ARTICOLO | Economia

Brexit taglia del 10,4% export cibo Made in Italy in Uk

21 Giugno 2021
Brexit taglia del 10,4% export cibo Made in Italy in Uk

In controtendenza al balzo fatto registrare delle esportazioni Made in Italy, calano solo le vendite di prodotti alimentari italiani in Gran Bretagna, in diminuzione del 10,4% per effetto delle limitazioni imposte dalla Brexit. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento al braccio di ferro tra Unione Europa e Gran Bretagna che si estende dal cinema al cibo, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nei primi quattro mesi del 2021 rispetto all’anno precedente. A pesare sull’export alimentare – sottolinea Coldiretti – sono le difficoltà burocratiche ed amministrative legati all’uscita degli inglesi dall’Unione Europea, che si sommano agli effetti della pandemia Covid con la ripartenza della ristorazione resa più difficile dal nuovo diffondersi della cosiddetta variante indiana del Covid.

Le criticità maggiori, per chi esporta verso il Regno Unito – precisa Coldiretti – interessano le procedure doganali e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli. Difficoltà che mettono a rischio i 3,4 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari annue Made in Italy con il Paese Oltremanica che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti.

Dopo il vino, con il Prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono – continua la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva e il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. A pesare sulle vendite di cibo italiano sono anche le violazioni degli accordi sulla Brexit da parte degli inglesi – conclude Coldiretti – che rischiano di favorire l’arrivo nell’Unione Europea di cibi e bevande non conformi agli standard sicurezza Ue ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari tutelati, dal Parmigiano al Chianti, favorito dalla deregulation.

 

 

 

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