Primo piano
CREMONA, ESPLOSIONE COSTI ENERGIA
Situazione insostenibile per aziende e cittadini
L’esplosione dei costi dell’energia sta mettendo in ginocchio aziende e consumatori. Nella campagna cremonese le imprese agricole, gli allevamenti e gli agriturismi si sono visti recapitare in queste settimane importi pesantissimi, con bollette in alcuni casi addirittura quadruplicate, per soddisfare gli stessi bisogni energetici. L’esplosione dei costi di luce e gas si riversa a valanga su tutta la filiera agricola in un contesto già difficile a causa della siccità e degli eventi estremi che hanno danneggiato la produzione agricola, gravando ulteriormente sui bilanci già penalizzate degli agricoltori. A denunciarlo è Coldiretti Cremona che torna a sottolineare la necessità di misure urgenti per contrastare i rincari sull’energia che stanno avendo un impatto devastante sui prezzi finali, mettendo in ginocchio aziende e consumatori.
“Come avviene per le famiglie, anche le azienda agricole, come l’intera filiera alimentare, si ritrovano duramente colpite dall’aumento dei costi” denuncia Coldiretti Cremona. Più di un’azienda agricola su 10 (il 13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività – prosegue Coldiretti Cremona – ma ben oltre un terzo del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura, evidenzia la Coldiretti, si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
Nel sistema agricolo – evidenzia Coldiretti Cremona – i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre tra i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro. Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione.
“Così non possiamo andare avanti. Non c’è tempo da perdere – conclude Coldiretti Cremona –, bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia a famiglie e imprese che mettono a rischio una filiera agroalimentare che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”.
Dal Territorio
PUGLIA, DISERTATE BORSE MERCI BARI E FOGGIA PER CORTOCIRCUITO PREZZI (-80 €/TON)
Picco storico forbice tra cereali e semole (300€/t)
Per il cortocircuito dei prezzi del grano duro in Puglia, disertate le borse merci a Bari e a Foggia in uno scenario di crisi per le aziende agricole che stanno vendendo a prezzi al di sotto dei costi di produzione, balzati alle stelle a causa delle speculazioni aggravate dalla guerra in Ucraina, con il crollo della produzione per la siccità e del clima di incertezza nazionale e internazionale. A darne notizia è Coldiretti Puglia che fa muro contro la tendenza al ribasso che gli agricoltori non possono assolutamente permettersi dopo il rincaro stellare dei costi di produzione e la siccità che ha fatto crollare la produzione.
Da rilevare il picco storico della forbice dei prezzi tra grano duro e semole – aggiunge Coldiretti Puglia – mai così ampia, con una differenza di 300 euro dal campo alla prima trasformazione. La volontà degli industriali di far scendere il prezzo del grano italiano è emersa – aggiunge Coldiretti Puglia – anche durante la seduta della CUN a Roma, dove l’ultima proposta di riduzione è stata di euro 7-10 euro alla tonnellata, ridotta dopo un’ampia trattativa a -4 euro alla tonnellata.
“La speculazione in atto a causa del conflitto si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori”, afferma il direttore regionale, Pietro Piccioni.
In Puglia, tra l’altro, la produzione è in calo del 35%-40% a causa della siccità, proprio quando coltivare grano è costato agli agricoltori pugliesi fino a 600 euro in più ad ettaro a causa dell’impennata dei costi di produzione causata dall’effetto a valanga della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid, che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti.
Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali di costi correnti – continua la Coldiretti Puglia – sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.
La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità in alcune aree delle province di Bari e Foggia – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari, con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare che con i raccolti nazionali di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, si copre rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia – hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente,
Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia – per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.
LIGURIA, IL BIOLOGICO SCENDE IN CAMPO CONTRO LA GUERRA DEL GAS
L’agricoltura biologica taglia i consumi energetici e scende in campo per ridurre la dipendenza dal gas russo e i rincari dei prezzi scatenati dalla guerra in Ucraina, fattori che ormai da mesi si ripercuotono a valanga dalle aziende agricole alla spesa delle famiglie. Una battaglia, questa, che parte dal Sana di Bologna, il salone del biologico alla Fiera che giovedì 8 settembre vedrà l’inaugurazione dello stand della Coldiretti (Padiglione 30, Stand C/21), al cui interno verrà illustrato il contributo dell’agricoltura biologico italiana nella riduzione dei consumi energetici. Un’agricoltura che, per altro, è leader in Europa nel settore del biologico, vantando anche la presenza di innovative e numerose esperienze dei giovani agricoltori nostrani.
“Con 70mila produttori – spiegano Gianluca Boeri, Presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – l’italia si conferma il Paese leader in Europa per numero di imprese impegnate nel biologico, un settore con ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale. Nell’ultimo decennio le vendite bio totali sono più che raddoppiate (+122%), tanto che nel 2021 gli acquisti di questa tipologia di prodotti Made in Italy (e, nel nostro caso, Made in Liguria) hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro, tra consumi interni ed export. Secondo un’analisi di Coldiretti relativa ai dati Ismea, redatta a luglio per la presentazione del Piano di Azione del biologico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ad oggi la superficie coltivata a biologico in Italia supera i 2,1 milioni di ettari. Un dato che segna il record storico del nostro Paese, con un raddoppio trainato dalla fiducia dei consumatori, con 1 italiano su 5 che consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato. Allo stesso modo, questa spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi legati alla salute, così come fondamentali nella scelta di acquisto risultano la provenienza e le garanzie di certificazione degli alimenti. Non a caso, le aziende biologiche rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione della nostra agricoltura, e la stessa agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante per il nostro territorio, con le produzioni che vanno da quelle derivanti dall’attività zootecnica (latte, formaggi, miele, carne) all’olivicoltura, dall’orticoltura alla produzione di aromatiche. Promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata, riducendo i volumi delle importazioni, costituisce, dunque, un ulteriore stimolo di crescita del territorio”.
NORD SARDEGNA, EMERGENZA INVASIONE CINGHIALI: A RISCHIO I RACCOLTI
È allarme cinghiali (per numero e danni causati) sia in campagna che nei centri abitati in Sardegna come nel resto d’Italia dove se ne contano 2,3 milioni.
A rilanciare l’allarme è la Federazione di Coldiretti Nord Sardegna che quotidianamente riceve segnalazioni dai propri soci da ogni parte del suo territorio che comprende il Sassarese e la Gallura: i cinghiali attaccano gli animali (ammazzano anche le pecore), distruggono vigneti, oliveti, orti, divelgono le recinzioni, arano i terreni e gli erbai, distruggono gli impianti di irrigazione.
“Abbiamo dovuto anticipare la trinciatura del mais di 15 giorni per contenere le perdite – afferma Gianni Muntoni presidente Coldiretti Perfugas -. Alla fine, perdiamo di meno se lo raccogliamo prima perché i cinghiali stavano facendo razzie. Abbiamo raccolto circa il 35 per cento di mais in meno per colpa loro creandoci non pochi problemi sia per i costi di produzione arrivati alle stelle (coltivare un ettaro di mais costa oltre mille euro) e sia per il disagio per la produzione in meno essendo destinato ai nostri animali. Dovremo acquistare mais a prezzi altissimi”.
Secondo l’Organizzazione del Nord Sardegna “il fenomeno è da tempo fuori controlli e oltre ad essere un incubo incontrollabile per le aziende agricole sono diventati un pericolo anche per i cittadini ma soprattutto per gli automobilisti”.
Secondo la stima Coldiretti sui dati Aci “negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali”.
Nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici.
La fauna selvatica rappresenta ormai un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%). Il 69% degli italiani ritiene che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.
“Molto probabilmente si sottovaluta il problema perché non si ha consapevolezza dei danni che causano – evidenzia Gianni Muntoni -. Anche gli indenizzi non funzionano perché la troppa burocrazia scoraggia gli agricoltori dal denunciare, questo però spesso ci penalizza due volte perché oltre a non ricevere gli indennizzi la mancata denuncia è interpretata come assenza del problema. Ma non è cosi, basta farsi un giro in campagna per avere percezione che il fenomeno è fuori controllo e sta creando ancora più tensione in un momento davvero difficile per tutti”.
