COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 9 gennaio 2023

10 Gennaio 2023
News La Forza del Territorio del 9 gennaio 2023

Primo piano

 

PUGLIA, TRIPLICANO CORMORANI PER TEMPERATURE OLTRE LA MEDIA

Ogni uccello mangia 10kg di pesce al mese

Con una temperatura di 2,65 gradi superiore alla media storica, valori mai registrati prima anche a dicembre, c’è l’invasione di cormorani in Puglia, gli uccelli che si cibano di pesce, più che triplicati a causa della tropicalizzazione del clima, con ripercussioni economiche gravi per i pescatori e per gli allevamenti di pesce in mare aperto. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione al clima anomalo con la finta primavera che manda la natura in tilt e fa proliferare la fauna selvatica, come i cormorani che da migratori sono diventati stanziali in Puglia con danni alla pesca negli allevamenti, in mare ed in laguna.

La presenza sempre più invasiva dei cormorani – aggiunge Coldiretti Puglia – viene segnalata dai pescatori in provincia di Bari sia a sud, tra Mola di Bari e Torre a Mare che a nord tra Giovinazzo e Bisceglie, sulla costa di Taranto, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli e sugli oltre 400 chilometri di costa della regione.

Ogni Cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l’altro – denuncia Coldiretti Puglia – pesci feriti nell’attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti. Il numero di Cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni – aggiunge Coldiretti Puglia – secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell’Europa centrosettentrionale.

E’ ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all’attività dell’itticoltura e alla vita stessa dei pesci nei mari. L’attività predatoria dei cormorani – spiega Coldiretti Puglia – sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono.

Non si limitano alle specie di pesce pregiate – aggiunge Coldiretti Puglia – perché mangiano anche quelle specie-foraggio che dovrebbero fungere da pasto per le prime, rendendo ancor più negativo il loro impatto sul settore ittico. Per acquacoltori e pescatori di mestiere la riduzione del pescato risulta il fattore di maggior impatto – riferisce Coldiretti Puglia – mentre per i pescatori sportivi a rischio è la riduzione degli stock ittici dovuti ad una ridotta produzione naturale.

I danni causati dai cormorani vanno ad aggiungersi agli effetti del conflitto in Ucraina, con uno scenario nelle marinerie molto grave per il caro carburanti che sta fermando i pescherecci e le barche nelle banchine e il calo dei consumi per l’inflazione che ha fatto perdere potere di acquisto alle famiglie.

In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – denuncia Coldiretti Puglia – come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 16 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile – conclude la Coldiretti regionale – che sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali.

 

Dal Territorio

 

LIGURIA, TURISMO NATALIZIO, L’87% DEI VACANZIERI HA SCELTO L’ITALIA

La Liguria si conferma meta ambita da italiani e stranieri

Come da tradizione, il weekend lungo dell’Epifania non ha mancato di “portar via” le festività natalizie. Feste che, rispetto alle loro omologhe del 2020 e del 2021, hanno visto un susseguirsi di momenti decisamente più floridi in tutto il Belpaese, Liguria compressa. In questo scenario, secondo un’analisi Coldiretti/Ixe’, nel periodo compreso tra Natale e l’Epifania l’87% dei vacanzieri ha scelto di rimanere in Italia. Sul podio delle destinazioni preferite troviamo ancora una volta le città e le località d’arte (54%), seguite dalla montagna (23%), mentre il resto dei viaggiatori si è diviso tra campagna, mare e terme. “Il 57% dei vacanzieri natalizi – commenta la Coldiretti – tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 ha scelto di alloggiare in case proprie o di parenti e amici, mentre il 34% ha preferito l’albergo, cui continuano a tener testa anche le formule alternative, come B&B e agriturismi”. Per le vacanze la spesa media è stata di 575 euro per persona, con un aumento del 28% rispetto allo scorso anno e una durata approssimativa di circa sei giorni: il 33% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di essere stato fuori al massimo tre giorni, mentre il 32% dai quattro ai sette giorni e il 30% da otto a quindici giorni. Un restante 5%, infine, ha trascorso in queste feste più di quindici giorni lontano da casa.

Anche grazie ai numerosi eventi organizzati a livello regionale per cittadini e turisti – compreso il Capodanno Mediaset, in diretta quest’anno proprio dal cuore di Genova – la Liguria chiude il 2022 e apre il 2023 con un vero e proprio record di presenze turistiche nel periodo natalizio, a conferma di un trend positivo che ha coinvolto l’intera annualità appena trascorsa. Come riportato, infatti, dal portale Liguria Ricerche, dopo un inizio col botto già a gennaio dello scorso anno, nel secondo trimestre del 2022 il settore turistico ligure ha consolidato la propria ripresa, registrando un aumento sia degli arrivi (+94%) che delle presenze (+95,3%) rispetto allo stesso periodo del 2021 e un importante incremento dei flussi stranieri (+309,9% per gli arrivi e +304,3% per le presenze). Probabilmente a causa degli effetti dei rincari e del caro vita che hanno colpito la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, dopo una diminuzione dei flussi turistici in entrata a ottobre 2022 il turismo ligure ha consolidato la propria crescita nuovamente a novembre con ben 388.994 presenze. Un numero che ha addirittura superato i 386.373 del 2019 (+0,68% rispetto al periodo pre-pandemia) e che ha confermato nuovamente il trend positivo di una Liguria in cui, per gli ultimi giorni del 2022 e i primi del 2023, già a metà dicembre 2022 risultava infatti prenotato il 70%.

“Nonostante le preoccupazioni per l’impennata dei prezzi e la crescita record dell’inflazione, la Liguria e i suoi circa 600 agriturismi ed ittiturismi – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – continuano ad accogliere turisti provenienti da tutta Italia e dalle più svariate parti del mondo. Anche in una situazione come questa, infatti, i vacanzieri continuano a scegliere i nostri territori e a vivere le esperienze proposte dai nostri agriturismi, con la cucina a km0 che non perde colpi e si mantiene qualità più apprezzata”. In questo scenario “i vacanzieri dall’estero – concludono Boeri e Rivarossa – sono strategici per il comparto turistico ligure, soprattutto perché si tratta di visitatori che tradizionalmente hanno un’elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. In particolare, il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi tipici, ma anche l’acquisto di cibi di strada o specialità enogastronomiche locali, per molti turisti rappresenta la principale motivazione del viaggio in Liguria e in Italia, unico Paese al mondo che può contare sui primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare. Non a caso, l’Italia vanta l’agricoltura più green d’Europa, con ben 5450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni: tra queste, ben 300 sono appartengono alla nostra Liguria, regione che può annoverare anche 8 vini Doc e 4 Igt”.

 

SICILIA, SEQUESTRO OLIO D’OLIVA: BENE ATTIVITA’ DEL NAS

In un momento in cui sull’olio siciliano si costruiscono aziende di altissima qualità riconosciute a livello mondiale, rafforzare i controlli su questo prodotto è vitale per l’economia agricola dell’Isola. Lo afferma Coldiretti Sicilia con riferimento al sequestro di quasi 4 mila litri di olio in provincia di Trapani effettuato dai Carabinieri del Nas. Il prodotto era senza la tracciabilità e questo – sottolinea Coldiretti Sicilia – rappresenta anche pericolo per la salute in quanto il consumatore deve sapere sempre la provenienza di ciò che mangia. Le frodi nel comparto olivicolo – prosegue Coldiretti – rientrano in quell’attività criminale che in Italia ogni anno produce un business di oltre 24 miliardi di euro.

