ARTICOLO | Economia, Unione Europea

Riso Myanmar: l’Europa deve essere coerente tra valori e scelte commerciali

12 Dicembre 2025
Riso Myanmar: l’Europa deve essere coerente tra valori e scelte commerciali

Le gravi e ripetute violazioni dei diritti umani che continuano a verificarsi in Myanmar impongono all’Unione Europea una riflessione profonda sulla coerenza tra i valori che dichiara di difendere e le scelte che compie in materia di politica commerciale. L’ultimo episodio, il bombardamento di un ospedale da parte dell’esercito del Myanmar con la morte di 33 civili, tra cui un neonato, e il ferimento di altre 80 persone, rappresenta un ulteriore drammatico segnale di un conflitto interno caratterizzato da repressione, instabilità e sistematico mancato rispetto delle fasce più vulnerabili della popolazione, come documentato da organizzazioni internazionali indipendenti.

Il regime EBA e le sue contraddizioni

In questo contesto, continuare a garantire accesso preferenziale al mercato europeo attraverso il regime EBA (Everything But Arms), che consente l’importazione di riso a dazio zero, solleva interrogativi non più rinviabili. Il sistema di preferenze tariffarie nasce con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico e sociale dei Paesi meno avanzati, subordinando tali benefici al rispetto di principi fondamentali come la tutela dei diritti umani, delle minoranze e del lavoro. Condizioni che, nel caso del Myanmar, risultano oggi sempre più disattese.

Nessun beneficio per le popolazioni locali e danni ai produttori europei

Le importazioni di riso a dazio zero non stanno producendo benefici concreti per le popolazioni locali, che continuano a subire sfruttamento, espropriazioni e violenze, né contribuiscono a un reale percorso di crescita economica. Al contrario, rischiano di alimentare un sistema produttivo opaco, nel quale trovano spazio pratiche inaccettabili come lo sfruttamento delle minoranze, il lavoro minorile e l’utilizzo di sostanze chimiche vietate da anni nell’Unione Europea, come il triciclazolo.

Strumenti di tutela del mercato europeo ancora insufficienti

A ciò si aggiunge l’inefficacia degli strumenti di tutela del mercato europeo recentemente concordati in sede comunitaria. La clausola di salvaguardia automatica sul riso, pur rappresentando un principio corretto e fortemente sostenuto da Coldiretti, risulta nei fatti debole e insufficiente, con soglie troppo elevate e meccanismi di revisione che rischiano di lasciare esposti i produttori europei, senza incidere realmente sulle distorsioni generate dal regime EBA.

Coerenza tra commercio, diritti e credibilità dell’Europa

Quanto avviene oggi in Myanmar dimostra come l’assenza di credibilità e di coerenza nelle politiche europee possa tradursi, indirettamente, nel perpetuare sistemi che non garantiscono né democrazia né sviluppo. Continuare a favorire l’importazione di prodotti agroalimentari da Paesi in cui non esistono regole, né nelle fasi produttive né nel rispetto delle persone, significa svuotare di significato gli stessi strumenti europei che dovrebbero condizionare il commercio al rispetto dei diritti fondamentali.

La richiesta di Coldiretti e Filiera Italia all’UE

Per Coldiretti e Filiera Italia è necessario che l’Unione Europea si interroghi con serietà sull’applicazione del regime EBA al Myanmar e valuti azioni economiche coerenti, compresa la sospensione delle importazioni, come previsto dai regolamenti europei quando vengono meno i presupposti etici e sociali che ne giustificano l’esistenza. Non si tratta di una misura punitiva, ma di un segnale politico chiaro: l’Europa non può tollerare né sostenere, neppure indirettamente, sistemi che fondano la propria competitività sulla negazione dei diritti e sullo sfruttamento delle popolazioni più fragili.