ARTICOLO | Consumi, Economia

Giornata merenda: sos prezzi da +8% frutta a +12% yogurt

17 Settembre 2022
Giornata merenda: sos prezzi da +8% frutta a +12% yogurt

Il caro prezzi colpisce anche la merenda con aumenti che vanno dal +8% per la frutta al +10% dei prodotti della panetteria e della pasticceria fino al +12% per lo yogurt ma l’effetto dei rincari energetici si fa sentire anche sulle scelte tradizionali come il classico abbinamento pane (+14%), burro (+34%) e marmellata (+8%) o quello con i salumi (+7%). E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione della giornata nazionale della merenda sui dati Istat sull’inflazione ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Il caro energia provocato dalla guerra in Ucraina ha spinto in alto i costi di produzione e – sottolinea la Coldiretti – rischia di cambiare anche le abitudini alimentari dei più piccoli ai quali si consiglia che venga consumata a metà mattina una merenda contenente circa 100 calorie, che corrispondono in pratica a uno yogurt, o a un frutto, o a un succo di frutta senza zuccheri aggiunti.

La merenda è uno degli appuntamenti fondamentali per l’alimentazione non solo dei piu’ piccoli, ma anche di due adulti su tre che non rinunciano allo spuntino che si fa spazio tra il pranzo e la cena”, secondo il primo rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani dal quale sono si evidenzia che ”il 62% degli italiani lo fa alla mattina, il 64% il pomeriggio e il 52 % per cento sia alla mattina che al pomeriggio. Frutta, yogurt, cracker e, al mattino, anche cornetto, brioche e merendine, sono gli alimenti più consumati.

Ma il caro prezzi colpisce anche le merende delle tradizioni locali come la bruschetta pugliese dove dominano l’olio d’oliva e il pomodoro mentre in Liguria si valorizzano le verdure che, con il loro contenuto di vitamine e sali minerali, vanno a infarcire le torte di pasta sfoglia o frolla ed in Emilia le tigelle modenesi, conosciute anche come crescentine, cotte un tempo su terracotta ed oggi su piastre di ghisa, si accompagnano a confetture di frutta. E ancora protagoniste della tradizione laziale sono – rileva la Coldiretti – le ciambelle al mosto, per avvicinare al profumo del vino i più piccoli che non possono ancora berlo, mentre dalla Sardegna ci sono le seadas o sebadas, grandi ravioli di una pasta molto sottile fatta con semola di grano duro, acqua e poco strutto, con un ripieno di formaggio pecorino. Il tutto viene fritto e, una volta tolto dall’olio, si cosparge di miele di corbezzolo.

La merenda è infatti amara anche per gli agricoltori – spiega Coldiretti – con l’esplosione delle bollette di luce, gas, carburanti e mangimi che per l’impennata dei costi sta portando sull’orlo della chiusura migliaia di aziende. L’aumento delle spese colpisce duramente l’intera catena agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia la Coldiretti – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea.

In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Aumenti che riguardano l’intera filiera del cibo con costi indiretti che – evidenzia Coldiretti – vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

 
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