Negli ultimi anni – aggiunge ancora Coldiretti Sicilia – la specializzazione produttiva nell’olio ha portato anche al riconoscimento dell’Igp Sicilia che rappresenta una meta importantissima per la tutela di produttori che in questo comparto investono per garantire la qualità. Un litro di olio extravergine d’oliva – ricorda infine Coldiretti Sicilia – non può costare pochi euro altrimenti non solo non remunera gli imprenditori ma può provocare anche danni alla salute in quanto è un prezioso alleato dell’alimentazione.

 

LIGURIA, EXPORT, 2022 POSITIVO

Toccato un +5,5% per le esportazioni agroalimentari nel terzo trimestre dell’anno

A riconferma del positivo trend di crescita riscontrato nel corso dell’anno appena trascorso, in chiusura del terzo trimestre 2022 la Liguria, rispetto allo stesso periodo del 2021, ha toccato un +1,4% per le esportazioni, con un +5,5% per l’export agroalimentare. Nello specifico, secondo i dati resi noti da Liguria Ricerche lo scorso 16 dicembre, nel terzo trimestre del 2022 le esportazioni liguri hanno registrato un incremento in quasi tutti i continenti, eccezion fatta per l’America Settentrionale (-27,8%) e Centro-meridionale (-2,2%).

A livello generale, il principale mercato per l’export agroalimentare Made in Italy rimane la Germania (+14% nel periodo gennaio-agosto), seguita dagli Stati Uniti (+20% nei primi otto mesi dell’anno) e dalla Francia (anch’essa con +20% di export agroalimentare italiano). A breve distanza, nonostante la Brexit, troviamo anche il Regno Unito (+19%). Balzo a doppia cifra anche nella Turchia di Erdogan (+31%), mentre scende del -24% l’export italiano in Cina e del -11% quello in Russia.

Accanto a ciò, per quanto riguarda l’export ligure possiamo notare un aumento verso tutte le destinazioni, con maggiori incrementi registrati nei flussi verso l’Oceania e l’Africa (+103,9% e +96,4%). In crescita anche le esportazioni in direzione dell’Asia (+20,8%) e degli altri Paesi europei (+8,8%), che si confermano destinazione preponderante per le esportazioni liguri (pari al 41,8% dei flussi totali). In questo scenario, va sottolineato come l’incremento delle esportazioni regionali (+1,4%) rappresenti la sintesi degli andamenti contrapposti registrati dalle province liguri: nello specifico, a Imperia e a Savona si registra una crescita (rispettivamente +6,0% e +31,2%), mentre a Genova e Spezia si osserva una diminuzione (-4,3% e -7,1%). Globalmente, però, cresce l’export dei prodotti dell’agricoltura e della pesca (+5,5%).

Tra i prodotti maggiormente interessati da questa crescita figura senza dubbio l’olio extravergine di oliva Made in Liguria, che già nel primo semestre dell’anno ha visto il proprio export nel mondo crescere del +29% rispetto allo stesso periodo del 2021. Non a caso, nella nostra regione vengono prodotte e acquistate alcune tra le etichette più note di olio extravergine d’oliva, tutte “rigorosamente appartenenti alla DOP Riviera Ligure – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – declinata, poi, territorialmente nelle sottozone Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante”.

 

EMILIA ROMAGNA, LAVORO: BENE BANDI PSR PER 150 MILIONI

Coldiretti Emilia Romagna, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, ha seguito da vicino tutte le fase di costituzione e approvazione del nuovo PSR 2023 – 2027 che, con 913 milioni di euro di risorse sommate ai 408,8 milioni di euro riferiti al periodo transitorio 2021 – 2022, vanta una programmazione di bandi e interventi con dotazioni finanziarie incrementate di circa 132 milioni di euro rispetto al passato PSR 2014 – 2020.

Le nuove opportunità per le aziende agricole trovano una concreta applicazione con l’approvazione dei primi 11 interventi su temi agroambientali del nuovo PSR e viene così data la possibilità di accedere a bandi strategici: dalla lotta integrata all’agricoltura biologica, dalle tecniche di lavorazione dei suoli rispettose dell’ambiente agli interventi per favorire l’agrobiodiversità e l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

“Questi interventi – commenta il Direttore di Coldiretti Regionale Marco Allaria Olivieri – sono essenziali per le aziende agricole in quanto necessari a sostenere un’agricoltura competitiva e sostenibile in grado di offrire prodotti di qualità. La programmazione del PSR 2023 – 2027 offre dotazioni finanziarie molto importanti a favore dell’agroambiente nel corso di tutto il periodo, i 188 milioni di euro dedicati all’agricoltura biologica come i 60 milioni di euro dedicati alla produzione integrata, fortemente voluta e richiesta da Coldiretti anche per il sostegno al mantenimento ovvero per coloro che avevano già adottato tale tipo di gestione in passato, devono essere fruibili in maniera semplice e veloce da parte delle imprese”.

“L’approccio al metodi altamente sostenibili come quello dell’agricoltura biologica – continua il Direttore Regionale – è un percorso che deve essere condiviso dalle aziende, queste però allo stesso tempo devono essere guidate e formate: come Coldiretti Emilia Romagna abbiamo così avviato nel 2022 e riproposto anche per il 2023 una serie di corsi di formazione gratuiti sul settore BIO per le aziende interessate affinché tutte le opportunità finanziarie del PSR possano essere colte dalle aziende non solo da un punto di vista economico ma anche per incrementare i risultati agronomici derivanti dall’applicazione di tali regimi di coltivazione”.

Gli Uffici tecnici di Coldiretti Emilia Romagna sono a completa disposizione per tutte le aziende agricole interessate ai bandi e si ricorda che, una volta predisposte tutte le dotazioni informatiche, in fase di ultimazione da parte della Regione Emilia Romagna, le Domande di Sostegno potranno essere presentare entro e non oltre il 15 Marzo 2023.

 

PUGLIA, BENZINA: CARO PREZZI A VALANGA SU 88% SPESA

Stangata da 1,1mld euro su famiglie pugliesi

In un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori che già nel 2022 hanno speso in Puglia oltre 500 euro in più a famiglia per la spesa alimentare. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento all’avvio del monitoraggio della Guardia di Finanza contro anomalie e speculazioni sui prezzi alla pompa.  

Salirà a 1,1 miliardo di euro la stangata a tavola per le famiglie pugliesi – denuncia Coldiretti Puglia – a causa dell’inflazione mai così alta dagli anni 80 e dall’esplosivo aumento dei costi energetici, trainato dall’esplosione dei costi del carburante e dalle bollette del gas, con i rincari della spesa alimentare che costeranno alle famiglie pugliesi oltre 680 euro in più nel 2023.

A subire le conseguenze dei rincari – sottolinea la Coldiretti regionale – è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura.  Un effetto preoccupante – continua la Coldiretti – dopo che l’impennata dell’inflazione ha già pesato sul carrello delle famiglie a causa proprio dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole.

