Per salvare la spesa degli italiani costretti a tagliare del 5% in quantità il cibo acquistato nel 2023 per effetto dell’aumento dei prezzi è necessario aumentare i fondi destinati ai contratti di filiera nell’ambito del Pnrr per soddisfare gli investimenti proposti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura. E’ quanto chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione dell’assemblea nazionale a Roma a Palazzo Rospigliosi davanti a rappresentanti degli agricoltori arrivati da tutte le regioni, con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini con il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara e in collegamento il ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare e Francesco Lollobrigida.
I prezzi di cibi e bevande sono balzati dell’11% a giugno con l’inflazione alimentare più alta da 40 anni che ha costretto gli italiani a spendere quasi 4 miliardi in più per mangiare a causa dei rincari, secondo l’analisi della Coldiretti che evidenzia che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9% nei primi cinque mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Le famiglie – sottolinea la Coldiretti – tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
La situazione di difficoltà si estende – continua la Coldiretti – alle imprese agricole colpite dal maltempo e dal caldo che hanno decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori, a partire dal grano la coltivazione più diffusa nelle campagne, con i prezzi crollati del 40% rispetto allo scorso anno.
“Occorre lavorare nel Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’agroalimentare Made in Italy ha centrato l’obiettivo e dimostra concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti per oltre 11 miliardi nella graduatoria del V bando dei contratti di filiera. Al settore agroalimentare – sottolinea Prandini – sono arrivate richieste 10 volte superiori al budget stanziato in riferimento alla graduatoria del V bando dei contratti di filiera gestiti dal Masaf con risorse del Piano nazionale complementare (PNC) al Pnrr.
Coldiretti e Filiera Italia sono state protagoniste con tante proposte progettuali che vanno dall’ortofrutta biologica al latte, dal vino alla birra, dall’olio al florovivaismo fino alle carni bovine e suine. Un grazie particolare – sottolinea Prandini – va al Ministro dell’agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida e agli uffici del Ministero che hanno svolto un grande lavoro amministrativo, rispettando i tempi indicati.
“Ora crediamo sia giusto aumentare le risorse per poter realizzare il maggior numero di progetti possibile ed investire sul futuro, sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulla ricerca e sulla qualità per tutto il sistema agroalimentare nazionale” afferma il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare che si tratta di “un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”. “I contratti di filiera sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani per dare opportunità di lavoro e far crescere l’agroalimentare Made in Italy, in un contesto di grande instabilità internazionale” precisa Prandini nel sottolineare “l’importanza di consolidare una supply chain sostenibile, competitiva e trasparente nella distribuzione del valore”.
I contratti di filiera del Pnrr, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare con un contributo dello Stato concesso per diverse tipologie di investimenti con un volume da 4 a 50 milioni di euro destinati a produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, per la promozione e la pubblicità di prodotti di qualità certificata o biologici, ricerca e sperimentazione. La graduatoria che attua il bando – conclude Coldiretti – prevedono soglie di aiuto più alte rispetto al passato, che possono arrivare anche fino al 100% ad esempio per la ricerca.
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