“Sono un problema reale che riguarda tutta la società non solo la campagna – afferma il presidente di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu –. Il grido di dolore è quotidiano e non arriva più solo dal mondo rurale. Questo significa che i provvedimenti adottati fino ad ora non stanno dando i frutti sperati e comunque non sono adeguati e non bastano per contenere questo fenomeno in continua crescita che sta minacciando e mettendo in pericolo l’incolumità e tranquillità dei cittadini oltre che delle imprese agricole”.
I danni causati in campagna dai cinghiali sono ingenti ed incalcolabili ma oltre che economico il rischio è anche ambientale in quanto si sono raggiunti numeri che compromettono l’equilibrio di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
“È da tempo e a tutti i livelli, nazionale, regionale e provinciale, che denunciamo il problema della fauna selvatica e dei cinghiali in particolare – continua Battista Cualbu – servono urgentemente risposte per il contingente ma occorre anche programmare una politica seria che limiti seriamente il fenomeno che invece è in continua crescita”.
A livello regionale Coldiretti Sardegna sta portando avanti delle interlocuzioni continue con la Regione dopo che nel 2021 a luglio, in seguito ad una grande manifestazione davanti al Consiglio regionale a Cagliari, la Giunta ed il Consiglio regionale avevano approvato un ordine del giorno congiunto per la modifica della legge nazionale di riferimento (la numero 157 del 1992), così come si era attivato l’assessore regionale all’Ambiente con Provincie e Città Metropolitana per semplificare e sburocratizzare i procedimenti.
Ma il pressing è portato avanti costantemente anche a livello nazionale dalla Confederazione della Coldiretti che anche a fine maggio scorso è scesa in piazza a Roma.
MOLISE, ELEZIONI: 5 PRIORITA’ PER I PRIMI 100 GIORNI DI GOVERNO
“La capacità di resilienza e rinascita delle nostre aziende agricole e zootecniche dipenderà dalle misure rapide e concrete che verranno messe in campo dalla nuova classe politica che scaturirà dal verdetto delle urne dopo il 25 settembre”. Questa la prima considerazione scaturita nel corso della riunione che il Delegato confederale, Giuseppe Spinelli, ed il Direttore regionale, Aniello Ascolese, hanno tenuto nella sede di Coldiretti Molise a Campobasso, con tutti i Segretari di Zona degli Uffici delle due provincie di Campobasso ed Isernia per programmare le attività organizzative dopo la breve pausa estiva ed approfondire le principali tematiche agricole del territorio, in vista delle prossime elezioni politiche 2022.
Nel corso dell’incontro, il Delegato confederale Spinelli ha evidenziato come la Coldiretti “attende l’esito delle elezioni con grande interesse, perché la politica può incidere in modo importante, in questo particolare momento storico caratterizzato da più crisi sovrapposte, quali la pandemia da Covid19, l’aumento insostenibile dei costi di produzione, la carenza di certezze sugli approvvigionamenti energetici, il conflitto in Ucraina e da ultima la siccità; problematiche che tutte insieme mettono a serio rischio la tenuta economica delle imprese agricole e la stessa stabilità sociale nel Paese, come anche della nostra regione”.
Scendendo più nel dettaglio dei rincari che le aziende sono costrette a subire non va dimenticato che gli aumenti riguardano l’intera filiera del cibo e per il settore agricolo questi si concretizzano in un +170% del costo per i concimi, +90% per quello dei mangimi e +129% per il gasolio agricolo, solo per citarne alcuni.
“Partendo da questi numeri – ha evidenziato Giuseppe Spinelli – Coldiretti invita tutti i candidati, appartenenti ad ogni schieramento, a valutare il fatto che nelle campagne italiane più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta, in questo momento, a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, stando ai dati Crea”.
Dunque per affrontare al meglio e nella maniera più efficace possibile la crisi in atto, “Coldiretti – ha proseguito il Direttore Ascolese – ha elaborato cinque priorità, per i primi 100 giorni di Governo, contenute nel manifesto politico approvato nel corso dell’ultima Assemblea Nazionale il 28 luglio scorso; cinque priorità che si concretizzano in cinque proposte: la difesa dell’agricoltura italiana con l’istituzione del Ministero dell’Agroalimentare; in Europa un NO deciso al nutriscore, al cibo sintetico, al trattato Mercosur e un SI altrettanto fermo all’origine in etichetta, alla sostenibilità ed alla ricerca; il PNRR deve poter rappresentare la chiave per la sovranità alimentare, energetica e logistica del nostro Paese; stop ai cinghiali, difendendo i cittadini e agricoltura ed infine la creazione di un Piano invasi che garantisca acqua ed energia sostenibile per l’Italia. Ci auspichiamo quindi – ha concluso Ascolese – che tutti i candidati possano condividere i temi da noi proposti pensando al futuro anche della nostra regione, e per questo li invitiamo a sottoscrivere formalmente i 5 punti del manifesto”.
LIGURIA, PICCOLA PESCA ARTIGIANALE, A NOLI UN CONVEGNO PER PARLARE DI FUTURO
Si è tenuto sabato 3 settembre a Noli, tra le 18:00 e le 19:30, sfidando il maltempo e le intemperie, il convegno dedicato al futuro della piccola pesca artigianale, ormai da tempo vessata dalla normativa europea.
“Le normative UE – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – hanno tolto negli anni e stanno pian piano continuando a togliere dal panorama europeo tante tipologie di pesca che, nel loro piccolo, supportavano egregiamente piccole comunità. Per far sì che la piccola pesca artigianale non scompaia, è necessario vengano messe in atto una collaborazione e una cogestione concrete, ma non solo. Essere propositivi e anticipare le normative europee attraverso piani di gestione che partano dal basso risulta oltre modo fondamentale. Il Flag savonese, in questo senso, ha provveduto ad approntare un progetto ad hoc, da presentare prima al Ministero e poi alla Comunità Europea, per tutelare la piccola pesca artigianale. Essere propositivi e non subire passivamente quel che succede è la chiave di volta: dobbiamo preservare attività come questa, da sempre parte integrante e fondamento della nostra cultura e della nostra economia”.
PUGLIA, CON RAFFINERIA BLOCCATA CARTELLI ‘ESAURITO’ PER STOP GASOLIO
85% merci viaggia su strada
Campeggiano i cartelli ‘esaurito’ in molti distributori di carburante ad indicare che le colonnine sono ormai a secco ed il gasolio agricolo risulta quasi introvabile per il blocco della raffineria ENI di Taranto in entrata e in uscita da giorni, con le consegne degli alimenti sulle tavole dei pugliesi e le lavorazioni nei campi della Puglia a rischio. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in merito allo sciopero non stop degli autotrasportatori davanti alla raffineria ENI a Taranto, in uno scenario in cui l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada. Via via si stanno esaurendo le colonnine nella regione – aggiunge Coldiretti Puglia – per i rifornimenti di gasolio, con quello agricolo che già è ridotto al lumicino.
La produzione agricola e quella alimentare in Puglia assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali. In Puglia il settore dei trasporti (34,6% dei consumi finali) si conferma tra l’altro il settore più «energivoro» ed è caratterizzato da un largo utilizzo di combustibili liquidi che coprono il 93,9% dei consumi del settore, ricorda Coldiretti Puglia sulla base dei dati MISE, Terna ed Enea. Senza adeguate ed urgenti misure per calmierare il costo del carburante gli autoarticolati rischiano di non camminare più, con il conseguente stop delle consegne dei prodotti agroalimentari.
L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche, la ridotta disponibilità di manodopera, un impegno quotidiano senza sosta che è stato sostenuto anche dalle consegne a domicilio, dall’asporto e da importanti momenti di solidarietà verso gli oltre 210mila indigenti.
