COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 20 gennaio 2020

20 Gennaio 2020
News La Forza del Territorio del 20 gennaio 2020

Primo piano

PUGLIA

BENE SEQUESTRO FALSO VINO DOC, BIO E IGT A LECCE

Serve tolleranza zero a tutela primati internazionali

 

Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo di un settore che è cresciuto puntando su un grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino pugliese a raggiungere il record storico di produzione di 11 milioni di ettolitri circa di vino prodotti, al primo posto nella classifica delle regioni più produttive e di crescita in valore dell’export, aumentato del 67% negli ultimi 5 anni. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che plaude all’operazione “Ghost Wine” dei Carabinieri dei Nas di Lecce che hanno sequestrato 10 milioni di prodotto vinoso, spacciato  come bevanda di qualità o addirittura biologica, Doc e IGT.

“È indispensabile che l’attività di controllo sia accompagnata da un sistema sanzionatorio più rigido. L’agroalimentare di qualità subisce gli attacchi continui di falsari che attraverso pratiche commerciali scorrette falsano la sana concorrenza sui mercati nazionali e internazionali, ingannano i consumatori e creano un mercato parallelo di ‘falsi made in Puglia’ che vale centinaia di milioni di euro”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali primitivo, negroamaro e nero di troia  – afferma Coldiretti Puglia – il successo di importanti vini quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citare i più conosciuti, espongono il comparto a rischio frodi e speculazioni. Prezioso il lavoro di Ispettorato Centrale Repressione Frodi, Nas, Corpo Forestale, affiancati negli ultimi anni dagli organismi di controllo terzo delle DOP e IGT, relativo ai controlli in campo.

“Il Primitivo è al secondo posto della top ten di gradimento degli italiani con una crescita del 21% dei consumi, seguito al quarto posto dal Negroamaro (+15%). Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano un balzo record del + 122%, rappresentando il 40% della produzione nazionale totale dei rosati con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi quasi 2 bottiglie su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese e sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, un patrimonio di valore e di immagine che non accettiamo venga depauperato e macchiato da nessuno”, insiste Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.

I casi di “agropirateria” nel settore vitivinicolo pugliese riguardano in particolare Negroamaro, Primitivo, Moscato, Aleatico e Malvasia. Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia che – continua la Coldiretti – vanno però sostenuti con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. Un obiettivo – conclude la Coldiretti – sostenuto dalla importante decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia.

 

Dal territorio

 

 

SARDEGNA, IL PECORINO ETICO VOLA NELLE VENDITE: +52% A DICEMBRE 

A dicembre le vendite del Pecorino etico solidale sono raddoppiate rispetto al mese dell’anno precedente. Un record assoluto che conferma il trend di crescita del prodotto nato dallo storico accordo di filiera tra Coldiretti Sardegna e il caseificio Biraghi.

A dicembre le vendite segnano + 52,69% (circa 140 quintali, circa 1200 quintali in tutto l’anno) del grattugiato che garantisce una remunerazione equa ai pastori prodotto dal 70% del pecorino della cooperativa di Dorgali e 30% del vaccino Gran Biraghi  100% latte italiano.

L’accordo è stato siglato nel 2017, in piena crisi del settore lattiero caseario quanto il prezzo del Pecorino romano era crollato a 4,20 a kg, ed il prezzo del latte a 60 centesimi al litro, sotto i costi di produzione.

Biraghi sottoscrisse con Coldiretti il primo vero accordo di filiera del settore etico-solidale, con l’acquisto del pecorino da una cooperativa ad un prezzo che garantisse un’equa remunerazione ai pastori e comunque mai sotto i costi di produzione (6.20 euro/kg pecorino corrispondono a 0,85 centesimi/litro latte al pastore). Ed infatti, nel 2017 pagò il pecorino a 6,20 euro/kg, contro i 4,20 di “mercato”.

Le vendite hanno raggiunto il 31% della distribuzione ponderata nel canale Iper + Super, con presenza in oltre 3400 punti vendita in tutta Italia.

Grazie a questo accordo la Cooperativa pastori Dorgali vende ogni anno circa 1300 quintali di pecorino alla Biraghi (pari a 5mila forme), con la garanzia di un prezzo minimo e l’opportunità di poter programmare.

“I dati del Pecorino solidale ci confermano che questa è la strada da seguire – dice il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Noi ci stiamo provando con un partner serio e con azioni concrete e non a parole come le tante che si sentono in giro dalle migliaia di allenatori-esperti del settore che abbiamo in Sardegna. Non è un accordo che risolve tutti i problemi ma sicuramente da un contributo serio e rappresenta un esempio positivo e concreto. Stiamo tracciando una percorso che ha ampi margini di crescita”.

Coldiretti Sardegna e Biraghi sono già a lavoro per ampliare il progetto. Innanzitutto esportando in Europa il Pecorino Etico solidale che tanto successo sta riscuotendo nella Penisola. Inoltre sta per partire anche il nuovo progetto del “Pecorino da Tavola” che ha l’obiettivo di ampliare le occasioni di consumo del pecorino, grazie ad un taglio in spicchio e a un sapore delicato”.

“Il comparto ha necessità di questi progetti e di maggiore coordinamento – gli fa eco il direttore di Coldiretti Sardegna Sardegna Luca Saba -. La strada è quella della cooperazione. Ribadiamo la necessità del Consorzio di secondo livello, una struttura snella che ha l’obiettivo di aggregare in un unico consorzio tutte le cooperative. Una governance sociale che unirebbe una parte oggi disaggregata, che oltre a programmare le produzioni coordinerebbe le vendite grazie ad un management adeguato intervenendo in uno dei limiti più devastanti che ci vede oggi proporci al mercato disuniti facendo di fatto il gioco della controparte”.

 

 

UMBRIA, CON LA DELIBERA REGIONALE SULLE ZVN GRAVE COLPO ALLA ZOOTECNIA 

La delibera della Giunta regionale pubblicata il 27 dicembre scorso, che amplia notevolmente il territorio umbro come “Zona Vulnerabile da Nitrati”, rischia di infliggere un grave colpo soprattutto al comparto zootecnico umbro, con possibili pesanti ripercussioni e vincoli per il lavoro degli allevatori.

È l’allarme lanciato da Coldiretti Umbria a pochi giorni dal Tavolo Verde, dove l’Associazione agricola è stata l’unica a sollevare il problema all’Assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni, che ha immediatamente assicurato la propria disponibilità per un apposito confronto sul tema già dai prossimi giorni, attraverso la convocazione di un tavolo tecnico specifico.

Occorre prendere coscienza – afferma Coldiretti – che la zootecnia non costituisce una minaccia ma una risorsa ambientale ed economica importante per il territorio, con il comparto che rappresenta più di un terzo della Produzione Lorda Vendibile agricola regionale e uno dei perni del vero cibo made in Umbria.

Per questo, pur considerando l’importanza della tutela ambientale – aggiunge Coldiretti – l’auspicio è quello di poter andare incontro quanto prima e nei tavoli opportuni, alle esigenze delle aziende zootecniche e agricole umbre che già negli anni si sono adoperate per aumentare e migliorare i propri standard produttivi, preservando un’importante biodiversità e puntando su una sempre maggiore qualità delle produzioni basate sul rispetto del territorio, dell’ambiente e sul benessere animale. Quando una stalla chiude – spiega Coldiretti – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

Una problematica questa delle Zona Vulnerabili da Nitrati comunque che – conclude Coldiretti – anche se colpisce soprattutto gli allevatori, coinvolgerà tutto il mondo agricolo, già impegnato e virtuoso sul fronte della sostenibilità ed ora interessato da ulteriori restrizioni normative.

 

RAVENNA, ESCALATION DI FURTI NELLE AZIENDE AGRICOLE 

La preoccupante escalation di furti registrata negli ultimi mesi nelle aree rurali, da Faenza a Ravenna passando per la Bassa Romagna, ha generato un diffuso stato di allarme tra i residenti delle campagne, in particolare tra gli agricoltori che vedono le loro aziende agricole costantemente nel mirino di predoni di macchinari, attrezzature e prodotti agricoli. Queste imprese, infatti, per la loro attività, sono isolate e quindi maggiormente esposte a tali fenomeni criminosi.

L’ultimo episodio in ordine di tempo, avvenuto nel territorio del Comune di Russi con un danno di oltre 100mila euro in mezzi e strumenti agricoli – denuncia Coldiretti – “è sintomatico di una situazione ormai difficilmente tollerabile, una situazione che, oltre ad indebolire il settore, aumenta l’insicurezza nella vita e nel lavoro”.

Alla luce di ciò, Coldiretti ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Ravenna “per meglio illustrare lo stato delle cose e valutare la necessità di convocare il Tavolo per l’Ordine e la Sicurezza pubblica al fine di potenziare l’attività di presidio e controllo del territorio”.

“A nostro avviso, infatti – conclude il Presidente della Coldiretti provinciale Nicola Dalmonte – occorre garantire maggiore tutela a chi quotidianamente investe tempo, denaro e sudore per ‘fare impresa’ e assicurare così un futuro alla propria famiglia e alla nostra economia”.

 

PIEMONTE, POLVERE DI LATTE: CELEBRATI I 10 ANNI DEL PROGETTO DI FILIERA 

Ha compiuto 10 anni il progetto di filiera che ha portato ad avere la polvere di latte 100% Made in Piemonte grazie alla sinergia tra Coldiretti Piemonte, Compral Latte, Inalpi e Ferrero S.p.A. Le 10 candeline sono state celebrate presso l’Hotel Nh Torino Centro durante l’evento: “Polvere di latte: esperienze di futuro verso il 2030”, che ha visto partecipare il presidente di Inalpi, Ambrogio Invernizzi, il presidente di Compral Latte, Raffaele Tortalla, il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo ed il delegato confederale di Coldiretti Piemonte, Bruno Rivarossa. E’ stata l’occasione anche di premiare, attraverso un’opera ideata dall’artista Ugo Nespolo, Enrico Scimone, responsabile globale acquisti latte per Ferrero S.p.A. che ha avuto un ruolo di primo piano nella costruzione della filiera del latte piemontese, e Raffaele Tortalla, presidente di Compral Latte, cooperativa di 250 allevatori, la maggior rappresentanza dei conferitori Inalpi, grazie ai quali vengono raccolti giornalmente 5 mila quintali di latte.

