ARTICOLO | Economia

Maltempo, il Po sale di 1,5 metri in 24 ore

16 Novembre 2019
Maltempo, il Po sale di 1,5 metri in 24 ore

Il Po si è gonfiato di circa 1,5 metri nelle ultime 24 ore sotto la spinta dei nubifragi che si sono abbattuti senza tregua. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti a Boretto in provincia di Reggio Emilia che è rappresentativo della situazione di sofferenza dei corsi d’acqua come dimostra l’allerta emessa da Protezione civile e Arpae anche con codice rosso, per la tenuta dei corsi d’acqua nella pianura emiliana. Gli effetti del maltempo si fanno sentire – sottolinea la Coldiretti – anche nei grandi laghi del nord come il Maggiore con un grado di riempimento dell’87%, quello di Garda all’84% e quello di Como al 77%, tutti con livelli ben oltre la media del periodo. E’ il risultato di giorni di pioggia torrenziale con l’Italia colpita a novembre da circa 6 nubifragi al giorno con tempeste di pioggia, vento, trombe d’aria e grandine con un aumento record del +57% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo un’elaborazione di Coldiretti su dati ESWD. Una situazione che – precisa la Coldiretti – ha provocato decine di milioni di euro di danni alla pesca e all’agricoltura con la richiesta dell’avvio delle procedure per lo stato di calamità nelle zone piu’ colpite. Piante sradicate, serre divelte, semine in difficoltà, ortaggi distrutti e frutteti affogati, attrezzature e macchinari agricoli rovinati anche dall’acqua del mare ma ad essere colpita – precisa la Coldiretti – è anche la pesca come a Rovigo dove le cavane, da poco sistemate, i pontili e le imbarcazioni sono state divelte dalla furia del nubifragio ed è andata persa la produzione di vongole. Molte le marinerie colpite da nord a sud della Penisola con i pescherecci costretti a sospendere l’attività di pesca ma anche molte imbarcazioni danneggiate dalle forti mareggiate. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – evidenzia Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono – precisa la Coldiretti – su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni (91,3%) secondo Ispra. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.  Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.  Il settore agricolo – conclude la Coldiretti – è quello più impegnato a contrastare i cambiamenti climatici ma anche quello più colpito con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e alle infrastrutture nelle campagne.

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