COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 7 aprile 2022

7 Aprile 2022
News La Forza del Territorio del 7 aprile 2022

Primo piano

 

PESCARA, AL VIA IL TOUR DELLE SCUOLE NEI MERCATI

Mangio per conoscere e conosco ciò che mangio

 

Al via questa mattina il tour nei mercati di Campagna Amica delle scuole primarie aderenti al progetto di educazione alimentare “Mangio per conoscere e conosco ciò che mangio” promosso da Coldiretti Abruzzo in linea con il progetto nazionale di Coldiretti Donne Impresa e in collaborazione con l’orto botanico dell’università d’Annunzio di Chieti (Dipartimento di farmacia) nell’ambito delle 33 ore di educazione civica previste dal ministero nelle scuole dell’obbligo. Si tratta di un progetto che coinvolge mille bambini delle classi quarte della scuola primaria per avvicinarli, in continuità con i programmi scolastici, al mondo della campagna e delle sue tradizioni nonostante le limitazioni legate all’emergenza Covid. Il progetto, finanziato da Coldiretti Abruzzo, prevede tre fasi: due lezioni di didattica a distanza (Dad) a cura di operatori di fattoria didattica, la visita in fattoria e il tour nei mercati di Campagna Amica e nell’orto botanico del campus universitario di Chieti. In totale sono coinvolti 35 operatori di fattoria didattica, una decina di funzionari di Coldiretti Abruzzo, cinque docenti universitari, le imprese aderenti a Campagna Amica e le imprenditrici di Coldiretti Donne Impresa.  

Questa mattina, a conclusione delle lezioni a distanza, il plesso di via delle Casette di Pescara (istituto comprensivo 1) ha visitato il mercato di Campagna Amica di via Paolucci (di fronte al Ponte del mare) per toccare con mano l’attività degli imprenditori agricoli aderenti alla rete. Un piccolo tour per capire da dove viene il cibo e perché acquistare prodotti del territorio. Nel corso della visita è stata effettuata dall’azienda agricola di Penne Fattorie d’Annunzio una prova di caseificazione, alla quale si è aggiunta una mini lezione sulla filiera del latte. Ad accompagnare i bambini della classe quarta sono state le insegnanti Maria Cristina De Rosa, Antonia Avellano, Francesca Di Tonto, Antonietta Marchesani. Tante le domande e la curiosità per un progetto che punta ad approfondire i temi legati alla produzione del cibo e alla riscoperta delle tradizioni del mondo agricolo con una particolare attenzione alla corretta alimentazione e alla biodiversità.

“Tanti bambini crescono senza aver mai visto alcune specie animali e diverse statistiche dimostrano che sono scarse tra le nuove generazioni le conoscenze in materia di agricoltura – dice Antonella Di Tonno, responsabile di Coldiretti Donne Impresa Abruzzo –  E’ quindi fondamentale, per sanare questo incredibile gap, promuovere attraverso la sinergia tra scuola e mondo agricolo la conoscenza di una tradizione alimentare che ci appartiene per storia ma è spesso risucchiata dai tempi e dalle esigenze della società moderna”.

Nell’ambito del percorso didattico, pensato con il supporto di Stefania Pendezza, insegnante tra le maggiori esperte di fattorie didattiche, si inserisce inoltre la collaborazione con il prof. Luigi Menghini, docente di botanica farmaceutica del Dipartimento di Farmacia dell’università D’Annunzio che, oltre ad essere coinvolto nelle lezioni in Dad, apriranno le porte del giardino botanico per la scoperta delle piante officinali e ad uso alimentare da un punto di vista nutrizionale. In totale hanno aderito al progetto, presentato in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale (Usr Abruzzo) lo scorso giugno, ben 18 istituti tra comprensivi, omnicomprensivi, direzioni didattiche e convitti per un totale di 1000 studenti delle classi quarte. Di seguito le scuole coinvolte: Istituto comprensivo di Pescara 1, Istituto comprensivo di San Valentino e Scafa, Istituto comprensivo Rodari di Montesilvano, istituto comprensivo di Loreto Aprutino, Direzione didattica di Spoltore, istituto omnicomprensivo di Città Sant’Angelo, istituto comprensivo Margherita Hack di Castellalto, istituto comprensivo di Campli, istituto comprensivo di Roseto 2, istituto comprensivo di Navelli, istituto comprensivo Dante Alighieri, istituto comprensivo n1 Mazzini Capograssi di Sulmona, istituto comprensivo 2 di Chieti, istituto comprensivo Teramo 4 di San Nicolò a Tordino, istituto comprensivo Chieti 4, istituto comprensivo di Miglianico, Convitto Giambattista Vico di Chieti, Nuova direzione didattica di Vasto. 

 

 

Dal Territorio

 

 

PIEMONTE, SOS AGRICOLTURA DA ITALIA E ALTRI 12 PAESI UE

Serve un sostegno straordinario nell’ambito dello sviluppo rurale

 

L’Italia insieme ad altri dodici Paesi lancia un SOS per l’agricoltura all’Unione Europea chiedendo un sostegno temporaneo eccezionale da attivare nell’ambito dello sviluppo rurale (FEASR) in risposta alla crisi senza precedenti e al suo impatto sui sistemi di produzione agricola e sulla sicurezza alimentare. Lo rende noto Coldiretti nel sottolineare che il documento condiviso da Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna, sarà portato in discussione al Consiglio “Agricoltura e pesca” giovedì 7 aprile 2022.

Nel documento comune, i tredici Stati membri mettono in evidenza la situazione, senza precedenti, che si protrae da due anni a causa del Covid e dell’invasione russa dell’Ucraina che ha destabilizzato i mercati a danno degli agricoltori europei e delle filiere di approvvigionamento creando problemi di liquidità in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria alimentare.

“La misura dovrebbe consentire agli Stati membri di utilizzare i fondi disponibili nell’ambito dei loro programmi di sviluppo rurale esistenti per il periodo 2021-2022 al fine di sostenere gli agricoltori e le PMI particolarmente colpiti dalla crisi secondo la logica e il meccanismo della misura straordinaria per lo sviluppo rurale COVID-19 adottata nel giugno 2020 – commentano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La proposta è importante per semplificare l’erogazione dei fondi comunitari alle imprese in un momento di grande emergenza ma a livello comunitario servono più coraggio e risorse per migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli”.

 

 

PUGLIA, SI SVUOTANO STALLE PER COSTI E MANCANZA MANGIMI

 

Con oltre 1 stalla su 10 (12%) in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività a causa dei costi di gestione degli allevamenti per le speculazioni in atto con la guerra in Ucraina dopo il Covid, in Puglia gli allevatori stanno vendendo i bovini da latte per ridurre i costi di gestione, con il numero di animali negli 830 allevamenti sopravvissuti sceso già del 25% in soli 3 mesi. E’ lo scenario denunciato da Coldiretti Puglia, causato dall’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei mangimi come mais e soia che stentano ad arrivare dall’estero, con il settore dei bovini da latte che ha subito incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per la maggioranza degli allevamenti che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione.

L’adeguamento dei compensi è necessario per salvare le  stalle da latte pugliesi sopravvissute al Covid e alle speculazioni causate dal conflitto – afferma Coldiretti Puglia – a cui va garantita la stabilità e che hanno un’importanza per  l’economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude  si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

La carenza di mais e soia, con le speculazioni in atto che hanno fatto schizzare i prezzi delle scorte – denuncia Coldiretti Puglia – sta mettendo in ginocchio gli allevatori pugliesi, ma stanno mettendo in crisi anche i mangimifici e i trasformatori, che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili.

All’aumento dei costi di produzione non corrisponde la giusta remunerazione del latte alla stalla, quando per poter pagare un caffè al bar – dice Coldiretti regionale – gli allevatori pugliesi devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia, scattati già prima della guerra in Ucraina.

Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse – sottolinea Coldiretti Puglia – raggiunge anche oltre 0,50 euro al litro di latte alla stalla, un costo molto superiore rispetto al prezzo riconosciuto ad una larga fascia di allevatori. Per questo è urgente l’accordo etico tra allevatori, mangimifici e trasformatori per una filiera integrata dalla stalla alla tavola e garantire la sopravvivenza della ‘Fattoria Puglia’ – insiste Coldiretti Puglia – che produce latte per fare formaggi, mozzarelle e burrate.

Il patrimonio agroalimentare pugliese oggi vanta una nuova DOP, la mozzarella di Gioia del Colle – aggiunge Coldiretti Puglia – una leva infallibile per rafforzare e sostenere l’intera filiera lattiero – casearia attraverso accordi mirati che dettino regole precise con costi di produzione calcolati in base ai reali oneri e prezzi del latte ben definiti secondo quantità assicurate su territori vocati. Se la mozzarella pugliese registra attualmente un valore della produzione di quasi 100 milioni di euro, con il riconoscimento comunitario è prevedibile un aumento del valore del 25%.

Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro – aggiunge Coldiretti Puglia – lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole, mangimifici ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ma – conclude Coldiretti Puglia – occorre investire per aumentare la coltivazione di produzioni per l’alimentazione degli animali  e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

 

 

PIEMONTE, PREOCCUPANO LIMITAZIONI POSTE DALLA RUSSIA ALL’EXPORT DALL’UCRAINA

 

Il blocco delle esportazioni di cibo dalla Russia verso i Paesi considerati “ostili” annunciato dal presidente Vladimir Putin pesa appena per l’1% delle importazioni totali di grano nell’Unione Europea, ma la percentuale scende addirittura allo 0,5% per il mais destinato all’alimentazione animale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati del Centro Studi Divulga sugli effetti dell’eventuale ritorsione russa dopo l’annuncio di nuove sanzioni dell’Ue con il blocco delle importazioni di carbone. La Russia è diventato il principale esportatore mondiale di grano ma anche la dipendenza dell’Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato, per un quantitativo di circa 153 milioni di chili, dei quali 96 milioni di chili di tenero per la panificazione e 57 milioni di chili di duro per la produzione di pasta. Complessivamente le importazioni di cibo dalla Russia in Italia valgono 258 milioni di euro e sono rappresentate per oltre la metà proprio dai cereali per un importo di 136 milioni e tra questi soprattutto il grano, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al 2021.

“A preoccupare – fanno notare Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – sono le limitazioni causate dalla guerra alle esportazioni di cereali dall’Ucraina dopo l’invasione russa che ha bloccato le spedizioni delle navi dal Mar Nero e reso più difficili le semine a causa del conflitto. In questo contesto è importante il via libera dell’Unione Europea ad utilizzare i circa 20 mila ettari di terreni a riposo per le prossime semine primaverili ed aumentare la produzione. Si riduce, così, la dipendenza dall’estero da dove arriva circa la metà del mais necessario all’alimentazione del nostro bestiame, il 64% del grano tenero per la panificazione, che rende l’intero sistema e gli stessi consumatori in balia degli eventi internazionali”.

 

 

CALABRIA, IL RIMBORSO IVA PER LE AZIENDE AGRICOLE

 

In un periodo contrassegnato da forti difficoltà per le imprese agricole, le novità fiscali emanate negli ultimi decreti devono essere costantemente seguite e tra queste in particolare – evidenzia Coldiretti Calabria- spicca in primis il “Credito d’imposta per il gasolio agricolo”. Le imprese esercenti attività agricola e della pesca – illustra Coldiretti- è riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di gasolio e benzina per la trazione dei mezzi utilizzati per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca, un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettuato nel primo trimestre solare dell’anno 2022, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto, al netto dell’Iva. A questo si aggiungono l’intervento del Governo che ha già determinato una riduzione del prezzo agevolato d’acquisto e un ulteriore intervento che dovrà essere perfezionato con i 5 miliardi destinati proprio ieri con una ultima manovra a vantaggio delle famiglie e delle imprese.

