ARTICOLO | Economia

Quirinale: alleanza Italia-Francia contro il cibo falso

26 Novembre 2021
Quirinale: alleanza Italia-Francia contro il cibo falso

Italia e Francia si “impegnano a sostenere, proteggere e promuovere, sia nell’Unione Europea che nei Paesi terzi, a livello bilaterale, plurilaterale e multilaterale, le denominazioni d’origine e le indicazioni geografiche registrate nell’Unione Europea” per combattere i falsi a tavola che ingannano i consumatori e colpiscono duramente l’economia e l’occupazione dei due Paesi. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i contenuti del trattato del Quirinale che dedica una specifica sezione alla difesa dell’agricoltura e delle produzioni alimentari. Ad unire  i due Paesi – sostiene la Coldiretti – è la lotta all’agropirateria internazionale che colpisce i prodotti simbolo del made in Italy dal parmigiano al prosecco, dal provolone al pecorino romano, dal salame alla mortadella ma anche quelli della Francia come Champagne, Beaujolais, Bordeaux, Cognac e tra i formaggi il Brie e il Camembert.

A consolidare i rapporti tra i due Paesi, dopo le divergenze iniziali, sono anche le ultime dichiarazioni del Ministro all’agricoltura francese, Julien Denormandie che in merito al all’etichettatura a colori Nutriscore ha precisato che il governo francese non la renderà mai obbligatoria se questo non verrà stabilito a livello UE precisando che si sta creando una sinergia importante proprio con l’Italia dopo le perplessità sul Nutriscore espresse in Italia dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Un atteggiamento che – sottolinea la Coldiretti – rafforza il fronte dei Paesi contrari al sistema di etichetta nutrizionale a colori che è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

Con la firma del Trattato Italia e Francia “agiscono di concerto a livello europeo per favorire la resilienza, la sostenibilità e la transizione del sistema agricolo e agroalimentare, garantendo al contempo la sovranità alimentare dell’Unione Europea. In proposito, esse sostengono misure a favore della lotta contro gli sprechi alimentari e la gestione del rischio, nonché i progetti di sviluppo sostenibile nell’ambito delle filiere agroalimentari e dell’agricoltura biologica, con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia della fertilità e della biodiversità del suolo. Le Parti s’impegnano altresì a sostenere progetti di lotta alla deforestazione, in particolare in seno al Partenariato delle dichiarazioni di Amsterdam”.

Italia e Francia – sottolinea la Coldiretti – sono i due Paesi Europei con la maggiore tradizione culinaria e si contendono primati nell’agricoltura e nell’alimentare con il Belpaese che vince pero’ per valore aggiunto agricolo, numero di prodotti DOP/IGP riconosciuti dall’Unione Europea, per numero di imprese biologiche e per quantità di vino prodotto. L’agricoltura italiana si classifica prima in Europa per valore aggiunto con 31,3 miliardi di euro davanti a Francia (30,2 miliardi di euro). L’Italia nel 2021 – continua la Coldiretti – ha conquistato con 44,5 milioni di ettolitri lo scettro di maggior produttore mondiale di vino davanti alla Spagna e alla Francia che è scesa al terzo posto a 34,2 milioni di ettolitri anche se riesce a spuntare in media prezzi delle bottiglie superiori.

Con gli ultimi riconoscimenti comunitari – continua la Coldiretti – salgono a 54 i formaggi a denominazione di origine protetta (Dop/Igp) francesi tutelati dall’Unione Europea mentre l’Italia è ferma a 52 e conquista il posto d’onore in Europa. La sfida tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane se Charles De Gaulle si chiedeva come fosse possibile governare la Francia che ha più formaggi che giorni nel calendario. L’Italia – conclude la Coldiretti – è invece davanti nel numero complessivo di prodotti a denominazione di origine registrati e tutelati a livello comunitario potendo contare su ben 316 denominazioni (dop/Igp) contro le 260 dei cugini d’oltralpe.

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