Senza gasolio si spengono le serre in Puglia – insiste Coldiretti Puglia – con gli agricoltori che devono abbassare le temperature per produrre ortaggi, fiori e funghi coltivati. Ma quanto accade in Puglia – spiega Coldiretti regionale – si abbatte come una tempesta anche sull’attività dei pescherecci e rischia di fermare i trattori nelle campagne aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari quando si deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che, come dimostrano gli avvenimenti degli ultimi anni, sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato che mettono a rischio la sovranità alimentare del Paese.
Con il caro benzina tra l’altro – sottolinea Coldiretti Puglia – sono cresciute le spese di trasporto con l’85% delle merci viaggia su gomma. In questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza o la totale assenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
Una situazione che – sottolinea la Coldiretti Puglia – aggrava le già pesanti difficoltà della filiera agroalimentare costretta a far fronte a pesanti aumenti dei costi di produzione per le materie prime e l’energia la capacità di autoapprovvigionamento alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali con accaparramenti, speculazioni e limiti alla circolazione delle merci e venti di guerra sotto la spinta dell’attacco della Russia all’Ucraina che soffiano sui prezzi di gas e carburanti, per cui si rischia di dover buttare i prodotti salvati nelle campagne dalla difficile situazione climatica.
A subire gli effetti dei rincari – conclude la Coldiretti – è l’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione. Su questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
PIEMONTE, ENERGIA: 1 ITALIANO SU 2 TAGLIA SPESA NEL CARRELLO
Sos prezzi, occorre lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali
Il balzo dell’inflazione porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello. E’ quanto emerge dall’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa. L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che aumenta in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%.
“Il rischio è quello di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare – fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Serve intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e poter programmare il futuro”.
LIGURIA, GRANDE SUCCESSO PER IL LABORATORIO SULLA SFILETTATURA DEL PESCE
Il laboratorio di sfilettatura realizzato sabato 3 settembre all’interno dello Street Food Fest da Roberto Moggia, titolare della Cooperativa Pescatori Bagnara, presente anche con un banco al mercato del pesce Campagna Amica della Darsena di Genova, realizzato a cura di Coldiretti Impresa Pesca Liguria, ha riscosso grande successo da parte del pubblico della manifestazione, ormai giunta alla sua sesta edizione
L’evento, che ogni anno “apre le porte” dello street food nostrano a liguri e turisti e si è guadagnato una meritata fama in tutta la Liguria e nel Nord-Ovest italiano, dal 2015 celebra i piccoli produttori locali e le aziende agricole con la cucina di strada e la sua cultura gastronomica.
SONDRIO, ENERGIA, A RISCHIO CRACK UNA STALLA SU DIECI
Subito misure contro esplosione dei costi
Ben oltre un allevamento su dieci in Valtellina e Valchiavenna è in una situazione così critica da mettere a serio rischio il futuro dell’attività per l’esplosione dei costi. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Sondrio in merito alla corsa dei prezzi al dettaglio per il latte a causa dell’impennata delle bollette energetiche sull’intera filiera agroalimentare.
“Fino a oggi grazie alla cooperazione fra allevatori, industrie e grande distribuzione si è riusciti a contenere gli aumenti nei confronti di consumatori e cittadini ma adesso non siamo più in grado di reggere se non con un aumento dei prezzi perché la situazione sta diventando insostenibile” spiega il presidente Marchesini nel sottolineare che “è importante intervenire perchè è a rischio un’intera filiera produttiva”.
Il problema è, ovviamente, ben più esteso rispetto allo stretto comprensorio lariano: in pericolo c’è infatti un sistema composto da 24mila stalle da latte italiane che garantiscono una produzione di 12,7 milioni di tonnellate all’anno che alimenta una catena produttiva lattiero-casearia nazionale, che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro ed occupa oltre 200.000 persone fra occupati diretti e indotto con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale.
“La stabilità della rete zootecnica in Valtellina e Valchiavenna ha un’importanza che non riguarda solo l’economia ma – sostiene Marchesini – ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate”.
“La chiusura di un’azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori. Per questo è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro” conclude Marchesini nel sottolineare che “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.
COMO-LECCO, AGRICOLTURA SEMPRE PIÙ “AL SOLE”
Ecco gli incentivi per il fotovoltaico
L’agricoltura made in Como Lecco si accende grazie al sole. Sono decine le imprese agricole che hanno optato per l’energia fotovoltaica negli ultimi anni e, c’è da scommetterlo, ancor più lo faranno nell’immediato futuro, complici le bollette energetiche salite alle stelle ma anche i nuovi incentivi che rendono questo intervento davvero conveniente. Dal prossimo 27 settembre e fino al 27 ottobre è possibile presentare le domande per i contributi destinati alla realizzazione di impianti fotovoltaici. E’ stato pubblicato sul sito del ministero delle Politiche agricole l’avviso con le istruzioni. Nell’ambito della misura del Pnrr “Parco agrisolare” sono stati destinati 1,5 miliardi per impianti da realizzare sui tetti degli edifici rurali dei settori dell’agricoltura, della zootecnia e dell’agroindustria.
Obiettivo finale della misura, fortemente sostenuta a livello nazionale da Coldiretti, è di promuovere l’installazione di pannelli fotovoltaici con una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw da energia solare.
Una quota di finanziamenti pari a 1.200 milioni di euro è destinata alla realizzazione di interventi nel settore della produzione agricola primaria, 150 milioni sono assegnati a interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in agricoli, e altri 150 milioni andranno al settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e alle altre imprese. Il 4 agosto scorso è stato sottoscritto un accordo tra il Gse e il Mipaaf. Le domande di incentivi infatti dovranno essere presentate attraverso il portale del Gestore dei servizi energetici S.p.A.?
“L’interesse c’è” commenta Coldiretti Como Lecco. “E da parte nostra incoraggiamo chi vuole scommettere su un fotovoltaico pulito e non impattante, che salvaguarda i terreni agricoli concentrando la posa dei pannelli esclusivamente sulla sommità delle superfici già edificate: nel caso delle nostre province, si tratta nella maggior parte dei casi dei tetti di stalle e capannoni”.
Un sostegno per le imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche – ricorda Coldiretti – per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti, proprio mentre si discute sul tetto al prezzo del gas proveniente dalla Russia.
“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro anche con lo sviluppo di alternative energetiche che offre il settore agricolo, dal fotovoltaico su tetti stalle e cascine senza consumo di suolo al biometano” chiosa il presidente della Coldiretti lariana Fortunato Trezzi.
VARESE, RISVEGLIO PIÙ CARO: SU COLAZIONE RINCARI FINO AL +19% RISPETTO AL 2021
L’impatto del caro prezzi si abbatte sulla colazione e colpisce i consumatori già al risveglio a colazione con aumenti che vanno dal +9,8% dei biscotti al +19% per il latte conservato ma l’effetto dei rincari energetici si fa sentire anche su pane (+13,6%), zucchero (+14,9%) burro (+33,5%) e marmellate (+7,9%) senza dimenticare il caffè che fa segnare un +6,7%. E’ quanto emerge dalle elaborazioni di Coldiretti Varese sui dati Istat sull’inflazione ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
L’aumento dei prezzi non risparmia neanche chi sceglie una alimentazione naturale con i listini dello yogurt che aumentano del 12,1%, quelli della frutta dell’8,3% e con in più l’incremento dei cereali da colazione del 5,5% mentre chi ama il pasto mattutino continentale le uova sono in aumento del +15,2% ed i salumi del +6,8%.
Ma è una colazione amara anche per gli allevatori e le loro mucche da latte – spiega la Coldiretti provinciale – con l’esplosione delle bollette di luce, gas, carburanti e mangimi che per l’impennata dei costi sta portando sull’orlo della chiusura migliaia di stalle dove l’attività non si può fermare senza arrivare ad abbattere gli animali.
L’aumento delle spese colpisce duramente l’intera catena agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da far rischiare la cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea.
In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Aumenti che riguardano l’intera filiera del cibo con costi indiretti che – evidenzia Coldiretti Varese – vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi.
“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro” afferma il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori nel sottolineare che “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.