Le aziende che hanno un credito iva, – spiega il dott. Attilio Salerno dell’ufficio fiscale della Coldiretti – oltre a compensare tale credito, possono chiederlo a rimborso. Da anni la procedura per la richiesta dei rimborsi iva è più snella e con poca burocrazia. Difatti, per i rimborsi inferiori a 30mila euro, non è necessario presentare la polizza fideiussoria e anche i tempi si sono accorciati di molto, poiché in pochi mesi è possibile ottenere il rimborso sul conto corrente.

In base al Testo Unico IVA, nel caso del contribuente in attività, il rimborso del credito IVA derivante da dichiarazione annuale potrà essere richiesto dal contribuente solo nel caso in cui questi rientri in una delle fattispecie espressamente indicate: a) con aliquota media delle operazioni attive inferiore a quella delle operazioni passive; b) che ha effettuato operazioni attive non imponibili per più del 25% del totale; c) che voglia richiedere solo il rimborso dell’IVA versata per l’acquisto di beni ammortizzabili e di beni e servizi per studi e ricerche; d) con una prevalenza di operazioni non soggette a IVA;

Le aziende agricole, oltre a chiedere il rimborso iva per gli acquisti su investimenti, soprattutto a seguito dell’agevolazione del credito di imposta 4.0 e/o altre misure quali il PSR, possono chiedere il rimborso del credito iva per la fattispecie “contribuente con aliquota media delle operazioni attive inferiore a quella delle operazioni passive”.

Molte aziende agricole – sono con regime iva ordinario, vendono prodotti al 4% e/o al 10% con acquisti al 22%. In questo caso, – precisano gli esperti di Coldiretti -tali aziende hanno diritto al rimborso dell’iva che, considerato il periodo particolare, rappresenta una fonte nell’immediato di liquidità aziendale. Per ottenere il credito, la richiesta dovrà essere presentata attraverso il modello iva, che scade il 2 maggio 2022. Gli uffici della Coldiretti Calabria sono a disposizione per la necessaria consulenza per permettere un rapido inoltro della pratica.

 

 

EMILIA ROMAGNA, IL BIO AUMENTA COMPETITIVITÀ DELLE AZIENDE

 

“Le aziende socie di Coldiretti, per i due bandi sulle misure agro ambientali dedicate al regime Biologico della Regione Emilia Romagna, hanno dato prova del grande interesse al settore e alle opportunità del PSR per il sostegno all’agricoltura Green. Si rileva tra l’altro una forte incidenza di aziende in conversione da agricoltura convenzionale a Biologica che hanno richiesto di accedere ai bandi, quest’ultimo dato è un forte segnale del valore che il regime biologico rappresenta per le nuove imprese e per investire su una competitività attenta alla sostenibilità ambientale diversificando i propri canali commerciali”.

Con queste parole il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli, ha commentato la risposta delle aziende ai bandi PSR 2014-20 prorogati anche al biennio 2021-22, appena chiusi, sulle misure agroambientali dell’agricoltura biologica che rappresentano complessivamente 2.836 aziende interessate per 15,9 milioni di euro di contributo richiesti.

 

 

PUGLIA, 4 SU 10 IN SOVRAPPESO; SCORRETTA ALIMENTAZIONE INCIDE ANCHE SU CLIMA

 

Sono in sovrappeso 4 pugliesi su 10, con una condizione generale di salute peggiore del dato nazionale, anche a causa di consuetudini alimentari che i lunghi periodi di lockdown causato dal Covid e le misure di restrizione avevano spinto. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei risultati della ‘Sorveglianza Passi’ dell’Istituto Superiore di Sanità, diffusa in occasione della Giornata Mondiale della Salute, istituita nel 1948 dalla prima Assemblea mondiale della salute (World Health Assembly), che dal 1950 si celebra il 7 aprile, per ricordare la fondazione dell’Oms.

Secondo uno studio condotto da esperti dell’Università di Copenaghen, dell’Alabama e dell’ateneo di Auckland in Nuova Zelanda, l’obesità incide tra l’altro anche sul clima – aggiunge Coldiretti Puglia – perché essere in sovrappeso comporta la produzione di una maggiore quantità di emissioni di CO2 sia per via dei processi metabolici dell’organismo sia per via dell’eccesso di cibo consumato da chi soffre di obesità.

La scorretta alimentazione è, insieme alla minor attività fisica, una delle cause principali della crescente diffusione di casi di obesità e di sovrappeso che aumentano in misura esponenziale i fattori di rischio di malattie cardiovascolari. L’effetto nefasto di una cattiva alimentazione non è solo l’obesità, perché il 35% dei tumori, secondo i dati della Lilt, si sviluppa a seguito di una alimentazione scorretta. Ciò dimostra l’importanza prioritaria di formare una vera e propria cultura della ‘buona e sana tavola’, educazione che deve partire necessariamente dall’età scolare per formare consumatori maturi per vivere meglio e più a lungo.

L’idea dei mercati contadini di Campagna Amica nasce proprio dalla esigenza di far incontrare i produttori ed i consumatori in un mercato senza alcuna intermediazione – aggiunge Coldiretti Puglia – al fine di calmierare i prezzi e creare maggiore potere di acquisto a beneficio dei consumatori che grazie alla vendita diretta hanno garanzia della sicurezza sull’origine, della qualità e del prezzo.

L’obiettivo di Coldiretti e Campagna Amica è ‘culturale’ e consiste nel tentare di cambiare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque, formando consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. Da ciò l’impegno della Coldiretti, attraverso il progetto di Campagna Amica, di offrire agli studenti e alle loro famiglie, agli insegnanti e, più in generale, ai consumatori una visione concreta e reale del cibo sano e genuino.

Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare – spiega Coldiretti regionale – da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori e in Puglia negli ultimi 10 anni sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 200mila bambini e 480 scuole.

L’attenzione a come si alimentano i ragazzi al di fuori delle mura domestiche – insiste Coldiretti Puglia – è un preciso dovere di tutti, a partire dagli enti locali – Comuni, Province e Regioni – delle istituzioni scolastiche che dovrebbero preferire i prodotti tipici e tradizionali non solo per i pranzi somministrati agli alunni, ma anche per i brevi momenti di ristoro, dei pediatri che dovrebbero consigliare, sin dai primi anni di vita dei bambini una corretta alimentazione, magari indirizzando le mamme verso cibi che siano costruiti il meno possibile ‘in laboratorio’, piuttosto in casa.

Numerosi i progetti che vedono coinvolti Coldiretti, Campagna Amica, le associazioni Casa del Consumatore, ACU, ASSOCONSUM, MC, MDC, UNC, in collaborazione con la Regione Puglia Sezione Promozione del commercio, dell’artigianato e internazionalizzazione delle imprese, utili a formare e informare i consumatori sulle proprietà benefiche dei prodotti agroalimentari a KM0 che tutelano la salute e anche l’ambiente.

 

 

TOSCANA, FUTURO 1 IMPRESA AGRICOLA SU 5 APPESO AD UN FILO

 

Cerealicoltura, ortofloricoltura e zootecnia: sono questi i settori dell’agricoltura toscana che stanno soffrendo di più per effetto dell’aumento congiunto dei costi energetici e dei fertilizzanti che spingono verso il rischio default un’impresa su dieci (11%). Aumenti che si traducono in un balzo senza precedenti dei costi correnti che penalizzano di più le aziende più energivore come per gli allevamenti di polli con perdite pesantissime fino a 99 mila euro e gli allevamenti di bovini da latte con 47.298 euro, seguite da ortofloricole con 26.927 euro, cerealicole con 18.297 euro e seminative con 17.513 euro. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Toscana su dati Crea in riferimento agli effetti della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid. “Gli incrementi medi dei costi correnti si attestano sopra il 54% a livello generale – analizza Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – con punte fino al 65-70% per settori strategici come seminativi, cerealicoltori, orticoltura e floricoltura. L’impatto è stato, almeno fino a questo momento, più contenuto per produzioni meno energivore come l’olivicoltura, la viticoltura e la frutticoltura dove l’impiego di gasolio o concimi è molto ridotto soprattutto in questa fase della stagione ma che è stato invece molto pesante per gli altri settori che ne sono dipendenti. Ci troviamo in una situazione in cui le aziende stanno producendo in perdita perché gli aumenti dei costi si stanno divorando i ricavi rendendole finanziariamente fragili. Oggi ci sono 5 mila aziende, solo nella nostra regione, il cui futuro è appeso ad un filo e che si trovano nell’incapacità di far fronte alle spese necessarie per attivare il processo produttivo con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista occupazionale, sociale, ambientale ed economico per i territori”.

Dall’energia ai concimi, dal foraggio per gli animali alle sementi, dal gasolio alle piantine la prima linea dei rincari sulla quale stanno combattendo le aziende agricole si allunga sempre di più – evidenzia Coldiretti Toscana – con aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129%. Per le 6 voci di costo considerate dall’indagine, ovvero fertilizzanti, mangimi, gasolio, sementi-piantine, fitosanitari, noleggi passivi, l’impatto medio per le imprese toscane è di oltre 14.358 euro di aumento, ma con forti differenze, tra i settori produttivi. In pratica, secondo l’indagine di Crea, più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben il 38% su base regionale si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo con un impatto non solo sul fronte produttivo, ma anche su quello occupazionale, ambientale, della biodiversità e della gestione dei territori, spiega Coldiretti secondo lo studio Crea. Prima di questa nuova fase congiunturale internazionale le imprese che avevano un reddito netto negativo era intorno al 9%.

 

Seminativi – (meno) 17.513 euro

Cerealicoltura – 18.297 euro

Ortofloricoltura – 26.927 euro

Viticoltura – 6.886 euro

Olivicoltura – 5.475 euro

Fruttiferi – 8.233 euro

Erbivori – 13.140 euro

Bovini da latte – 47.298 euro

Granivori – 98.982 euro

Miste coltivazioni ed altri allevamenti – 11.254 euro

Toscana – 14.358 euro

Fonte: dati rapporto Crea – Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia

 

 

PARMA, L’ECONOMIA CIRCOLARE SPIEGATA A SCUOLA

 

Economia circolare, biogas ed energie rinnovabili sono stati i temi del webinar rivolto a due classi quinte della Scuola elementare “Beatrix Potter” di Basilicagoiano (PR) iscritte al concorso “Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare” promosso da Coldiretti Donne Impresa e Coldidattica.

Cos’è il liquame, come  si può produrre  energia utilizzando gli effluenti di un’azienda zootecnica, cosa è un digestore, come si costruisce e come funziona un impianto di biogas  (esempio tipico di economia circolare), sono stati al centro della relazione tenuta da Luca Zambelli, Commercial Director Italy della Ditta Biolectric, il quale ha saputo coinvolgere con maestria e in modo efficace, anche attraverso l’utilizzo di slide, foto e filmati, gli alunni della scuola, che hanno seguito con interesse e attiva partecipazione l’incontro.

Al webinar, promosso da Coldiretti Donne Impresa Parma, sono intervenute la Responsabile Provinciale Mara Pratissoli e la Coordinatrice e referente provinciale del progetto scuole Paola Ferrari.