Dieci anni che hanno dato il via a un’esperienza unica che, sotto diversi aspetti, e trascinando molteplici attori, ha coinvolto e cambiato parecchie realtà del territorio.  Un progetto in cui ciascuno ha fatto la sua parte, con dedizione e cercando di superare il mero interesse personale, in nome di un bene superiore: quello della qualità e della valorizzazione del latte, un prodotto importante per il territorio. Inalpi ha accolto la richiesta della Ferrero, impegnandosi nell’investimento economico più forte della sua storia, nei primi anni di quella che si è poi rivelato uno dei periodi di maggiore crisi industriale mondiale. Compral Latte ha cercato di riunire il maggior numero di conferitori, cercando di superare quelle che erano le resistenze più dure da parte dei produttori latte, legate ad abitudini e a rapporti commerciali consolidati negli anni, cercando di far immaginare l’importanza della nascita della Filiera del Latte controllata e garantita. Coldiretti ha avuto la forza di coordinare un progetto innovativo e ha intravisto una possibilità di lavoro continuativo e futuro per aziende che hanno rappresentato e, oggi ancor di più, rappresentano il futuro del territorio.

Il pagamento del latte su basi scientifiche è il vero elemento fondamentale del progetto e la visione di Inalpi e Ferrero ha generato la prima idea di contratto etico che di fatto ha superato i vecchi meccanismi di contratto tra produttori e industriali. Il prezzo del latte è stabilito oggi da otto pilastri che comprendono, tra l’altro, la pulizia della stalla, il benessere animale, l’uso consapevole dei medicinali e altri elementi di grande lungimiranza come la sostenibilità ambientale e sociale per una crescente attenzione ai diritti umani e dei lavoratori. Il futuro degli allevamenti, e quindi del pianeta, si gioca anche attraverso allevamenti responsabili e consumi consapevoli.

“E’ stato un progetto realizzato dal territorio per il territorio “ – ricorda Ambrogio Invernizzi – Presidente Inalpi – “nel quale, in un momento storico non facile, abbiamo avuto al nostro fianco le istituzioni del territorio. Inalpi continuerà su questa strada, per proseguire nella crescita della filiera del latte corta e certificata, come testimonia il lavoro fatto in questi ultimi mesi, in cui abbiamo ampliato il numero dei pilastri su cui si basa il protocollo di filiera, passati da 5 a 8, ed incrementato la ceck-list di controlli, fatta oggi da 104 punti. Siamo infatti convinti che la strada della qualità, della sostenibilità e dell’attenzione al benessere di tutti gli attori della filiera siano elementi imprescindibili per una crescita che porta benefici al territorio e alla nostra regione”.

“Un accordo sancito 10 anni fa sulla base dell’innovazione, della qualità e della tracciabilità, valori tutt’ora attuali – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –, e basato sul prezzo indicizzato che l’azienda di Moretta ha deciso di adottare premiando, a prescindere dall’andamento altalenante del mercato, il valore reale di quanto conferito dai nostri allevatori. Un modo per valorizzare la produzione di latte piemontese che conta numeri importanti: quasi 11 milioni di quintali che vengono suddivisi tra polvere di latte (20%), latte alimentare (15%) e caseificazione (65% di cui circa la metà per le produzioni DOP). Per questo auspichiamo, non solo, che questo progetto si rafforzi e si implementi, ma che possa essere uno stimolo per l’agroindustria attenta al territorio, che intenda puntare e scommettere sulla nostra agricoltura per offrire prodotti di alta qualità e valorizzare concretamente il Made in Piemonte”.

Nella seconda parte dell’incontro, Franco Ramello, responsabile economico della federazione regionale Coldiretti, ha tracciato una panoramica delle filiere che negli anni, prendendo spunto dall’esempio virtuoso del latte in polvere, Coldiretti Piemonte ha saputo creare, mostrando come si stia lavorando su diversi comparti ed intessendo relazioni con l’agroindustria del territorio piemontese disponibile a percorsi virtuosi, cercando anche di esportare il Made in Piemonte oltre i confini nazionali.

 

 

BRESCIA, CLIMA, SOSTENIBILITÀ E SMART AGRICOLTURE A FIERA DI LONATO DEL GARDA

Aumentare sostenibilità e competitività del modello agricolo italiano attraverso l’innovazione: la sfida per gli anni a venire passa attraverso la giusta valorizzazione della qualità produttiva italiana e della sua distintiva biodiversità, favorendo innovazione digitale, redditività per le aziende e internazionalizzazione dell’agroalimentare made in Italy. Questi i temi centrali del convegno “Agricoltura e sostenibilità al tempo dei cambiamenti climatici, tecnologici e sociali” promosso questa mattina, venerdì 17 gennaio da Coldiretti Brescia nella Rocca di Lonato del Garda (BS) come primo atto del progetto Around The Ground, percorso sinergico avviato nel 2019 dalla stretta collaborazione tra importanti player del territorio: Coldiretti Brescia, Condifesa Lombardia Nord-Est, Fasternet, InnexHub, COBO, CSMT Polo Tecnologico e A2A Smart City. 

Istituzioni, esperti del mondo agricolo e vitivinicolo e imprenditori, coordinati dal giornalista Luca Riva di Radio Bruno, hanno affrontato in questa prima giornata della 62^ Fiera regionale di Lonato del Garda le molteplici sfaccettature del cambiamento orientato alla smart agricolture. Dopo i saluti da parte del Sindaco di Lonato del Garda Roberto Tardani, dell’assessore agricoltura del comune di Lonato del Garda Christian Somonetti e del Direttore della Fiera Davide Bollani, l’incontro ha affrontato una delle prime grandi “incognite” per il settore agricolo: come affrontare i cambiamenti climatici.

“Il fatto che il clima sia cambiato è ormai una certezza – risponde Andrea Giuliacci, noto meteorologo, climatologo e accademico – ce lo dicono i dati raccolti dagli strumenti meteo: il fenomeno del global warming è aumentato notevolmente. A livello planetario, gli ultimi 5 anni sono stati in assoluto i più caldi dal 1880, con il 2019 che si conferma il secondo anno più caldo dell’era moderna dopo il 2016. Ma la maggiore presenza di calore è anche la causa dei fenomeni atmosferici: questo spiega l’intensità di temporali e nubifragi alternati a periodi di forte siccità. Cosa succederà in futuro? Gli scenari parlano di ulteriore estremizzazione del clima, diminuzione delle giornate di pioggia, aumento dei periodi siccitosi e conseguente crescita degli eventi estremi, con nuovi problemi anche in termini di gestione delle risorse idriche, così importanti per il mondo agricolo”.

Sul palco lonatese anche Luca Formentini, vice presidente Consorzio Lugana e Davide Sangiorgi, in rappresentanza del progetto Around the Ground, che hanno approfondito i progetti di innovazione tecnologica e produttiva avviati nel bresciano e naturalmente intrecciati al problema dei cambiamenti climatici.

Sfida confermata anche dal mondo politico, rappresentato da Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia: “parlando di sostenibilità, concetto molto usato e spesso abusato, la prima cosa da fare è comunicare. Raccontare le esperienze di sostenibilità non spetta solo al produttore agricolo, ma anche delle istituzioni, chiamate a sottolineare il valore pubblico del cambiamento in atto da tanti anni in Lombardia e a Brescia grazie alle aziende agricole virtuose. Bisogna sfruttare la certezza che siamo l’agricoltura più green d’Europa – lo confermano i dati – come elemento di differenziazione del nostro prodotto. Mi soffermo anche sull’innovazione tecnologica, certamente da implementare nel mondo agricolo per aumentare ulteriormente sostenibilità, efficienza e qualità. Tante frontiere da supportare a livello istituzionale, auspicando la definizione di un nuovo piano strategico nazionale sull’innovazione nella filiera agroalimentare”.

L’imprenditoria femminile come ulteriore elemento chiave per lo sviluppo del settore agricolo ha invece caratterizzato la seconda parte del convegno, con un giro di tavolo al 100% “rosa” tra Giovanna Prandini, imprenditrice agricola Perla del Garda, Nadia Turelli, presidente Donne Impresa Coldiretti Brescia, Viola Nicolardi, Centro Innovazione Gestionale CSMT, Francesca Porteri, presidente imprenditoria femminile CCIAA e Anna Frascarolo, project funding CSMT.

Spetta infine a Silvano Brescianini, vice presidente Coldiretti Brescia, tirare le somme dell’intensa mattinata: “dal convegno è emerso chiaramente che il problema del global heating non può più essere messo in discussione. La gestione delle risorse idriche e degli eventi climatici estremi sarà centrale per il nostro futuro: gli imprenditori agricoli devono riconoscere che non si può più lavorare come si è sempre fatto. Anche per questo confermiamo il massimo supporto a progetti di smart agriculture, utili a prevenire situazioni dannose e a garantire più sostenibilità alle produzioni. Le testimonianze di passione ed esempio delle donne imprenditrici confermano un’altra fetta importante di questo sviluppo, fondato anche sulla capacità di comunicare correttamente ed efficacemente ai consumatori il vero valore dei nostri prodotti”.

Dopo il convegno del 17 gennaio, la presenza di Coldiretti Brescia alla Fiera di Lonato continua con tante attività e con il mercato agricolo dei produttori di Campagna Amica. Inoltre, lo stand dell’organizzazione diventa “hub” di innovazione digitale: insieme ad attività didattiche, laboratori e showcooking, i visitatori hanno l’opportunità di indossare i visori di realtà aumentata e vivere per tutto il week-end esperienze immersive nelle filiere agricole di latte, uova e miele.

 

LIGURIA, SUPERPIANTE MANGIA POLVERI PULISCONO L’ARIA IN CASA E CITTA’ 

Dall’acero riccio, con 3,8 tonnellate di CO2 assorbita in 20anni, al tiglio e ginkgo che hanno una capacità di 2,8t, fino alle piante liguri più comuni nei parchi, dagli agrumi al leccio, dal carrubo al gelso, fino alle palme: per purificare l’aria è sempre più importante creare nelle città oasi per combattere lo smog con le superpiante mangia polveri, in grado di catturare l’anidride carbonica, bloccando anche le pericolose polveri sottili PM10 e abbassando la temperatura dell’ambiente circostante durante le estati più calde e afose, per permettere, anche a città come Genova, di risalire la classifica delle città verdi italiane. 

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria, sottolineando che per intervenire in modo strutturale nella lotta allo smog è decisiva la diffusione di parchi e giardini in città, dove ogni abitante dispone in media, a livello nazionale, di appena 32,8 metri quadrati di verde urbano, che scendono addirittura a 6,3 del Capoluogo Ligure. Gli alberi sono dei filtri naturali per l’aria: trattengono, tramite le foglie e le superfici della pianta, una grande quantità di particolato, rimuovendo gli inquinanti gassosi e rendendoli inerti attraverso il metabolismo. E per purificare l’aria di casa e giardino, validi alleati possono essere anche le piante fiorite Made in Liguria quali, ad esempio, gerbere e crisantemi. In questo contesto una possibilità di azione c’è anche per i privati con la conferma il manovra per il 2020 del bonus verde, fortemente sostenuta dalla Coldiretti, che prevede attualmente una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.

