ARTICOLO | Economia

Ue: stop all’import di prodotti da deforestazione e lavoro minorile

6 Dicembre 2022
Ue: stop all’import di prodotti da deforestazione e lavoro minorile

Il divieto di importazione di prodotti che contribuiscono alla deforestazione è un primo passo importante dell’Unione Europea nell’applicazione del principio di reciprocità nel commercio con Paesi extracomunitari che non rispettano gli stessi standard ambientali, sociali e sanitari vigenti in Italia ed in Europa. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini a Bruxelles per il Global Food Forum di Farm Europe nel commentare l’accordo raggiunto dal Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Ue per vietare l’importazione nell’Unione europea di diversi prodotti, come olio di palma, carne bovina, soia, legno, cacao e caffe quando questi contribuiscano alla deforestazione.

Quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia – denuncia la Coldiretti – non rispetta infatti le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso anche grazie ad agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea. Ad esempio dalle banane dal Brasile al riso birmano dalle nocciole turche ai fagioli messicani dal pomodoro cinese fino alle fragole dall’Argentina e ai gamberetti tailandesi sono molti i cibi accusati di essere ottenuti dallo sfruttamento del lavoro minorile secondo l’analisi della Coldiretti sui dati del Dipartimento del lavoro Usa per sfruttamento del lavoro minorile.

Ma ci sono anche i rischi per la salute con ben l’80% degli allarmi alimentari scattati in Italia che sono stati causati dal cibi importati dall’estero. In generale, in testa alla classifica dei Paesi dai quali arrivano i prodotti più contaminati c’è la Turchia responsabile del 13% degli allarmi alimentari scattati in Europa. A seguire, l’India per l’8% delle notifiche complessive, ma preoccupazioni – continua la Coldiretti – vengono anche dalla Cina, che rappresenta quasi la metà delle notifiche relative ai materiali a contatto con gli alimenti, per la presenza di sostanze non autorizzate nei prodotti di plastica, come il bambù e la migrazione di ammine aromatiche, melamina, formaldeide, ecc.

Non sorprende dunque che l’88% degli italiani voglia il divieto di ingresso nei mercati nazionali dei prodotti provenienti da paesi privi di regole sociali, di sicurezza e sanitarie analoghe a quelle italiane e della Ue, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Secondo la stragrande maggioranza dei cittadini è inutile imporre alle imprese italiane leggi sempre più severe se poi si consente ad imprese spregiudicate o a interi settori produttivi di altri paesi senza legislazioni analoghe di invadere il mercato italiano con prezzi stracciati, magari sfruttando il ricorso a lavoro semischiavistico o minorile o, anche, a produzioni senza rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale.

“Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza che l’Ue assicuri il principio di reciprocità nei rapporti commerciali a partire dal trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee.

 

 

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