“Ringrazio, a nome di tutte le nostre imprenditrici agricole e della Federazione Coldiretti di Parma, la scuola elementare di Montechiarugolo – ha detto Mara Pratissoli – per l’adesione al nostro progetto e mi complimento con le insegnanti per il percorso che stanno facendo insieme ai loro alunni. L’argomento trattato nel webinar ha fatto comprendere ai ragazzi come i reflui derivanti dagli allevamenti, possano essere delle vere e proprie risorse per produrre energia e calore. Inoltre – continua Mara Pratissoli – per quanto riguarda il digestato (residuo del processo che rimane dopo la produzione di biogas) il governo ha finalmente accolto la richiesta di Coldiretti di poterlo usare come fertilizzante.  In chiusura, sia Paola Ferrari che Mara Pratissoli, hanno manifestato la grande curiosità per gli elaborati che verranno prodotti dagli alunni e che verranno presentati nel momento conclusivo del percorso con la mostra e la successiva proclamazione dei vincitori”.

 

 

NOVARA-VCO, SOS AGRICOLTURA DA ITALIA E ALTRI 12 PAESI UE

 

L’Italia insieme ad altri dodici Paesi lancia un SOS per l’agricoltura all’Unione Europea chiedendo un sostegno temporaneo eccezionale da attivare nell’ambito dello sviluppo rurale (FEASR) in risposta alla crisi senza precedenti e al suo impatto sui sistemi di produzione agricola e sulla sicurezza alimentare. Lo rende noto Coldiretti nel sottolineare che il documento condiviso da Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna, sarà portato in discussione al Consiglio “Agricoltura e pesca” giovedì 7 aprile 2022.

Nel documento comune, i tredici Stati membri mettono in evidenza la situazione, senza precedenti, che si protrae da due anni a causa del Covid e dell’invasione russa dell’Ucraina che ha destabilizzato i mercati a danno degli agricoltori europei e delle filiere di approvvigionamento creando problemi di liquidità in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria alimentare.

“La misura dovrebbe consentire agli Stati membri di utilizzare i fondi disponibili nell’ambito dei loro programmi di sviluppo rurale esistenti per il periodo 2021-2022 al fine di sostenere gli agricoltori e le PMI particolarmente colpiti dalla crisi secondo la logica e il meccanismo della misura straordinaria per lo sviluppo rurale COVID-19 adottata nel giugno 2020 – commentano Sara Baudo Presidente di Coldiretti Novara-Vco e Francesca Toscani Direttore – La proposta è importante per semplificare l’erogazione dei fondi comunitari alle imprese in un momento di grande emergenza ma a livello comunitario servono più coraggio e risorse per migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli”.

 

 

PISA, FAUNA: PICCIONI E STORNI SI DIVORANO LA SOVRANITA’ ALIMENTARE

 

Piccioni e storni si divorano la speranza della nostra “sovranità alimentare”. E così gli agricoltori rinunciano a seminare o sono costretti a scegliere altre produzioni per sopravvivere. L’unico modo che hanno per difendersi da soli sono i guardiani delle semine, operai agricoli incaricati dagli stessi agricoltori per presidiare ed allontanare decine e decine di piccioni e storni con petardi e battimani correndo da un terreno all’altro per evitare che si divorino i prossimi raccolti. Sono una vera e propria calamità gli stormi di piccioni che banchettano con le semine ancora fresche, appena posate dagli agricoltori, di ceci, lenticchie, girasoli ed altre coltivazioni stagionali. Uno svolazzare senza sosta, tra i campi di Cascina e Pontedera ma è così in molte aree della Toscana, che dimezzerà le rese dei prossimi raccolti. A denunciarlo è Coldiretti Pisa Livorno che chiede alla Regione Toscana di velocizzare le procedure per gli abbattimenti in quelle zone della Toscana dove il fenomeno è diventato insostenibile e dove sta compromettendo i prossimi raccolti. “E’ inutile parlare di sovranità alimentare ed aumentare le superfici di coltivazione se non risolviamo prima l’emergenza piccioni e fauna selvatica. – analizza Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana e Presidente della Federazione di Pisa – Molti terreni, nella nostra regione, restano incolti non per disinteresse degli agricoltori ma perché sono purtroppo coltivazioni a perdere. Nei terreni marginali, la presenza fuori controllo della fauna, rappresenta una motivazione di abbandono con conseguenze per la tenuta idrogeologica, il mantenimento dei pascoli e della biodiversità. Non possiamo pensare di ridurre la nostra dipendenza dall’estero, producendo di più, se prima non mettiamo in condizioni le aziende agricole, che sono il motore alimentare del nostro paese, in condizioni di coltivare e raccogliere tutto ciò che seminano. Il ritardo nell’attivazione delle procedure per il contenimento di queste specie significa ridurre drasticamente le potenzialità dei raccolti. Serve maggiore reattività da parte del sistema per difendere le colture”

Lo strumento di difesa c’è ed è il piano di controllo del piccione che prevede l’attivazione di misure di prevenzione e di prelievo dopo la richiesta da parte anche degli agricoltori. Richiesta che Francesco Musu, imprenditore agricolo della Valdera ha fatto alla fine del mese di febbraio. Musu, che produrre anche girasoli quest’anno ha deciso di ridurne la coltivazione passando da 50 ettari a poco più di 5 per colpa proprio dei piccioni nonostante la richiesta crescente da parte del mercato della trasformazione. “Non si riesce a salvare i raccolti dai piccioni. – racconta Musu – E’ una battaglia persa. Ci difendiamo come possiamo scacciando gli stormi con petardi o altri suoni. Ho dovuto impiegare due persone per sorvegliare i campi. I piccioni volano via ma poi ritornano poco dopo. Ed ogni volta si riparte da zero. Ho seminato 100 ettari tra ceci e lenticchie: si sono già mangiati il 30% delle semine e di questo passo non raccoglierò nulla. Ho fatto la richiesta sul portale di Artea per l’abbattimento preventivo come prevede il protocollo, ma le contromisure sono partite in ritardo e sono insufficienti di fronte ad un flagello come quello dei piccioni. Non raggiungeremo mai la sovranità alimentare se prima non siamo disposti a risolvere questi problemi che impediscono alla nostra agricoltura di esprimersi, produrre e rispondere ai bisogni della comunità”.

 

 

VERCELLI-BIELLA, SOS AGRICOLTURA DA ITALIA E ALTRI 12 PAESI UE

 

L’Italia insieme ad altri dodici Paesi lancia un SOS per l’agricoltura all’Unione Europea chiedendo un sostegno temporaneo eccezionale da attivare nell’ambito dello sviluppo rurale (FEASR) in risposta alla crisi senza precedenti e al suo impatto sui sistemi di produzione agricola e sulla sicurezza alimentare. Lo rende noto Coldiretti nel sottolineare che il documento condiviso da Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna, sarà portato in discussione al Consiglio “Agricoltura e pesca” giovedì 7 aprile 2022.

Nel documento comune, i tredici Stati membri mettono in evidenza la situazione, senza precedenti, che si protrae da due anni a causa del Covid e dell’invasione russa dell’Ucraina che ha destabilizzato i mercati a danno degli agricoltori europei e delle filiere di approvvigionamento creando problemi di liquidità in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria alimentare.

“La misura dovrebbe consentire agli Stati membri di utilizzare i fondi disponibili nell’ambito dei loro programmi di sviluppo rurale esistenti per il periodo 2021-2022 al fine di sostenere gli agricoltori e le PMI particolarmente colpiti dalla crisi secondo la logica e il meccanismo della misura straordinaria per lo sviluppo rurale COVID-19 adottata nel giugno 2020 – commentano Paolo Dellarole Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella e Francesca Toscani Direttore – La proposta è importante per semplificare l’erogazione dei fondi comunitari alle imprese in un momento di grande emergenza ma a livello comunitario servono più coraggio e risorse per migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli”.

 

 

PADOVA, BASTA CON SPECULAZIONI, SERVE GIUSTO VALORE PER IL LATTE ALLA STALLA

 

Settore latte, regna l’incertezza di fronte alle speculazioni mentre il prezzo riconosciuto ai produttori è ancora troppo basso per far fronte all’impennata dei prezzi, al punto che numerosi allevamenti stanno pensando seriamente alla chiusura. E’ quanto è emerso durante consulta zootecnica di Coldiretti Veneto per fare il punto della situazione del comparto. Ora i produttori di latte chiedono la convocazione del tavolo regionale della filiera, per invocare il rispetto di patti e fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla. 

Maurizio Canton, dirigente di Coldiretti Padova e allevatore di San Pietro in Gu, ha partecipato alla consulta e fa il punto sulla situazione nell’Alta Padovana, dove si concentra la maggioranza degli allevamenti da latte: “Ormai i contratti con le imprese di trasformazione vengono fissati di mese in mese, a conferma dell’incertezza di queste settimane, in cui tutti navigano a vista. Al momento i caseifici che producono Grana Padano stanno pagando da i 44 e i 45 centesimi al litro, più l’Iva e la qualità. Sotto a questa cifra gli allevamenti sono in perdita perché devono fare i contri con l’aumento generalizzato delle materie prime e dei costi energetici. In sostanza i 45 centesimi al litro di oggi equivalgono ai 38 dello scorso anno, perché al produttore resta in tasca sempre meno”. Canton non nasconde che di fronte a questa situazione ci sono allevatori che stanno seriamente pensando di portare il bestiame al macello e chiudere le stalle: “Specialmente le aziende di medie dimensioni, a conduzione familiare, si trovano in difficoltà e stanno valutando di cessare l’attività. Sarebbe una grave perdita per l’economia del nostro territorio basata proprio su questa tipologia di allevamenti. Senza contare che c’è il rischio di un calo di produzione di latte che metterebbe in difficoltà i principali caseifici”. 

“Nella consulta di Coldiretti abbiamo ribadito – aggiunge Canton – che è tempo di riconoscere il giusto valore al lavoro e alla dignità degli allevatori. Occorre mettere insieme tutti i soggetti coinvolti: dagli agricoltori ai trasformatori fino alla grande distribuzione. Le imprese agricole sono strozzate dai continui aumenti dei costi di produzione non compensati da un prezzo di vendita adeguato e in molti casi si trovano costretti ormai da mesi a vendere sottocosto per effetto di dinamiche speculative che ricadono interamente sulle loro spalle. Non si può più perdere tempo serve una presa d’atto collettiva prima che sia troppo tardi. In gioco c’è il futuro di un settore che solo nel nostro territorio conta centinaia di aziende.  Il rischio è la chiusura delle stalle con la perdita di un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”.

Il settore lattiero caseario della nostra provincia conta, specie nell’Alta Padovana e Destra Brenta, circa 500 aziende con un fatturato di poco meno di 90 milioni di euro, circa 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno, un quinto del totale veneto, destinato per lo più alla produzione di formaggi Dop e di latticini. 

 

 

VICENZA, UCRAINA: 21MILA ALLEVAMENTI A RISCHIO

 

21mila allevamenti rappresentativi di gran parte della produzione zootecnica nazionale, che garantiscono occupazione a 150.000 persone, sono a rischio per la recente proposta della Commissione europea che in materia di emissioni equipara le piccole stalle agli stabilimenti industriali. È quanto scrive il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi, in riferimento alla revisione della Direttiva 2010/75/UE finalizzata ad ampliare il campo di applicazione delle disposizioni in materia di emissioni industriali, estendendole sia all’allevamento bovino sia a nuovi allevamenti di più piccole dimensioni in tal modo considerati alla stregua di stabilimenti industriali

Allevamenti sotto pressione. “Si tratta di adempimenti che – spiega Coldiretti Vicenza – appesantiscono le condizioni degli allevamenti già toccati dall’insostenibile aumento dei costi provocati dalla guerra in Ucraina. Nel contesto dell’evidente emergenza sulla sicurezza e autosufficienza alimentare per l’Italia e l’Europa aperta dal conflitto ucraino-russo, si tratta di misure che penalizzano la produzione nazionale ed europea a favore delle importazioni da paesi extracomunitari (spesso realizzate senza reciprocità quanto a criteri sanitari, ambientali e sociali) e rischiano di porre una tassa indebita sui consumatori”.