Se il caro prezzi pesa sul carrello della spesa dei consumatori più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo analisi Coldiretti su dati Crea.  La produzione agricola e quella alimentare sono infatti particolarmente sensibili all’andamento delle quotazioni poiché assorbono in Puglia oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali, secondo l’analisi della Coldiretti Puglia sulla base dei dati Enea.

A pesare sono anche i ritardi infrastrutturali dell’Italia dove il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo, conclude Coldiretti che chiede di aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare del PNRR andando a sostenere tutti i progetti presentati che arrivano a circa 1,5 miliardi di euro di investimenti tra risorse private e pubbliche.

 

VENETO, 20 ANNI DI AVEPA: PARADIGMA DI EFFICIENZA A LIVELLO NAZIONALE

“Dare risposte alle imprese agricole del Veneto ed investire sulla sussidarietà attraverso la presenza dei Centri di Assistenza Agricola (Caa), con figure professionali che operano a supporto degli agricoltori sono aspetti non trascurabili per i primati conseguiti dal sistema agroalimentare regionale. A distanza di vent’anni dalla sua istituzione Avepa, uno dei primi organismi pagatori nati in italia, si conferma punto di riferimento per il settore primario”. E’ quanto sostiene Coldiretti Veneto in occasione della ricorrenza ricordata oggi in conferenza stampa a Palazzo Balbi dall’Assessore all’Agricoltura Federico Caner e dal direttore della struttura Mauro Trapani. “Sulla semplificazione e sburocratizzazione degli adempimenti a carico delle aziende, Coldiretti ha sempre investito con uffici presenti in tutto il territorio regionale, personale formato ed un confronto diretto e reciproco con l’amministrazione pubblica per migliorare insieme il servizio alle imprese in un’ottica prospettiva.  I tempi di evasione delle pratiche e dell’erogazione dei contributi sono sempre più ridotti e i pagamenti relativi alla Politica Agricola Comunitaria (Pac) sono puntuali. In molti casi si parla di riscontro immediato – ricorda Coldiretti Veneto – basta un click per l’assegnazione del gasolio agevolato oppure per ottenere la qualifica Iap (imprenditore agricolo professionale). La direzione intrapresa va perseguita anche per il futuro.

 

TOSCANA, SALUTE: 40% A DIETA DOPO ABBUFFATE DI NATALE

Ecco la lista dei cibi che disintossicano l’organismo

Il 40% dei toscani a dieta per smaltire le abbuffate di Natale. Si è concluso il tour de force enogastronomico delle feste che ha portato aumenti di peso fino a 2 chili per effetto del consumo di circa 15mila-20mila chilocalorie. A dirlo è Coldiretti Toscana nel giorno del rientro al lavoro dopo l’Epifania che “tutte le feste si porta via” lasciando però a molti uno sgradito ricordo. L’effetto del maggior consumo di cibi calorici abbinato a bevande alcoliche è aggravato dal fatto che – sottolinea Coldiretti Toscana – l’abbuffata per le festività è stata anche accompagnata spesso dalla sospensione delle attività sportive e da una maggiore sedentarietà con le lunghe soste a tavola con parenti e amici che hanno ridotto il movimento fisico e favorito l’accumulo di peso. Con l’inizio del nuovo anno la perdita di peso diventa dunque un obiettivo prioritario per il 40% dei toscani che secondo Coldiretti/Ixe’ sono attenti alla dieta per mantenersi in forma. Per aiutare le buone intenzioni Coldiretti Toscana ha stilato una lista dei prodotti le cui proprietà terapeutiche e nutrizionali sono utili per disintossicare l’organismo e per accompagnare il rientro in salute alla normalità dopo gli stress dei viaggi e dei banchetti natalizi.

In questa stagione – continua Coldiretti Toscana – tra la frutta da non dimenticare ci sono arance, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote. Tutte le insalate e le verdure vanno condite – sottolinea Coldiretti Toscana – con olio d’oliva, ricco di tocoferolo, un antiossidante che combatte l’invecchiamento dell’organismo e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche, e abbondante succo di limone che purifica l’organismo dalle tossine, fluidifica e pulisce il sangue, è un ottimo astringente e cura l’iperacidità gastrica.

Le arance – informa Coldiretti Toscana – sono una notevole fonte di vitamina C che migliora il sistema immunitario e aiuta a fronteggiare l’influenza, favorisce la circolazione, ossigena i tessuti e combatte i radicali liberi. Le mele per il loro modesto apporto calorico e per la prevalenza del potassio sul sodio sono capaci di svolgere un’azione antidiarroica e di regolare la colesterolemia. Ancora, le pere che oltre ad avere un buon potere saziante, contenendo zuccheri semplici come il fruttosio, fibra, molta acqua e poche calorie, sono adatte per chi soffre di intestino pigro.

I kiwi ricchi di vitamina C, fosforo e potassio sono particolarmente indicati per migliorare il funzionamento dell’intestino, i semini neri in esso contenuti, infatti, ne stimolano le contrazioni. Tutta la verdura a foglie verde scuro come spinaci e cicoria – continua Coldiretti Toscana – contiene acido folico, gruppo vitamine B, essenziale nella formazione dei globuli rossi del sangue per la sua azione sul midollo osseo. Ancora, l’insalata conferisce volume e potere saziante con un apporto calorico estremamente limitato ed assicura anche un certo contributo di vitamine, calcio, fosforo e potassio.

Le carote sono ricche di vitamina A, indispensabile per la salute degli occhi e della pelle, i finocchi, risultano ottimi per combattere la nausea, la digestione difficile e la stitichezza. Nella dieta non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli e lenticchie) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali ma – conclude Coldiretti Toscana – sono anche una notevole fonte di carboidrati a lento assorbimento, che forniscono energia che aiuta a combattere il freddo.

 

LOMBARDIA, SALUTE: 2 KG IN PIÙ DOPO LE FESTE

Peso in eccesso per più di 2 lombardi su 5

Si è concluso il tour de force enogastronomico delle feste che ha portato aumenti di peso fino a 2 chili per effetto del consumo di circa 15mila-20mila chilocalorie. E’ quanto stima la Coldiretti nel giorno del rientro al lavoro dopo l’Epifania che “tutte le feste si porta via”, in un contesto che vede oltre 2 lombardi su 5 (41,7%) con un eccesso di massa corporea, secondo un’elaborazione della Coldiretti regionale su dati Istat relativi alle persone dai 18 anni in su.

L’effetto del maggior consumo di cibi calorici abbinato a bevande alcoliche è aggravato dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – l’abbuffata per le festività è stata anche accompagnata spesso dalla sospensione delle attività sportive e da una maggiore sedentarietà con le lunghe soste a tavola con parenti e amici che hanno ridotto il movimento fisico e favorito l’accumulo di peso. Con l’inizio del nuovo anno la perdita di peso diventa dunque un obiettivo prioritario per il 40% degli italiani che secondo Coldiretti/Ixe’ sono attenti alla dieta per mantenersi in forma. Per aiutare le buone intenzioni la Coldiretti ha stilato una lista dei prodotti le cui proprietà terapeutiche e nutrizionali sono utili per disintossicare l’organismo e per accompagnare il rientro in salute alla normalità dopo gli stress dei viaggi e dei banchetti natalizi.

