Nasce a Roma il primo mercato contadino all’interno di un ospedale, un progetto unico e innovativo destinato a diventare un modello, con l’Italia che ancora una volta si conferma Paese leader in Europa e nel mondo in fatto di cultura della sicurezza alimentare. Oggi e domani il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS ospita “Campagna Amica per la salute”, il progetto pilota promosso da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica insieme alla Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e Fondazione Aletheia che consolida così il rapporto tra cibo, prevenzione e salute. Numerose evidenze scientifiche dimostrano, infatti, come le scelte alimentari rappresentano uno dei determinanti più potenti nella prevenzione delle patologie croniche più diffuse.
All’inaugurazione hanno preso parte Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale di Coldiretti, Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti Daniele Franco, Presidente Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, Antonio Gasbarrini, Presidente CS Fondazione Aletheia e DS Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, Dominga Cotarella, Presidente Fondazione Campagna Amica, Daniele Piacentini, Direttore Generale Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, assieme a numerose presenze istituzionali tra cui il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato e il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, oltre ai rappresentanti della Fondazione Aletheia e al personale medico del Gemelli.
Un mercato contadino dentro un ospedale è un’operazione di forte valore pubblico perché si aprono spazi a un modello di consumo che promuove prodotti agricoli freschi, locali e non ultraformulati, con l’obiettivo di contribuire alla diffusione di stili alimentari più sani e consapevoli all’interno delle strutture sanitarie e nelle famiglie. Un’iniziativa che si pone di orientare le future politiche alimentari delle strutture pubbliche.
La prima vera prevenzione dalle malattie, infatti, nasce a tavola, con un’alimentazione equilibrata basata sui principi della Dieta Mediterranea e il rifiuto di prodotti alimentari che hanno un impatto dannoso sulla salute, a partire proprio dai cibi ultraformulati. Secondo uno studio della Fondazione Aletheia, la cattiva alimentazione impone al nostro Paese un costo sanitario annuo di 12 miliardi di euro per affrontare patologie croniche non trasmissibili legate a scelte alimentari errate. Basti pensare alla diffusione tra i giovani di snack salati, dolci, merendine e bibite gassate ed energetiche. Quest’ultimo può contenere fino a 10 bustine di zucchero e l’equivalente di quattro caffè.
Stili alimentari scorretti dei quali la ricerca ha ormai ampiamente provato il legame con una molteplicità di patologie: obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, diversi tipi di tumore, steatosi epatica non alcolica, malattie croniche intestinali, oltre a neuropsichiatriche e neurodegenerative. In questo contesto, il modello della Dieta mediterranea si conferma un alleato prezioso: un autentico strumento di prevenzione in grado di ridurre l’incidenza di molte malattie e di migliorare, al tempo stesso, la qualità e la durata della vita.
La collaborazione tra mondo medico e mondo agricolo si pone quindi come strumento essenziale per riportare al centro l’idea che la buona alimentazione sia, prima di tutto, una politica di salute pubblica.
“Il legame con l’alimentazione è fondamentale. Già Ippocrate, alcuni secoli fa, affermava che mangiare bene e fare attività fisica consente di vivere meglio e più a lungo – ha affermato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida -.
La ragione per cui siamo qui oggi è senza dubbio quella di inaugurare un rapporto virtuoso tra la sana alimentazione e quella che nasce dal lavoro dei nostri agricoltori, dei nostri pescatori e dei nostri trasformatori: un lavoro di grande qualità, che produce buon cibo e che si inserisce pienamente in un modello di alimentazione corretta, in sinergia con il nostro sistema sanitario. Dobbiamo riuscire a ridurre la spesa sanitaria: è un obiettivo che non può essere perseguito attraverso il taglio delle strutture sanitarie o dei medici, ma puntando sulla prevenzione e sul benessere dei cittadini. Per farlo, è indispensabile garantire una corretta alimentazione ed educare a stili alimentari sani – ha continuato il ministro -.