“Un albero ben curato e gestito – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  è una grande centrale di assorbimento degli inquinanti e, sia nel privato sia nel pubblico, è importante incentivare, in tutte le nostre città, la diffusione del verde, per creare dei piccoli polmoni che puliscano l’aria e tengano mitigata la temperatura. L’impatto positivo ricadrebbe soprattutto sul nostro ecosistema e sul contrasto dei cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni, oltre che a favorire il lavoro delle nostre imprese florovivaistiche, che possono fornire tutte le piante e l’assistenza necessaria. La floricoltura in Liguria è un settore di punta della nostra regione, che si concentra per il 95% tra le province di Imperia e Savona: scegliere piante e fiori locali, oltre a permettere la pulizia dell’aria a beneficio di tutti, contribuisce alla valorizzazione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente, e sostiene un comparto che, a livello nazionale, conta un valore della produzione attorno ai 2,5 miliardi di euro grazie a 27000 imprese con oltre 100.000 occupati, impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali”.

 

VENETO, IMPRESE ROSA PIU’ FORTI DEL BLUE MONDAY 

Trovata pubblicitaria, bufala, equazione o no, alle donne di Coldiretti il blue monday passa inosservato. Merito dell’aria aperta, del lavoro in campagna, delle tante cose da fare e sbrigare anche in ufficio. “E’ lunedì e comincia una nuova settimana – spiega la responsabile regionale anche vice nazionale Chiara Bortolas –  le mie colleghe oggi sono in giro con il gregge, altre rispettano l’appuntamento con la vendita diretta nei mercati, o partecipano a riunioni di aggiornamento nelle sedi provinciali. C’è chi cura la stalla, provvede alla coltivazione, chi  raccoglie prodotti, insomma, non c’è tempo per la noia né per la malinconia – continua Chiara Bortolas – . Il nostro impegno quotidiano aumenta più di valore se pensiamo che i frutti della produzione agricola sono la base della salute dei cittadini e la fonte alimentare delle famiglie a cui rivolgiamo tutta la nostra attenzione quotidiana”. 

 

 

CAMPANIA, AGLI OSCAR ANTICELLULITE ALLA CIPOLLA E OMOGENEIZZATI DI MARCHIGIANA 

Dalla Campania la crema anticellulite alla cipolla ramata di Montoro e l’omogeneizzato di carne Marchigiana con olio evo di varietà Caiazzana hanno rappresentato i progetti di innovazione dei giovani agricoltori alla finale nazionale di Oscar Green, il premio all’innovazione di Coldiretti Giovani Impresa, che si è tenuto questa mattina a Roma presso Palazzo Rospigliosi. Francesca Barbato (GB Agricola srl di Montoro, Avellino) e Antonio Della Rocca (Fattoria Della Rocca di Caiazzo, Caserta) hanno avuto l’onore di rappresentare le migliaia di giovani campani che ogni giorno mettono entusiasmo, competenza e passione nella propria azienda agricola.

Ad accompagnarli c’era una nutrita delegazione campana: la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati, la delegata regionale Claudia Sorbo, il vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello, il direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda, i delegati provinciali Rino Corbo, Domenico Sabatino e Ida Corrado, i direttori provinciali Gerardo Dell’Orto, Giuseppe Miselli ed Enzo Tropiano, la segretaria regionale di Coldiretti Giovani Impresa Maria Tortoriello insieme ai segretari provinciali Bianca Donisi, Ernesto Nisio e Daniela Colombo.

Francesca Barbato ha concorso alla categoria “Creatività”. Dalla coltivazione della cipolla ramata di Montoro ha creato una nuova crema per gli inestetismi cutanei della cellulite snellente e modellante. La cipolla ramata di Montoro, infatti, è ricca di flavonoidi con importanti proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e secondo studi recenti anche antitumorali. Davanti a chi storce il naso pensando all’odore pungente della cipolla Francesca fuga ogni sospetto, la ramata, a differenza delle altre, ha un aroma dolce e fragrante. I centri benessere, di estetica e le farmacie fanno a gara per averla sugli scaffali. La donna vuole naturalezza, la terra di Montoro lavora per lei.

Antonio Della Rocca ha partecipato per la categoria “Sostenibilità”. Capita che un nuovo ramo d’azienda nasca da una necessità. Quella ad esempio di dare da mangiare ai propri figli mentre si è in viaggio, senza rinunciare alla qualità. E Antonio, insieme a suo padre, suo fratello e suo nonno, sono allevatori custodi della razza bovina Marchigiana dell’Appennino centrale. L’idea è stata quindi di produrre squisiti omogenizzati di eccellenza con la carne più tenera possibile e la sola aggiunta di olio extravergine d’oliva di varietà Caiazzana. L’alimentazione dei bovini è composta da foraggi e cereali biologici scelti e certificati OGM-FREE autoprodotti su terreni aziendali. Alle mamme Antonio non parla degli altri omogenizzati commerciali, ma dice loro che ha a cuore la crescita sana dei loro bambini.

La finale Oscar Green celebra anche un dato straordinario sul ricambio generazionale in agricoltura. Sono oltre 56mila giovani under 35 alla guida di imprese agricole in Italia, un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del +12% negli ultimi cinque anni, come emerso una analisi di Coldiretti su dati Infocamere al terzo trimestre 2019. La Campania è la seconda regione d’Italia, seppur con un breve scarto, per numero di imprese agricole condotte da giovani con 6.255 aziende attive. Il primato spetta alla Sicilia con 6.673. Al terzo posto c’è la Puglia con 5.306.

 

LOMBARDIA, OSCAR AL FORMAGGIO D’ASINA DELLE VALLI BERGAMASCHE 

Leonardo Belotti, 23 anni, titolare dell’azienda agricola Mondo Asino di Olmo al Brembo (Bergamo), è uno dei vincitori nazionali dell’Oscar Green, il premio all’innovazione giovane in agricoltura promosso da Coldiretti e Campagna Amica.

I riconoscimenti sono stati assegnati a Roma, in occasione del “salone della creatività”, alla presenza del Ministro delle Politiche agricole  Teresa Bellanova, del  Ministro delle Politiche giovanili e dello Sport Vincenzo Spadafora con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e la delegata nazionale dei giovani agricoltori Veronica Barbati.

Leonardo – precisa Coldiretti Lombardia – si è aggiudicato la categoria “Campagna Amica” grazie ai suoi particolari formaggi a base di latte d’asina. Insieme al papà, infatti, alleva trenta asine che porta a pascolare sulle montagne bergamasche in terreni incolti, contribuendo così a custodire il territorio e mantenerlo in sicurezza. Cibandosi di erbe fresche, fiori e arbusti, questi animali producono un latte di alta qualità che Leonardo trasforma in diversi prodotti, tra cui alcuni formaggi.

Ma dire formaggio d’asina è come parlare di miracoli. Basti pensare – spiega la Coldiretti regionale – che per una piccolissima caciottina servirebbero centinaia di euro di latte: è talmente esigua la quantità di latte d’asina, come è ridotto il periodo di lattazione dell’animale, che la strada del formaggio diventa impraticabile. Non in Val Brembana, non sui pascoli di Arlecchino. Già, perché proprio qui, abitava la nota maschera di Carnevale che dà il nome a uno di questi formaggi che Leonardo produce, appunto, con latte d’asina, di capra e di mucca.

L’altro è invece il formaggio dei Tasso, la nota famiglia dei territori bergamaschi da cui discende il famoso Torquato, fatto solo con latte d’asina e di capra. Questi due formaggi, che nascono dai pascoli d’alta montagna incontaminati, offrendo alle asine solo erba e fieno della valle, si miscelano al latte delle capre e delle mucche dei pastori che collaborano con Leonardo, permettendo così alle incredibili proprietà del latte d’asina di andare in stagionatura.

Leonardo produce inoltre, sempre con il latte delle sue asine, un liquore perfetto come digestivo, dolci, gelato e una linea cosmetica naturale e biologica.

“Sono orgoglioso – dichiara Leonardo Belotti – di questo riconoscimento che mi sprona a continuare nel mio progetto e a credere nell’agricoltura di montagna. Spero che il premio contribuisca anche a rilanciare il territorio in cui vivo e a far conoscere ulteriormente le tante qualità del latte di asina. Ringrazio Coldiretti – conclude Leonardo – per avermi accompagnato durante questo percorso”.

 

MOLISE, 679 IMPRESE AGRICOLE SONO GUIDATE DA UNDER 35 

In Molise 679 imprese agricole sono guidate da giovani. Il dato è emerso da un’analisi di Coldiretti, su dati Infocamere, al terzo trimestre 2019, in occasione della consegna degli Oscar Green 2019, il premio all’innovazione per le imprese guidate da giovani imprenditori agricoli considerati ormai i veri protagonisti italiani del Green Deal. La cerimonia di premiazione, tenutasi venerdì 17 a Palazzo Rospigliosi, sede della Confederazione Nazionale Coldiretti a Roma, ha visto anche la partecipazione del Molise, rappresentato da Vito Genovese, Delegato provinciale di Campobasso di Giovani Impresa Coldiretti, e della segretaria regionale di Giovani Impresa Coldiretti, Angela Aristotile.

In Italia sono oltre 548mila le aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi, dal commercio alla manifattura, dall’abbigliamento ai servizi con il settore agricolo che, evidenzia la Coldiretti, vanta più del 10% dei giovani che fanno impresa e creano lavoro.

“La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – spiega il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali. E’ in atto – aggiunge Ascolese – un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale: il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia, di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per i giovani, tra cui anche tantissimi molisani, sempre più istruiti e preparati, spesso in possesso anche di una laurea”. “E’ dunque necessario – evidenzia il Direttore di Coldiretti –  investire sull’agricoltura che è un settore strategico per far diventare il Paese più sostenibile. Ciò potrà avvenire attuando una politica agricola forte ma semplice ed efficace e con risorse adeguate al fine di consentire alle imprese di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico, in un percorso di grande supporto al Green Deal. Un’azione, che per il nostro Molise – conclude Ascolese – si concretizzerebbe con la sburocratizzazione ed il contestuale potenziamento della rete infrastrutturale, non solo viaria ma intesa anche in termini di connettività informatica e di rete, ad oggi molto carente sulla gran parte del territorio regionale. Un gap, questo, che spesso frena se non addirittura impedisce lo svolgimento delle attività imprenditoriali”. 