In questa stagione – continua la Coldiretti – tra la frutta da non dimenticare ci sono arance, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote. Tutte le insalate e le verdure vanno condite – sottolinea la Coldiretti – con olio d’oliva, ricco di tocoferolo, un antiossidante che combatte l’invecchiamento dell’organismo e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche, e abbondante succo di limone che purifica l’organismo dalle tossine, fluidifica e pulisce il sangue, è un ottimo astringente e cura l’iperacidità gastrica.

Le arance – informa la Coldiretti – sono una notevole fonte di vitamina C che migliora il sistema immunitario e aiuta a fronteggiare l’influenza, favorisce la circolazione, ossigena i tessuti e combatte i radicali liberi. Le mele per il loro modesto apporto calorico e per la prevalenza del potassio sul sodio sono capaci di svolgere un’azione antidiarroica e di regolare la colesterolemia. Ancora, le pere che oltre ad avere un buon potere saziante, contenendo zuccheri semplici come il fruttosio, fibra, molta acqua e poche calorie, sono adatte per chi soffre di intestino pigro.

I kiwi ricchi di vitamina C, fosforo e potassio sono particolarmente indicati per migliorare il funzionamento dell’intestino, i semini neri in esso contenuti, infatti, ne stimolano le contrazioni. Tutta la verdura a foglie verde scuro come spinaci e cicoria – continua la Coldiretti – contiene acido folico, gruppo vitamine B, essenziale nella formazione dei globuli rossi del sangue per la sua azione sul midollo osseo. Ancora, l’insalata conferisce volume e potere saziante con un apporto calorico estremamente limitato ed assicura anche un certo contributo di vitamine, calcio, fosforo e potassio.

e carote sono ricche di vitamina A, indispensabile per la salute degli occhi e della pelle, i finocchi, risultano ottimi per combattere la nausea, la digestione difficile e la stitichezza. Nella dieta non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli e lenticchie) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali ma – conclude la Coldiretti – sono anche una notevole fonte di carboidrati a lento assorbimento, che forniscono energia che aiuta a combattere il freddo e il gelo.

 

PADOVA, CALDO FUORI STAGIONE, RADICCHIO A RISCHIO CAUSA TEMPERATURE ELEVATE

Perdite di almeno il 30%, ma anche problemi mercato perché cala richiesta verdure invernali

L’inverno più caldo degli ultimi anni con temperature decisamente fuori stagione, manda in tilt la maturazione del radicchio, tipica coltivazione invernale, diffusa in particolare nella Bassa Padovana, dai margini della laguna a Codevigo fino alle rive dell’Adige, ma anche a Maserà e dintorni e in alcune zone dell’alta padovana dove si coltivano per lo più le varietà trevigiane. Quest’anno il clima insolitamente mite sta mettendo a serio rischio il raccolto di radicchio, non ancora arrivato alla sua maturazione naturale perché mancano il freddo e il gelo, le condizioni ideali perché la pianta possa completare il suo ciclo ed essere raccolta.

Nelle campagne padovane sono decine e decine ormai gli ettari di radicchio non ancora raccolto a causa del freddo che non c’è. E giorno dopo giorno se non si abbassa la temperatura cresce la preoccupazione fra gli agricoltori, spiega Coldiretti Padova, stimando perdite per almeno il 30% proprio a causa del clima impazzito.

«Il radicchio ha bisogno di freddo e gelo per completare la sua maturazione» spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova «invece con questa finta primavera le foglie di radicchio non arrivano ad assumere la tipica colorazione e le caratteristiche per essere raccolte e messe in commercio. Prendiamo il radicchio variegato: se mancano il freddo e la brina mattutina difficilmente si vedranno apparire le classiche screziature. Il prodotto che si potrà raccogliere sarà di dimensioni inferiori e la resa purtroppo sarà più bassa. Stiamo parlando di un prodotto di riconosciuta qualità che richiede però un’attenta lavorazione prima in campo e successivamente in azienda, ma con questo clima sarà un’impresa salvare il raccolto».

Bressan mostra delle piante insolitamente alte: «A causa del caldo le piante continuano a crescere in altezza e vanno a seme, ma non produrranno nulla. Gli agricoltori chiamano questo fenomeno “radicchio in amore”, ma non c’è nulla di poetico, purtroppo. E questo è solo uno degli effetti di quest’inverno troppo mite che ha messo il sigillo ad uno degli anni più siccitosi degli ultimi decenni. Anche per l’orzo si annuncia una stagione difficile: a causa della scarsità di precipitazioni molti hanno ritardato di oltre un mese le semine ma chi in qualche modo è riuscito a seminare in tempo ora si trova con delle piante cresciute troppo ma ancora deboli per affrontare tutta la stagione invernale. Il rischio concreto è che nelle prossime settimane ondate di gelo notturno brucino fiori e gemme delle piante, con pesanti effetti sui raccolti».

A questo si aggiungono i riflessi sul mercato, dove è crollata la richiesta proprio dei prodotti tipicamente invernali come radicchi, cavoli, verze. Le temperature miti non hanno favorito il consumo delle verdure di stagione, rimaste invendute, il cui prezzo in queste settimane non ha fatto che scendere. Un’ulteriore beffa per i produttori, sottolinea Coldiretti Padova, che si trovano a fare i conti con le difficoltà in campo per l’inverno che non c’è, i continui rincari dei costi energetici e delle materie prime, fino alla scarsa richiesta dei mercati. La nostra provincia, ricorda Coldiretti Padova, è l’unica nella quale si coltivano tutti i cinque radicchi veneti a marchio Dop (Variegato di Castelfranco, Rosso di Verona, Chioggia, Treviso Precoce e Treviso Tardivo) e sono poco meno di un migliaio gli ettari impegnati. Già lo scorso anno il clima aveva influito negativamente sulla produzione con un calo di oltre il 10 per cento e un prezzo che ha faticato a decollare.

 

PISTOIA, FLOROVIVAISMO: CARO-ENERGIA, UN PO’ DI SOLLIEVO PER AZIENDE

Aiuto del 30% sui maggiori costi per il riscaldamento

Un po’ di sollievo per il caro energia per le aziende agricole florovivaistiche. Se il caro bolletta avrà fatto lievitare i costi di oltre il 30%, mettendo a confronto i consumi dal 1 marzo 2021 al 31 agosto 2021 con analogo periodo del 2022, “alle imprese viene riconosciuto un aiuto, un bonus pari al 30% del maggior onere –spiega Coldiretti Pistoia-. Consigliamo alle aziende di verificare sin da subito le varie bollette, per essere pronte a presentare le domande a partire dal 25 gennaio, attraverso i nostri uffici- spiega l’associazione nel rendere noto che sono state emanate da Agea le istruzioni operative per la presentazione delle domande, con il DM 19/10/2022 n. 532191 sono stati messi a disposizione 25 milioni di euro.

In pratica se il costo per energia nel semestre 2021 fosse 100 euro, e nel 2022 superasse 130 euro, l’aiuto per l’azienda sarebbe del 30% della differenza.