MANTOVA, MAIS: ANNATA DIFFICILE, CROLLI DELLA PRODUZIONE FINO AL 70% SUL 2021
Un raccolto a macchia di leopardo, con gli effetti della siccità e del meteo che si sono fatti sentire in misura variabile, ma le prime stime della campagna di raccolta del mais parlano di un calo produttivo che oscilla dal 5% fino al 20%, nel caso in cui sia stato accuratamente irrigato, mentre sui terreni che non hanno beneficiato di un apporto adeguato di acqua il crollo del raccolto ha toccato anche il 60-70% rispetto al 2021.
Sono le prime stime di Coldiretti Mantova circa l’andamento stagionale della campagna maidicola da granella, duramente provata a causa delle temperature elevate e per l’assenza di precipitazioni per diversi mesi, al punto che a livello nazionale oltre il 51% del prodotto si sarebbe trovato durante la crescita in condizioni di “forte siccità”, mentre un altro 34% sarebbe alle prese con uno scenario di “siccità”, secondo le elaborazioni di Teseo-Clal su dati Jrc e Istat.
Indubbiamente peseranno sui bilanci delle aziende agricole mantovane gli alti costi di produzione, gravati da aumenti del gasolio agricolo (+70% rispetto a luglio dell’anno scorso), costi dei fertilizzanti (+81% per l’urea granulare) e per il boom della spesa energetica, con elettricità e gas su valori monstre rispetto alla campagna 2021, più alti rispettivamente del 193% e del 585% rispetto a dodici mesi fa.
Cifre che mettono sotto pressione gli agricoltori, molti dei quali stanno aspettando il corretto grado di essiccazione della pianta, così da evitare il ricorso all’essiccazione forzata.
“Abbiamo constatato realtà completamente differenti da zona a zona – afferma il vicepresidente di Coldiretti Mantova, Fabio Mantovani -. Nel Medio mantovano, chi ha sempre irrigato non ha riscontrato pesanti scostamenti sul 2021, mentre nell’Alto mantovano, in particolare l’area interessata dal canale Arnò, alcuni agricoltori sono stati costretti a trinciare il mais con un mese di anticipo, così oltre alla minore quantità di prodotto rischiano di trovarsi con livelli di amido insufficienti per la corretta alimentazione del bestiame”.
La raccolta della granella, in questa fase, “procede a rilento: chi può aspetta, così da evitare il passaggio per l’essiccazione forzata”, spiega Fabio Perini, agricoltore di Ospitaletto. La valutazione a lavori ancora ampiamente in corso (è stato raccolto il 20-25% del totale, nella zona) sembra però purtroppo già ben definita e su parametri di scarsa soddisfazione: fra il -20% o -25% per chi ha irrigato e -60% o anche -70% per chi invece ha cercato di contenere le spese di gestione o si è ritrovato senz’acqua. I secondi raccolti, inoltre, saranno tutti destinati ad essere trinciati o al massimo per fare pastone.
Un’annata, afferma Massimo Marcolini, imprenditore agricolo di Casatico e componente della Commissione cereali in Borsa merci a Mantova, che desta qualche preoccupazione, soprattutto per il peso dei costi produttivi.
GROSSETO, CON BOLLETTE CHOC A RISCHIO 11% IMPRESE E 2 MILA POSTI DI LAVORO
Le bollette choc mettono a rischio imprese ed occupazione. L’esplosione dei costi di luce e gas si riversa a valanga su tutta la filiera agricola in un contesto già difficile a causa della siccità e degli eventi estremi che hanno danneggiato in maremma il 30% della produzione agricola gravando ulteriormente sui bilanci già penalizzati degli agricoltori a causa dei rincari che si rincorrono da un anno, ancora prima della guerra in Ucraina. A denunciarlo è Coldiretti Grosseto che torna ad invocare misure urgenti per contrastare i rincari sull’energia che stanno avendo un impatto devastante sui prezzi finali mettendo in ginocchio aziende e consumatori. Secondo una stima di Coldiretti sulla base dei dati Crea la crisi energetica avrà un impatto sui malconci bilanci del 38% delle imprese agricole della provincia di Grosseto con reddito negativo che stanno lavorando in perdita. Si tratta di circa 3 mila imprese agricole. “Le imprese agricole hanno raccolto di meno per effetto di un’annata climatica negativa che nella Toscana del Sud, in particolare in maremma, è stata disastrosa ma stanno in compenso pagando molto di più per produrre. Ci stiamo avvicinando all’autunno e questo sta generando tantissimi timori. I costi di ogni voce produttiva, dal gasolio ai concimi, dal nylon per le serre ai mangimi fino all’energia elettrica, sono lievitati a dismisura progressivamente ormai quasi da un anno ma questi aumenti non sono stati certo bilanciati da una maggiore produzione o da maggiori guadagni. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana e Delegato Confederale, Fabrizio Filippi – In questo contesto abbiamo almeno stimano che 3 mila imprese stiano già lavorando in perdita a causa del costante aumento dei prezzi e circa 900 imprese si trovino in una condizione in cui rischiano la chiusura: parliamo di due mila posti di lavoro che oggi sono in bilico. Molte aziende stanno dando fondo ai risparmi e sono costrette a scegliere quale impegno onorare e quale rimandare. I rincari delle bollette energetiche che abbiamo raccolto vanno dal 150% al 355% e sono in aumento. La crisi energetica che si aspetta dietro l’angolo impone misure urgenti di sopravvivenza e sostegno produttivo”.
Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. In agricoltura si registrano rincari dei costi che – sottolinea Coldiretti Grosseto – vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il comparto alimentare richiede – continua Coldiretti Grosseto – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro fino al riscaldamento delle serre nel comparto florovivaistico.
Per aumentare la produzione di energia rinnovabile e pulita, Coldiretti ha chiesto ed ottenuto dal Governo 1,5 miliardi di euro per installare sugli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale gli impianti fotovoltaici attraverso il bando sulla misura del “Parco Agrisolare” inserito nei progetti del Pnrr. La misura è finalizzata a sostenere gli investimenti nelle aziende agricole al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti di capannoni e stalle e costruire nuovi tetti isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento e installare pannelli solari e sistemi di gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori. Il bando è stato pubblicato e dal prossimo 27 settembre e fino al 27 ottobre sarà possibile per le aziende agricole presentare le domande. Le agevolazioni verranno concesse mediante una procedura a sportello sino ad esaurimento delle risorse disponibili.
“Si tratta di un sostegno per le imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti, proprio mentre si discute sul tetto al prezzo del gas proveniente dalla Russia. – conclude il Direttore provinciale, Milena Sanna – Questa misura era contenuta nel pacchetto di priorità richieste al Governo in occasione della grande manifestazione di febbraio che abbiamo organizzato anche a Grosseto. L’energia pulita è la strada che il nostro paese deve imboccare con decisione e rapidità”.
TRENTO, ENERGIA: +31% SPESA PER IMPORT CIBO, E’ ALLARME PREZZI
L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che aumenta in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti del caro prezzi sulla base dei dati relativi al commercio estero dell’Istat nei primi cinque mesi del 2022.
L’aumento della dipendenza alimentare dall’estero – sottolinea Coldiretti trentino Alto Adige – spinge dunque i rincari dei prodotti agroalimentari al consumo. Il balzo dell’inflazione, infatti, porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello secondo l’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.
Con l’aumento degli arrivi dall’estero c’è dunque anche il rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare. L’Italia – sottolinea Coldiretti trentino Alto Adige – è costretta ad importare a causa dei bassi compensi riconosciuti agli imprenditori agricoli perché si è preferito fare acquisti speculativi approfittando dei bassi prezzi nei mercati internazionali.
“Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente di Coldiretti trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi nel sottolineare che “bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.
Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia Coldiretti trentino Alto Adige – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura – conclude Coldiretti trentino Alto Adige? – si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
COMO-LECCO, È STANGATA PER LE FAMIGLIE: SPESA A + 1,8 MILIARDI DI EURO
Le famiglie lombarde spenderanno complessivamente 1,8 miliardi di euro in più nel 2022 solo per la tavola rispetto all’anno precedente, a parità di acquisti, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina, abbinati al caldo record e alla siccità che tagliano i raccolti. È quanto stima la Coldiretti Lombardia sulla base delle rilevazioni Istat sull’andamento dell’inflazione.
