Oltre 40mila ettari coltivati per la crescita dell’Africa con la creazione di posti di lavoro, la fornitura di beni e servizi, lo sviluppo delle agroenergie da fonte rinnovabile e la trasmissione di conoscenza e tecnologia per la produzione locale e lo sviluppo di nuove reti di vendita con i farmers market per fornire un’alternativa concreta al fenomeno delle migrazioni, sviluppando le economie locali e potenziando la cooperazione. Tutto con l’obiettivo di generare entro il prossimo bienno un indotto di migliaia di posti di lavoro che si regga su delle filiere che si sviluppano partendo dell’agricoltura.
E’ il progetto promosso da Coldiretti con BF, Filiera Italia e Cai (Consorzi Agrari d’Italia) nell’ambito del Piano presentato dal Governo nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi alla presenza della premier Giorgia Meloni.
Il progetto – evidenziano Coldiretti, BF, Filiera Italia e Cai – si inserisce in uno scenario di contatti e scambi a livello internazionale con la collaborazione del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare per accordi per la fornitura di macchinari, tecnologia, sementi e conoscenze ma anche prodotti alimentari di base. Una collaborazione che coinvolge dall’Algeria all’Egitto, dall’Angola al Ghana.
Il progetto – spiegano Coldiretti, BF, Filiera Italia e Cai – prevede la produzione di colture strategiche per il consumo locale come ad esempio frumento, soia, mais, riso, banane, ortaggi e frutta di vario tipo. Gli agricoltori locali potranno seguire corsi di formazione e specializzazione erogati da BF.
La creazione di una rete di mercati contadini. Nell’ambito delle iniziative, si inserisce anche il Mami (Mediterranean African Markets Initiative), realizzato in Africa e finanziato dal ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale e svolto dal Ciheam Bari con la collaborazione di Coldiretti, World Farmers Markets Coalition e Campagna Amica. Il Mami, che prevede la creazione di una rete di mercati in Tunisia, Egitto, Kenya, Libano e Albania, ha visto una prima fase di formazione dei manager dei farmers market dei Paesi coinvolti nella sede del Ciheam a Bari, dopo il quale sono iniziate le missioni in campo in Egitto e Kenya, dove si sta già lavorando per l’apertura dei primi mercati.
Tutte le azioni messe in campo, fanno parte di un impegno per combattere l’insicurezza alimentare che nel mondo colpisce più chi vive nelle zone rurali: il 33% degli adulti contro il 26% di chi abita nelle zone urbane, con il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia per effetto delle speculazioni in atto sui prezzi alimentari e sulla terra.
Iniziative per le quali l’Italia può mettere a disposizione la propria esperienza unica al mondo con la più estesa rete organizzata di mercati contadini in Europa con 15.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica.
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