Dal concime a base di lana alle orecchiette snack per aperitivi, dal pane di robiola ai cosmetici anti-aging al kiwi e ai noccioli d’ulivo, dal progetto per “disintossicare” dall’uso degli schermi gli hikikomori, i malati di tecnologia, al ritorno della manna biblica, sono alcune delle innovazioni presentate all’Oscar Green della Coldiretti al Villaggio di Venezia, con giovani agricoltori provenienti da ogni parte d’Italia per mostrare le loro idee che salvano il clima e creano opportunità di lavoro. Il Villaggio Coldiretti a Venezia sarà aperto fino a domenica 30 giugno, con orario 9-22 (domenica 9-20). Per i tre giorni di manifestazione si alterneranno esponenti istituzionali e rappresentanti della società civile per discutere sui temi della crisi energetica, del cambiamento climatico, dell’alimentazione e dei rischi connessi all’affermarsi di modelli di consumo omologanti, a partire dall’attacco alla Dieta Mediterranea che minaccia la salute dei cittadini e la sopravvivenza stessa del Made in Italy agroalimentare.
Tornando all’Oscar Green, la sostenibilità è al centro dell’invenzione di Chiara Spigarelli, della provincia di Udine, che ha pensato di sfruttare le proprietà della lana di pecora come base per la produzione di fertilizzanti, valorizzando quello che oggi rappresenta uno scarto da smaltire in funzione ecologica. Un materiale ricco di nutrienti, soprattutto azoto (circa 10%), e dalle eccellenti capacità di ritenzione idrica.
Dalla sinergia tra il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, la Società Bs-Green e 15 allevamenti ovini del consorzio per la tutela della Igp Agnello di Sardegna e la Ditta Daga Carni, arriva invece la filiera certificata a emissioni zero, rendendola la prima carne ovina al mondo certificata carbon neutral. In Campania, a Napoli, la produzione di piante aromatiche e microgreen ha raggiunto nuove vette con Renato Paolocci grazie alla tecnica dell’acquaponica. In questo sistema, i nutrienti necessari sono forniti dagli scarti dell’allevamento di pesci, mentre le piante purificano l’acqua per i pesci, consentendo un risparmio idrico del 95%. Un tema al centro anche della rivisitazione in chiave moderna di una tecnica antica per il trapianto delle piantine di riso, reintrodotto da Giuseppe Zafferoni nella sua azienda agricola nel Pavese. Questa tecnica permette di abbattere fino al 60% i consumi di acqua nelle risaie. Sostenibilità ambientale e rispetto del territorio sono i principi cardine dell’azienda agricola Monge dove Giacomo usa moderni sistemi come l’uso di atomizzatori a basso volume per risparmiare acqua, ridurre gli sprechi e diminuire drasticamente il tempo di lavorazione nei frutteti.
L’innovazione di prodotto è, invece, alla base di alcune idee proposte all’Oscar di Coldiretti Giovani come il primo pane di robiola di capra, creato pane utilizzando il siero fermentato derivante dalla produzione del formagigo al posto dell’acqua. In questo modo Ernesto Benfari ha ottenuto un pane soffice, digeribile e leggero. Prendendo la più antica varietà di cime di rapa, le ‘miezz tiemp’ raccolte fresche all’inizio della primavera, Nicola Dibenedetto ha rivisitato un simbolo della cucina pugliese, le orecchiette, rendendole un gustoso stuzzichino da aperitivo per bar e ristoranti, incorporando le verdure all’impasto e poi friggendo il tutto ottenendo delle gustose chips croccanti. Viene, invece, incontro alle esigenze degli sportivi più attenti alla sostenibilità e alla sana alimentazione la prima agribarretta energetica biologica ideata nelle Marche da Luca Ciacci. I valori nutrizionali sono studiati da un esperto nutrizionista del settore fitness, garantendo un alimento proteico sano, privo di prodotti sintetici e farine di insetti, realizzato esclusivamente con ingredienti agricoli garantiti e certificati. In Veneto, con Alberto Boccato nascono le uova più ricche di omega-3 al mondo, grazie alla start-up “Mamma Cocca”. Questa innovativa azienda, in collaborazione con l’Università di Padova, ha brevettato una dieta speciale per le sue galline, composta da mais, orzo, frumento e semi oleosi. Il segreto risiede proprio nei semi oleosi, ricchi di omega-3, che si trasferiscono dalle galline alle uova, rendendole freschissime e a basso contenuto di colesterolo.