“Con i rincari di gas ed energia elettrica a doppia e tripla cifra che le imprese hanno dovuto sopportare, non è improbabile (purtroppo) rientrare tra quelle beneficiarie dell’aiuto –spiega Coldiretti Pistoia-. I costi interessati sono quelli pagati per l’acquisto di una o più delle seguenti risorse energetiche: energia elettrica, gas metano, G.P.L., gasolio, biomasse utilizzate per la combustione in azienda. Non rientrano nel provvedimento, è utile specificarlo, i consumi da autotrazione”.

In particolare –continua Coldiretti Pistoia- le imprese agricole beneficiarie devono essere iscritte all’INPS, al SIAN e con fascicolo aziendale valido con i seguenti codici ATECO:

19.10 produzione di fiori, sementi per fiori e fiori recisi coloro che effettuano riscaldamento basale (riscaldamento superfici agricole utilizzate con propri impianti localizzati in azienda);

19.20 produzione di fiori, sementi per fiori e fiori recisi in coltura protetta;

30.00 vivaio.

Una misura, auspicata da Coldiretti, che darà un po’ di sollievo alla redditività aziendale.

Le domande, spiega Coldiretti, vanno presentate entro il 27 febbraio 2023.

 

PIACENZA, EPACA COLDIRETTI: APERTA CAMPAGNA DISOCCUPAZIONI AGRICOLE 2023

Il Patronato illustra in dettaglio i requisiti necessari anche per l’Assegno Unico Universale

Scade il 31 marzo la possibilità di presentare le domande di Disoccupazione Agricola. A comunicarlo è Epaca di Coldiretti Piacenza.

Si tratta – spiega il responsabile Riccardo Piras – di un’indennità cui hanno diritto i lavoratori agricoli dipendenti: operai e salariati agricoli con un contratto a tempo determinato. Possono richiederla anche coloro che, in possesso di un contratto agricolo a tempo indeterminato, abbiano lavorato per parte dell’anno.

Per poter fare domanda occorre essere stati iscritti agli elenchi dei lavoratori agricoli del 2022, avere 102 giornate di lavoro effettivo nel biennio (2021-2022) e avere due anni di anzianità contributiva nella assicurazione contro la disoccupazione involontaria.

L’ammontare dell’indennità è pari al 40% della retribuzione degli operai a tempo determinato e al 30% del salario effettivamente percepito dagli operai agricoli a tempo indeterminato.

Con la Disoccupazione Agricola sono coperte le giornate non lavorate del 2022. In particolare, dai giorni indennizzabili vanno tolti quelli del lavoro dipendente (agricolo e non), da lavoro autonomo, quelle già indennizzate (per infortunio, malattia, ecc.).

Contestualmente è possibile presentare domanda di Assegno Unico e Universale – AUU o Assegni al Nucleo Familiare – ANF per chi ha figli fino ai 21 anni di età (e senza limiti di età in caso di disabilità) e per il coniuge a carico.

Per la presentazione della domanda di Disoccupazione Agricola – prosegue Piras – occorre presentarsi presso gli uffici Epaca Coldiretti muniti di: Documento d’Identità (Carta d’Identità, Passaporto), Codice Fiscale, Buste paga/contratto di lavoro, Permesso di soggiorno (per i lavoratori stranieri), IBAN.

Per presentare contestuale domanda di AUU o ANF occorre presentarsi con in aggiunta: ISEE in corso di validità, Codice Fiscale dei familiari, Certificazioni Uniche 2022, Dichiarazione dei Redditi 2022.

Tutti gli uffici Epaca sul territorio sono a disposizione in provincia e nelle due sedi di Piacenza, nel palazzo dell’Agricoltura di via Colombo,35 e in via Mazzini,15: per informazioni si può scrivere all’indirizzo e-mail epaca.pc@coldiretti.it, oppure contattare la pagina social di Epaca Piacenza (facebook.com/epaca.piacenza.pc).

 

SONDRIO, I SALDI? OGGI SONO GASTRONOMICI CON PANETTONE, ZAMPONE E COTECHINO

Con la fine delle feste è corsa agli acquisti scontati dei prodotti tipici del Natale, dai cotechini agli zamponi, dai pandori ai panettoni fino ai torroni e alle altre specialità, che dopo l’Epifania possono essere offerti anche a sconti rilevanti con prezzi più che dimezzati. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del primo weekend dopo le feste in cui molti italiani fanno la spesa.

In supermercati e negozi c’è l’opportunità, infatti di risparmiare sulla tavola per motivi esclusivamente commerciali che non influiscono in alcun modo sulle caratteristiche qualitative dei prodotti, come avviene per i saldi. Si tratta spesso di molti alimenti tipicamente natalizi tra i quali soprattutto pandori, panettoni, torroni, cotechini, zamponi, ma anche la frutta secca o spumanti secondo formule diverse che vanno dall’“uno per due” al “due per tre” ma anche sconti rilevanti sui prezzi. Una opportunità per quanti non sono ancora completamente appagati dai menu delle feste di fine anno con le tavole del Natale e del Capodanno imbandite da ben 5,2 miliardi di euro di cibi e bevande.

È necessario tuttavia – consiglia la Coldiretti – fare sempre attenzione alle date di scadenza obbligatoriamente indicate nelle confezioni per evitare di consumare prodotti vecchi.

 

VARESE, RINCARI FUORI MISURA CARBURANTE COLPISCONO AL CUORE L’AGRICOLTURA

I rincari fuori misura del carburante colpiscono al cuore l’agricoltura del Varesotto, ma più in generale minano la sostenibilità del settore primario in un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada. “L’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori” denuncia il presidente della Coldiretti provinciale Fernando Fiori, che plaude all’avvio del monitoraggio della Guardia di Finanza contro anomalie e speculazioni sui prezzi alla pompa. 

A subire le conseguenze dei rincari – sottolinea Coldiretti Varese – è l’intero sistema agroalimentare prealpino, dove i costi di carburante e logistica, ad esempio, arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura. 

Un effetto preoccupante – continua la Coldiretti – dopo che l’impennata dell’inflazione ha già pesato sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa proprio dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole.

Se il caro prezzi pesa sul carrello della spesa dei consumatori più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo analisi Coldiretti su dati Crea.  La produzione agricola e quella alimentare in Italia sono infatti particolarmente sensibili all’andamento delle quotazioni poiché assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea.

A pesare sono anche i ritardi infrastrutturali dell’Italia dove il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. “In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” conclude Fiori, riferendo della richiesta avanzata da Coldiretti a livello nazionale per “aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare del PNRR andando a sostenere tutti i progetti presentati che arrivano a circa 1,5 miliardi di euro di investimenti tra risorse private e pubbliche”.

 

COMO LECCO, INCONTRO AUGURALE PREFETTO POLICHETTI E PRESIDENTE TREZZI

Un incontro tra il Prefetto di Como, dott. Andrea Polichetti e il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi ha dato l’occasione di uno scambio di auguri in occasione dell’Epifania, nell’ultima settimana delle festività natalizie. La foto di rito sullo scalone d’onore del Palazzo che ospita l’Ufficio Territoriale del Governo – allestito a tema natalizio proprio dalla Coldiretti interprovinciale – ha concluso l’incontro che ha consentito, in particolare, di rimarcare il valore dei progetti didattici lanciati proprio in occasione della conferenza stampa accolta in Prefettura lo scorso 20 dicembre. Vi furono, in quell’occasione, la partecipazione dei giovani allievi (in presenza e in collegamento) e i saluti istituzionali del Prefetto e del sindaco di Como Alessandro Rapinese, quest’ultimo presente insieme agli assessori Nicoletta Roperto, Ivan Matteo Lombardi e Francesca Romana Quagliarini.