 

SARDEGNA, AZIENDA AGRICOLA DI SADALI ALLE FINALI NAZIONALI OSCAR GREEN 

L’agricoltura sarda arriva per il terzo anno consecutivo alla finale nazionale Oscar green dell’agricoltura riservato alle aziende innovative under 40 e sfiora il bis nella vittoria raggiunta lo scorso anno con Luisa Cabiddu di Girasole, l’architetto contadino. Lo fa con un giovane di Sadali, Frediano Mura dell’azienda Fragus e Saboris che questa mattina ha partecipato a Roma alle finali nazionali sfidando altre due aziende nella categoria Impresa4. Terra, che premia le aziende creative e originali che coniugano tradizione e innovazione. Le categorie in gara in finale erano 6, con 3 aziende finaliste per categoria da tutta Italia. Aziende che hanno superato la concorrenza delle 1500 che iscritte al concorso ideato e promosso da Coldiretti giovani impresa.

Frediano Mura, 29 anni laureato in Filosofia ha raggiunto la finale nazionale Oscar green grazie all’ideazione del primo gin elettrico al mondo, prodotto con una erba naturale che riesce a dare la sensazione di ricevere micro scariche elettriche al palato di chi lo assaggia. Inoltre ha scoperto una resina naturale, ottenuta dalla scarti di lavorazione delle piante aromatiche officinali, che si vetrifica in modo naturale nelle ceramiche (una novità assoluta per gli operatori del settore). Produce anche oli essenziali e idrolati, tradizionalmente utilizzati in ambito cosmetico, per la cucina gourmet, oltre ad idrolati per uso veterinario.

La Sardegna ha conquistato le finali nazionali Oscar green per il terzo anno consecutivo. Nel 2017 lo fece con Andrea Deidda di Villanova Truschedu, che produce olio di lentisco. Nel 2018 oltre con Luisa Cabiddu (che ha vinto) con Emanuele Salis di Ploaghe con il maialetto e l’agnello di Sardegna Igp termizzato.

“Una grande risultato per la Sardegna e per l’agricoltura che dimostra ancora una volta la novità e la competitività accompagnata da innovazione e creatività, vitalità ed entusiasmo che stanno portando i giovani in agricoltura – sostiene il delegato regionale di Coldiretti Giovani Sardegna Angelo Cabigliera -. Le aziende giovani e innovative, come dimostra Oscar green provengono spesso da piccoli Comuni dell’interno che stanno soffrendo lo spopolamento. Giovani che portano competenze, idee e progetti nuovi e sostenibili – commenta Cabigliera -. Che dimostrano attaccamento vero alla campagna e alla propria terra, perché spesso dopo gli studi universitari rientrano nei propri comuni, come Frediano e Luisa, per realizzare i propri progetti”.

 

LIVORNO, L’ELBANA GIULIA ARRIGHI VINCE IL PREMIO CREATIVITÀ 

“L’azienda è stata premiata per la genialità di una idea, la capacità di interpretare il futuro, con il valore della tradizione e la capacità di saper mettersi in gioco in quelle che appaiono come sfide insuperabili”. Con questa motivazione Giulia Arrighi ha ottenuto l’Oscar Green nazionale per la categoria Creatività.

I premi sono stati consegnati questa mattina nel corso delle finali di Roma, alla presenza del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e della delegata nazionale dei Giovani Veronica Barbati.

La giovane imprenditrice toscana ha così confermato l’Oscar che già a livello regionale le era stato attribuito per il progetto Nesos, il vino marino. Con l’azienda agricola di famiglia Giulia Arrighi ha studiato e poi realizzato questo vino sperimentale, prodotto con la maturazione dei grappoli appena raccolti sotto gli abissi marini per accelerare il processo di fermentazione e restituire salinità ma soprattutto per evitare di utilizzare solfiti.

“Un progetto che ha destato curiosità e interesse in tutta Italia e oltre, che oggi viene nuovamente premiato non solo per il valore scientifico e sperimentale che assume, ma perché è connotato anche dall’intraprendenza di una giovane imprenditrice agricola come Giulia Arrighi”, commenta il presidente di Coldiretti Livorno Simone Ferri Graziani, “siamo orgogliosi del suo lavoro e le esprimiamo le nostre migliori congratulazioni”.

  

UMBRIA, I BISONTI DA FAR WEST VINCONO L’OSCAR GREEN 

Anche quest’anno l’Umbria protagonista dell’Oscar Green, il premio nazionale promosso da Coldiretti Giovani Impresa, per dare un giusto riconoscimento a quanti hanno iniziato un percorso di innovazione, ricerca e diversificazione in agricoltura. L’azienda agricola Massimiliano Gatti di Panicale con il primo allevamento hi-tech italiano di bisonti allo stato brado, ha prevalso a livello nazionale nella categoria “Impresa 4.Terra”, che premia chi riesce a coniugare creatività e grande abilità progettuale, unendo tradizione e innovazione. I finalisti sono stati scelti dopo una lunga selezione territoriale tra migliaia di giovani imprenditori di tutta Italia, i veri protagonisti italiani del Green Deal.

Un allevamento di bisonti allo stato brado e hi-tech nella splendida cornice del Lago Trasimeno, questa la mia scommessa quantomeno originale e vincente – spiega Massimiliano. Controllati con microchips per attività motoria, temperatura corporea e riconoscimento, i bisonti – aggiunge – sono dotati di mangiatoie intelligenti per una dieta equilibrata che “favorisce” una carne gustosa, ipocalorica e tenerissima con una bassissima presenza di grassi. Un successivo riuso ecosostenibile di pelle e lana dell’animale – prosegue il vincitore dell’Oscar Coldiretti – permette anche la realizzazione di pelletteria artigianale fatta a mano. Nel cuore verde dell’Italia pulsa dunque l’antico west: li sento cavalcare proprio come avviene nei film western – afferma Massimiliano – sono enormi, alzano una gran nuvola di polvere e sono schivi come quando cavalcano le pianure degli indiani d’America. Ma i bisonti hanno un fascino incredibile, proprio quello che mi ha colpito: hanno ricoperto un ruolo fondamentale per l’umanità, soddisfacendo due bisogni primari, quello di nutrirsi e di coprirsi. Abbiamo scelto di allevarli “liberi”, perché l’uomo non deve umanizzare chi nasce libero. A stimolarmi anche le carni di questo animale: magre, colesterolo quasi inesistente, omega 3 e omega 6 alle stelle e con una quantità di ferro impareggiabile. E poi la sua versatilità: del bisonte per davvero non si butta via niente. Dalla pelle prestigiosissima per lavorazioni di alto valore artigianale, alla lana paragonabile al cachemire, al quinto quarto e a tutti i tagli di carne. Un variegato attivismo gira intorno a questo allevamento e va dagli artigiani che lavorano la materia prima, a un dedalo di ristoranti che puntano all’eccellenza e all’innovazione in tavola.

Le idee e le esperienze dei nostri giovani – sottolinea il presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti – dimostrano la vivacità del settore, con innovazione e originalità in grado di accrescere la competitività delle imprese agricole. È in atto uno storico ritorno alla terra, con oltre 56mila giovani under 35 in Italia alla guida di imprese agricole, in Umbria oltre 1200, ma occorre lavorare contro gli ostacoli burocratici che ancora frenano i loro sogni e obiettivi imprenditoriali. Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è, insieme alla trasparenza dell’informazione ai consumatori, il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita.

La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – evidenzia il direttore regionale Coldiretti Mario Rossi – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo.

Alla premiazione di oggi a Roma assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini e alla delegata nazionale dei giovani agricoltori Veronica Barbati, per l’Umbria, oltre ad Agabiti e Rossi, anche il delegato regionale Coldiretti Giovani Impresa Francesco Panella e quelli provinciali Valentina Alunno e Cristian Moscatelli.

 

PESCARA, A PIANELLA SFILATA DEI TRATTORI E BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI 

La sfilata dei trattori e la benedizione di una piccola arca di Noè per celebrare l’antico rito del ringraziamento: nonostante le condizioni atmosferiche non è mancata la consueta partecipazione questa mattina alla Giornata del Ringraziamento promossa da Coldiretti Pescara a Pianella per ricordare lo stretto legame esistente tra l’agricoltore e la comunità cristiana.

Grandi e piccini, imprenditori agricoli e semplici cittadini anche provenienti dalle comunità limitrofe, si sono ritrovati per celebrare un suggestivo e antico rito che, inaugurato dalla Confederazione nazionale Coltivatori diretti nel 1951, nacque per intuizione del presidente Paolo Bonomi per ribadire l’ispirazione dell’organizzazione professionale alla dottrina sociale cristiana e per ringraziare il Signore del raccolto concesso tra trattori e anche una piccola delegazione di animali domestici, portati per la benedizione.

Consueto ma sempre sentito il copione della manifestazione: il raduno dei trattori e degli animali e, subito dopo, la celebrazione nella chiesta di Sant’Antonio della santa messa con il presidente di Coldiretti Silvano Di Primio, il delegato dei giovani nonché presidente di sezione Giuseppe Scorrano, la responsabile sezionale di Coldiretti Donne Impresa Melania Chiappini e il consiglio direttivo. Nel corso della cerimonia religiosa, in cui Padre Marius ha richiamato il senso della giornata del ringraziamento e dell’importanza che riveste per la comunità rurale, sono stati offerti i frutti della terra donati dai produttori e dalle aziende agricole di Pianella. Nei cesti del tradizionale offertorio, vino, ortaggi e confetture, pane, pasta provenienti direttamente dalle campagne pescaresi insieme all’olio di Pianella, simbolo della più radicata ed apprezzata tradizione agricola di questa zona della provincia. Al termine, la sfilata di mezzi agricoli tra le strade del paese e l’attesa benedizione dei trattori e degli animali di piccola taglia:  criceti e tartarughe, cani e gatti e altri animali domestici e anche due maialini della fattoria.

“La Giornata del Ringraziamento – spiega Coldiretti – è una tradizione che, inaugurata dalla Confederazione nazionale Coltivatori diretti nel 1951, venne in seguito mutuata dalla conferenza episcopale italiana per essere inserita nel calendario liturgico. Nacque, per intuizione del presidente Paolo Bonomi, per ribadire l’ispirazione dell’organizzazione professionale alla dottrina sociale cristiana e per ringraziare il Signore del raccolto concesso. Un rito antico – sottolinea Coldiretti – che non perde mai il suo fascino e che, in alcuni paese con tradizione agricola, è diventata una tradizione che richiama centinaia di visitatori anche dai paesi vicini e che, come in questo caso, coinvolge interamente la comunità rurale”.  

In riferimento alla presenza degli animali domestici nella festa del ringraziamento, Coldiretti ricorda che si tratta ormai di una  consuetudine in linea con la particolare predisposizione degli italiani all’accoglienza degli animali in casa.  Una famiglia italiana su tre (32%) ospita in casa almeno uno o più animali da compagnia, che in molti casi diventano veri e propri componenti del nucleo familiare, tanto da rinunciare a uscire la sera o ad andare in vacanza per non lasciarli soli o permettergli addirittura di dormire nella camera da letto.