Spazio anche al wellness con il primo anti-aging ricavato utilizzando i kiwi troppo piccoli per essere immessi sul mercato. Jacopo Trasolini, toscano di Arezzo, ha così creato un cosmetico antispreco rigenerante per le irritazioni, nutriente e ideale per chi ha la pelle sensibile. In Calabria, l’azienda olearia Geraci e Macrofarm, uno spin-off universitario, hanno, invece, rivoluzionato il mondo del beauty creando il primo scrub ai microgranuli naturali dai noccioli d’oliva.
Ma ci sono anche giovani che sono stati capaci di valorizzare al meglio le caratteristiche del proprio territorio e la tradizione contadina. Un esempio è Vincenzo Cioti che in Abruzzo utilizza le nevi del Gran Sasso come cantina per far invecchiare il suo vino. Le bottiglie, portate a spalla, trascorrono sette mesi sotto la neve, invecchiando come se fossero anni.
Il Molise ha ritrovato il suo “cuore bianco” con il formaggio “Treccia di Santa Croce di Magliano”, grazie a Maria Antonietta Paladino. Per secoli, questa lunga treccia bianca di mozzarella ha accompagnato la festa della Madonna dell’Incoronata, indossata dai pastori come simbolo di devozione. Un patrimonio ora reinventato in chiave moderna. Viene, invece, dalla tradizione biblica la manna, che Emiliano Appiano in Sicilia estrae dalla corteccia del frassino. Un prodotto dalle straordinarie proprietà depurative che offre numerosi benefici per il corpo. È utilizzata in cosmesi, nella tradizione dolciaria e persino nei piatti dei ristoranti stellati.
Ma ci sono anche i giovani agricoltori che coltivano solidarietà in collaborazione spesso con le istituzioni. In Liguria sta nascendo un laboratorio per aiutare gli hikikomori, persone con disagi legati alla tecnologia, a uscire dall’isolamento grazie all’agricoltura di precisione. L’obiettivo è creare una “comunità in campo” dove i ragazzi utilizzeranno il loro know-how tecnologico, mentre l’azienda agricola offrirà formazione e supporto. Sulle colline di Faenza, in Emilia Romagna, Laura Lombardi e suo fratello Mauro hanno trasformato la loro azienda agricola in una fattoria didattica-pedagogica incentrata sugli asini, offrendo interventi di pet-therapy per scuole e turisti. A Roma Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni coinvolge tutti gli studenti, inclusi quelli con disabilità, in attività agricole, zootecniche, tecnologiche (agricoltura 4.0) e di sostenibilità ambientale, con una filiera solidale aperta anche alla collaborazione con la Locanda del Pellegrino, oltre che come fattoria sociale. Questa iniziativa mira a unire tecnologia e natura per una vita rigenerata.
LE STORIE DEI GIOVANI AGRICOLTORI DA OSCAR GREEN
CAMPAGNA AMICA
Energia e qualità arrivano dalla terra
Conversando con appassionati di fitness, Luca ebbe un’idea brillante: creare un prodotto energetico sano, fatto con ingredienti a km 0. Così nacque l’AGRI BARRETTA, una barretta energetica pensata per gli amanti dello sport e per chi desidera mantenersi in forma, realizzata con il supporto della rete di Campagna Amica e Coldiretti Giovani Impresa.
Questo prodotto BIO riflette il meglio del nostro territorio. I valori nutrizionali sono studiati da un esperto nutrizionista del settore fitness, assicurando un’alimentazione ottimale per ogni esigenza. La vera innovazione? La possibilità di personalizzare la barretta con valori nutrizionali specifici per ogni cliente, il tutto in un formato eco-sostenibile. Il packaging, infatti, è compostabile, anti-spreco, ermetico e richiudibile, permettendo di consumare la barretta in diversi momenti della giornata.
Perfetta per chi pratica sport, l’AGRI BARRETTA è ideale anche come spuntino proteico veloce o come sostitutivo del pasto, abbinata magari a un succo bio, per i lavoratori sempre in movimento. Un alimento proteico sano, privo di prodotti sintetici e farine di insetti, realizzato esclusivamente con ingredienti agricoli garantiti e certificati dai giovani agricoltori del territorio.
Il Kiwi che fa bene alla pelle
Chi avrebbe mai immaginato di trovare i kiwi in Toscana? Proprio qui nasce un rivoluzionario agricosmetico naturale, ottenuto dall’estratto della polpa di kiwi. Un vero concentrato di nutrienti e antiossidanti di altissimo valore, che trasforma gli scarti in “oro puro”. I piccoli frutti, solitamente esclusi dal mercato, vengono valorizzati in un agricosmetico irresistibile per le sue straordinarie proprietà.