La sostenibilità dell’allevamento italiano. “Ciò appare paradossale – prosegue Coldiretti Vicenza – considerando che l’allevamento italiano, anche grazie all’impegno del Governo sulla nuova frontiera dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, continua a mantenere una posizione di primato in termini di sostenibilità. Il sistema europeo, dal canto suo, è l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas a effetto serra (del 20% dal 1990) e tale dato potrebbe diminuire ancora guardando all’esperienza italiana, in cui le emissioni costituiscono il 7,1% rispetto al totale”.

Il Governo intervenga. “Le potenzialità di miglioramento – conclude Coldiretti Vicenza – sono alla portata della nostra zootecnia puntando fin d’ora sulla gestione dei residui e sulla produzione di energia rinnovabile attraverso il biogas e il biometano. Confidiamo nell’intervento del Governo italiano, nella direzione già assunta dal Governo francese che detiene la Presidenza di turno dell’Ue fino a fine giugno, affinché nei prossimi passaggi dell’iter legislativo in Parlamento ed in Consiglio UE, la proposta della Commissione sia profondamente rivista”.

 

 

ASTI, SOS AGRICOLTURA DA ITALIA E ALTRI 12 PAESI UE

 

L’Italia insieme ad altri dodici Paesi lancia un SOS per l’agricoltura all’Unione Europea chiedendo un sostegno temporaneo eccezionale da attivare nell’ambito dello sviluppo rurale (FEASR) in risposta alla crisi senza precedenti e al suo impatto sui sistemi di produzione agricola e sulla sicurezza alimentare. Lo rende noto Coldiretti nel sottolineare che il documento condiviso da Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna, sarà portato in discussione al Consiglio “Agricoltura e pesca” oggi giovedì 7 aprile 2022.

Nel documento comune, i tredici Stati membri mettono in evidenza la situazione, senza precedenti, che si protrae da due anni a causa del Covid e dell’invasione russa dell’Ucraina che ha destabilizzato i mercati a danno degli agricoltori europei e delle filiere di approvvigionamento creando problemi di liquidità in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria alimentare. 

“La misura dovrebbe consentire agli Stati membri di utilizzare i fondi disponibili nell’ambito dei loro programmi di sviluppo rurale esistenti per il periodo 2021-2022 al fine di sostenere gli agricoltori e le PMI particolarmente colpiti dalla crisi secondo la logica e il meccanismo della misura straordinaria per lo sviluppo rurale COVID-19 adottata nel giugno 2020” – commenta Marco Reggio presidente Coldiretti Asti. 

“La proposta è importante per semplificare l’erogazione dei fondi comunitari alle imprese in un momento di grande emergenza, – sottolinea Diego Furia direttore Coldiretti Asti – ma a livello comunitario servono più coraggio e risorse per migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli”.

 

 

BRESCIA, 21MILA ALLEVAMENTI A RISCHIO

 

21mila allevamenti rappresentativi di gran parte della produzione zootecnica nazionale, che garantiscono occupazione a 150.000 persone, sono a rischio per la recente proposta della Commissione europea che in materia di emissioni equipara le piccole stalle agli stabilimenti industriali. E’ quanto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi in riferimento alla revisione della Direttiva 2010/75/UE finalizzata ad ampliare il campo di applicazione delle disposizioni in materia di emissioni industriali, estendendole sia all’allevamento bovino sia a nuovi allevamenti di più piccole dimensioni in tal modo considerati alla stregua di stabilimenti industriali

Si tratta di adempimenti che – sottolinea Prandini – appesantiscono le condizioni degli allevamenti già toccati dall’insostenibile aumento dei costi provocati dalla guerra in Ucraina. Nel contesto dell’evidente emergenza sulla sicurezza e autosufficienza alimentare per l’Italia e l’Europa aperta dal conflitto ucraino-russo, si tratta di misure – continua Prandini – che penalizzano la produzione nazionale ed europea a favore delle importazioni da paesi extracomunitari (spesso realizzate senza reciprocità quanto a criteri sanitari, ambientali e sociali) e rischiano di porre una tassa indebita sui consumatori.

Ciò appare paradossale – sostiene Prandini – considerando che l’allevamento italiano, anche grazie all’impegno del Governo sulla nuova frontiera dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, continua a mantenere una posizione di primato in termini di sostenibilità. Il sistema europeo, dal canto suo, è l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas a effetto serra (del 20% dal 1990) e tale dato potrebbe diminuire ancora guardando all’esperienza italiana, in cui le emissioni costituiscono il 7,1% rispetto al totale.

“Le potenzialità di miglioramento – aggiunge Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia – sono alla portata della nostra zootecnia puntando fin d’ora sulla gestione dei residui e sulla produzione di energia rinnovabili. Confidiamo nell’intervento del Governo italiano, nella direzione già assunta dal Governo francese che detiene la Presidenza di turno dell’Ue fino a fine giugno, affinché nei prossimi passaggi dell’iter legislativo in Parlamento ed in Consiglio UE, la proposta della Commissione sia profondamente rivista”.

 

 

ASTI, PREOCCUPANO LE LIMITAZIONI POSTE DALLA RUSSIA ALL’EXPORT DALL’UCRAINA?

 

Il blocco delle esportazioni di cibo dalla Russia verso i Paesi considerati “ostili” annunciato dal presidente Vladimir Putin pesa appena per l’1% delle importazioni totali di grano nell’Unione Europea, ma la percentuale scende addirittura allo 0,5% per il mais destinato all’alimentazione animale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati del Centro Studi Divulga sugli effetti dell’eventuale ritorsione russa dopo l’annuncio di nuove sanzioni dell’Ue con il blocco delle importazioni di carbone. La Russia è diventato il principale esportatore mondiale di grano ma anche la dipendenza dell’Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato, per un quantitativo di circa 153 milioni di chili, dei quali 96 milioni di chili di tenero per la panificazione e 57 milioni di chili di duro per la produzione di pasta. Complessivamente le importazioni di cibo dalla Russia in Italia valgono 258 milioni di euro e sono rappresentate per oltre la metà proprio dai cereali per un importo di 136 milioni e tra questi soprattutto il grano, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al 2021.

“A preoccupare – fa notare Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – sono le limitazioni causate dalla guerra alle esportazioni di cereali dall’Ucraina dopo l’invasione russa che ha bloccato le spedizioni delle navi dal Mar Nero e reso più difficili le semine a causa del conflitto”. 

“In questo contesto è importante il via libera dell’Unione Europea ad utilizzare i circa 20 mila ettari di terreni a riposo per le prossime semine primaverili ed aumentare la produzione. – sottolinea  Diego Furia direttore di Coldiretti Asti  – “Si riduce, così, la dipendenza dall’estero da dove arriva circa la metà del mais necessario all’alimentazione del nostro bestiame, il 64% del grano tenero per la panificazione, che rende l’intero sistema e gli stessi consumatori in balia degli eventi internazionali”.

 

 

PIACENZA, LAVORO: IL BIO AUMENTA LA COMPETITIVITÀ DELLE AZIENDE

 

“Le aziende socie di Coldiretti, per i due bandi sulle misure agro ambientali dedicate al regime Biologico della Regione Emilia Romagna, hanno dato prova del grande interesse al settore e alle opportunità del PSR per il sostegno all’agricoltura Green. Si rileva tra l’altro una forte incidenza di aziende in conversione da agricoltura convenzionale a Biologica che hanno richiesto di accedere ai bandi, quest’ultimo dato è un forte segnale del valore che il regime biologico rappresenta per le nuove imprese e per investire su una competitività attenta alla sostenibilità ambientale diversificando i propri canali commerciali”.

Con queste parole il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli, ha commentato la risposta delle aziende ai bandi PSR 2014-20 prorogati anche al biennio 2021-22, appena chiusi, sulle misure agroambientali dell’agricoltura biologica che rappresentano complessivamente 2.836 aziende interessate per 15,9 milioni di euro di contributo richiesti.

Misure – conferma la responsabile del Servizio Agroambiente di Coldiretti Piacenza Enrica Gobbi –  che hanno trovato particolare riscontro nel Piacentino, con la nostra provincia che è capofila per numero di nuove aziende che hanno aderito per la prima volta al biologico. Un’attenzione al bio e ai suoi valori – conclude Gobbi – che si conferma quindi sempre in crescita nel Piacentino”.

 

 

FORLÌ, 21MILA ALLEVAMENTI A RISCHIO

 

21mila allevamenti rappresentativi di gran parte della produzione zootecnica nazionale, che garantiscono occupazione a 150.000 persone, sono a rischio per la recente proposta della Commissione europea che in materia di emissioni equipara le piccole stalle agli stabilimenti industriali. E’ quanto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi in riferimento alla revisione della Direttiva 2010/75/UE finalizzata ad ampliare il campo di applicazione delle disposizioni in materia di emissioni industriali, estendendole sia all’allevamento bovino sia a nuovi allevamenti di più piccole dimensioni in tal modo considerati alla stregua di stabilimenti industriali

Si tratta di adempimenti che – sottolinea Prandini – appesantiscono le condizioni degli allevamenti già toccati dall’insostenibile aumento dei costi provocati dalla guerra in Ucraina. Nel contesto dell’evidente emergenza sulla sicurezza e autosufficienza alimentare per l’Italia e l’Europa aperta dal conflitto ucraino-russo, si tratta di misure – continua Prandini – che penalizzano la produzione nazionale ed europea a favore delle importazioni da paesi extracomunitari (spesso realizzate senza reciprocità quanto a criteri sanitari, ambientali e sociali) e rischiano di porre una tassa indebita sui consumatori.

Ciò appare paradossale – sostiene Guido Cardelli Masini Palazzi Presidente di Coldiretti Rimini – considerando che l’allevamento italiano, anche grazie all’impegno del Governo sulla nuova frontiera dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, continua a mantenere una posizione di primato in termini di sostenibilità. Il sistema europeo, dal canto suo, è l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas a effetto serra (del 20% dal 1990) e tale dato potrebbe diminuire ancora guardando all’esperienza italiana, in cui le emissioni costituiscono il 7,1% rispetto al totale.

Le potenzialità di miglioramento – precisa – sono alla portata della nostra zootecnia puntando fin d’ora sulla gestione dei residui e sulla produzione di energia rinnovabile attraverso il biogas e il biometano. Confidiamo – conclude Prandini – nell’intervento del Governo italiano, nella direzione già assunta dal Governo francese che detiene la Presidenza di turno dell’Ue fino a fine giugno, affinché nei prossimi passaggi dell’iter legislativo in Parlamento ed in Consiglio UE, la proposta della Commissione sia profondamente rivista.

 

 

CREMONA, PNRR FOTOVOLTAICO, QUALI OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE AGRICOLE?

 

Grande partecipazione oggi a Malagnino, presso la sede del Consorzio Agrario Provinciale, per il primo incontro dedicato al tema “PNRR fotovoltaico, quali opportunità per le imprese agricole?” proposto da Coldiretti Cremona in collaborazione con GS Service. Numerosi soci – provenienti principalmente dalle zone di Cremona e Casalmaggiore – hanno risposto all’invito della Federazione, prendendo parte alla prima giornata in presenza, volta ad aggiornare le imprese in merito alla possibilità di produrre energia in agricoltura, a partire dagli impianti fotovoltaici, e alle opportunità previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Al tavolo dei relatori sedevano Paola Bono, direttore di Coldiretti Cremona, Serena Antonioli, vicepresidente, Andrea Ragazzini, responsabile dell’Ufficio Ambiente, e Simone Guarisco, GS Service.

