In occasione della Quarta riunione di alto livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili e sulla promozione della salute e del benessere, Coldiretti e Filiera Italia hanno approfondito, presso la House of Made in Italy alla Columbus Citizens Foundation, con la partecipazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, la proposta italiana per una corretta alimentazione basata sul modello agroalimentare del nostro Paese.
Ad aprire i lavori è stato Luigi Scordamaglia, Responsabile mercati, internazionalizzazione e politiche comunitarie di Coldiretti e Amministratore Delegato di Filiera Italia: “Le malattie croniche non trasmissibili rappresentano oggi la prima causa di morte e disabilità nel mondo, ma i dati scientifici dimostrano che una dieta sana, varia e bilanciata, fondata su alimenti naturali e legati al territorio, è uno degli strumenti più efficaci per prevenirle”.
La sfida per la salute: difendere la Dieta Mediterranea
Coldiretti e Filiera Italia hanno richiamato l’attenzione sull’urgenza di difendere la Dieta Mediterranea, patrimonio culturale ed etico che ha reso l’Italia uno dei Paesi più longevi al mondo, ma oggi minacciata da cibi ultra-formulati e artificiali. “Se non invertiamo questa tendenza – ha avvertito Scordamaglia – rischiamo per la prima volta che le nuove generazioni abbiano un’aspettativa di vita inferiore a quella dei genitori”.
Un allarme confermato dai dati sugli Stati Uniti, dove circa il 60% della popolazione è obesa e oltre il 60% delle calorie quotidiane proviene da alimenti ultra-processati.
No a tasse punitive e semafori, sì all’educazione alimentare
Sul fronte delle politiche, Coldiretti e Filiera Italia hanno ribadito la contrarietà a soluzioni semplicistiche come etichette a semaforo o tasse su singoli ingredienti: “La nutrizione va intesa in maniera olistica – ha sottolineato Scordamaglia – educando i consumatori, a partire dai bambini, a scegliere cibi naturali, sani e sostenibili”.
La proposta italiana sostiene l’importanza di una educazione alimentare diffusa, invece di strumenti punitivi che rischiano di penalizzare prodotti di qualità del Made in Italy.
Un passo avanti alle Nazioni Unite
Grande soddisfazione è stata espressa da Coldiretti e Filiera Italia per il testo di risoluzione ONU che recepisce molte proposte italiane, tra cui la distinzione tra abuso di alcol e consumo moderato e responsabile di prodotti di qualità come il vino, i cui benefici sono riconosciuti da studi epidemiologici e clinici. “In gioco – ha concluso Scordamaglia – non ci sono solo interessi economici, pur rilevanti in una filiera che vale oltre 700 miliardi di euro, ma la stessa democrazia del cibo: garantire a tutti l’accesso a una dieta completa, sana e sostenibile”.
L’evento ha previsto tra le altre cose una tavola rotonda con esponenti del mondo produttivo italiano ed americano e scienziati esperti di modelli alimentari a cui hanno partecipato tra gli altri il vice ministro Edmondo Cirielli, il nuovo Ambasciatore Italiano negli Usa Marco Peronaci, il sindaco di Pollica città simbolo della Dieta Mediterranea Stefano Pisani e numerose altre personalità e istituzioni del settore.
FAQ
- Che cos’è la Quarta riunione di alto livello ONU? È un appuntamento dell’Assemblea Generale dedicato alla prevenzione delle malattie non trasmissibili e alla promozione della salute globale.
- Qual è stata la proposta italiana? Difendere e promuovere la Dieta Mediterranea come modello di alimentazione sana, naturale e legata al territorio.
- Chi ha rappresentato l’Italia all’evento? Coldiretti, Filiera Italia, il ministro Antonio Tajani, il vice ministro Edmondo Cirielli, il sindaco di Pollica Stefano Pisani, insieme a esponenti produttivi e scientifici.
- Perché la Dieta Mediterranea è a rischio? Perché cresce il consumo di cibi ultra-formulati e artificiali, che favoriscono obesità e malattie croniche, come dimostrano i dati allarmanti degli Stati Uniti.
- Quali soluzioni propone Coldiretti? Educazione alimentare fin dall’infanzia, valorizzazione dei prodotti naturali e locali, no a etichette semplificate o tasse punitive.
- Cosa prevede la risoluzione ONU sostenuta dall’Italia? Riconosce molte proposte italiane, tra cui la distinzione tra abuso di alcol e consumo moderato e responsabile di vino di qualità.
- Qual è l’obiettivo finale? Garantire la “democrazia del cibo”: accesso universale a una dieta sana, completa e sostenibile, basata sul modello agroalimentare italiano.