A livello nazionale – spiega la Coldiretti – nel mese di agosto l’inflazione generale raggiunge il record dal 1985 con un valore del +8,4%, mentre per i beni alimentari sale addirittura del 10,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
A far segnare i maggiori rincari nel mese di agosto sono i prodotti di base dell’alimentazione delle famiglie. Se infatti il record dell’aumento spetta ai prezzi dell’olio di semi (+63%) per le difficoltà di importazione dall’Ucraina, il burro fa segnare un +34% seguito dalla margarina (+24%), dalla farina (+23), dal riso e dalla pasta (+22%). Ma l’inflazione non risparmia neppure il latte conservato (+19%) né il prodotto simbolo dell’estate che sta finendo come i gelati (+18%), che precedono la carne di pollo, aumentata del 16% e le uova (+15%). Ma aumenti si registrano anche per le verdure fresche (+12%) e per la frutta (+8%) anche per effetto delle speculazioni che – denuncia la Coldiretti – sottopagano le produzioni agli agricoltori e fanno triplicare i prezzi dell’ortofrutta dai campi alla tavola.
Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia la Coldiretti lariana nel sottolineare che – in Lombardia 1 azienda agricola su 2 (51%) è costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo i dati Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Aumenti che riguardano l’intera filiera del cibo con costi indiretti che – evidenzia Coldiretti Como Lecco – vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.
“Contro il caro energia e il boom dei costi di produzione serve agire con azioni immediate per non far chiudere aziende e stalle e con interventi strutturali per programmare il futuro” afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. “Servono accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.
SONDRIO, AGRICOLTURA SEMPRE PIÙ “AL SOLE”
Ecco gli incentivi per il fotovoltaico
L’agricoltura valtellinese e chiavennasca si accende grazie al sole. Sono già numerose le imprese agricole che hanno optato per l’energia fotovoltaica negli ultimi anni e, c’è da scommetterlo, ancor più lo faranno nell’immediato futuro, complici le bollette energetiche salite alle stelle ma anche i nuovi incentivi che rendono questo intervento davvero conveniente. Dal prossimo 27 settembre e fino al 27 ottobre è possibile presentare le domande per i contributi destinati alla realizzazione di impianti fotovoltaici. E’ stato pubblicato sul sito del ministero delle Politiche agricole l’avviso con le istruzioni. Nell’ambito della misura del Pnrr “Parco agrisolare” sono stati destinati 1,5 miliardi per impianti da realizzare sui tetti degli edifici rurali dei settori dell’agricoltura, della zootecnia e dell’agroindustria.
Obiettivo finale della misura, fortemente sostenuta a livello nazionale da Coldiretti, è di promuovere l’installazione di pannelli fotovoltaici con una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw da energia solare.
Una quota di finanziamenti pari a 1.200 milioni di euro è destinata alla realizzazione di interventi nel settore della produzione agricola primaria, 150 milioni sono assegnati a interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in agricoli, e altri 150 milioni andranno al settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e alle altre imprese. Il 4 agosto scorso è stato sottoscritto un accordo tra il Gse e il Mipaaf. Le domande di incentivi infatti dovranno essere presentate attraverso il portale del Gestore dei servizi energetici S.p.A.?
“L’interesse c’è” commenta Coldiretti Sondrio. “E da parte nostra incoraggiamo chi vuole scommettere su un fotovoltaico pulito e non impattante, che salvaguarda i terreni agricoli concentrando la posa dei pannelli esclusivamente sulla sommità delle superfici già edificate: nel caso delle nostre province, si tratta nella maggior parte dei casi dei tetti di stalle e capannoni”.
Un sostegno per le imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche – ricorda Coldiretti – per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti, proprio mentre si discute sul tetto al prezzo del gas proveniente dalla Russia.
“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro anche con lo sviluppo di alternative energetiche che offre il settore agricolo, dal fotovoltaico su tetti stalle e cascine senza consumo di suolo al biometano” chiosa il presidente della Coldiretti provinciale Silvia Marchesini.
ALESSANDRIA, ENERGIA: +31% SPESA PER IMPORT CIBO
Scatta allarme prezzi e qualità nel carello della spesa
L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che aumenta in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Alessandria sugli effetti del caro prezzi sulla base dei dati relativi al commercio estero dell’Istat nei primi cinque mesi del 2022.
L’aumento della dipendenza alimentare dall’estero spinge, dunque, i rincari dei prodotti agroalimentari al consumo. Il balzo dell’inflazione, infatti, porta più di un alessandrino su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello mentre un altro 18% ha ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese e, infine, un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.
“Con l’aumento degli arrivi dall’estero c’è dunque anche il rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare. L’Italia – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è costretta ad importare a causa dei bassi compensi riconosciuti agli imprenditori agricoli perché si è preferito fare acquisti speculativi approfittando dei bassi prezzi nei mercati internazionali”.
Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Serve intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e metterle in condizione di poter programmare il futuro.
“Il balzo dei prodotti low cost nel carrello evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Gli aumenti record delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflettono, infatti, sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, una situazione che nei Paesi più ricchi provoca inflazione, mancanza di alcuni prodotti e aumento delle situazioni di indigenza. Sulla sicurezza alimentare non si possono accettare passi indietro, mettendo a rischio la salute dei consumatori ma anche la competitività del Made in Italy dal campo alla tavola”.
BRESCIA, IN CONSIGLIO: SITUAZIONE PREOCCUPANTE
Attenzione e azione da istituzioni e politica
Si è svolto nella mattinata di martedì 6 settembre, presso la cantina “Le Cantorie” a Gussago (BS) il consiglio direttivo di Coldiretti Brescia alla presenza del presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli, del direttore Massimo Albano, e dei consiglieri della federazione.
Un incontro, nonostante la situazione ancora molto difficile sotto vari aspetti, all’insegna della ripartenza, con analisi puntuali dei comparti agricoli, delle esigenze specifiche e delle sfide da affrontare settore per settore; un’occasione utile per gettare le basi delle prossime azioni da mettere in campo per valorizzare e ridare energia all’agricoltura bresciana.
“Stiamo vivendo un momento difficile e preoccupante per il settore agricolo – precisa il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli – e non solo, questa crisi coinvolge tutto il paese con conseguenze negative per la sopravvivenza dell’intero comparto che oggi garantisce la presenza di cibo. Aumento dei costi energetici, del gasolio, delle materie prime, siccità estrema e una situazione di confusione generale sta minando seriamente il lavoro degli imprenditori agricoli. Dobbiamo reagire e trovare soluzioni concrete a partire dal dialogo con il mondo delle istituzioni e delle politiche affinché possano dare ristori immediati al settore e trovare soluzioni durature a lungo termine per uscire da questa crisi”.
FORLÌ-CESENA, ENERGIA: +31% SPESA PER IMPORT CIBO, E’ ALLARME PREZZI
L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che cresce in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti del caro prezzi sulla base dei dati relativi al commercio estero dell’Istat nei primi cinque mesi del 2022. L’incremento della dipendenza alimentare dall’estero – sottolinea la Coldiretti – spinge i rincari dei prodotti agroalimentari al consumo. Il balzo dell’inflazione, infatti, porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello secondo l’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre solo un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.
In questo scenario l’agricoltura biologica taglia i consumi energetici e scende in campo per ridurre la dipendenza dal gas russo ed i rincari dei prezzi scatenati dalla guerra in Ucraina, che si ripercuotono a valanga partendo dalle aziende agricole fino ad arrivare alla spesa delle famiglie.
Una battaglia che parte dal Sana di Bologna, il salone del biologico, giovedì 8 settembre dalle ore 10 con l’inaugurazione dello stand della Coldiretti (Fiera di Bologna – Padiglione, 30 Stand C/21), dove sarà illustrato il contributo alla riduzione dei consumi energetici dell’agricoltura biologica italiana che è leader in Europa, anche con la presenza delle innovative esperienze dei giovani agricoltori.