Ma se da una parte si registra una maggiore sensibilità verso gli animali a quattro zampe da tenere in casa, dall’altra Coldiretti evidenzia che negli ultimi dieci anni sono scomparsi dalle campagne italiane quasi 2 milioni di animali tra pecore, mucche e maiali. A rischio c’è la straordinaria biodiversità delle stalle italiane dove sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli.

“Un addio che – precisa la Coldiretti – ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori, spesso a causa dei bassi prezzi pagati per il latte e per la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero. Con mucche e pecore sono scomparsi anche i pascoli e i prati e il risultato è che negli ultimi 25 anni è andato perso oltre ¼ della superficie agricola (-28%), secondo un’analisi Coldiretti su dati Ispra, e, con esso, la capacità di assorbire le emissioni inquinanti ma anche di assicurare il riempimento delle falde acquifere.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea la Coldiretti – rappresentano dunque un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio c’è il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. L’allevamento italiano – continua Coldiretti – è poi un importante comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro. “Per questo quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni”, sottolinea Coldiretti.

 

TORINO, AGRICOLTOURA SOCIALE ALL’OSCAR GREEN CON I FRATELLI PAUTASSO 

Per  la finale nazionale Oscar Green – premio promosso da Coldiretti che valorizza le idee di giovani agricoltori -, a Roma sono arrivati i giovani piemontesi Davide e Simone Pautasso della società agricola “La Cascina del Mulino”, di Villastellone. Sono i finalisti per la categoria “Noi per il sociale”, già premiati all’evento regionale dello scorso luglio, a Torino.

Sono davvero tante le idee innovative presentate alla XIII edizione di Oscar Green durante la quale è stata presentata l‘analisi di Coldiretti su dati Infocamere In Italia che denota uno storico ritorno alla terra con oltre 56mila giovani under 35 alla guida di imprese agricole. Un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del +12% negli ultimi cinque anni. In Italia sono oltre 548mila le aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi, dal commercio alla manifattura, dall’abbigliamento ai servizi con il settore agricolo che vanta più del 10% del giovani che fanno impresa e creano lavoro. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

In Piemonte le aziende agricole giovani sono 3807 e rispetto al rispetto al 2017 e 2018 quelle under 40 sono aumentate del 60%. «Sempre più la capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta noi giovani a scommettere sulla campagna con estro, passione e professionalità mettendo, dunque, in atto un cambiamento epocale – spiega Giovanni Benedicenti delegato Giovani Impresa Coldiretti Torino -. Proprio grazie alla nostra agricoltura l’Italia ha conquistato un ruolo guida nel Green Deal a livello globale a cui il Piemonte contribuisce con le sue eccellenze, 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg, 42 Doc e oltre 40 Sigilli di Campagna Amica».

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, aggiunge: «Occorre sostenere lo spirito imprenditoriale giovanile tagliando gli ostacoli burocratici che sottraggono fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda e che, spesso, rallentano l’avvio e l’iter delle attività agricole. La crescita dei giovani in agricoltura è sicuramente positiva, però necessita del supporto delle istituzioni affinché, attraverso specifiche misure, si possano attivare progetti che offrano davvero nuove opportunità. Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione, insieme alla trasparenza dell’informazione ai consumatori, sono il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita economica dei nostri territori».

 

PUGLIA, EXPORT PASTA +9,7%; BENE ANTITRUST SU ORIGINE GRANO 

Nei primi 9 mesi del 2019 è aumentato l’export di pasta dalla Puglia del 9,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dato che testimonia il grande successo della produzione ‘made in’ all’estero. E’ quanto dichiara Coldiretti Puglia sui dati Istat/Coeweb sul commercio estero di pasta, in occasione della consacrazione della dieta mediterranea come migliore dieta al mondo del 2020 davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del best diets ranking 2020 elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori.

“La pasta è il prodotto simbolo della dieta mediterranea, di cui va salvaguardata qualità e italianità attraverso l’indicazione in etichetta dell’origine 100% Made in Italy del grano duro utilizzato. La recente multa salata dell’Antitrust ad una catena della grande distribuzione straniera per aver diffuso informazioni fuorvianti sull’origine del grano duro nella pasta venduta sugli scaffali è la testimonianza di quanto il Made in Italy abbia un immenso valore, da tutelare quotidianamente anche contro l’Italian Sounding”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Le migliori varietà di grano duro selezionate dalla Società Italiana Sementi (SIS) dei Consorzi Agrari d’Italia, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Negli Usa quest’anno il Made in Italy – insiste Muraglia – è cresciuto fino ad ora più del doppio rispetto al mercato mondiale dove l’incremento è stato del 3,4%. Bisogna scongiurare la nuova black list Trump che minaccia di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy. Un pacco di pasta in Italia costa 1,5 euro al chilo, negli Usa sale a 2,75 euro al chilo che, con l’applicazione dei dazi al 100% passerebbe a 3,75 euro al chilo. Ora sulla pasta le tariffe sono in media di 6 centesimi al chilo, le ripercussioni per il settore in Puglia sarebbero molto pesanti”, incalza Muraglia.

Pasta fatta con grano 100% made in Puglia, con il grano ‘Cappelli’, fino ad arrivare alle modaiole alternative a base di farina di legumi, di ceci, di lenticchie e di piselli,  tradizione e innovazione – dice Coldiretti – contraddistinguono la Puglia, il Granaio d’Italia, principale produttore italiano di grano duro con 346.500 ettari coltivati, 9.990.000 quintali di prodotto.

“Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”, conclude il presidente Muraglia.

 

 

ROVIGO, LE VONGOLE DI MARE AL MERCATO COPERTO 

Al mercato coperto in Tassina sono arrivate le vongole! Il banco del pesce si arricchisce al mercato di Campagna Amica Rovigo sito in via Vittorio Veneto che si svolge il sabato mattina dalle 8:30 alle 13.

Da qualche settimana è iniziata la vendita del pesce per far scoprire nuovi sapori del territorio. Al mercato quindi non si trovano soltanto prodotti provenienti dalla terra, ma anche dal mare. La coppia formata da Marco Mantovani e Katiuscia Bellan di Porto Tolle si occupa della vendita di pesce, ma grazie a una collaborazione con un altro pescatore, Leonardo Passarella, portano al mercato le cosiddette vongole di mare, da non confondere con le vongole di laguna. Passarella con il suo motopeschereccio Camel esce in mare tutti i giorni assicura al nostro mercato un pescato più che fresco, dal mare al banco in pochissime ore.

Alessandro Faccioli, di Coldiretti Impresa Pesca ci spiega la differenza: “La differenza tra le vongole di mare e di laguna è che le prime possono essere consumate senza essere stabulate come invece è d’obbligo per quelle di laguna. I prodotti sono sempre freschi, perché pescati direttamente al largo di Pila nel mare Adriatico, con metodi sostenibili e arrivano sul banco del mercato senza procedimenti vari, naturali e pronti al consumo”.

Tra le tante tipologie di pesce, oltre alle vongole, ci sono le canocchie, sgombri, sogliole, polipi, gallinelle, rombi e molto altro.

Il pesce si trova tutti i sabati mattina dalle 8,30 alle 13 al mercato coperto in Tassina: vi aspettiamo per i vostri acquisti e per ritirare un simpatico omaggio!

 

SARDEGNA, BUROCRAZIA NEMICA DELL’AGRICOLTURA 

Grazie a Oscar green, il premio di Coldiretti giovani impresa riservato alle aziende under 40 innovative, ogni anno emerge, la vitalità e creatività della nuova agricoltura. Giovani che tornano alla terra con progetti vincenti e sostenibili spesso nei propri comuni di origine, molti dei quali nelle zone interne e marginali. Giovani il più delle volte laureati o diplomati che portano una valore aggiunto oltre che economico ed occupazionale anche sociale, ambientale e identitario. “Dimostrano vero attaccamento alla campagna e alla propria terra perché ci investono i propri sogni e le proprie competenze senza cercare scorciatoie” evidenza il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu.

Giovani che però non trovano porte aperte ed accoglienza da parte delle istituzioni, ma che si scontrano con una burocrazia cieca ed elefantiaca che ostacola i progetti e rallenta giovani dinamici che procedono ad alta velocità imprenditoriale. Quadro confermato dall’analisi di Coldiretti presentata oggi a Roma durante le finali Oscar green, per le quali è stata selezionata (fra le 18 finaliste sulle 1500 iscritte) una azienda sarda, Fragus e Saboris di Frediano Mura, 29 anni con laurea in filosofia e azienda a Sadali, comune di circa 900 abitanti.

La burocrazia spegne il sogno di oltre 1 giovane italiano su 2 (55%) fra i quasi 39mila che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura in Italia con progetti imprenditoriali respinti per colpa degli errori di programmazione delle amministrazioni regionali e il rischio di perdere i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea.

“L’odissea del primo insediamento, piuttosto che la siccità del 2017 con 6 domande su 100 liquidate e 7 su 10 (72.3 per cento) ancora da istruire a tre anni dalla calamità ne è la fotografia – evidenza Battista Cualbu -. La burocrazia è uno dei più grandi e subdoli problemi dell’agricoltura anche perché spesso trasformano in ostacolo strumenti nati come sostegno, creando non solo aspettative, ma facendo prendere alle imprese degli impegni e facendo sostenere delle ulteriori spese, con l’ulteriore beffa di perdere e restituire i fondi messi a disposizione dall’Unione europea”.

In Sardegna sono state bocciate il 59 per cento delle domande presentate (il record negativo è della Basilicata con il 58 per cento, la più virtuosa la Lombardia con il 13 per cento) e pagate il 65% di quelle ammesse.

Dall’analisi di Coldiretti all’1 gennaio 2020 sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) del periodo 2014-2020, emerge anche che le domande del primo insediamento presentate e ammesse a finanziamento solo poco più della metà a livello nazionale (55%), con la perdita di un potenziale di mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto che le giovani imprese avrebbero potuto sviluppare.

La burocrazia sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa. La complessità delle procedure amministrative è ritenuto un problema nell’attività dell’azienda dall’84% degli imprenditori in Italia contro il 60% della media Ue, evidenzia la Coldiretti in base all’analisi Eurobarometro della Commissione europea.

“Oltre agli interventi tampone come la task force che va messa in campo immediatamente – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – ribadiamo la necessità, per superare la vergogna di questa burocrazia, dei cosiddetti super CAA: provvedimento che garantisce tempi certi per la conclusione dei procedimenti attraverso il meccanismo del silenzio- assenso: presentata la domanda ai Centri di Assistenza Agricola, se non arriveranno risposte entro  60 giorni per la conclusione dell’istruttoria, la pratica sarà considerata approvata”.