Nell’incontro, Sua Eccellenza il Prefetto ha rimarcato la strategicità dell’attività agricola per il territorio della provincia di Como e il presidente Trezzi, al termine dell’incontro, ha evidenziato l’importanza di una proficua collaborazione, ringraziando il dottor Polichetti anche per l’attività di coordinamento attivata nei mesi scorsi con la convocazione di un apposito tavolo di confronto sul tema della fauna selvatica.

Come accennato, ad accogliere quanti hanno raggiunto la Prefettura per l’intero periodo dell’Avvento e delle festività natalizie è stato lo scalone d’onore addobbato a cura dell’organizzazione agricola in collaborazione con la floricoltura Ratti di Alzate Brianza: “Per noi è stato un onore – chiosa Trezzi – e saremo felici di poter rinnovare questo piccolo gesto carico di significato anche per il prossimo, seppur ancor lontano Natale”.

 

CREMONA, PRESEPE CONTADINO IN CASCINA PIACENTINI A OLMENETA

Preziosa occasione per ritrovare la vita e il lavoro in campagna nel secolo scorso

E’ il mondo contadino del secolo scorso, ancora ben presente nella memoria di tanti cremonesi, ad accogliere il bellissimo presepe, ad altezza naturale, realizzato nella Cascina Piacentini a Olmeneta, in via Cimitero Vecchio. Opera dell’agricoltore Francesco Piacentini e della moglie Pierangela Groppelli, con il prezioso aiuto di Mauro Pellegri, questa “Natività in cascina” racconta, in una serie di scene, la vita condivisa da tante famiglie contadine, raccogliendo una serie di strumenti di lavoro ed utensili, mobili e oggetti, che ci riportano indietro nel tempo. Presente da circa une mese ad Olmeneta, il presepio è meta della visita di tanti cremonesi. Anche il giorno dell’Epifania può essere occasione per scoprire un’opera realizzata con grande cura, devozione, con la massima attenzione ai particolari, sottolinea Coldiretti Cremona, nell’evidenziare “il valore di questo presepio, che insieme alla Natività mostra anche la stalla degli animali, le umili stanze contadine, gli spazi della cascina, le attività e i momenti che scandivano la vita e il lavoro in campagna”.

“Ci dedichiamo a questo presepio di oltre quindici anni, arricchendolo di anno in anno. Desideravamo rappresentare il Natale in un contesto agricolo. La Natività naturalmente è il fulcro del presepio, con la sacra Famiglia, i pastori, le pecore. Nel contempo, tutt’intorno, rappresentiamo un pezzo di vita e attività contadina, quella vissuta decenni fa” sottolinea Francesco Piacentini. Donne e uomini realizzati ad altezza naturale nel presepe indossano i panni originali, raccolti negli anni in cascina. Mostrano il lavoro in azienda, con gli attrezzi di un tempo, con il ruolo del marito, della moglie, degli anziani e dei bambini. Anche gli animali sono ad altezza naturale.

Nello spazio che rappresenta la stalla ci sono mucca e vitello, e poi più in là la nonna che fila e il nipotino che la ascolta, riscaldati dal fiato degli animali. Intanto, una mamma e una bimba si avvicinano, reggendo un piccolo bidone del latte. “Gli abitanti della cascina venivano a prendere il loro litro di latte; per tutte queste famiglie era fondamentale, per la loro alimentazione – spiega Pierangela Groppelli, accompagnandoci nella visita -. Nella stalla le nonne si recavano a filare, e nel frattempo pregavano, perché la preghiera aveva un ruolo fondamentale. Più in là c’è il nonno che ha appena finito di mungere, e ci sono i bambini. Ecco il maiale, che era preziosissimo, era il sostentamento e la vita”.

Spostandosi, si passa alla cucina contadina. “E’ povera, com’era una volta. Abbiamo raccolto tutti gli oggetti di un tempo, così come abbiamo fatto per la camera dove il nonno sta riposando”. Dai mobili alle fotografie in bianco e nero, dal libro di preghiera sul comodino alla biancheria, tutto rappresenta un tuffo nel passato. Tra le scene rappresentante, ci sono anche la mamma che lava i panni a mano, l’anziano che raccoglie la legna, il contadino con la pala in legno, per spalare in mais. C’è anche l’ambulante, che arriva in cascina con il carretto e offre stoffe o utensili. Commovente è la scena che rappresenta il momento del San Martino, vissuto con fatica e preoccupazione da tante famiglie. “Abbiamo cercato di rappresentare il trasloco, con il marito che conduce il cavallo, la moglie e il bambino sul carretto, insieme alle poche povere cose che potevano portare con sé – mostra Francesco Piacentini -. Non sempre queste famiglie, partendo, già avevano un posto dove andare. Abbiamo rappresentato questo papà mentre chiede accoglienza a un anziano signore. Chiede se lui e la sua famiglia possono sostare, per una notte, sotto il portico, sulla paglia. Anche questa immagine ci riporta alla Natività, alla ricerca di Giuseppe e Maria di un posto dove trovare riparo”.

Il presepe sarà presente ad Olmeneta fino al 15 gennaio – sottolinea Coldiretti Cremona -. Vale davvero la pena di visitarlo, come tanti cremonesi hanno già fatto nei giorni scorsi, scoprendo, o ricordando, tanti momenti significativi legati alle nostre comuni radici.

 

ALESSANDRIA, BENZINA: CARO PREZZI A VALANGA SU 88% DELLA SPESA

In un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori.

E’ quanto afferma Coldiretti Alessandria in riferimento all’avvio del monitoraggio della Guardia di Finanza contro anomalie e speculazioni sui prezzi alla pompa.  

“A subire le conseguenze dei rincari è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura. Un effetto preoccupante dopo che l’impennata dell’inflazione ha già pesato sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa proprio dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Se il caro prezzi pesa sul carrello della spesa dei consumatori più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo.

La produzione agricola e quella alimentare in Italia sono, infatti, particolarmente sensibili all’andamento delle quotazioni poiché assorbono oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea.

A pesare sono anche i ritardi infrastrutturali dell’Italia dove il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

“In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Coldiretti ha chiesto di aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare del PNRR andando a sostenere tutti i progetti presentati che arrivano a circa 1,5 miliardi di euro di investimenti tra risorse private e pubbliche”. 