Del come combattere gli effetti dell’inflazione nel momento di fare la spesa con scelte di acquisto consapevoli e sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo si parlerà poi nel corso dell’incontro promosso da Coldiretti Bio, alla presenza di centinaia di imprenditori del biologico di Coldiretti Emilia Romagna, in programma giovedì 8 dicembre alle ore 14.30 nella sala del Palazzo dei Congressi – piazza della Costituzione 4.
All’iniziativa prenderanno parte tra gli altri, assieme al presidente di Coldiretti Bio Maria Letizia Gardoni, Elena Panichi, Capo unità agricoltura biologica Dg Agri della Commissione Ue, Enrico Amico, Presidente Demeter, Robert Schweininger, Responsabile acquisti del gruppo Tegut (Germania), Carmelo Troccoli, Direttore Fondazione Campagna Amica e Francesco Giardina, segretario di Coldiretti Bio.
Per l’occasione sarà presentata l’analisi Coldiretti su “Il biologico alla guerra del gas” con focus sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo degli italiani.
Con l’aumento degli arrivi dall’estero c’è anche il rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare. L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è costretta ad importare a causa dei bassi compensi riconosciuti agli imprenditori agricoli perché si è preferito fare acquisti speculativi approfittando dei bassi prezzi nei mercati internazionali. “Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena sottolinea che “Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.
“Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – Continua Alessandro Corsini Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività. In agricoltura – conclude – si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
LA TOP TEN DEGLI AUMENTI DEI PREZZI NEL CARRELLO
Olio di semi (girasole, mais, ecc.) +63%
Burro +34%
Margarina +24%
Farina +23%
Riso +22%
Pasta +22%
Latte +19%
Gelati +18%
Carne di pollo +16%
Uova +15%
MEDIA PREZZI ALIMENTARI +10,2%
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat a agosto 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente
VARESE, AGRICOLTURA SEMPRE PIÙ “AL SOLE”:ECCO GLI INCENTIVI PER IL FOTOVOLTAICO
L’agricoltura made in Varese si accende grazie al sole. Sono già diverse le imprese agricole che hanno optato per l’energia fotovoltaica negli ultimi anni e, c’è da scommetterlo, ancor più lo faranno nell’immediato futuro, complici le bollette energetiche salite alle stelle ma anche i nuovi incentivi che rendono questo intervento davvero conveniente. Dal prossimo 27 settembre e fino al 27 ottobre è possibile presentare le domande per i contributi destinati alla realizzazione di impianti fotovoltaici. E’ stato pubblicato sul sito del ministero delle Politiche agricole l’avviso con le istruzioni. Nell’ambito della misura del Pnrr “Parco agrisolare” sono stati destinati 1,5 miliardi per impianti da realizzare sui tetti degli edifici rurali dei settori dell’agricoltura, della zootecnia e dell’agroindustria.
Obiettivo finale della misura, fortemente sostenuta a livello nazionale da Coldiretti, è di promuovere l’installazione di pannelli fotovoltaici con una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw da energia solare.
Una quota di finanziamenti pari a 1.200 milioni di euro è destinata alla realizzazione di interventi nel settore della produzione agricola primaria, 150 milioni sono assegnati a interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in agricoli, e altri 150 milioni andranno al settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e alle altre imprese. Il 4 agosto scorso è stato sottoscritto un accordo tra il Gse e il Mipaaf. Le domande di incentivi infatti dovranno essere presentate attraverso il portale del Gestore dei servizi energetici S.p.A.?
“L’interesse c’è” commenta Coldiretti Varese. “E da parte nostra incoraggiamo chi vuole scommettere su un fotovoltaico pulito e non impattante, che salvaguarda i terreni agricoli concentrando la posa dei pannelli esclusivamente sulla sommità delle superfici già edificate: nel caso delle nostre province, si tratta nella maggior parte dei casi dei tetti di stalle e capannoni”.
Un sostegno per le imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche – ricorda Coldiretti – per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti, proprio mentre si discute sul tetto al prezzo del gas proveniente dalla Russia.
“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro anche con lo sviluppo di alternative energetiche che offre il settore agricolo, dal fotovoltaico su tetti stalle e cascine senza consumo di suolo al biometano” chiosa il presidente della Coldiretti prealpina Fernando Fiori.
NOVARA-VCO, ENERGIA: 1 ITALIANO SU 2 TAGLIA SPESA NEL CARRELLO
Sos prezzi, occorre lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali
Il balzo dell’inflazione porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello. E’ quanto emerge dall’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa. L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che aumenta in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%.
“Il rischio è quello di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare – fanno notare il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani – Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Serve intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e poter programmare il futuro”.
RIMINI, ENERGIA: +31% SPESA PER IMPORT CIBO, E’ ALLARME PREZZI
L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che cresce in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti del caro prezzi sulla base dei dati relativi al commercio estero dell’Istat nei primi cinque mesi del 2022. L’incremento della dipendenza alimentare dall’estero – sottolinea la Coldiretti – spinge i rincari dei prodotti agroalimentari al consumo. Il balzo dell’inflazione, infatti, porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello secondo l’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre solo un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.
In questo scenario l’agricoltura biologica taglia i consumi energetici e scende in campo per ridurre la dipendenza dal gas russo ed i rincari dei prezzi scatenati dalla guerra in Ucraina, che si ripercuotono a valanga partendo dalle aziende agricole fino ad arrivare alla spesa delle famiglie.
Una battaglia che parte dal Sana di Bologna, il salone del biologico, giovedì 8 settembre dalle ore 10 con l’inaugurazione dello stand della Coldiretti (Fiera di Bologna – Padiglione, 30 Stand C/21), dove sarà illustrato il contributo alla riduzione dei consumi energetici dell’agricoltura biologica italiana che è leader in Europa, anche con la presenza delle innovative esperienze dei giovani agricoltori.
Del come combattere gli effetti dell’inflazione nel momento di fare la spesa con scelte di acquisto consapevoli e sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo si parlerà poi nel corso dell’incontro promosso da Coldiretti Bio, alla presenza di centinaia di imprenditori del biologico di Coldiretti Emilia Romagna, in programma giovedì 8 dicembre alle ore 14.30 nella sala del Palazzo dei Congressi – piazza della Costituzione 4.
All’iniziativa prenderanno parte tra gli altri, assieme al presidente di Coldiretti Bio Maria Letizia Gardoni, Elena Panichi, Capo unità agricoltura biologica Dg Agri della Commissione Ue, Enrico Amico, Presidente Demeter, Robert Schweininger, Responsabile acquisti del gruppo Tegut (Germania), Carmelo Troccoli, Direttore Fondazione Campagna Amica e Francesco Giardina, segretario di Coldiretti Bio.
Per l’occasione sarà presentata l’analisi Coldiretti su “Il biologico alla guerra del gas” con focus sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo degli italiani.
Con l’aumento degli arrivi dall’estero c’è anche il rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare. L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è costretta ad importare a causa dei bassi compensi riconosciuti agli imprenditori agricoli perché si è preferito fare acquisti speculativi approfittando dei bassi prezzi nei mercati internazionali. “Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: Guido Cardelli Masini Palazzi Presidente di Coldiretti Rimini sottolinea che “Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.
“Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – Continua Alessandro Corsini Direttore di Coldiretti Rimini – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività. In agricoltura – conclude – si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
LA TOP TEN DEGLI AUMENTI DEI PREZZI NEL CARRELLO
Olio di semi (girasole, mais, ecc.) +63%
Burro +34%
Margarina +24%
Farina +23%
Riso +22%
Pasta +22%
Latte +19%
Gelati +18%
Carne di pollo +16%
Uova +15%
MEDIA PREZZI ALIMENTARI +10,2%
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat a agosto 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente
VERCELLI-BIELLA, ENERGIA: 1 ITALIANO SU 2 TAGLIA SPESA NEL CARRELLO
SOS prezzi, occorre lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali
Il balzo dell’inflazione porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello. E’ quanto emerge dall’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa. L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che aumenta in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%.
“Il rischio è quello di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare – fanno notare il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani – Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Serve intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e poter programmare il futuro”.