Gli appuntamenti promossi da Coldiretti Cremona, in presenza sul territorio, proseguono. Il prossimo incontro – sempre in tema di PNRR fotovoltaico e opportunità per le imprese agricole – è fissato per giovedì 14 aprile, dalle ore 10:30 a Soresina, presso la sala Gazza (in via Giacomo Matteotti, 4), rivolto in particolare agli imprenditori agricoli delle zone di Crema e Soresina.

“È stato firmato il 25 marzo 2022 dal ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli il decreto attuativo della misura «Parco agrisolare», nell’ambito del PNRR, a cui sono destinate risorse da 1,5 miliardi per gli anni compresi tra il 2022 e il 2026 – spiega Coldiretti Cremona –. Il testo ora è stato inviato a Bruxelles per l’approvazione da parte della Comunità Europea e se approvato verrà emanato il bando contenente le indicazioni tecnico–operative entro la scadenza del 30 giugno 2022. L’aiuto è costituito da un contributo in conto capitale – prosegue Coldiretti Cremona – per la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli immobili strumentali alle attività agricole e zootecniche, comprese le attività connesse e agrituristiche, nonché alle attività agroindustriali. E’ nostro impegno incontrare le aziende agricole, insieme a tecnici specializzati, per offrire loro tutte le informazioni in merito ai contenuti del decreto, ai progetti e alle spese ammissibili, ai termini e tempi di questa opportunità”.

 

 

COMO-LECCO, PRODUZIONE CARNE RISCHIO CON LA “STRETTA” SUI PICCOLI ALLEVAMENTI

 

La zootecnia è un asse portante dell’economia agricola lariana, con le due province di Como e Lecco inserite in un contesto regionale, quello lombardo, dove vengono allevati oltre la metà dei maiali italiani, il 28% dei bovini e il 15% tra polli, galline e tacchini italiani. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Como Lecco in riferimento all’adozione della proposta di direttiva della Commissione europea che allarga il campo di applicazione della norma sulle emissioni industriali ad allevamenti molto più piccoli di quelli già previsti per l’allevamento suino e avicolo e inserisce anche l’allevamento bovino.

“La proposta della Commissione europea – denuncia il presidente dell’organizzazione agricola Fortunato Trezzi – rischia di portare alla chiusura in Italia migliaia di allevamenti che si trovano già in una situazione drammatica per l’insostenibile aumento di costi di mangimi ed energia provocati dalla guerra in Ucraina”.

La nuova proposta di direttiva – spiega Coldiretti Como Lecco – estende infatti una serie di pesanti oneri burocratici a quasi tutti gli allevamenti dei settori suinicolo, avicolo e bovino che vengono considerati alla stregua di stabilimenti industriali e dovranno sottostare a rigide norme in materia di controlli ed autorizzazione con livelli di burocrazia e costi insostenibili soprattutto per alcune realtà marginali situate nelle aree interne.

Una decisione che colpisce direttamente gli allevatori e i consumatori in Italia che dipende già dall’estero per il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. “Il rischio – precisa Trezzi – è quello di colpire la produzione nazionale ed europea per favorire le importazioni da paesi extracomunitari spesso realizzate senza il rispetto degli stessi criteri, sanitari, ambientali e sociali richiesti all’interno dell’Unione Europea. Serve quindi senso di responsabilità da parte delle Istituzioni nazionali e della Ue affinché nei prossimi passaggi dell’iter legislativo in Parlamento ed in Consiglio UE, possa essere profondamente rivista la proposta della Commissione, con l’impegno dei Ministri coinvolti e degli eurodeputati italiani. E’ uno scenario ampio, in cui l’Italia rischia di rimanere senza carne in una situazione in cui gli allevatori italiani devono affrontare incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per una buona parte degli allevamenti italiani che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione”.

“In un momento in cui è sempre più evidente la necessità di puntare sulla sicurezza alimentare e sull’autosufficienza, a Bruxelles si rischiano di fare scelte che aprono la strada alla carne sintetica – conclude il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che – la carne italiana nasce da un sistema di allevamento che per sicurezza, sostenibilità e qualità non ha eguali al mondo, consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne”.

 

 

VARESE, +1,5% IMPRESE IN CAMPAGNA LEGGE REGIONALE OCCASIONE DA NON SPRECARE

 

Aumentano dell’1,5% in un anno le imprese agricole gestite da giovani nelle campagne lombarde. È quanto afferma la Coldiretti su dati del registro imprese a fine 2021, in occasione della presentazione della nuova legge regionale per i giovani illustrata dal presidente Attilio Fontana e dall’assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione, Stefano Bolognini.

“Un provvedimento che ha visto coinvolta Coldiretti fin dalla prima fase della sua elaborazione – commenta il delegato di Coldiretti Giovani Impresa Varese Enrico Montonati – e che ci auguriamo possa essere uno strumento utile per mettere al centro le esigenze delle giovani generazioni in ogni settore a partire da quello agricolo, che l’emergenza Covid e l’attuale guerra in Ucraina stanno dimostrando essere centrale per il nostro Paese. Va ricordato che l’agricoltura conquista l’appeal delle nuove generazioni, ma purtroppo nel Varesotto il problema della scarsità di suolo agricolo è reale: la nostra è purtroppo una delle province più cementificate in Italia”.

“Siamo pronti a partecipare attivamente ai futuri progetti e iniziative che da questa legge prenderanno piede – aggiunge il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori – a cominciare dall’osservatorio regionale sulle politiche giovanili, per rappresentare anche in questo contesto il contributo che i giovani agricoltori possono dare all’intera società a partire dal lavoro quotidiano nei campi”.

I giovani – afferma Coldiretti Varese – hanno quindi consentito di mantenere viva la tradizione dell’agricoltura prealpina ma, allo stesso tempo, hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore, impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dallo sgombero neve alla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche all’agricoltura sociale per l’inserimento delle fasce debli, fino alla sistemazione di parchi, giardini, strade e alla cura del paesaggio o alla produzione di energie rinnovabili.

Le nuove generazioni di agricoltori – conclude la Coldiretti – sono in prima fila anche nella rivoluzione digitale nelle campagne italiane con un’impresa agricola giovanile su tre (31%) che applica oggi tecniche di agricoltura di precisione, secondo un’analisi Coldiretti sulla base del rapporto del Centro Studi Divulga. Ma tra i giovani molto apprezzato è anche l’utilizzo dei social per la promozione delle proprie attività: più di uno su tre (37%) usa i social network, con Facebook che rimane il canale preferito (71%).

 

 

SONDRIO, PER PASQUA E PONTI DI PRIMAVERA AGRITURISMI PRONTI ALL’ACCOGLIENZA

 

“Il clima diffuso di tensioni legate all’impennata dei costi di generi alimentari, energetici e gasolio, e la crescente preoccupazione per l’evoluzione della guerra in Ucraina nel contesto europeo ed internazionale hanno inciso nelle prenotazioni per il periodo di aprile e maggio, ritardando anche quelle in vista della Pasqua”.

Lo sottolinea Angelo Cerasa, presidente dell’associazione agrituristica Terranostra Sondrio: “Senza queste nuove condizioni di incertezza le strutture agrituristiche di Valtellina e Valchiavenna avrebbero registrato il tutto esaurito da diverse settimane, invece c’è ancora qualche posto disponibile. Siamo comunque ottimisti, perchè tanto è il desiderio di recuperare il tempo perduto a causa del Covid da parte dei nostri clienti, che arrivano da tutta Europa e, in particolare, da Svizzera e Germania”.

Il periodo pasquale, e più in generale tutto il secondo trimestre dell’anno tra aprile, maggio e giugno, rappresentano un momento importante per gli agriturismi. “Dopo aver scontato in maniera più pesante e repentina le limitazioni imposte dalla pandemia e dalle restrizioni stiamo assistendo a una nuova rinascita, c’è un rinnovato entusiasmo, il desiderio di stare insieme, di vivere l’aria aperta, di farsi coccolare. Siamo impegnati in questi primi giorni di sole con percorsi didattici in fattoria, pranzi e cene concentrati per lo più nei week end – ha proseguito – ma la macchina organizzativa si è messa in moto per i ponti di primavera, per Pasqua e per il 25 aprile che, come detto, vedono già molte delle nostre strutture al completo”.

A Pasqua la media delle prenotazioni è per ben 3 notti, “quindi possiamo dirci soddisfatti che tanti turisti alla ricerca del relax e della buona tavola scelgano le nostre strutture Terranostra di Campagna Amica, affidabili, garantite e capaci di unire alla tradizione contadina esperienze innovative e servizi ricercati. Questo però non basta a colmare le perdite subite in questi anni di pandemia. Il lavoro che dobbiamo continuare a fare è collettivo e trasversale: lo stiamo facendo attraverso un impegno quotidiano e capillare di formazione e supporto alle imprese. Ma abbiamo necessità del sostegno da parte di tutte le competenze e le istituzioni affinché il rilancio non sia solo economico ma di immagine”. 

Gli agriturismi Terranostra di Campagna Amica stanno disegnando una nuova identità del turismo, un nuovo modo di viverlo, che va oltre gli itinerari standardizzati e si fa promotore di bellezza, qualità ed eccellenza attraverso non solo proposte enogastronomiche di spessore ma anche fattorie didattiche, sport, percorsi esperienziali e culturali.

“Gli agriturismi – ha commentato Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio – possono davvero svolgere un ruolo centrale per una vacanza made in Valtellina e Valchiavenna capace di offrire attraverso il turismo di prossimità un’occasione per conoscere da vicino i piccoli e meravigliosi borghi della nostra regione, per riscoprire la bellezza della vita di campagna e per gustare le nostre tipicità agroalimentari. Devono rappresentare dunque la premessa e la scommessa dalla quale ricominciare per il rilancio economico, culturale e sociale delle nostre valli”.

 

 

CREMONA, DUE GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI A SMART FUTURE ACADEMY

 

Due giovani imprenditori agricoli di Coldiretti Cremona – Rossana Fassera e Carlo Maria Recchia – saranno tra i protagonisti della tappa cremonese di Smart Future Academy, l’innovativo progetto rivolto alle scuole superiori, nato con l’obiettivo di aiutare gli studenti a comprendere cosa vorrebbero fare “da grandi” attraverso il contatto con figure di eccellenza dell’imprenditoria, della cultura, della scienza e dell’arte.

Volentieri i due giovani agricoltori cremonesi hanno accettato di intervenire in qualità di speaker nella tappa cremonese, prevista per domani, venerdì 8 aprile.

