ARTICOLO | Economia

Coronavirus, la scure del maltempo sulla produzione di cibo

25 Marzo 2020
Coronavirus, la scure del maltempo sulla produzione di cibo

Intere coltivazioni di carciofi, asparagi, bietole, finocchi, rape, cicorie e piselli pronti per la raccolta insieme a vigneti e frutteti sono andate distrutti e danneggiati dal colpo di coda dell’inverno che si abbatte come una scure sulla produzione di cibo mentre gli agricoltori sono impegnati in prima linea a garantire le forniture alle dispense delle famiglie italiane costrette a casa dall’emergenza Coronavirus. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia una situazione di difficoltà a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola per l’arrivo della perturbazione dall’Europa sud orientale con il ritorno anche della neve dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento.

La scure del gelo e della neve – sottolinea la Coldiretti – si è abbattuta su piante di pesche, albicocche, susine, pere, mele e kiwi in piena fioritura o con già le gemme o i frutticini pronti a crescere. Questi sbalzi termici – spiega Coldiretti – compromettono le coltivazioni nei campi con costi elevatissimi per la perdite delle produzioni. In campagna – continua la Coldiretti – gli agricoltori stanno cercando di lottare contro le gelate improvvise con pratiche antiche quali l’accensione di fuochi controllati tra i filari, per cercare di aumentare la temperatura tra le viti o attraverso l’apertura dei teli antigrandine per creare una sorta di ‘effetto serra’ e alzare di qualche grado moderatamente le temperature.

 Un colpo pesante in un momento in cui – evidenzia la Coldiretti – gli italiani vanno a caccia di vitamine per aiutare a rafforzare il sistema immunitario contro il virus con la spesa di frutta e verdura delle famiglie che balza del 16% nei supermercati nazionali secondo i dati IRI relativi all’ultima settimana rilevata. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che – continua la Coldiretti – è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più.

E per venire incontro a queste nuove esigenze la Coldiretti ha lanciato la campagna #MangiaItaliano e dalla Val d’Aosta alla Sicilia gli agricoltori dei mercati, degli agriturismi e delle fattorie degli agricoltori di Campagna Amica hanno attivato anche servizi di consegna a domicilio, per far arrivare sulle tavole degli italiani le eccellenze del territori a chilometri zero con le iniziative visibili sul sito www.campagnamica.it. Comprare frutta e verdura a chilometri zero dal contadino – conclude la Coldiretti – non solo garantisce maggiore freschezza ma aiuta il lavoro e l’economia del territorio in un momento particolarmente difficile.

 

 

 

 

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