Appuntamenti
PUGLIA, OSCAR GREEN: DAI GIOVANI LE NUOVE IDEE PER GARANTIRE CIBO ED ENERGIA
Con le nuove idee green per garantire cibo ed energia alla Puglia, apre il salone della creatività Made in Puglia con i giovani innovatori che presentano le rivoluzionarie idee nate nelle campagne per garantire l’autosufficienza alimentare ed energetica di fronte alla crisi scatenata dalla guerra con il blocco dei rifornimenti di materie prime agricole e il ricatto russo sul gas e sul petrolio.
L’appuntamento con le novità dell’Oscar Green, il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa arrivato alla quattordicesima edizione che punta a valorizzare il lavoro di tanti giovani che hanno scelto per il proprio futuro l’agricoltura, è per domani mercoledì 7 settembre 2022, dalle ore 9,30, in Strada Sagges 13, al Museo Civico di Bari dove giungeranno i giovani agricoltori di tutta la regione. Un’occasione per toccare con mano le ‘invenzioni’ green scelte dopo una lunga selezione territoriale.
Saranno presenti, tra gli altri, il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, il direttore regionale, Pietro Piccioni, Gianna Elisa Berlingerio, direttore del Dipartimento Sviluppo Economico, Innovazione, Politiche Giovanili, Patrizia Lusi, Consigliere di Innovapuglia, Luigi Ranieri, Direttore Attuazione del Programma del Comune di Bari, Stefano Leporati, segretario nazionale Coldiretti Giovani Impresa, Veronica Barbati, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa.
Per l’occasione sarà presentato lo studio Coldiretti-Divulga su “Il ritorno dei giovani alla terra in tempo di guerra” che fotografa il profondo cambiamento nelle abitudini dei ragazzi under 35 a livello di scelte professionali ed educative, con un focus dedicato allo storico ritorno alla terra che non avveniva dalla rivoluzione industriale tanto nei campi quanto nelle scuole.
TOSCANA, CLIMA: LA SALINIZZAZIONE DEL SUOLO E L’AGRICOLTURA SALINA
Un webinar con gli esperti dell’università di Firenze
La gestione del fenomeno della salinizzazione del suolo in agricoltura tra cambiamenti climatici, siccità e salvaguardia del suolo. Se ne parla con gli esperti dell’Università di Firenze martedì 13 settembre, dalle ore 14.00 in occasione del webinar promosso dall’Agenzia Formativa di Coldiretti Toscana nell’ambito delle attività finanziate dalla sottomisura 1.2 del Piano di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana. L’incontro è rivolto alle imprese agricole e agli addetti ai lavori e si terrà in modalità online.
La salinizzazione del suolo, ovvero l’eccessiva presenza di quantità di sali che compromettono la crescita delle piante, è una delle minacce più sottovalutate per le produzioni agricole e per l’obiettivo della sovranità alimentare. Un fenomeno che anche la recente siccità ha riportato prepotentemente al centro del dibattito in particolare per le aree agricole più prossime alla costa e che Coldiretti Toscana intende esplorare ed approfondire.
All’incontro parteciperanno in qualità di relatori i docenti del Dipartimento di Scienze per l’economia e le imprese dell’Università di Firenze Filippo Randelli, Lucia Ferrone, Federico Martellozzo, Nadia Bazihzina, Giulia Atzori. Durante il convegno saranno illustrati i risultati del questionario esplorativo sulla salinizzazione in agricoltura. Moderano Silvia Gazzoni e Lucia Ferrone.
Per partecipare scrivi a caict.formazione.toscana@coldiretti.it oppure chiama allo 055.3235266. Info su corsi e formazione su https://caict.coldirettitoscana.it
ASTI, FESTA ZERO-SPRECHI “INSIEME PER LE FAMIGLIE”
Attività Laboratoriali e Gioco dell’Oca del Circular Tour al Mercato Contadino di Campagna Amica Asti (corso Alessandria 271), sabato 10 settembre dalle ore 10 alle ore 12,
per una mattinata da spendere tra conoscenza, divertimento, gioco e sapori.
Un appuntamento per le famiglie che, organizzato in collaborazione con Coldiretti Donne Impresa, coinvolge grandi e piccini negli spazi aperti del Mercato di Campagna Amica che si affaccia sull’Orto di Gino il Contadino, da dove fanno capolino le verdure di stagione.
Si parte alle ore 10,30 con il Laboratorio “Pomodori zero sprechi”, durante il quale, l’Azienda Agricola Biologica Roberta Papagni allestirà la dimostrazione pratica per illustrare come si prepara la passata sfruttando l’intero frutto.
Alle ore 11, seguirà il Laboratorio “Niente paura, siamo solo api”, per scoprire il fantastico mondo delle api a cura dell’Azienda Agricola Polyagrinova.
Per l’occasione verrà allestito un mini alveare in teca per osservare le api al lavoro, distinguendo ruoli e funzioni tra l’Ape Regine e le Api Operaie.
Grazie allo story telling dell’apicoltore Tak, si potrà altresì comprendere l’importanza del mantenimento dell’habitat naturale ideale per la vita e per il pascolo delle api, quindi, per poter impollinare e garantire la sopravvivenza alimentare.
Da tre/quattro anni si sta assistendo ad un progressivo peggioramento della salute delle api, per causa dei cambiamenti climatici e delle ridotte disponibilità di polline.
“Fino a 4 anni fa – racconta Tak, – a partire da luglio, potevamo contare su 3-4 raccolti, ora non più possibili. Non solo. Oggi, siamo costretti ad intervenire con la nutrizione di soccorso e con il nomadismo, non sempre risolutivi (nel secondo caso, inoltre, le api vengono sottoposte a stress e si contribuisce all’inquinamento atmosferico per lo spostamento delle arnie). Le api devono provvedere alla nutrizione della generazione invernale e, pertanto, necessitano di una dieta iperproteica a base di polline per favorire la maturazione del corpo grasso che consente loro di vivere più a lungo. In assenza di polline, non arriveremo a febbraio”.
Che fare dunque? “Fondamentale l’azione di sensibilizzazione e il dialogo tra apicoltori e agricoltori, per fronteggiare l’emergenza tramite la creazione di strisce ecologiche idonee a fornire ricovero e nettari/pollini alle api. Una Green Zone proporzionale alle superfici coltivate. Particolarmente ideali, i Girasoli e la Colza così come i miscugli di Erba Medica, Facelia e Trifoglio. Insomma, piccoli interventi di grande impatto per garantire la sopravvivenza delle api e, con loro, l’impollinazione e l’alimentazione umana”.
Tutto questo e molto altro, con dimostrazioni pratiche e attività, in compagnia di Tak.
La mattinata si concluderà con una fumante e golosa risottata offerta a tutti.
Ingressi liberi. Necessaria la prenotazione per i Laboratori: 337 1120058.
PARMA, SANA, IL BIOLOGICO ALLA GUERRA DEL GAS
L’agricoltura biologica taglia i consumi energetici e scende in campo per ridurre la dipendenza dal gas russo ed i rincari dei prezzi scatenati dalla guerra in Ucraina che si ripercuotono a valanga dalle aziende agricole alla spesa delle famiglie.
Una battaglia che parte dal Sana di Bologna, il salone del biologico giovedì 8 settembre dalle ore 10 con l’inaugurazione dello stand della Coldiretti (Fiera di Bologna – Padiglione, 30 Stand C/21), dove sarà illustrato il contributo alla riduzione dei consumi energetici dell’agricoltura biologica italiana che è leader in Europa, anche con la presenza delle innovative esperienze dei giovani agricoltori.
Del come combattere gli effetti dell’inflazione nel momento di fare la spesa con scelte di acquisto consapevoli e sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo si parlerà poi nel corso dell’incontro promosso da Coldiretti Bio, alla presenza di centinaia di imprenditori del biologico di Coldiretti Emilia Romagna, in programma giovedì 8 dicembre alle ore 14.30 nella sala del Palazzo dei Congressi – piazza della Costituzione 4.