Rossana Fassera, 30 anni, rappresentate legale dell’azienda agricola Fassera Gabriele e Maurizio Daniele di Isola Dovarese, racconterà la scelta di dedicarsi all’allevamento e alla produzione di formaggi, dando vita ad un piccolo caseificio. Laureata in scienze dell’educazione, dopo quattro anni al lavoro come educatrice, Rossana ha deciso di restare in azienda, accanto al papà e allo zio, portando innovazione, nuove sfide, il grande coraggio di seguire un sogno. “Siamo una piccola azienda a conduzione familiare, alleviamo frisone, con cinquanta vacche in lattazione e mungitura robotizzata. Da un anno abbiamo aperto il caseificio aziendale. E’stata una grande sfida vinta – spiega –. Nel nostro caseificio produco formaggi freschi e stagionati, yogurt, latte fresco. Propongo i prodotti nello spaccio aziendale e presso i mercati di Campagna Amica”. “Sabato festeggiamo un anno dall’inaugurazione del caseificio – prosegue –. Aprirlo in pieno lockdown non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo rischiato, ci siamo buttati e i risultati sono stupefacenti. La gente ci conosce, apprezza i nostri prodotti, torna ad acquistarli. La mia azienda è in crescita. Svolgo un lavoro impegnativo, che amo profondamente”

Carlo Maria Recchia, classe 1993, imprenditore agricolo di Formigara è l’altro speaker cremonese selezionato dal Comitato Scientifico di Smart Future Academy per raccontare la propria esperienza ai giovanissimi interlocutori, mostrando come sia possibile raggiungere la realizzazione personale e lavorativa seguendo la propria passione e inclinazione.

Il racconto di Carlo Maria Recchia non mancherà di conquistare gli studenti. La sua è la storia di un giovane agricoltore di prima generazione che – mettendo a terra un progetto iniziato alla scuola di agraria – ha recuperato la coltivazione del mais corvino, una delle varietà più antiche al mondo, conosciuta già ai tempi dei Maya. Così Carlo Maria Recchia ha dato corpo alla sua impresa agricola. Ha affittato del terreno nella campagna cremonese; a Castelleone ha dato vita a un mulino per la macinazione a pietra (un processo che permette di conservare tutte le proprietà del prodotto) e dalla trasformazione del mais corvino ha ottenuto farine, pasta e prodotti da forno, gallette, birra, dolci tipici. Prodotti particolarmente apprezzati che oggi Recchia propone ai cittadini, alla ristorazione, e che esporta all’estero.

Carlo Maria Recchia è anche delegato provinciale e regionale di Coldiretti Giovani Impresa. Potrà dunque presentare agli studenti l’esperienza e le sfide che condivide con tanti giovani agricoltori lombardi e italiani, all’interno di Giovani Impresa, la forza giovane di un’agricoltura che investe nella nostra terra, che crede nelle proprie tradizioni e che rappresenta un modo nuovo di interpretare l’agricoltura, distintivo, innovativo che parte dai territori italiani e si proietta alla conquista dei mercati mondiali con le nostre eccellenze.

 

 

ASTI, IL MEDICO DIETOLOGO GIORGIO CALABRESE HA INCONTRATO I GIOVANI

 

Diete e disturbi del comportamento alimentare” e “Alcol. Da quando e come?”. Se n’è parlato venerdì 1° aprile in occasione del terzo incontro (secondo per le Scuole Superiori) “A tavola col nutrizionista clinico e medico dietologo Giorgio Calabrese”, promosso da Coldiretti Asti nell’ambito della campagna di formazione/informazione sui temi di Alimentazione e Salute.

 Argomenti di cui i giovani sono particolarmente sensibili e rispetto ai quali le fake news, spesso, imperversano negativamente disorientando e inducendo ad abitudini alimentari pericolose, in particolar modo, durante la delicata fase di sviluppo e crescita. Inoltre, a collocarsi tra i primi campanelli d’allarme dei disagi e dei disturbi del comportamento giovanili, ci sarebbero proprio le alterate abitudini alimentari.

“Il rapporto con l’alimentazione è spesso un rapporto di riempimento gastrico e comportamenti alimentari squilibrati, nella quasi totalità dei casi, si riferiscono a persone che non si dicono la verità – ha esordito lo speciale docente la cui professionalità è stimata e richiesta a livello internazionale.

Catalizzati dagli imperanti modelli diffusi prepotentemente dai media/social, sempre più, i giovani tendono ad identificarsi nelle icone plastiche e perfette di un mondo alterato e sofisticato, trainato da pseudo “idoli” e influencer psicologici. Mentre nell’aspetto fisico della donna l’accento è posto sulla magrezza, nell’uomo viene esaltato il fisico asciutto e muscoloso. “Ma l’equilibrio è dato dalla perfettibilità e non dalla perfezione – ha sottolineato Calabrese, quindi, attenzione ai modelli culturali e alle mode pericolose. “Abitudini alimentari salutiste e sportive possono diventare vere e proprie ossessioni, predisponendo a disturbi alimentari e dell’immagine corporea”.  

All’aumento vertiginoso dei disturbi del comportamento alimentare, si associano le nuove forme di “Bigoressia” (desiderio di un corpo muscoloso), “Ortoressia” (ossessione maniacale per i cibi sani) e “Drunkoressia” (astinenza dal cibo per compensare l’eccessiva assunzione di alcol) di cui spesso si ignorano i sintomi e, soprattutto, le conseguenze.

Dietro ad una buona anamnesi, lo specialista deve sempre tenere conto dei fattori predisponenti la vulnerabilità al disturbo alimentare, quali sono quelli individuali, famigliari e, ultimo ma non ultimo, quelli di natura socio-culturale – ha spiegato il professore; – fattori che singolarmente o in forma combinata concretizzano rischi reali. Il costante aumento del sovrappeso in età infantile/adolescenziale, le cattive abitudini alimentari e l’industrializzazione eccessiva dell’offerta alimentare rendono sempre più importante la costruzione di una cultura della nutrizione abbinata all’esercizio fisico. La Dieta Mediterranea associata ad un regolare esercizio fisico (20 minuti di camminata andante al giorno e un’ora/due di sport due volte la settimana) continuano ad essere le regole base, mentre di fronte a disturbi alimentari per problemi di natura psichica, l’esperto consiglia sempre un primo confronto con lo psicologo/psicoterapeuta per l’accettazione del sé e, a seguire, viene definita una dieta sana, genuina e dal rapportato apporto calorico e nutrizionale.

Presupposti che stanno alla base della filosofia di Coldiretti, da sempre impegnata nella promozione del prodotto sano e genuino a kmZero e stagionale.

Dall’alimentazione all’alcol, la Lectio Magistralis di Calabrese ha spostato l’attenzione sul consumo che ne viene fatto tra i giovani e da quando è possibile consumarlo senza arrecare danni all’organismo.

Calabrese è così partito da un inconfutabile assunto qual è: “l’acqua si beve, mentre il vino si degusta”. Si è così parlato dei danni prodotti al cervello col Binge Drinking (bere molte bevande alcoliche in poco tempo) e di quanto sia dannoso per l’organismo assumere alcol in età adolescenziale, in considerazione del fatto che, fino all’età di 18 anni, il fegato non produce gli enzimi necessari che metabolizzano l’alcol. In difetto, si incorrerà in valori alti delle transaminasi. Attenzione, poi, alle birre che contengono gradazione alcolica, talvolta, anche superiore a quella dei vini.

Il prossimo appuntamento è fissato per venerdì 29 aprile per parlare di “Emozioni e alimentazione: fame emotiva e fame fisica”. Nell’occasione si concluderà il primo ciclo d’incontri rivolti ai discenti degli Istituti d’Istruzione Superiore col professor Calabrese con un’appendice dedicata ai farmacisti.

L’incontro tornerà ad essere seguito in presenza e in diretta streaming dagli studenti degli IIS Vittorio Alfieri, Francesco Vercelli e Castigliano.

Soddisfazione per il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia rispetto alla risposta degli Istituti d’Istruzione Superiore e all’interesse dimostrato dagli studenti stessi, in parte iscritti al percorso Sperimentale Biomedico – è nostra intenzione proseguire in questa direzione, con la convinzione che alla base del benessere sociale e ambientale ci sia anche, e soprattutto, una corretta educazione alimentare”.

Tra i presenti anche il primo cittadino della Città di Asti Maurizio Rasero.

 

 

Appuntamenti

 

 

LAZIO, ARRIVA L’OLIO DELL’IMPERATORE ADRIANO A MARCHIO IGP

 

L’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este – VILLAE (Tivoli, MiC) apre le porte alla scuola e alla stampa per divulgare la conoscenza dell’olio extravergine d’oliva e in particolare della produzione di Villa Adriana, Olea Hadriani. Le VILLAE hanno ottenuto il marchio Igp-Olio di Roma, che verrà presentato domani, venerdì 8 aprile 2022, nell’ambito di un progetto di valorizzazione avviato in partnership con Unaprol Coldiretti Lazio. L’iniziativa si sviluppa in un paesaggio di antica bellezza, che fonde in un mirabile connubio l’uliveto storico e i resti archeologici di Villa Adriana.

Oltre al Direttore dell’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Andrea Bruciati, saranno presenti, il Vicepresidente nazionale di Coldiretti e Presidente di Unaprol, David Granieri, e Nicola Di Noia, Direttore Generale di Unaprol. Alla manifestazione parteciperanno gli alunni dell’Istituto Agrario Garibaldi di Roma, che seguiranno un percorso didattico tale da abbracciare i punti di maggior interesse del sito archeologico, dal Teatro Marittimo, spazio intimo e riservato della vasta dimora tiburtina, che immaginiamo dedicato dall’imperatore Adriano (117-138 d.C.) al pensiero e alla meditazione, ai Mouseia, che custodiscono la decorazione architettonica e scultorea della villa. Il percorso si concluderà con una lezione tenuta dalla Fondazione Evo School per distinguere e riconoscere l’olio di qualità. 

Gli ulivi di Villa Adriana rappresentano un vero e proprio monumento verde, non solo per l’aspetto maestoso e solenne, che caratterizza un paesaggio agricolo unico in cui sono incastonati i resti della residenza imperiale, ma anche perché risalgono per lo più al XVIII secolo. Tra questi, però, c’è un esemplare monumentale ancora più antico chiamato Albero Bello, da cui si ricava dell’ottimo olioL’Albero Bello, che si inserisce nel percorso di visita e risale al XIII secolo, è considerato il patriarca di Villa Adriana, testimone silenzioso di una storia quasi millenaria. L’uliveto rappresenta inoltre un tesoro di biodiversità: qui è possibile trovare sette varietà, di cui alcune davvero rare, espressione dell’ineguagliabile primato mondiale del nostro Paese, che vanta circa 700 cultivar.

In considerazione delle specificità e dell’unicità di questo patrimonio Coldiretti Lazio e Unaprol hanno proposto una partnership alle Villae nel comune intento di intraprendere una straordinaria opera di salvaguardia e valorizzazione dell’uliveto storico e del paesaggio, che prevede il coinvolgimento di  Op Latium nelle attività operative. In quest’ottica rientra anche la produzione dell’Olio Extravergine di Oliva di Adriano, una vera eccellenza, che esprime le peculiarità e l’eccezionalità propria della tradizione agricola locale, regionale e nazionale, nonché di uno stile di vita volto a promuovere il Made in Italy. In questo contesto è stata realizzata anche una selezione di pregio con l’olio monovarietale dell’Albero Bello. La collaborazione esprime nel suo complesso una scelta etica importante e condivisa, che mira a tutelare il paesaggio e la tradizione, ma anche a tramandarne i valori alle giovani generazioni.

https://lazio.coldiretti.it/tivoli-a-villa-adriana-e-villa-deste-arriva-lolio-dellimperatore-adriano-a-marchio-igp-in-partnership-con-unaprol-e-coldiretti-lazio/

 

 

LOMBARDIA, LE OPPORTUNITÀ ISMEA PER LE IMPRESE AGRICOLE LOMBARDE

 

Le opportunità offerte da Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, per sostenere le imprese agricole lombarde al centro di un incontro online organizzato da Coldiretti Lombardia. L’appuntamento rivolto agli agricoltori è per domani, venerdì 8 aprile, alle ore 10.

