ARTICOLO | Economia

La piena del Po minaccia 1/3 produzione agricola

26 Novembre 2019
La piena del Po minaccia 1/3 produzione agricola

La piena del grande fiume Po minaccia un bacino dove nasce oltre 1/3 della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’allarme rosso per l’onda di piena che si propaga pericolosamente lungo tutta l’asta fluviale con la chiusura dei ponti, lezioni sospese nelle scuole, evacuazioni di persone e animali e divieti di accesso alle aree golenali. A Pontelagoscuro il livello idrometrico è salito di oltre un metro nelle ultime 24 ore verso il livello di criticità massima ma la situazione del principale fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è indicativa dello stato di sofferenza in cui si trovano molti corsi d’acqua del bacino ed anche i grandi laghi del nord come il Maggiore con un grado di riempimento pari addirittura al 119%, quello di Garda all’89% e quello di Como al 80%, tutti con livelli ben oltre la media del periodo. E’ il risultato di un mese di novembre del tutto anomalo con precipitazioni record in molte regioni, spesso accompagnate da eventi estremi, che hanno provocato danni all’agricoltura e alla pesca. La furia delle onde assieme ai temporali e al vento forte hanno spazzato via gli impianti in mare per l’allevamento di vongole e cozze – spiega Coldiretti – con gravissimi problemi soprattutto nella zona dell’alto Adriatico, a partire dalla zona della Sacca degli Scardovari, nel Polesine. A preoccupare – continua la Coldiretti – è ora la piena dei fiumi che riversa in mare acqua dolce che cambia il grado di salinità e sconvolge l’ecosistema delle vongole che rischiano così di morire. Un danno – conclude la Coldiretti – che si aggiunge alle perdite subite nelle campagne dove sale ad oltre 100 milioni di euro il conto dei danni in agricoltura con decine di migliaia di ettari di terreno coltivato finiti sott’acqua con colture asfissiate, serre divelte, ortaggi perduti, vigneti distrutti ed anche frane e smottamenti nelle campagne dove ora a preoccupare è l’impossibilita di seminare soprattutto in Piemonte e Lombardia. 

 

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