 

COMO LECCO, FESTE, ULTIMI RIENTRI DAL LARIO MA CONTINUA LA STAGIONE DELLO SCI

Si conclude il rientro per i circa 5 milioni di italiani che hanno scelto di trascorrere fuori casa il ponte dell’Epifania spinti anche dal caldo anomalo che ha però penalizzato molti degli amanti dello sci e l’indotto turistico della neve soprattutto sugli Appennini: si è invece sciato sulle montagne lariane, in particolare in Valsassina oltrechè nella vicina Valtellina, dove ora è tempo, senza soluzione di continuità, con le settimane bianche. E’ quanto emerge dal bilancio di Coldiretti Como Lecco dal quale si evidenzia che complessivamente sono oltre 13 milioni di italiani che hanno deciso di andare in vacanza durante le festività, di fine ed inizio anno, con un forte aumento del 13% rispetto allo scorso anno e una decisa inversione di tendenza dopo le difficoltà degli ultimi due anni.

La Valsassina, in particolare, insieme alla valtellinese Bormio è stata tra le mete lombarde più gettonate tra quanti hanno deciso di trascorrere le vacanze affittando case private, oppure nelle seconde abitazioni proprie o di amici.

I dati lariani, dove le strutture hanno lavorato a pieno regime, confermano un marcato orientamento a livello nazionale: l’87% dei vacanzieri ha scelto quest’anno di rimanere in Italia in occasione delle festività natalizie appena concluse, secondo Coldiretti/Ixe’.

Sul podio delle destinazioni italiane preferite salgono le città e le località d’arte con il 54% seguite dalla montagna con il 23% mentre il resto si divide tra campagna, mare e terme. Il 57% ha scelto di alloggiare in case proprie o di parenti e amici mentre il 34% ha preferito l’albergo ma tengono le formule alternative come bed and breakfast e agriturismi. Per le vacanze la spesa media di chi ha raggiunto il territorio è stata di 575 euro per persona con un aumento del 28% rispetto allo scorso anno e una durata media di sei giorni con il 33% che è stato fuori al massimo tre giorni, il 32% dai quattro ai sette giorni, il 30% da otto a quindici giorni ed il restante 5% ancora di più.

Tra gli svaghi insieme alle passeggiate, allo sport ed ai percorsi culturali c’è l’enogastronomia con un forte interesse per la scoperta dei prodotti locali a chilometri zero. Oltre 1/3 del budget è stato infatti destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche in mercati, feste e sagre di Paese da riportare a casa come souvenir.

“L’alimentazione – sottolinea la Coldiretti interprovinciale attraverso il presidente Fortunato Trezzi – è diventata la principale voce del budget turistico anche grazie all’immenso valore storico e culturale del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale. Il nostro sistema-Paese può contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino”.

Sono oltre un milione – conclude la Coldiretti – infatti i vacanzieri che da Natale all’Epifania hanno scelto l’agriturismo per pernottare o mangiare, alla ricerca di riposo e di tranquillità lontano dalle preoccupazioni.

 

VICENZA, AUMENTI DEI CARBURANTI SI RIFLETTONO SUI PREZZI DELL’88% DELLA SPESA

In un Paese come il nostro, dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori. È quanto afferma Coldiretti in riferimento all’avvio del monitoraggio della Guardia di Finanza contro anomalie e speculazioni sui prezzi alla pompa.  

“A subire le conseguenze dei rincari – spiega Coldiretti Vicenza – è l’intero sistema agroalimentare, dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura. Un effetto preoccupante dopo che l’impennata dell’inflazione ha già pesato sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa proprio dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole”.

Se il caro prezzi pesa sul carrello della spesa dei consumatori più di un’azienda agricola su 10 è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben circa 1/3 del totale nazionale si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Crea. La produzione agricola e quella alimentare sono, infatti, particolarmente sensibili all’andamento delle quotazioni, poiché assorbono oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Enea.

A pesare sono anche i ritardi infrastrutturali dell’Italia, dove il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. “In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere di “aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare del PNRR andando a sostenere tutti i progetti presentati che arrivano a circa 1,5 miliardi di euro di investimenti tra risorse private e pubbliche”.

 

PIACENZA, LAVORO: BENE I BANDI DEL PSR

Coldiretti Emilia Romagna, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, ha seguito da vicino tutte le fase di costituzione e approvazione del nuovo PSR 2023 – 2027 che, con 913 milioni di euro di risorse sommate ai 408,8 milioni di euro riferiti al periodo transitorio 2021 – 2022, vanta una programmazione di bandi e interventi con dotazioni finanziarie incrementate di circa 132 milioni di euro rispetto al passato PSR 2014 – 2020.

Ad illustrare le nuove opportunità per le aziende agricole è Coldiretti Piacenza. Con l’approvazione dei primi 11 interventi su temi agroambientali del nuovo PSR viene così data la possibilità di accedere a bandi strategici: dalla lotta integrata all’agricoltura biologica, dalle tecniche di lavorazione dei suoli rispettose dell’ambiente agli interventi per favorire l’agrobiodiversità e l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

“Questi interventi – commenta il Direttore di Coldiretti Regionale Marco Allaria Olivieri, delegato confederale di Coldiretti Piacenza – sono essenziali per le aziende agricole in quanto necessari a sostenere un’agricoltura competitiva e sostenibile in grado di offrire prodotti di qualità. La programmazione del PSR 2023 – 2027 offre dotazioni finanziarie molto importanti a favore dell’agroambiente nel corso di tutto il periodo, i 188 milioni di euro dedicati all’agricoltura biologica come i 60 milioni di euro dedicati alla produzione integrata, fortemente voluta e richiesta da Coldiretti anche per il sostegno al mantenimento ovvero per coloro che avevano già adottato tale tipo di gestione in passato, devono essere fruibili in maniera semplice e veloce da parte delle imprese”.

“L’approccio al metodi altamente sostenibili come quello dell’agricoltura biologica – continua il Direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli– è un percorso che deve essere condiviso dalle aziende, queste però allo stesso tempo devono essere guidate e formate: come Coldiretti Emilia Romagna abbiamo così avviato nel 2022 e riproposto anche per il 2023 una serie di corsi di formazione gratuiti sul settore BIO per le aziende interessate affinché tutte le opportunità finanziarie del PSR possano essere colte dalle aziende non solo da un punto di vista economico ma anche per incrementare i risultati agronomici derivanti dall’applicazione di tali regimi di coltivazione”.

Gli Uffici tecnici di Coldiretti Piacenza sono a completa disposizione per tutte le aziende agricole interessate ai bandi e si ricorda che, una volta predisposte tutte le dotazioni informatiche, in fase di ultimazione da parte della Regione Emilia Romagna, le Domande di Sostegno potranno essere presentare entro e non oltre il 15 Marzo 2023.

 

REGGIO EMILIA, BENE BANDI PSR PER 150 MILIONI

Coldiretti Emilia Romagna, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, ha seguito da vicino tutte le fase di costituzione e approvazione del nuovo PSR 2023 – 2027 che, con 913 milioni di euro di risorse sommate ai 408,8 milioni di euro riferiti al periodo transitorio 2021 – 2022, vanta una programmazione di bandi e interventi con dotazioni finanziarie incrementate di circa 132 milioni di euro rispetto al passato PSR 2014 – 2020.