Grazie a un metodo artigianale di lavorazione della polpa, è nato un cosmetico dalla sorprendente stabilità, dermatologicamente testato con risultati eccezionali. Questo prodotto anti-aging offre alla pelle fitocomplessi nutrienti che favoriscono la pigmentazione e un apporto generoso di vitamina C. È rigenerante per le irritazioni, nutriente e ideale per chi ha la pelle sensibile.
Il suo slogan, “fresh, smooth and green”, incarna alla perfezione le sue qualità: freschezza, delicatezza sulla pelle e rispetto per l’ambiente. C’è solo da provare questo straordinario agricosmetico e scoprire un nuovo modo di coccolare la tua pelle con la purezza della natura toscana.
La tradizione delle orecchiette racchiusa in una chips
In Puglia c’è una novità culinaria che trasforma la tradizione in innovazione: le storiche orecchiette con cime di rapa diventano chips gourmet grazie al giovane e talentuoso Nicola. Prendendo la più antica varietà di cime di rapa, le ‘miezz tiemp’ raccolte fresche all’inizio della primavera, Nicola ha creato un capolavoro del gusto.
Queste verdure vengono sapientemente incorporate nell’impasto delle orecchiette, che poi, condite alla perfezione, sono pronte per essere fritte e trasformate in irresistibili chips croccanti. La notizia dei primi snack di orecchiette alle cime di rapa ha subito conquistato tutti, facendo il giro di bar, locali e ristoranti.
Quando la passione dei giovani si sposa con la ricca tradizione pugliese, il risultato è una festa per il palato. Prova anche tu queste chips uniche e lasciati trasportare dal loro gusto inconfondibile.
COLTIVIAMO SOLIDARIETA’
Il potere dell’agricoltura Inclusiva
L’agricoltura ha sempre promosso la solidarietà e le relazioni sociali. L’ITA E. Sereni incarna questi valori coinvolgendo tutti gli studenti, inclusi quelli con disabilità, in attività agricole, zootecniche, tecnologiche (agricoltura 4.0) e di sostenibilità ambientale. Lavorando insieme, studenti e insegnanti creano un ambiente di crescita sinergica che valorizza le capacità di ciascuno. Gli studenti sono il cuore pulsante delle attività, protagonisti di una filiera solidale a km 0 che va dalla coltivazione alla vendita, anche tramite street food a Roma. Collaborano inoltre con la Locanda del Pellegrino e nella fattoria sociale, praticando la pet therapy. Questi valori sono la base per un futuro modello di vita virtuoso.
Gli asini maestri di pet-therapy
Sulle colline di Faenza, Laura e suo fratello Mauro hanno trasformato la loro azienda agricola in un’oasi di apprendimento e divertimento. Con una fattoria didattica-pedagogica incentrata sugli asini, hanno creato un parco etologico di 15.000 mq dove questi animali possono vivere liberamente. La fattoria, supportata da pedagogisti, offre interventi di pet-therapy ed è aperta a scuole e turisti, offrendo un’esperienza immersiva tra fiori, ulivi e boschi.
Il disagio tecnologico diventa opportunità
In Liguria sta nascendo un laboratorio per aiutare gli hikikomori, persone con disagi legati alla tecnologia, a uscire dall’isolamento grazie all’agricoltura di precisione. L’obiettivo è creare una “comunità in campo” dove appassionati di agricoltura e tecnologia lavorano insieme. Abbandonando la scrivania per la campagna, gli hikikomori utilizzeranno il loro know-how tecnologico, mentre l’azienda agricola offrirà formazione e supporto. Questa iniziativa mira a unire tecnologia e natura per una vita rigenerata.
CUSTODI D’ITALIA
Il ritorno della mozzarella “fatta a maglia”
Il Molise ha ritrovato il suo “cuore bianco” con il rinato formaggio “Treccia di Santa Croce di Magliano”. Per secoli, questa lunga treccia bianca di mozzarella ha accompagnato la festa della Madonna dell’Incoronata, indossata dai pastori come simbolo di devozione. Questa tradizione, legata alla transumanza, ha restituito l’arte dell’intreccio e dell’intaglio ai pastori. Innovare significa conoscere profondamente. Così, Maria Antonietta Paladino ha esplorato le proprietà microbiologiche dei batteri lattici autoctoni di questo formaggio, reinventando i suoi formati in chiave moderna. Da questa ricerca nasce un marchio, una filiera produttiva, un caseificio e una rete e-commerce. Questo gioiello caseario, intrecciato con grazia e maestria, valorizza la sua antica tradizione.