La Legge è presente in Sardegna dal 2013 – dice il direttore – ma mentre le altre Regioni sono andate avanti nell’applicazione, da noi non sono stati mai normati i provvedimenti attuativi che rendono possibile il rispetto dei tempi”.

“Il Super CAA – precisa Battista Cualbu – garantirebbe ai produttori gli auspicati tempi certi e quindi uno snellimento procedurale sostanziale. Non necessita di alcun cambiamento organizzativo in nessuna struttura, ma conferisce solo diversi ruoli ai CAA che libererebbero  carta e impegni burocratici ad ARGEA ed altri Enti che potrebbero dedicarsi con più efficacia ed efficienza, ad altri importanti compiti istruttori”.

 

MANTOVA, PER S.ANTONIO A A QUISTELLO SI PARLA DI BIODIVERSITÀ 

«La biodiversità non significa solo salvaguardia della specie, varietà degli esseri viventi che popolano la terra, vuole anche opportunità di reddito per gli agricoltori e per le imprese agricole ed è in questi contesti che si inserisce l’attività di Coldiretti e di Campagna Amica, finalizzata a salvaguardare il patrimonio che vive sul pianeta e a garantire un futuro all’agricoltura».

Lo ha detto questa mattina a Quistello il direttore di Coldiretti Mantova, Erminia Comencini, intervenendo al convegno organizzato dalla sezione locale dedicato a «L’arca di Noè: il valore della biodiversità», per celebrare la tradizionale festa di Sant’Antonio abate, patrono degli allevatori e protettore degli animali, nell’ambito di un ricco programma che culminerà domani alle 15 nella chiesetta della Gaidella con la benedizione degli animali.

Difesa della diversificazione e coltivazione delle relazioni come segnale di equilibrio fra uomo e natura, ma anche fra uomini. Con uno sguardo dalle Sacre Scritture fino all’attualità dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”, un percorso dalla Bibbia ai giorni nostri raccontato dal vescovo di Mantova monsignor Marco Busca.

Una biodiversità che nel messaggio di dio invita “allo stupore e alla meraviglia”, consapevoli del messaggio di Bernardo di Chiaravalle («troverai più nei boschi che nei libri») e con l’invito di superare l’antropocentrismo che può ridurre il rapporto con la natura e gli animali a un asservimento all’uomo, mons. Busca ha ricordato anche le attenzioni in direzione “ecologica” di San Francesco d’Assisi «e il suo chiamare fratello e sorella per ribadire un legame con la terra, il cosmo e gli animali che quando viene meno spalanca la porta al caos».

Quello della biodiversità è un mondo sconfinato. «Si calcola che le specie sul nostro pianeta siano oltre tre milioni e mezzo – ha dichiarato il professor Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica all’Università di Cagliari –. Di queste ne conosciamo circa la metà».

La sensibilità verso il tema ha cominciato a diffondersi dalla fine degli anni Ottanta, ma ancora c’è molto da fare. «In Italia non abbiamo una legge nazionale per la protezione della flora, unico Paese in Europa ad essere carente – ha puntualizzato il prof. Bacchetta -. Dovremmo fare di più, magari prevedendo di salire dal 20% al 30% di aree protette in Italia».

All’inizio della mattinata di lavori sono intervenuti don Roberto Buzzola, priore di Quistello, l’assessore comunale alla Cultura Moreno Piccinini e il presidente di Coldiretti Quistello Roberto Siliprandi, che ha consegnato la statua di Sant’Antonio quale riconoscimento a Fabio Trentini, storico segretario di zona di Coldiretti, in forza oggi nella zona di Sermide e Ostiglia.

 

SICILIA, AD AGRIGENTO LA GIORNATA REGIONALE DEL RINGRAZIAMENTO 

Dare un’anima al costituendo Parco Nazionale del Matese per scongiurare il rischio della desertificazione sociale ed economica. Con questo spirito le federazioni regionali Coldiretti della Campania e del Molise e le federazioni provinciali di Benevento, Caserta, Campobasso ed Isernia hanno invitato i 63 Comuni coinvolti con i rispettivi territori, gli imprenditori agricoli e gli esponenti politici ad una tavola rotonda che si terrà venerdì 31 gennaio 2020 alle ore 16 a Morcone, in provincia di Benevento, presso la sala teatro Universitas. Coldiretti presenterà e consegnerà agli amministratori locali e ai portatori d’interesse la propria proposta di Regolamento del Parco, ovvero lo strumento fondamentale per la governance dell’enorme area interessata, coniugando la tutela ambientale con l’agricoltura e con la sopravvivenza delle comunità.Dopo i saluti di benvenuto di Luigino Ciarlo, sindaco di Morcone, a presentare la proposta di Coldiretti saranno Stefano Masini, responsabile nazionale Ambiente e Territorio della principale organizzazione agricola, e il professor Tammaro Chiacchio, docente universitario e luminare di Diritto Amministrativo. Sul documento della Coldiretti si confronteranno Antonio Di Maria, presidente della Provincia di Benevento, Giorgio Magliocca, presidente della Provincia di Caserta, Francesco Roberti, presidente della Provincia di Campobasso, Alfredo Ricci, presidente della Provincia Isernia, Vincenzo Girfatti, presidente del Parco Regionale del Matese, Nicola Caputo, consigliere all’Agricoltura del Presidente della Giunta Regionale della Campania, l’europarlamentare molisano Aldo Patriciello e i parlamentari campani Sandra Lonardo e Piero De Luca. Le conclusioni saranno affidate a Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti.

 

I NUMERI DEL PARCO NAZIONALE

  • 63 Comuni (37 della Campania e 26 del Molise)
  • 2 Regioni, 4 Province
  • 157 mila cittadini residenti
  • Superficie Parco pari ad oltre 111 mila ettari
  • 57,7% è la media delle superfici comunali coinvolte
  • 15 Comuni interessati per il 100% della superficie

 

VALLE D’AOSTA, 169 IMPRESE AGRICOLE GUIDATE DA GIOVANI 

Sono 169 le imprese agricole che, in Valle d’Aosta, vedono alla guida uno o più giovani under 35. Il dato, fotografato da un’analisi di Coldiretti nazionale su dati Infocamere, è in progressivo aumento, in linea con la tendenza registrata a livello nazionale di un aumento del 12% di aziende giovani negli ultimi 5 anni con uno storico ritorno alla terra da parte delle nuove generazioni.

La ricerca è stata illustrata oggi, venerdì 17 gennaio, a Roma in occasione della consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal a cui ha preso parte anche una piccola delegazione valdostana guidata da Jair Vidi, delegato Giovani impresa di Coldiretti.

In Italia sono oltre 548mila le aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi, dal commercio alla manifattura, dall’abbigliamento ai servizi con il settore agricolo che – evidenzia la Coldiretti – vanta più del 10% del giovani che fanno impresa e creano lavoro.

Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“E’ in atto un cambiamento importante nel nostro paese e anche nella nostra Regione – sottolinea Elio Gasco, direttore di Coldiretti Valle d’Aosta – ovvero che il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni  istruite”. “Questi dati – prosegue ancora il direttore Gasco –  sono la concreta testimonianza della necessità, più volte sottolineata da noi di Coldiretti – di come sia fondamentale investire sull’agricoltura perché un settore strategico per lo sviluppo sostenibile ”.

 

PIACENZA, CON KLIMT AUTENTICO OCCASIONE DI VISIBILITÀ PER LE TIPICITÀ PIACENTINE 

La conferma dell’autenticità del “Ritratto di signora” di Gustav Klimt rappresenta un’opportunità incredibile per valorizzare Piacenza e il suo territorio. Parole del presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti nell’esprimere forte soddisfazione per la notizia che finalmente risarcisce la nostra città di una perdita dolorosa. “Come Coldiretti – afferma Crotti – da sempre insistiamo sull’importanza di valorizzare sinergicamente arte, cultura, paesaggio e tipicità enogastronomiche. Piacenza ha davvero un grande bisogno di comunicare la bellezza della città e delle vallate che la circondano e questo prezioso rinvenimento – nell’anno della vicina Parma capitale della cultura 2020 – è un’occasione importantissima per fare squadra e per dare la meritata visibilità internazionale al nostro territorio e alle sue produzioni tipiche di qualità, realizzate nel rispetto della salute dei consumatori e dell’ambiente”.

 

ROVIGO, GIOVANI AGRICOLTORI SEMPRE PIÙ CREATIVI E INNOVATIVI 

Si è tenuto ieri a Roma il meeting nazionale dei giovani imprenditori agricoli targato Coldiretti mentre si attende, a breve, l’apertura del nuovo bando del Programma di sviluppo rurale del Veneto. Con l’occasione sono state presentate le massime espressioni dell’innovazione in agricoltura con esempi provenienti da tutta Italia, con la conclusione degli Oscar Green 2019. Per Rovigo erano presenti la delegata provinciale dei giovani Federica Vidali e il segretario Matteo Garbin. 

“Quest’anno abbiamo presentato 6 progetti e siamo arrivati primi in due sezioni alla fase regionale – afferma Federica Vidali -. Nella nostra provincia abbiamo tanti giovani brillanti che interpretano in chiave più moderna l’agricoltura. Gli Oscar Green sono una delle vetrine più prestigiose dell’agricoltura e dell’innovazione di questo settore. Rappresentano la possibilità per i soci giovani di Coldiretti di dimostrare cosa sappiamo fare nelle nostre aziende; mostriamo come l’agricoltura sia sempre più attenta a esprimersi rispettando l’ambiente, tema che ci sta particolarmente a cuore, introducendo tecnologie che sono meno impattanti. Siamo l’espressione di una attività economica che abbraccia diverse tipologie di attività, che si inserisce nel più ampio settore agroalimentare il quale oggi è la prima voce di ricchezza nel nostro Paese pari al 25% del Pil. Inoltre l’agricoltura produce anche cultura oltre che colture: le nostre produzioni, infatti, permettono la salvaguardia di produzioni che andrebbero perdute oltre che il mantenimento di tradizioni secolari”.   

“La campagna attrae sempre più le nuove generazioni – spiega Alex Vantini, delegato regionale dei giovani – i nuovi contadini sono tecnologici, digitali e sanno combinare le attività aziendali con i social, così un mestiere antico come questo affascina ancora migliaia di schiere di ragazzi e ragazze, veri talenti in campo e abili nella comunicazione di rete. La nuova generazione dei campi conferma la nascita di 300 nuove imprese al giorno come dicono i dati di Unioncamere – prosegue Vantini–. Per una impresa agricola under 35 che chiude altre 4 aprono. Questa è l’effervescenza del primario, il settore dove più si guarda per il benessere e la qualità della vita oltre che per la carriera personale”.