 

In programma – spiega la Coldiretti regionale – gli interventi di Angelo Frascarelli, presidente Ismea; Giorgio Vinceslai, responsabile Direzione Servizi per le Imprese; Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi; Paolo Carra, vice presidente di Coldiretti Lombardia.

In un momento in cui un’impresa agricola lombarda su due (49%) si trova costretta a lavorare con i bilanci in rosso – afferma la Coldiretti Lombardia in base a un’analisi su dati Crea – è importante che gli imprenditori agricoli conoscano tutte le opportunità di sostegno messe a loro disposizione, a cominciare da quelle sul credito.

 

 

TOSCANA, L’AGROALIMENTARE EUROPEO AL TEMPO DELLA CRISI

 

All’iniziativa attesi il Presidente Eugenio Giani ed il vice presidente Stefania Saccardi ed il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Dall’agroalimentare al tempo della crisi agli effetti della pandemia e della guerra sulle imprese agricole, sulle stalle e sui pescherecci, dagli approvvigionamenti delle materie prime ed energetiche dall’estero alla necessità di diminuire rapidamente la nostra dipendenza passando per il nuovo scenario dell’imprenditoria giovanile in Toscana fino alla bioeconomia con il progetto “Go-Card” per il recupero dei terreni marginali attraverso la filiera del cardo da seme.

Sono i temi principali al centro dell’iniziativa promossa da Giovani Impresa Coldiretti in programma venerdì 8 aprile, dalle ore 15.00, presso il Salone degli Elementi di Palazzo Vecchio (Piazza della Signoria) a Firenze nell’ambito delle premiazioni del concorso Oscar Green 2021.

Al focus (registrazione dalle ore 14.30), che sarà aperto dai saluti del Presidente Coldiretti Firenze Prato, Roberto Nocentini, dall’assessore all’urbanistica, ambiente e turismo del Comune di Firenze, Cecilia Del Re e dal Presidente della Camera di Commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi, parteciperanno in qualità di relatori: Michele Falce (Responsabile Area Produzione e Servizi Agricoli Novamont), Gianluca Lelli (CEO Consorzi Agrari d’Italia), Giuseppe Salvini (Segretario Generale Camera di Commercio di Firenze), Stefano Leporati (Segretario Nazionale Coldiretti Giovani Impresa), Francesca Lombardi (Delegata Regionale Giovani Impresa Coldiretti), Felice Adinolfi (Direttore Centro Studi Divulga), Eugenio Giani (Presidente Regione Toscana), Dario Nardella (Sindaco del Comune di Firenze e Presidente di Eurocities), Stefania Saccardi (vice presidente della giunta regionale della Toscana), Angelo Frascarelli (Presidente Ismea), Veronica Barbati (Delegata Nazionale Giovani Impresa Coldiretti) e Fabrizio Filippi (Presidente Coldiretti Toscana). Coordina i lavori Angelo Corsetti (Direttore Coldiretti Toscana).

In occasione dell’iniziativa ampio spazio sarà dedicato alle imprese vincitrici dell’Oscar Green e alle loro innovazioni in campo agricolo, agroalimentare, sociale e turistico attraverso l’allestimento del Salone delle Sfide ed il loro racconto.

L’iniziativa è organizzata nell’ambito del progetto Agoragri, misura 1.2 del Piano di Sviluppo Rurale.

 

 

SICILIA, PROTAGONISTA A VINITALY DI VERONA

 

Per la prima volta il Vinitaly apre con l’esposizione di tutti i colori del vino portati a Verona dalle diverse regioni nell’esclusivo salone creato dalla Coldiretti per scoprire la più grande diversità cromatica del mondo offerta dal vino Made in Italy, frutto della combinazione della più ricca varietà di cultivar a livello mondiale e delle profonde differenze pedoclimatiche del territorio lungo tutta la Penisola. L’appuntamento è a partire dalle ore 9,30 di domenica 10 aprile nella Casa Coldiretti di fronte all’ingresso della struttura fieristica (Ingresso Cangrande) con il presidente nazionale Ettore Prandini e, tra gli altri, il presidente Coldiretti Sicilia Francesco Ferreri.

 Nel giorno di apertura sarà presentato lo studio con la top ten delle denominazioni che hanno avuto il maggior incremento dei consumi in Italia, esposte per l’occasione insieme allo studio Coldiretti sui colori del vino.

Domenica 10 aprile alle 14,30 un grande appuntamento dedicato ai “big” delle eccellenze italiane, a cura del Comitato di supporto alle politiche del vino promosso da Coldiretti coordinato da Riccardo Cotarella, che riunirà alcune delle cantine più prestigiose del Vigneto Italia con la presenza del Ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli.

Lunedì 11 aprile, alle ore 9,30, spazio all’approfondimento con un incontro in programma all’Auditorium Verdi, con la presenza, tra gli altri, del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, del ministro alle Politiche agricole Stefano Patuanelli. All’iniziativa prenderanno parte anche il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo, il presidente regionale Roberto Weber, presidente Centro Studi Divulga, Riccardo Cotarella, coordinatore del comitato di supporto alle politiche di mercato del vino della Coldiretti, Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere, Sergio Cimino, RC&Consulting, Mario Pezzotti, Fondazione Edmund Mach – Università di Verona Silvano Brescianini, Presidente del Consorzio Tutela del Franciacorta, Gianluca Lelli, Capo Area Economica Coldiretti.

Sarà presentato un viaggio cromatico in cui i colori della Sicilia contribuiranno alla formazione del ventaglio di produzione nazionale – sottolinea il presidente Francesco Ferreri – grazie al sapiente lavoro di generazioni di viticoltori che garantiscono quelle proprietà uniche ed irripetibili dalla vigna alla tavola.  Nella kermesse le nostre aziende diffonderanno ancor di più gli obiettivi raggiunti non solo in termini di qualità ma anche per la salvaguardia e lo sviluppo dell’ambiente. Chi tutela un vitigno, tutela un intero territorio e mai come ora proprio la Sicilia può mostrare le caratteristiche che ne fanno una regione naturalmente vocata per le eccellenze.   Nella nostra Regione – aggiunge – la vendemmia dura 4 mesi e questo attesta che la ricchezza produttiva da una parte all’altra.

Nei quattro giorni del Vinitaly sono organizzati dalla Coldiretti momenti dedicati ai nuovi trend del mondo del vino, dalla produzione ai consumi, con una particolare attenzione all’internazionalizzazione e alla sostenibilità ma anche curiosità con la presentazione di indagini, ricerche ed esposizioni mirate.

 

 

MARCHE, I GIOVANI PER RILANCIARE AGRICOLTURA ED ECONOMIA, OSCAR GREEN 2022

 

I giovani, l’agricoltura, la traiettoria di futuro del Paese. E i più bravi saranno premiati. Al via anche quest’anno le iscrizioni per gli Oscar Green, il premio all’innovazione in agricoltura dedicato agli under 40 chiamati a mettere in campo idee, coniugando la tradizione per le produzioni di qualità con la tecnologia, la robotica, la multifunzionalità con l’obiettivo di traghettare l’Italia verso un rilancio dell’economia. Il premio, promosso da Coldiretti Giovani Impresa, avrà come di consueto una fase regionale e una nazionale e già si lavora alla raccolta della candidature dell’edizione 2022. Sarà possibile iscriversi fino al 30 aprile 2022 direttamente sul sito https://giovanimpresa.coldiretti.it/ nella sezione Oscar Green in una delle sei categorie di concorso. Tra le novità c’è il debutto della categoria “Custodi d’Italia”, premio a coloro che contribuiscono al presidio dei territori più marginali e più difficili, esempi di agricoltura eroica che crea economia, lavoro e servizi nelle aree interne, difendendone l’ambiente e la biodiversità. E ancora. Categoria “Energie per il futuro e sostenibilità”, a premiare le imprese che lavorano e producono in modo ecosostenibile, che tutelano, valorizzano e recuperano, e che, rispondono ai principi di economia circolare e alla chimica verde, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando e producendo energia nel rispetto dell’ambiente; “Impresa Digitale”, dedicata ai progetti che applicano nuove tecnologie e innovazione digitale, e-commerce e web marketing; “Campagna Amica” per chi promuove e valorizza i prodotti Made in Italy attraverso la realizzazione di nuove forme di vendita e di consumo volte a favorire l’incontro tra impresa e cittadini. E poi. La categoria “Fare Filiera” prende in esame i progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologia così come artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica, mentre “Coltiviamo solidarietà” guarda alle iniziative dedicate ai bisogni della persona e della collettività. Nel frattempo c’è attesa per la premiazione nazionale per gli Oscar Green 2021, la cui fase regionale si è tenuta al Monastero di Fonte Avellana lo scorso settembre con 43 partecipanti. La data fissata è quella del 21 aprile anche se ancora non sono state ufficializzate le nomination. Toccherà pazientare ancora un po’, dunque, per scoprire se avremo giovani marchigiani alla fase finale. Marche che hanno sempre avuto un buon feeling con gli Oscar Green. La nostra regione detiene il titolo nella categoria “Sostenibilità” con Chiara Meriti, custode del mare da liberare dalla plastica che rimante intrappolata nella reti da pesca dell’Adriana III della marineria di Porto San Giorgio, e ha già vinto in passato con Martina Buccolini (azienda Si.Gi, Macerata) nel 2013 e con Jeffery Osoiwanlan (azienda agricola Fattoria di Campagna, Montecarotto) nel 2018.

 

I marchigiani da Oscar: le precedenti edizioni nazionali tra vittorie (in grassetto) e nomination

 

2009

 

Massimo Maffeo, azienda agricola Terra Grata, Montecarotto (an)

Finalista nella categoria “Stile e cultura d’impresa”

 

Patrizia Francioni, agriturismo Colle Regnano, Recanati (mc)

Finalista nella categoria “Energia per il futuro”

 

2011

 

Giorgio Poeta, azienda agricola Poeta, Fabriano (an)

Finalista nella categoria “In generation”

 

2012

 

Paolo Guglielmi, azienda agricola Il Lago nella Valle, Monte San Vito (an)

Finalista nella categoria “Non solo agricoltura”

 

Vivai Balestra, Grottammare (ap)

Finalista nella categoria “Stile e cultura d’impresa”

 

2013

 

Martina Buccolini, azienda agricola Si.Gi., Macerata

Vincitrice nella categoria “Esportare il territorio”

 

2014

 

Coop Oasicolori, Lamoli di Borgo Pace (pu)

Finalista nella categoria “In filiera”

 

2015

 

Alessandro Magagnini, florovivaio a Recanati (mc)

Finalista nella categoria “We green”

 

2016

 

Marika Socci, azienda Vitivinicola Socci, Castelplanio (an)

Finalista nella categoria “Impresa 2.Terra”

 

2017

 

Mattia Di Nicolò, azienda agricola Nuove Radici, Fermo

Finalista nella categoria “We Green”

 

2018

 

Jeffery Osoiwanlan, azienda agricola Fattoria di Campagna, Montecarotto (an)

Vincitore nella categoria “Noi per il sociale”

 

Sandra Quarantini, azienda agricola Color Off, Belvedere Ostrense (an)

Finalista nella categoria “Creatività”

 

2020

 

Chiara Meriti, Peschereccio Adriana III, Porto San Giorgio (fm)

Vincitrice nella categoria “Sostenibilità”

 

Giovanni Togni, Antica Fattoria, Santa Maria Nuova (an)

Finalista nella categoria “Campagna Amica”

 

 

FORLÌ, AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA UOVA E COLORI PASQUALI

 

SABATO 9 APRILE dalle ore 10.00, il mercato di campagna amica di Viale Bologna 75 accoglie tutti i clienti grandi e piccoli nel mercato coperto in versione primaverile.