La manna, tesoro millenario nel cuore della Sicilia
Tra i comuni di Castelbuono e Pollina, nel cuore del palermitano, si nasconde una storia millenaria. Qui, la manna, una linfa preziosa estratta dalla corteccia del frassino, rappresenta un vero miracolo della natura.
Questo dono, nutrito dalla terra, viene estratto con un’arte antica tramandata con maestria, un’arte che Emilio ha fatto sua fin dall’età di 12 anni, seguendo le orme dei più grandi produttori locali.
La manna, con le sue straordinarie proprietà depurative, offre numerosi benefici per il corpo. È utilizzata in cosmesi, nella tradizione dolciaria e persino nei piatti dei ristoranti stellati. Un autentico dono della natura, capace di migliorare la vita di chiunque ne scopra i segreti.
ENERGIE PER IL FUTURO E SOSTENIBLITA’
Un pane che nasce dalla robiola di capra
Creare un pane utilizzando il siero fermentato derivante dalla produzione della robiola di capra al posto dell’acqua. Questa innovativa idea sfrutta un prodotto studiato che si dimostra estremamente stabile grazie al suo pH: dopo un iniziale calo durante la fermentazione, il pH rimane costante, conferendo un valore aggiunto. L’uso del siero al posto dell’acqua consente anche alle farine, generalmente considerate deboli e inadatte alla lievitazione se usate in grandi quantità, di crescere e permettere al lievito di fare il suo lavoro. Il risultato è un pane soffice, digeribile e leggero.
La Lana di Pecora come fertilizzante del futuro
Un materiale sorprendente per questo scopo è la lana di pecora, attualmente considerata di valore economico quasi nullo e spesso smaltita come rifiuto, con conseguente impatto ambientale negativo. La lana di pecora è ricca di nutrienti, soprattutto azoto (circa 10%), e possiede eccellenti capacità di ritenzione idrica. Inoltre, la sua stabilità, derivata dalla resistenza delle cheratine alla degradazione, la rende una materia prima ideale per la produzione di fertilizzanti. Queste caratteristiche trasformano la lana di pecora in un prezioso alleato per un’agricoltura più sostenibile.
Cosmetici Eco-Friendly dai noccioli d’oliva
In Calabria, l’azienda olearia Geraci e Macrofarm, uno spin-off universitario, hanno rivoluzionato il mondo della cosmetica creando il primo scrub ai microgranuli naturali dai noccioli d’oliva. Da questo scarto della lavorazione delle olive nasce una linea cosmetica completa: crema contorno occhi, crema viso, crema corpo e scrub. I test sullo scrub hanno mostrato risultati sorprendenti, evidenziando la sua capacità di non lasciare residui e di rendere la pelle liscia grazie alla sua naturalezza. Questo innovativo utilizzo dello scarto dell’olivo svela un prezioso segreto per la bellezza e per l’ambiente.
FARE FILIERA
Carne di agnello a emissioni zero
Dalla sinergia tra il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, la Società BS-GREEN, 15 allevamenti ovini del consorzio per la tutela della IGP Agnello di Sardegna e la Ditta Daga Carni, nasce il progetto VERSOA. Questo innovativo progetto di ricerca ha l’obiettivo di definire una filiera produttiva di agnello Sardo IGP certificata a emissioni zero, con il marchio BsGreen Neutry-food®.
Gli studi condotti hanno dimostrato che il bilancio carbonico derivante dalla produzione della carne d’agnello IGP è pari a zero, rendendola la prima carne ovina al mondo certificata carbon neutral. Attraverso un rigoroso protocollo scientifico, è stato calcolato che l’assorbimento del carbonio negli allevamenti del progetto compensa totalmente le emissioni grazie all’assorbimento nel suolo delle sostanze organiche e nella vegetazione, in particolare negli alberi. Questa certificazione non solo valorizza il lavoro degli allevatori sardi, ma offre una garanzia di sostenibilità ai consumatori. Il progetto dimostra che molti altri allevamenti IGP sono pronti per ottenere la certificazione carbon-neutral, portando l’agricoltura sarda verso un futuro completamente sostenibile.
Il vino invecchiato tra le nevi del Gran Sasso
Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso, tra maestose vette, nascono vini straordinari che sfidano le convenzioni. Qui, la neve, la pressione atmosferica, l’aria pura e le condizioni estreme plasmano le bottiglie, trasformandole in nettari per palati raffinati.
