.

La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina – ricorda Coldiretti – e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva. Il batterio avanza al ritmo di 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato gli ulivi del Salento, minaccia la maggior parte del territorio Ue dove sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo.

Gli agricoltori pugliesi sono senza reddito da 7 anni, con un trend che rischia di diventare irreversibile – denuncia Coldiretti – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento.

Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada – conclude la Coldiretti – è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare un prodotto millenario alla base della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio dell’Unesco. Si tratta di tutelare una filiera che coinvolge oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia e che può contare sul maggior numero di olio extravergine ed olive da tavola denominazione in Europa (46 Dop e 7 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.

 

 

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