Il piano di rafforzamento dei controlli sui prodotti alimentari presentato dalla Commissione Europea è un primo passo per garantire sicurezza ai cittadini rispetto a una situazione che vede oggi il 97% dei cibi arrivare sugli scaffali dell’Unione senza verifiche che non siano quelle burocratiche. Ad affermarlo sono Coldiretti e Filiera Italia, nel sottolineare che il provvedimento è il frutto degli incontri avuti nelle scorse settimane con il Commissario alla Salute Oliver Varhelyi.
Il presidente e il segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, e l’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, avevano denunciato i pericoli legati alle importazioni dall’estero, sia dal punto di vista della sicurezza alimentare che da quello economico per le filiere agroalimentari. Senza controlli efficaci alle frontiere non possono esistere né reale reciprocità, né tutela dei consumatori e tantomeno condizioni di concorrenza eque.
Coldiretti è stata la prima organizzazione a denunciare lo scandalo della mancanza di reciprocità con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza, dal Brennero ai porti italiani, per protestare contro l’ingresso di prodotti esteri trattati con pesticidi da tempo proibiti in Ue, che minacciano la salute dei consumatori e provocano il crollo dei prezzi dei nostri prodotti, tra speculazioni e accordi al ribasso.
Una condizione ancora più scandalosa, considerando che nei primi nove mesi del 2025 si sono registrati in Europa oltre duemila allarmi alimentari legati a cibi importati da Paesi extra-Ue, con residui di pesticidi oltre soglia, sostanze cancerogene e batteri, stando all’analisi Coldiretti sui dati Rasff.
Un supporto decisivo in questa direzione potrebbe arrivare dalla proposta di insediare in Italia l’Autorità europea delle Dogane, sostenuta da Coldiretti e Filiera Italia e rilanciata dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
L’adozione del principio di reciprocità nelle normative sarebbe cruciale anche per gli accordi commerciali, come quello con il Mercosur, dove l’Ue rischia di spalancare le porte a carne e cereali ottenuti con pesticidi e antibiotici vietati nell’Unione.