Le nuove opportunità per le aziende agricole trovano una concreta applicazione con l’approvazione dei primi 11 interventi su temi agroambientali del nuovo PSR e viene così data la possibilità di accedere a bandi strategici: dalla lotta integrata all’agricoltura biologica, dalle tecniche di lavorazione dei suoli rispettose dell’ambiente agli interventi per favorire l’agrobiodiversità e l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

“Questi interventi – commenta il direttore di Coldiretti Regionale Marco Allaria Olivieri – sono essenziali per le aziende agricole in quanto necessari a sostenere un’agricoltura competitiva e sostenibile in grado di offrire prodotti di qualità. La programmazione del PSR 2023 – 2027 offre dotazioni finanziarie molto importanti a favore dell’agroambiente nel corso di tutto il periodo, i 188 milioni di euro dedicati all’agricoltura biologica come i 60 milioni di euro dedicati alla produzione integrata, fortemente voluta e richiesta da Coldiretti anche per il sostegno al mantenimento ovvero per coloro che avevano già adottato tale tipo di gestione in passato, devono essere fruibili in maniera semplice e veloce da parte delle imprese”.

“L’approccio al metodi altamente sostenibili come quello dell’agricoltura biologica – continua il Direttore Regionale – è un percorso che deve essere condiviso dalle aziende, queste però allo stesso tempo devono essere guidate e formate: come Coldiretti Emilia Romagna abbiamo così avviato nel 2022 e riproposto anche per il 2023 una serie di corsi di formazione gratuiti sul settore BIO per le aziende interessate affinché tutte le opportunità finanziarie del PSR possano essere colte dalle aziende non solo da un punto di vista economico ma anche per incrementare i risultati agronomici derivanti dall’applicazione di tali regimi di coltivazione”.

Gli Uffici tecnici di Coldiretti Reggio Emilia sono a completa disposizione per tutte le aziende agricole interessate ai bandi e si ricorda che, una volta predisposte tutte le dotazioni informatiche, in fase di ultimazione da parte della Regione Emilia Romagna, le Domande di Sostegno potranno essere presentare entro e non oltre il 15 Marzo 2023.

 

FERRARA, COLDIRETTI E.R.: BENE I NUOVI BANDI PSR PER 150 MILIONI

Coldiretti Emilia Romagna, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, ha seguito da vicino tutte le fasi di costituzione e approvazione del nuovo PSR 2023 – 2027 che, con 913 milioni di euro di risorse sommate ai 408,8 milioni di euro riferiti al periodo transitorio 2021 – 2022, vanta una programmazione di bandi e interventi con dotazioni finanziarie incrementate di circa 132 milioni di euro rispetto al passato PSR 2014 – 2020.

Le nuove opportunità per le aziende agricole trovano una concreta applicazione con l’approvazione dei primi 11 interventi su temi agroambientali del nuovo PSR e viene così data la possibilità di accedere a bandi strategici: dalla lotta integrata all’agricoltura biologica, dalle tecniche di lavorazione dei suoli rispettose dell’ambiente agli interventi per favorire l’agrobiodiversità e l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

“Questi interventi – commenta il Direttore di Coldiretti Regionale Marco Allaria Olivieri – sono essenziali per le aziende agricole in quanto necessari a sostenere un’agricoltura competitiva e sostenibile in grado di offrire prodotti di qualità. La programmazione del PSR 2023 – 2027 offre dotazioni finanziarie molto importanti a favore dell’agroambiente nel corso di tutto il periodo, i 188 milioni di euro dedicati all’agricoltura biologica come i 60 milioni di euro dedicati alla produzione integrata, fortemente voluta e richiesta da Coldiretti anche per il sostegno al mantenimento ovvero per coloro che avevano già adottato tale tipo di gestione in passato, devono essere fruibili in maniera semplice e veloce da parte delle imprese”.

“L’approccio al metodi altamente sostenibili come quello dell’agricoltura biologica – continua il Direttore Regionale – è un percorso che deve essere condiviso dalle aziende, queste però allo stesso tempo devono essere guidate e formate: come Coldiretti Emilia Romagna abbiamo così avviato nel 2022 e riproposto anche per il 2023 una serie di corsi di formazione gratuiti sul settore BIO per le aziende interessate affinché tutte le opportunità finanziarie del PSR possano essere colte dalle aziende non solo da un punto di vista economico ma anche per incrementare i risultati agronomici derivanti dall’applicazione di tali regimi di coltivazione”.

Gli Uffici tecnici di Coldiretti Ferrara sono a completa disposizione per tutte le aziende agricole interessate ai bandi e si ricorda che, una volta predisposte tutte le dotazioni informatiche, in fase di ultimazione da parte della Regione Emilia Romagna, le Domande di Sostegno potranno essere presentare entro e non oltre il 15 Marzo 2023.

 

Appuntamenti

 

CREMONA, CAMPAGNA AMICA: DOMANI PRIMO APPUNTAMENTO AL MERCATO

La “spesa di gennaio” per mantenersi in salute

La “spesa di gennaio” sarà protagonista domattina al Mercato di Campagna Amica a Cremona, nel primo appuntamento con il mercato a km zero degli agricoltori di Coldiretti dell’anno 2023. Presso il portico del Consorzio Agrario in via Monteverdi, dalle ore 8 alle 12, prenderanno posto i gazebo gialli degli agricoltori, pronti ad offrire frutta e verdura di stagione, pane e prodotti da forno, salumi e formaggi tipici, miele e confetture, agri-birra e vino (quest’ultimo in arrivo dai colli dell’Oltrepo pavese).

“Siamo felici di iniziare un nuovo anno d’incontro con i cittadini cremonesi, sempre nel segno della bontà e tipicità dei nostri cibi. Garantiamo come sempre qualità dei prodotti, stagionalità, origine certa” sottolineano gli agricoltori di Coldiretti-Campagna Amica.

L’invito rivolto ai buongustai è quello di scoprire la “spesa di gennaio”, compiendo le giuste scelte a tavola, così da mantenersi in forma e in salute. “Gennaio è simbolo di malanni e raffreddori, ma la natura ci regala in questo periodo dell’anno prodotti che rafforzano le difese immunitarie e aiutano il corpo a mantenersi in salute – sottolinea Coldiretti Cremona -. Tipici del nostro territorio sono ad esempio cavoli, broccoli e cavolfiori, considerati fin dall’antichità dei veri toccasana per l’organismo, con un elevato contenuto di calcio, zolfo, fosforo, rame e iodio, che conferisce loro virtù eupeptiche, rimineralizzanti e riequilibranti. Hanno inoltre proprietà anti-età dovute alla vitamina A, mentre le vitamine del gruppo B favoriscono il metabolismo dei glucidi. Per preservarne tutti i nutrienti è preferibile consumarli crudi”.

Per quanto riguarda le verdure di stagione, tra le proposte del mese troviamo anche i porri: parenti delle comunissime cipolle, hanno un gusto più dolce e delicato e sono indicati sia per condire a crudo insalate che per insaporire stufati di carne. Sono una fonte importante di vitamina C, ma anche di ferro e fibre – sottolinea Coldiretti Cremona -. Poveri di grassi, vengono utilizzati come ingrediente principale di gustose zuppe che aiutano a mantenere il peso-forma, regalando benessere.

L’invito naturalmente è quello di scoprire, e gustare, tutti i cibi presenti presso il mercato. Gli agricoltori di Coldiretti-Campagna Amica sono a disposizione dei cittadini, per raccontare i propri prodotti e dare utili consigli su come valorizzarli in cucina.