In passato questo processo avveniva in modo molto significativo all’interno delle famiglie; oggi accade sempre meno, anche per ragioni di tempo. È quindi necessario recuperare questo ruolo attraverso luoghi di aggregazione, spazi di confronto e un modello di comunicazione efficace.
In questo senso, la candidatura della cucina italiana, che ha avuto esito positivo, rappresenta un’opportunità importante per rafforzare la promozione di uno stile di vita sano legato al cibo. A ciò si affianca naturalmente l’utilizzo di altri canali formativi fondamentali, come la scuola”.
“Campagna Amica per la Salute mette in contatto diretto pazienti, visitatori, personale sanitario e anche i cittadini della zona con le imprese agricole del territorio”, ha affermato Daniele Franco, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. “È un esempio concreto di come la qualità delle filiere agricole e la cultura della salute possano incontrarsi dentro una grande struttura ospedaliera universitaria e di ricerca, è un modo nuovo di intendere la prevenzione. La collaborazione tra una realtà sanitaria di primo piano come il Policlinico Gemelli e un attore fondamentale dell’agroalimentare italiano come Coldiretti assume un valore strategico: entrambe le nostre istituzioni, in ambiti diversi ma complementari, contribuiscono a migliorare la salute e il benessere della popolazione. Mettere insieme ricerca, cura e produzione di qualità significa rafforzare la prevenzione e costruire percorsi di salute più efficaci e più vicini alle persone”.
“La prevenzione inizia a tavola, molto prima che negli ospedali quando il danno è già consumato il sistema sanitario può fare poco, è un dato clinico non un paradosso retorico. Abbiamo ormai a disposizione un patrimonio solido di conoscenze scientifiche, strumenti terapeutici efficaci e prove epidemiologiche inconfutabili. Ciò che manca non è la competenza, ma la determinazione: serve oggi il coraggio politico e culturale di dichiarare una vera e propria guerra ai cibi dannosi, senza compromessi e senza esitazioni. Solo adottando politiche lungimiranti, investendo in prevenzione e promuovendo stili di vita sani potremo proteggere la salute dei cittadini e garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale per le generazioni future. Questo progetto che mette insieme Coldiretti, Campagna Amica il Gemelli ed Aletheia credo che sia un primo passa importante per contrastare l’ascesa dei cibi ultraformulati che rappresentano una deriva radicalmente opposta alla nostra tradizione”, ha sottolineato il professore Antonio Gasbarrini, Presidente del Comitato scientifico della Fondazione Aletheia e Direttore Scientifico, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
“L’inaugurazione di un mercato al Gemelli vuole rappresentare un numero zero, replicabile negli ospedali di tutto il Paese, ma anche un simbolo dell’alleanza concreta e forte tra la ricerca medica e l’agricoltura nella comune consapevolezza che quello alla salute è un diritto fondamentale dell’individuo – hanno dichiarato il presidente e il segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo -. Una risposta anche a chi accusava gli agricoltori italiani di oscurantismo senza rendersi conto che è proprio dal cibo sano delle campagne che nasce un nuovo modello di prevenzione, contro le derive di chi vorrebbe imporre un menu unico, esclusivamente basato sulla chimica e sulla pura ricerca del profitto, anche a danno della salute dei cittadini”.
“Con la Fondazione Campagna Amica – spiega Dominga Cotarella, presidente di Fondazione Campagna Amica e Terranostra – rimettiamo al centro il valore profondo del cibo non come una formula industriale, ma il risultato di un territorio, di una stagione, di mani che lavorano la terra. Quando perdiamo questo legame e lo sostituiamo con prodotti ultra-processati, perdiamo non solo qualità nutrizionale, ma anche cultura e consapevolezza. Il modello del cibo italiano, fatto di materie prime riconoscibili, filiera corta e stagionalità, è oggi una risposta concreta alle sfide della salute e dell’alimentazione moderna. Difendere il cibo vero significa difendere le persone”.