In foto: da destra Federica Vidali delegata provinciale dei Giovani imprenditori di Coldiretti Rovigo, al centro la delegata nazionale e a sinistra il segretario provinciale Matteo Garbin.

  

Appuntamenti

CREMONA, AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA I SAPORI DELLA TRADIZIONE

Martedì 21 febbraio 

“Le ricette sono anche pagine di storia. Sono il racconto delle nostre campagne, della vita contadina che ci ha consegnato sapori e tradizioni. Partendo da questa convinzione, vogliamo dedicare un martedì al mese alla riscoperta di un piatto tipico delle nostre campagne, sempre puntando sui prodotti di stagione presenti presso il nostro mercato. Nel segno della stagionalità, si parte con ‘riis e verzi’, un primo buono e saporito, particolarmente adatto alle giornate invernali”. Con queste parole gli agricoltori della Coldiretti, protagonisti del mercato di Campagna Amica presso il portico del Consorzio Agrario di Cremona, lanciano per domattina (martedì 21 gennaio) un appuntamento speciale.

L’agrichef Elisa (il termine agrichef sta per ‘cuoco contadino’,  il grande progetto formativo firmato da Coldiretti e Campagna Amica,  rivolto alle aziende agrituristiche aderenti alla rete di Campagna Amica,  con l’obiettivo di formare nuovi professionisti nel mondo della cucina del territorio, “cuochi contadini” che nei piatti portano sapori e ricette antiche, nel segno della genuinità e tradizione) mostrerà come nasce la ricetta “riis,  verzi e pistum”, con riso, verza e “pistom” (il macinato di maiale con cui si fanno i salami). Ci sarà la degustazione gratuita, offerta dagli agricoltori di Campagna Amica, occasione per riproporre ai palati i sapori che i nostri nonni, o genitori, ben conoscevano. Il tutto a partire da ingredienti che gli agricoltori propongono in vendita diretta nei loro stand presso il mercato.

“Ogni martedì presso il portico del Consorzio Agrario di Cremona ci offre l’occasione  per testimoniare la bontà e la qualità dei prodotti che nascono dalle nostre campagne, cibi genuini, dall’origine garantita – sottolineano gli agricoltori di Coldiretti Cremona –. L’idea di dedicare alcune giornate alla riscoperta dei piatti della nostra storia contadina, grazie alla presenza dell’agrichef, ci dà modo di ricordare  e valorizzare le nostre radici, raccontando ricette che ripropongono i sapori della nostra storia, avendo il valore aggiunto  dato proprio dal fatto che sono gli stessi contadini a produrre quel che poi viene cucinato e proposto in degustazione. Con l’agrichef diamo spazio, con orgoglio, a una preziosa “cucina della tradizione”, fatta di ricette familiari e passione per la terra”.

Il mercato di Campagna Amica ritorna dunque domani, dalle ore 8 alle 12, presso il portico del Consorzio Agrario di Cremona. L’intervento dell’agrichef è previsto a partire dalle ore 10,30. La visita al mercato sarà occasione per ritrovare, ed acquistare direttamente da chi li produce, i cibi tipici di Cremona, dal pane ai salumi, dal miele al formaggio di capra, e poi ortofrutta di stagione, farine, dolci, pasta fresca, confetture. Dalle vicine province giungono aziende con riso, olio, vino.

 

SALERNO, I BIMBI DELL’ISTITUTO VICINANZA A ‘SCUOLA’ DI SANA COLAZIONE

Martedì 21 febbraio 

Pane e olio extravergine di oliva, dolci fatti in casa, miele e premute di arance fresche. I bambini della scuola Vicinanza di Salerno saranno ospiti martedì 21 gennaio (dalle ore 9.30) del Mercato Campagna Amica a Sant’Apollonia per il ciclo di incontri “Il Buongiorno si vede…dalla colazione”. Alla colazione preparata dagli agricoltori di Coldiretti Salerno parteciperanno bambini e genitori per scoprire tutti i segreti di un pasto corretto. “Un evento unico nel suo genere – ricorda il presidente di Coldiretti Vito Busillo – per sensibilizzare le famiglie al mangiar sano e alla corretta alimentazione. Una colazione sana, fatta con alimenti di stagione, freschi e genuini, è il momento più importante della giornata. Educare fin da giovanissimi a una corretta alimentazione è fondamentale. Limitare la vendita del cibo spazzatura nelle scuole a favore di alimenti freschi e sani, può invece contribuire a sconfiggere i problemi di eccesso di peso e obesità troppo frequenti nelle fasce di età giovanili”. Sono tante le cattive abitudini a tavola: bambini che saltano la prima colazione o non la fanno in maniera adeguata, che assumono abitualmente bevande zuccherate e gassate o non consumano quotidianamente frutta e verdura. “E’ importante sensibilizzare le famiglie sul primo pasto della giornata, pilastro di un corretto stile di vita alimentare fin dai banchi di scuola – spiega il direttore di Coldiretti Enzo Tropiano – l’obiettivo è di portare in tavola i prodotti del territorio e valorizzare il consumo di qualità. Il mercato coperto a Sant’Apollonia si conferma così luogo di educazione ad un’alimentazione corretta, uno spazio di sviluppo dell’agricoltura di prossimità, che promuove la cultura del cibo sano e della dieta mediterranea, per avvicinare i consumatori al mondo dell’agricoltura attraverso la filiera corta e i prodotti a Km zero”. I bambini parteciperanno al laboratorio del miele, della pasta fatta in casa e dell’ortofrutta, saranno guidati alla scoperta dei prodotti del territorio e degusteranno una sana colazione a Km0.

 

ROVIGO, INCONTRO SU CONCIMI E FERTILIZZAZIONE CEREALI

Mercoledì 22 gennaio 

Coldiretti Rovigo incontra i soci replicando l’incontro con l’esperto Teofilo Valmerali, docente dell’Università di Padova, sul tema “Potere fertilizzante dei concimi e criteri per la fertilizzazione dei cereali”. L’appuntamento è per mercoledì 22 gennaio nella sala conferenze nell’ufficio in via del Commercio 43 (zona centro commerciale La fattoria) alle 16,45. 

Durante l’incontro l’esperto farà un focus su come riconoscere le necessità e le carenze delle piantagioni di cereali, come quelle di azoto, fosforo e potassio delle piantagioni; si approfondirà anche la concimazione del frumento, con approfondimenti sulla concimazione fogliare e l’uso di biostimolanti batterici/fungini,  oltre all’uso di biostimolanti in concia del seme del mais.

“Per noi il contatto continuo con i soci è un’azione imprescindibile – commenta il presidente Carlo Salvan -. Oltre ai numerosi servizi che offriamo, spesso programmiamo incontri tematici per informare e formare i nostri soci. Questo incontro era stato fatto anche a dicembre, quel giorno in cui nevicava e a causa di questo ostacolo meteorologico molti soci non sono riusciti a raggiungerci. Abbiamo deciso di replicare l’appuntamento per dare a tutti la possibilità di essere presenti, considerato che il tema è di grande interesse ed è affrontato a 360° dal docente”.

 

 

PISA-LIVORNO, INCONTRO SUL LAVORO AGRICOLO IN VAL DI CORNIA,

Giovedì 23 gennaio 

Coldiretti Livorno promuove un incontro con le aziende del territorio della Val di Cornia sui temi del lavoro agricolo. Il 2020 si apre come un anno ricco di sfide e opportunità. Le recenti denunce pubbliche su episodi di irregolarità nel lavoro agricolo hanno scosso le tante aziende che rifiutano l’accusa di sfruttatori, e che al contrario, ritengono che la cultura dell’accoglienza e della legalità debba essere patrimonio di tutta la filiera.

Ad aprire l’incontro – pensato per fornire alle aziende gli strumenti per affrontare alcuni dei problemi più comuni nei rapporti fra lavoratori dipendenti e imprese – ci sarà il direttore di Coldiretti Pisa e Coldiretti Livorno Francesco Ciarrocchi. Si parlerà di sportello legale, aperto lo scorso anno con la collaborazione dell’Avv. Claudia Bacci, e di strumenti normativi che regolano il lavoro agricolo, che verranno illustrati da Romano Magrini, Capo Servizio Contrattazione Relazioni Sindacali Conf. Naz. Coldiretti.

In queste terre i proprietari spesso lavorano nei campi a fianco con i dipendenti e non accettano che superficiali etichette di “capolarato” possano compromettere la reputazione di un intero territorio.

D’altra parte quanto è successo impone di intervenire con forza in supporto delle aziende, e quindi dei lavoratori, per ribadire che siamo per la legalità e per il rafforzamento dei percorsi virtuosi delle imprese.

L’incontro promosso a Venturina è pensato quindi per promuovere la conoscenza del quadro normativo, per offrire una migliore consulenza alle imprese, e per rendere più agevole l’uso degli strumenti a disposizione delle imprese per la corretta gestione delle relazioni sindacali. A chiudere l’appuntamento ci sarà Simone Ferri Graziani, Presidente di Coldiretti Livorno.

 

 

PAVIA, ECCO I NUOVI BANDI GAL LOMELLINA

Giovedì 23 gennaio  

Un incontro con tutti i Soci della Lomellina, per illustrare le ultime novità relative ai bandi del GAL. Si svolgerà giovedì 23 gennaio 2020 alle ore 10.30 presso la Sala Contrattazioni Merci di Mortara (Piazza Trieste, 32, 27036 Mortara – PV) il convegno “Bandi GAL: la nuova stagione” organizzato da Coldiretti Pavia in collaborazione con il GAL Lomellina.

I nuovi bandi – spiega Coldiretti Pavia – prevedono una disponibilità economica di 4 milioni di euro. L’impegno si dividerà in due fasi: una prima fase con apertura il 21 gennaio fino al 13 aprile, con una dotazione di 2,5 milioni di euro e una seconda fase in estate, con la restante provvista. Le linee di indirizzo riguardano principalmente l’Agriturismo, la Competitività e i Giovani. «A questo primo, importante incontro – spiega Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – ne seguiranno anche altri presso le nostre Sedi territoriali con i diretti interessati».

 

 

FORLI’, AL MERCATO CAMPAGNA AMICA AGRI-APERITIVO DI PESCE IN MUSICA

Giovedì 23 gennaio

Nuovo appuntamento al Mercato di Campagna Amica di viale Bologna 75 (Forlì) che giovedì prossimo, 23 gennaio, dalle 18.30 alle 22 propone l’agri-aperitivo a base di pesce del nostro Adriatico, il tutto “condito” dalla buona musica selezionata dal DJ Davide Castagnoli.

