ARTICOLO | Economia

Fase 3, crollo ristoranti costa 1 mld in cibo e bevande

11 Giugno 2020
Fase 3, crollo ristoranti costa 1 mld in cibo e bevande

Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha avuto un effetto negativo a valanga sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per i mancati acquisti in cibi e bevande. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della riduzione record del 53% del fatturato nella ristorazione nelle prime tre settimane di apertura, secondo la Fipe.

Le difficoltà nella ripartenza – sottolinea la Coldiretti – pesano su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. 

Nonostante la riapertura – continua la Coldiretti – permane una situazione di difficoltà nei locali per una diffidenza diffusa, per la chiusura degli uffici con lo smart working e per l’assenza totale dei turisti italiani e stranieri. Si spera ora – sottolinea la Coldiretti – che il via libera allo sconfinamento tra regioni e la riapertura delle frontiere possano alimentare nuovi flussi turistici nelle città d’arte, nelle località di mare, in montagna e nelle campagne dove sono in difficoltà i 24mila agriturismi.

A pesare oltre al calo della domanda interna è il crollo del turismo internazionale con gli stranieri che rappresentano il 59% dei pernottamenti complessivi, senza dimenticare – continua la Coldiretti – le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno. L’Italia è leader mondiale nel turismo rurale con 24mila strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola che, con 253mila posti letto,  rappresentano tradizionalmente una meta privilegiata delle vacanze.

Ma gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna con ampi spazi, sono forse – sottolinea la Coldiretti – i luoghi dove è più facile anche garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa, dunque, evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare o nelle città.
 
 
 
 
 
 
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