All’iniziativa prenderanno parte tra gli altri, assieme al presidente di Coldiretti Bio Maria Letizia Gardoni, Elena Panichi, Capo unità agricoltura biologica Dg Agri della Commissione Ue, Enrico Amico, Presidente Demeter, Robert Schweininger, Responsabile acquisti del gruppo Tegut (Germania), Carmelo Troccoli, Direttore Fondazione Campagna Amica e Francesco Giardina, segretario di Coldiretti Bio.
Per l’occasione sarà presentata l’analisi Coldiretti su “Il biologico alla guerra del gas” con focus sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo degli italiani.
FIRENZE-PRATO, GIOVANI: INCONTRO PER SCOMMETTERE SULL’AGRICOLTURA
Tutto su contributi ed opportunità
L’incontro giusto per i giovani under 40 che vogliono scommettere sull’agricoltura. Appuntamento mercoledì 7 settembre, dalle ore 9.30, al Consorzio Agrario di Sesto Fiorentino (via dell’Osmannoro, 238) con l’incontro dal titolo “Per scrivere insieme il nostro futuro” incentrato sul pacchetto giovani della Regione Toscana per favorire il ricambio generazionale nelle campagne attraverso contributi per gli investimenti e premi di primo insediamento per le nuove imprese. L’appuntamento è l’occasione per conoscere tempi, modalità, agevolazioni previste, scadenze sui bandi giovani ma anche poter esporre domande e trovare risposte adeguate e puntuali grazie alla partecipazione di tecnici ed esperti.
All’incontro parteciperanno in qualità di relatori Aldo Galetti (Area Tecnica / CAA Coldiretti Toscana), Stefania Saccardi (Vice Presidente Regione Toscana e Assessore all’Agroalimentare), Luca Baldassini (CAA Coldiretti Firenze Prato), Guido Pacini (Referente Giovani Coldiretti Firenze Prato). Coordina i lavori Barbara Battistello (Direttore Coldiretti Firenze Prato)
Per partecipare rivolgersi alla segreteria di Coldiretti allo 055.323571
AREZZO, TORNA IL CIRCULAR TOUR DI ENI AL MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA
Sabato 10 settembre va in scena la “Festa dell’Economia Circolare” al Mercato Coperto di Campagna Amica di via Mincio, 3 ad Arezzo.
Coldiretti e Campagna Amica, infatti ospitano per la seconda volta il Progetto Eni “Circular Tour” e questa settimana sono pronti a dare il via ai laboratori didattici dedicati all’economia circolare e alla filiera agroalimentare. L’iniziativa, promossa con la collaborazione di Coldiretti Donne Impresa coinvolgerà i bambini di tutte le età
Un giorno, per le famiglie dal tema “La Festa dell’Economia Circolare”, ad ingresso libero e che vedrà lo svolgimento di eventi, laboratori e giochi, all’insegna del chilometro zero e dell’eco sostenibilità.
Nell’occasione, i ragazzi avranno modo di apprendere in maniera attiva, partecipe e divertente, alcuni temi fondamentali, dalla stagionalità dei prodotti alla provenienza, dall’importanza del riciclo alla gestione della crescita delle piante, dalla spesa sostenibile all’attenzione agli sprechi.
Nel cortile interno e nell’orto didattico del Mercato Coperto di Campagna Amica oltre che nella sala Multifunzionale, il programma di sabato 10 settembre prevede laboratori didattici, suddivisi nella mattinata tra i quali “Compostiamoci meglio”, Gioco dell’Oca sulla compostiera del Circular Tour di Eni e successivamente l’allestimento dell’orto bioattivo e la messa a dimora delle piante per approfondire l’orto e la piantumazione. I bambini potranno quindi imparare giocando e soprattutto sperimentare alcune pratiche laboratoriali.
“Famiglie e bambini quindi al nostro Mercato Coperto di Campagna Amica in Via Mincio all’interno di un’iniziativa che diverte e che educa, insegnando alcuni aspetti cruciali dell’intera filiera dell’agroalimentare – spiega Elena Bertini, Responsabile di Coldiretti Donne Impresa Toscana e Arezzo – l’economia circolare è il tema protagonista dei laboratori didattici che abbiamo organizzato e si tratta di una visione che implica, condivisione, risparmio energetico, prodotti a chilometro zero, riutilizzo e riciclo dei materiali. Sono a disposizione le nostre strutture come l’orto didattico e la sala multifunzionale per dare ai bambini uno spazio idoneo per affrontare esperienze ludiche ed al tempo stesso educative”.
Maggiori informazioni per prenotare i laboratori di sabato 10 settembre tramite WhatsApp al numero 333 185 8673
TREVISO, ENERGIA DAGLI SCARTI AGRICOLI
Le aziende agricole cercano l’autonomia energetica
Dagli scarti dell’agricoltura alla produzione di energia si può! Coldiretti Treviso, continua a investire nella ricerca grazie anche a Regione del Veneto ed al Piano di Sviluppo Rurale. Nello specifico l’appuntamento per affrontare il tema è fissato per venerdì prossimo, alle ore 19,30, presso il BHR Hotel a Quinto di Treviso, per la conferenza finale di tre progetti della Misura PSR 16.6.1, in due dei quali è partner Impresa Verde Treviso e Belluno, dal titolo “Valorizzazione energetica delle biomasse di scarto: i risultati dei progetti “WineFUEL”, “BiomassNET” e “ThermoBIO””. Il programma prevede la registrazione dei partecipanti dalle 14. Dopo i saluti istituzionali spazio alla presentazione dei risultati dei progetti. Si comincia con il Progetto WineFUEL: Tronchetti Biocombustibili da vinacce e segature di scarto; poi toccherà alla presentazione de Il Progetto BiomassNET: La valorizzazione della fliera delle potature e infine Il Progetto ThermoBIO: Il Thermocompost come fonte di calore per aziende agricole. I destinatari dell’appuntamento sono le Aziende Agricole, i consulenti tecnici e le imprese del settore agricolo e forestale e della lavorazione delle biomasse.
Presentazione dei progetti – ThermoBio
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Il Gruppo di Cooperazione
Moretto Farm Società Agricola s.s (Leader Project); Radici azzurre società agricola s.s.; Impresa verde Treviso e Belluno s.r.l.; Studio Poggiana; De Luca s.a.s.
Obiettivi specifici del progetto
Le attività previste nel progetto ThermoBio mirano a rendere applicabile nel mondo agricolo un modello di produzione di calore sostenibile sia in termini economici che ambientali, attraverso l’impiego del ThermoCompost. In particolare, con questo progetto si intende sviluppare un protocollo per l’inserimento di questa tecnologia “Green” all’interno di realtà agricole che abbiano necessità di avere un risparmio economico nei loro attuali sistemi di riscaldamento, ad esempio le serre agricole o in realtà agricole ubicate in zone svantaggiate dal punto di vista orografico e dalla difficile o nulla connessione con le reti di servizi di base.
Progetto WineFuel
Il progetto intende valorizzare le vinacce di scarto ottenute tramite la vinificazione dell’uva, producendone tronchesi ad uso energetico. Il progetto intende creare una filiera corta verticale e di verificare la fattibilità per la rivalorizzazione di un prodotto di scarto in un biocombustibile adatto a caldaie in grado di generare un possibile vantaggio economico possibile per i soggetti direttamente coinvolti alla trasformazione (azienda agricola produttrice e aziende trasformatrice biomassa).
Il Gruppo di Cooperazione
Tenuta amadio azienda agricola Rech Simone (Leader Project); Vecchio pialletto di Poloni edi s.n.c.; Impresa verde Treviso e Belluno s.r.l.; Gli obiettivi specifici del progetto WineFuel
Il progetto nasce per far fronte alla necessità di trovare un ulteriore riutilizzo delle vinacce prodotte nei nostri territori e di abbandonare progressivamente l’utilizzo di combustibili fossili a fronte di materiali ecosostenibili e meno impattanti. Creare una filiera locale, impreziosisce il territorio, evita inutili consumi di combustibili fossili per trasporti (soprattutto su gomma) e sviluppa un nuovo modo di fare business in scala locale con benefici comuni a tutti i cittadini.