Tanti colori e profumi, primizie e cibi genuini, sui banchi dei produttori di Campagna Amica, direttamente dalla campagne romagnole che si ridestano dopo un inverno freddo e lungo che ha messo a dura prova le colture e le fioriture.

“Ci prepariamo alla Santa Pasqua, con la tradizionale pittura decorativa delle uova – racconta Anna Pirillo responsabile del mercato di campagna amica di Forlì – attraverso una preziosa iniziativa supportata direttamente dalle aziende. I bambini potranno dipingere le uova fresche delle galline dell’azienda agrituristica La Capanna del Drago, di Enzo Alfatti e dell’azienda agricola Baldrati Pietro e portarle a casa per addobbare il simpatico albero pasquale, all’insegna della tradizione e del consumo consapevole, nel frattempo i genitori potranno liberamente effettuare i propri acquisti nei banchi dedicati e presenti al mercato ogni venerdì e sabato mattina. Sempre presente, alle spalle dei produttori, l’esposizione “Eco” che Coldiretti ed Eni promuovono a livello nazionale e che si concretizza nel nostro mercato di Forlì, una delle poche realtà individuate per realizzare l’ambientazione.

“La crisi colpisce direttamente imprese e famiglie con l’ortofrutta che è – racconta Fabio Della Chiesa Cuoco contadino e Presidente dell’Associazione Terranostra Forlì-Cesena e Rimini – la prima voce di spesa per una media di oltre 105 euro al mese, con una inversione di tendenza nei consumi che si sono ridotti del 3% per un quantitativo totale che è sceso a 5,9 milioni di tonnellate lo scorso anno.

“L’Italia della frutta – evidenzia Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena– primeggia in Europa con molte produzioni importanti: dalle mele alle pere, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne ma anche per molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi”.

L’iniziativa fa parte di un fitto calendario che propone nuove attività gratuite e rivolte in particolare ai bambini quasi ogni sabato del mese.

Per informazioni e per tutte le novità sulle iniziative del Mercato è possibile consultare la pagina Facebook Campagna Amica Forlì-Cesena oppure scrivere a agrimercato.fc.rn@coldiretti.it o contattare via Whatsapp il 366 7660048.

 

 

MILANO, I TESORI CONTADINI PROTAGONISTI ALLA PRIMA FIERA DELLE PALME POST COVID

 

Pane e biscotti preparati con farine di grani antichi, riso Carnaroli, frutta, verdura e carne: sono solo alcuni dei tesori agroalimentari a km zero presenti al farmers market organizzato a Melzo da Campagna Amica per la prima Fiera delle Palme dopo la pausa causata dal Covid. L’appuntamento – precisa la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – è per sabato 9 aprile dalle 14 alle 19 e domenica 10 aprile dalle 8 alle 19 in via Cristoforo Colombo.

Durante l’intero weekend – spiega la Coldiretti interprovinciale – una quindicina di imprese agricole della Lombardia porteranno le loro eccellenze nel cuore di una delle più note e antiche manifestazioni di piazza del territorio milanese. Oltre a quelle già citate, ci saranno anche: vini dell’Oltrepo Pavese, formaggi di capra e di latte vaccino, salumi, miele e prodotti alimentari fatti con i semi di canapa.

Dopo il grande successo del 2019, quando il mercato contadino di Campagna Amica venne proposto per la prima volta ai consumatori di Melzo in occasione dell’edizione numero 400 della Fiera, e dopo i due anni di stop imposti dalla pandemia, si rinnova la collaborazione tra la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, l’amministrazione comunale e gli organizzatori della rassegna, con il pubblico che potrà tornare tra i banchi degli agricoltori ad acquistare il cibo buono e sano direttamente dal campo e dalla stalla alla tavola.

 

 

PISTOIA, 5 IN LIZZA PER GLI OSCAR DELLE GIOVANI IMPRESE TOSCANE

 

In pista 5 aziende pistoiesi dell’Oscar Green, il premio di Coldiretti Giovani impresa che dà risalto all’agricoltura che innova. Domani, a Palazzo Vecchio a Firenze, ci sarà la proclamazione dei ‘campioni’ regionali della Toscana nelle diverse categorie del concorso riservato alla giovani leve dell’agricoltura.

Candidati nella categoria Sostenibilità e transizione ecologica i gemelli Alberto e Filippo Corsini delle Roncacce di Cutigliano la cui attività si focalizza sui vitelli da latte. Nella categoria impresa digitale si è candidata Silvia Agostini, con la sua azienda Ladre di piante di Pistoia dove produce piante che vende online. Nella categoria Campagna Amica c’è Federico Falzarano di Artemisia di Larciano, dove produce ortaggi e piante da orto biologici. Nella categoria Noi per il sociale c’è Fabio Bizzarri della Societa’ agricola La Foresta del Teso, di San Marcello Piteglio che affianca alla produzione di frutti di bosco il Forest bathing, terapia antistress tra gli alberi del bosco.

Nella categoria Fare rete c’è Federico Campioni del Frantoio di Croci, capofila del progetto Evo 2.0 per la valorizzazione di tutta la filiera dell’extravergine toscano.

L’iniziativa, organizzata nell’ambito del progetto Agoragri, misura 1.2 del Piano di Sviluppo Rurale, oltre al racconto delle storie aziendali dei vincitori, si occuperà di vari temi di estrema attualità: dall’agroalimentare al tempo della crisi agli effetti della pandemia e della guerra sulle imprese agricole, dagli approvvigionamenti delle materie prime ed energetiche dall’estero alla necessità di diminuire rapidamente la nostra dipendenza passando per il nuovo scenario dell’imprenditoria giovanile in Toscana.

Appuntamento domani venerdì 8 aprile, dalle ore 15.00, presso il Salone degli Elementi di Palazzo Vecchio (Piazza della Signoria) a Firenze. Al focus che sarà aperto dai saluti del Presidente Coldiretti Firenze Prato, Roberto Nocentini, dall’assessore all’urbanistica, ambiente e turismo del Comune di Firenze, Cecilia Del Re e dal Presidente della Camera di Commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi, parteciperanno in qualità di relatori: Michele Falce (Responsabile Area Produzione e Servizi Agricoli Novamont), Gianluca Lelli (CEO Consorzi Agrari d’Italia), Giuseppe Salvini (Segretario Generale Camera di Commercio di Firenze), Stefano Leporati (Segretario Nazionale Coldiretti Giovani Impresa), Francesca Lombardi (Delegata Regionale Giovani Impresa Coldiretti), Felice Adinolfi (Direttore Centro Studi Divulga), Eugenio Giani (Presidente Regione Toscana), Dario Nardella (Sindaco del Comune di Firenze e Presidente di Eurocities), Stefania Saccardi (vice presidente della giunta regionale della Toscana), Angelo Frascarelli (Presidente Ismea), Veronica Barbati (Delegata Nazionale Giovani Impresa Coldiretti) e Fabrizio Filippi (Presidente Coldiretti Toscana). Coordina i lavori Angelo Corsetti (Direttore Coldiretti Toscana).

 

 

ALESSANDRIA, TECNICHE DI DISERBO: EFFICACI MA AD IMPATTO ZERO

 

Per evitare che piante e agenti infestanti possano intaccare la salute delle coltivazioni è necessario attuare un’azione di diserbo e controllo periodico delle piante infestanti che consiste nella loro eliminazione o contenimento, con lo scopo di ridurre il danno nei confronti di coltivazioni, animali al pascolo, aree verdi o infrastrutture. In modo efficace ma ad “impatto zero” sull’ambiente e sul benessere delle coltivazioni.

Se ne parlerà nel corso di formazione organizzato da Inipa Nord-Ovest nella giornata di mercoledì 13 aprile dal titolo “Nuove tecniche di diserbo”.

“Da sempre il nostro obiettivo è quello dell’impatto zero e della sostenibilità ambientale, di rispondere alle indicazioni del Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, dimostrando come sia possibile investire nell’economia circolare e nella bioeconomia salvaguardando la biodiversità – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Modelli di produzione sostenibile che, se inseriti all’interno di un modello di sviluppo sistemico, rappresentano una straordinaria opportunità di crescita economica e occupazionale del territorio seguendo un approccio integrato e multisettoriale, garantendo produzioni ecocompatibili e rispettose degli ecosistemi”.

Questo il programma: dalle 8.30 alle 12.30, Aula Multimediale Inipa, corso Crimea 69 ad Alessandria; dalle 14.30 alle 18.30 Tenuta Castello di Uviglie, Località Castello di Uviglie 73, Rosignano Monferrato.

I docenti saranno Renato Del Mastro e Marco Del Mastro funzionari CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

“Grazie all’Inipa, l’Istituto per la formazione in agricoltura di Coldiretti, è possibile continuare un percorso di aggiornamento e di qualificazione della base associata – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. I corsi hanno come finalità la trasformazione dei vincoli in opportunità: la formazione e l’aggiornamento sono ormai due prerogative imprescindibili per l’imprenditore agricolo che vuole essere sempre più all’altezza di un mercato che guarda alla multifunzionalità chiedendo risposte rapide e in linea con una domanda che cambia rapidamente”.

Il corso, riservato a titolari, coadiuvanti o dipendenti di azienda agricola è gratuito in quanto rientra nel Bando Regionale 2/2018 e verrà attivato solo in caso di raggiungimento del numero minimo di allievi. Al termine, ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza e profitto.

 

 

MATERA, PRESENTA IL PROGETTO “LA CULTURA DELLA SALUTE”

 

La divulgazione del “mangiare sano” è obiettivo comune di AFT Accademia Federiciana e Coldiretti Basilicata che promuovono il progetto “La cultura della salute”. La presentazione dell’iniziativa è in programma, all’interno del mercato di Campagna Amica a Matera, sabato 9 aprile alle ore 10,30. Parteciperanno oltre la dirigenza di Coldiretti, Andrea Sacco, medico e presidente dell’Accademia Federiciana per le scienze Cardiovascolari e Umberto Palazzo, biologo e divulgatore, ideatore del progetto. L’iniziativa, promossa dall’Accademia federiciana per le scienze cardiovascolari e da Coldiretti Matera, prevede la divulgazione di un percorso di educazione sanitaria con un format innovativo sostenuto dai personaggi mitici dei vasi appulo lucani della “Collezione Rizzon “custoditi nel Museo Nazionale “Domenico Ridola” di Matera. Nei tempi passati, la paura dell’ignoto trovava riferimento nei Miti che venivano tramandati da generazioni e trovava un sicuro sollievo nella Magia di maghi e sciamani che diverranno i depositari dei rimedi e della buona sorte. La Basilicata era terra di figure prevalentemente femminili denominate “maciare” che allontaneranno il temuto malocchio e copriranno il vuoto di una ‘’Cultura Medica’’ patrimonio di pochi e con radici nella Grecia Antica. Le immagini sulle ceramiche magnogreche custodite nel Museo Ridola ci fanno rivivere un mondo lontano più di duemila anni e come antichi fumetti ci rendono visibile, divinità e personaggi dediti a uno stile di vita tipico dell’Area Mediterranea. I soggetti delle ceramiche della collezione Rizzon ci riportano alle nostre radici più profonde, quelle della Grecia antica e ai territori che hanno creato le condizioni per la domesticazione e diffusione della salutare e cosiddetta “Triade Mediterranea” costituita da uva, ulivo e cereali.