Questa impresa unica si avvale di una “transumanza orizzontale” tra coloro che collaborano per il successo del progetto, e di una “verticale” per raggiungere le altitudini necessarie. Seguendo un’antica alchimia, il vino trascorre sette mesi sotto la neve, invecchiando come se fossero anni. Dai vitigni delle Alpi Friulane a quelli dell’Etna, passando per gli autoctoni abruzzesi, le bottiglie vengono portate al Gran Sasso in spalla, garantendo che nulla venga alterato durante il lungo sonno invernale.
Le uova d’oro al gusto di omega 3
In Veneto, nasce una rivoluzione nel mondo delle uova: le uova più ricche di omega-3 al mondo, grazie alla start-up “Mamma Cocca”. Questa innovativa azienda, in collaborazione con l’Università di Padova, ha brevettato una dieta speciale per le sue galline, composta da mais, orzo, frumento e semi oleosi.
Il segreto risiede proprio nei semi oleosi, ricchi di omega-3, che si trasferiscono dalle galline alle uova, rendendole freschissime e a basso contenuto di colesterolo. Le uova vengono vendute appena deposte, da galline che razzolano liberamente su prati incontaminati. Anche il packaging è stato progettato per valorizzare al massimo queste “uova d’oro”.
Con “Mamma Cocca”, il futuro è all’insegna delle uova ricche di omega-3, pronte a conquistare le tavole di tutto il mondo.
IMPRESA DIGITALE
Dal passato la tecnica green salva risaie
Una tecnica antica, rivisitata in chiave moderna, combinata con l’agricoltura di precisione, permette di risparmiare fino al 60% d’acqua. Questa è la realtà del trapianto meccanico del riso, reintrodotto da Giuseppe Zafferoni nella sua azienda agricola a Mede (PV). Con questa tecnica, le piantine di riso vengono coltivate inizialmente in vivaio e poi trasferite in campagna quando raggiungono un’altezza di circa una spanna. Il trapianto nel fango della risaia avviene tramite una macchina sviluppata con ingegneri indiani specializzati. Questo metodo consente di risparmiare il 40% d’acqua rispetto alle tecniche tradizionali di semina in acqua o a secco, poiché il trapianto avviene più tardi nella stagione.
Integrando l’agricoltura di precisione, grazie a sensori specifici, il risparmio d’acqua può arrivare al 60%. Questa combinazione di innovazione tecnologica e pratiche agricole sostenibili rappresenta un passo avanti significativo per l’efficienza e la sostenibilità delle coltivazioni di riso.
Acquaponica per piante aromatiche e microgreen
In Campania, la produzione di piante aromatiche e microgreen ha raggiunto nuove vette grazie alla tecnica dell’acquaponica. In questo sistema, i nutrienti necessari sono forniti dagli scarti dell’allevamento di pesci, mentre le piante purificano l’acqua per i pesci. Questa sinergia tra acquacoltura e coltivazione vegetale consente un risparmio idrico del 95%. Cosa rende uniche queste piante aromatiche e microgreen? La risposta sta nel loro nutrimento ricco e naturale, privo di fertilizzanti chimici. Inoltre, la lotta biologica, che utilizza insetti antagonisti, combatte i patogeni esterni, garantendo piante sane e robuste. Le piante crescono sull’acqua, con radici immerse nei nutrienti. Il futuro? Espandere le coltivazioni in acquaponica su più ettari e creare comunità di consumatori consapevoli, desiderosi di prodotti salutari e rispettosi dell’ambiente. Questo metodo rappresenta una rivoluzione sostenibile per l’agricoltura del domani.
Innovazione e sostenibilità per un futuro agricolo
Sostenibilità ambientale e rispetto del territorio sono i principi cardine dell’azienda agricola Monge. Giacomo, grazie a stage in aziende produttrici di mele e pesche in Sudafrica ed esperienze in America e California, ha appreso nuovi e moderni sistemi replicabili nella sua realtà agricola.
L’uso di atomizzatori a basso volume consente di risparmiare acqua, ridurre gli sprechi e diminuire drasticamente il tempo di lavorazione nei frutteti. Con strutture di nuova generazione e moderni sistemi di allevamento del coniglio, come il sistema dual band con “box benessere” – i primi in Piemonte a utilizzarli – l’azienda ha automatizzato molti processi, migliorando il controllo e la prevenzione di malattie negli animali.
Inoltre, i tetti delle stalle sono coperti da pannelli fotovoltaici, fornendo energia pulita per l’azienda e l’allevamento. Questi avanzamenti tecnologici e sostenibili posizionano l’azienda agricola Monge come un esempio di eccellenza nel rispetto dell’ambiente e nel miglioramento dell’efficienza produttiva.
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