ARTICOLO | Economia

Vino: il Wto fermi l’ok dell’Irlanda agli allarmi in etichetta

3 Febbraio 2023
Vino: il Wto fermi l’ok dell’Irlanda agli allarmi in etichetta

Occorre fermare un pericoloso precedente che mette a rischio un prodotto simbolo dell’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale di vino con oltre 14 miliardi di fatturato in un settore che dal campo alla tavola offre opportunità di lavoro dirette ed indirette a 1,3 milioni di posti di lavoro. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al piano del governo irlandese per il via libera “entro 2 o 3 mesi” all’etichetta con avvertenze sanitarie sugli alcolici annunciato dal responsabile dell’unità di controllo del tabacco e dell’alcol del Ministero della Salute di Dublino, Claire Gordon.

In questo contesto – sottolinea la Coldiretti – è importante l’intervento dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) nei confronti di una norma distorsiva del commercio anche con il supporto dell’alleanza costruita dall’Italia con Francia, Spagna e altri Paesi dell’Unione Europea per iniziativa dal Ministro del Masaf Francesco Lollobrigida.

Viene realizzato all’estero più della metà del fatturato del vino italiano per un totale di 8 miliardi nel 2022 che – sostiene la Coldiretti – potrebbero essere messi a rischio dal diffondersi di ingiustificati allarmi in etichetta mirati a contenere i consumi di un prodotto presente sulle tavole da migliaia di anni e che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea.

“E’ del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità a più bassa gradazione come il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.?

 

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