Con 15 euro sarà possibile servirsi al buffet, bicchiere di birra o calice di vino incluso nel prezzo. Come sempre il Mercato sarà aperto sin dalle ore 15 per consentire ai consumatori di fare una spesa sana, buona e locale! 

Si ricordano qui di seguito gli orari del Mercato di viale Bologna 75

– Mercato dei produttori aperto martedì e sabato dalle 8 alle 14; giovedì dalle 15 alle 19

– Punto Campagna Amica-Macelleria aperto lun, mart e mercoledì dalle 8 alle 14; dal giovedì al sabato dalle 8 alle 19.

 – Cucina del Mercato aperta dal lunedì al sabato dalle 12 alle ore 14.

 

PIACENZA, ALLA SCOPERTA DELLA NUOVA LEGGE SULL’ENOTURIMO

Martedì 28 gennaio 

“Con la pubblicazione delle linee guida per lo svolgimento dell’attività di enoturismo si aprono nuove opportunità per le cantine piacentine che godranno di uno strumento in più per valorizzare la loro produzione e il nostro territorio”. Commenta così Coldiretti Piacenza la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione di Procedure e criteri per lo svolgimento dell’attività enoturistica in Emilia-Romagna.

Il documento – fa sapere Coldiretti – serve a colmare un vuoto normativo grazie al fatto che stabilisce che le aziende agricole possano svolgere attività formative e informative sulle produzioni vitivinicole del territorio e attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni aziendali anche in abbinamento ad alimenti.

L’attività enoturistica – afferma il responsabile del Settore Vitivinicolo di Coldiretti Piacenza Dario Panelli – è quindi riconosciuta come connessa all’attività agricola e pertanto sono escluse le imprese che effettuano la sola commercializzazione all’ingrosso e al minuto. La delibera definisce le attività che rientrano nell’ambito dell’enoturismo, ovvero formative e informative delle produzioni vitivinicole del territorio, organizzazione di viste guidate ai vigneti di pertinenza dell’azienda e alle cantine con iniziative di carattere didattico e ricreativo, organizzazione di attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti.

Tutte le novità previste nella delibera saranno illustrate da Coldiretti Piacenza durante l’incontro organizzato alle 10 del prossimo 28 gennaio all’agriturismo “Casa Nuova” di Niviano (Rivergaro).

 

 

CAMPANIA, UN NUOVO REGOLAMENTO PER IL PARCO NAZIONALE MATESE

Venerdì 31 gennaio 

Dare un’anima al costituendo Parco Nazionale del Matese per scongiurare il rischio della desertificazione sociale ed economica. Con questo spirito le federazioni regionali Coldiretti della Campania e del Molise e le federazioni provinciali di Benevento, Caserta, Campobasso ed Isernia hanno invitato i 63 Comuni coinvolti con i rispettivi territori, gli imprenditori agricoli e gli esponenti politici ad una tavola rotonda che si terrà venerdì 31 gennaio 2020 alle ore 16 a Morcone, in provincia di Benevento, presso la sala teatro Universitas. Coldiretti presenterà e consegnerà agli amministratori locali e ai portatori d’interesse la propria proposta di Regolamento del Parco, ovvero lo strumento fondamentale per la governance dell’enorme area interessata, coniugando la tutela ambientale con l’agricoltura e con la sopravvivenza delle comunità.

Dopo i saluti di benvenuto di Luigino Ciarlo, sindaco di Morcone, a presentare la proposta di Coldiretti saranno Stefano Masini, responsabile nazionale Ambiente e Territorio della principale organizzazione agricola, e il professor Tammaro Chiacchio, docente universitario e luminare di Diritto Amministrativo. Sul documento della Coldiretti si confronteranno Antonio Di Maria, presidente della Provincia di Benevento, Giorgio Magliocca, presidente della Provincia di Caserta, Francesco Roberti, presidente della Provincia di Campobasso, Alfredo Ricci, presidente della Provincia Isernia, Vincenzo Girfatti, presidente del Parco Regionale del Matese, Nicola Caputo, consigliere all’Agricoltura del Presidente della Giunta Regionale della Campania, l’europarlamentare molisano Aldo Patriciello e i parlamentari campani Sandra Lonardo e Piero De Luca. Le conclusioni saranno affidate a Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti.

 

I NUMERI DEL PARCO NAZIONALE

  • 63 Comuni (37 della Campania e 26 del Molise)
  • 2 Regioni, 4 Province
  • 157 mila cittadini residenti
  • Superficie Parco pari ad oltre 111 mila ettari
  • 57,7% è la media delle superfici comunali coinvolte
  • 15 Comuni interessati per il 100% della superficie

 

COMO, L’INVERNO È “GOLOSO” ALL’AGRIMERCATO 

L’inverno è tradizionalmente la stagione di riposo delle campagne, ma non per questo mancano le specialità “di stagione”, come gli ortaggi che proprio in questo periodo arricchiscono le dispense delle nostre province e i banchi degli AgriMercati di Campagna Amica: ampia, quindi, la gamma delle specialità che vi si possono trovare come kiwi, mele, pere, aglio, biete, spinaci, broccoli, cavolo, carote, patate, cipolle, cavoli, finocchi, radicchio e ravanelli.

Nelle riviere dei laghi, in particolare nel Ceresio, è invece tempo d’agrumi, produzione un tempo molto diffusa in particolare sul lago di Lugano.

Non solo: yogurt e formaggi (tra cui la tipica Semuda e gli stracchini) sono un classico sulle tavole invernali, mentre le specialità degli alpeggi estivi raggiungono proprio in questo periodo un tempo di stagionatura tale da farli apprezzare in modo particolare sulle tavole gourmet. Ma l’inverno e il periodo che intercorre tra il mese di dicembre e l’inizio di gennaio segnava, dai tempi più remoti, il momento in cui si uccideva il maiale, destinato a nutrire per l’intero anno la famiglia rurale: una tradizione norcina che si è mantenuta fino ai giorni nostri, e che in inverno vede un particolare successo di salami, sanguinacci e cotechini (come la varietà “vaniglia”, particolarmente diffusa ne Lecchese e nella Brianza) da servire a tavola caldi, magari impreziosendo il tradizionale carrello dei bolliti lombardi.

Con la fine delle lunghe feste natalizie, tornano a pieno regime gli appuntamenti con i Mercati di Campagna Amica nelle due province di Como e Lecco: sono settimanali (con orario dalle 8 alle 12) gli appuntamenti di Cantù (piazza Garibaldi, martedì), Erba (via Carroccio, venerdì), Giussano (via De Gasperi, giovedì), Limbiate (piazza Cinque Giornate, venerdì), Mariano Comense (parcheggio Porta Spinola, sabato), Meda (piazza Cavour, mercoledì): a Lecco l’appuntamento è mensile (una domenica al mese in piazza Garibaldi, dalle 8 alle 18), a Mandello il farmer’s market firmato Campagna Amica si tiene alla seconda domenica del mese (dalle 8 alle 12 in piazza Leonardo Da Vinci), e a Porlezza ogni prima domenica (dalle 8 alle 18 sul lungolago Matteotti).

“Il crescente successo dei nostri AgriMercati è contestuale a una sempre più marcata fidelizzazione del pubblico, che torna ad ogni appuntamento per fare una spesa che porta in tavola la campagna nelle diverse stagioni” commenta Francesca Biffi, presidente dell’Associazione AgriMercato di Campagna Amica Como-Lecco. “La qualità e l’origine delle produzioni made in Varese disponibili nei nostri farmer’s market  sono garantiti dagli stessi agricoltori che ovviamente “ci mettono la faccia” e creano un rapporto di fiducia con la loro clientela rispettando regole fondamentali come la presenza di produzione propria e la disponibilità a fornire al consumatore tutte le informazioni utili su ciò che mette in vendita”.

 

VARESE, L’INVERNO È “GOLOSO” ALL’AGRIMERCATO 

L’inverno è tradizionalmente la stagione di riposo delle campagne, ma non per questo mancano le specialità “di stagione”, come gli ortaggi che proprio in questo periodo arricchiscono le dispense delle nostre province e i banchi degli AgriMercati di Campagna Amica: ampia, quindi, la gamma delle specialità che vi si possono trovare come kiwi, mele, pere, aglio, biete, spinaci, broccoli, cavolo, carote, patate, cipolle, cavoli, finocchi, radicchio e ravanelli.

Non solo: yogurt e formaggi sono sempre presenti, e le specialità d’alpeggio raggiungono proprio in questo periodo un tempo di stagionatura tale da farli apprezzare in modo particolare sulle tavole gourmet. Ma l’inverno e il periodo che intercorre tra il mese di dicembre e l’inizio di gennaio segnava, dai tempi più remoti, il momento in cui si uccideva il maiale, destinato a nutrire per l’intero anno la famiglia rurale: una tradizione norcina che si è mantenuta fino ai giorni nostri, e che in inverno vede un particolare successo di salami, sanguinacci e cotechini da servire a tavola caldi, magari impreziosendo il tradizionale carrello dei bolliti lombardi.

Con la fine delle lunghe feste natalizie, tornano a pieno regime gli appuntamenti con i Mercati di Campagna Amica in provincia di Varese: nella città capoluogo, i farmer’s market settimanali sono due: uno nella centralissima piazza Giovine Italia, ogni giovedì mattina: i prossimi appuntamenti del mese di gennaio sono quindi il 16, 23 e 30 gennaio. Il secondo è nel piazzale dello stadio di Masnago, ogni venerdì mattina (a gennaio 2020 il 17, 24 e 31), a Induno Olona l’AgriMercato si svolge ogni primo, terzo, quarto e quinto sabato del mese nel rione San Cassano (prossimi appuntamenti, il 18 e 25 gennaio).

“Facendo la spesa presso la rete di Campagna Amica si riconosce il ruolo dell’agricoltura prealpina e si protegge l’ambiente ma, soprattutto, si è ha la certezza di portare sulla propria tavola prodotti sani e provenienti da una filiera agricola controllata e certificata” commenta Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese. “La qualità e l’origine delle produzioni made in Varese disponibili nei nostri farmer’s market  sono garantiti dagli stessi agricoltori che ovviamente “ci mettono la faccia” e creano un rapporto di fiducia con la loro clientela rispettando regole fondamentali come la presenza di produzione propria e la disponibilità a fornire al consumatore tutte le informazioni utili su ciò che mette in vendita”.

                                                                                                                                                                  

 

TORINO: ARRIVA IL CORSO PER IL CONTROLLO DEI CINGHIALI

Febbraio 2020

Il Servizio tutela flora e fauna della Città metropolitana di Torino  organizzerà una nuova sessione del corso di abilitazione al controllo del cinghiale.

Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, informa: «Il primo corso ha visto partecipare 300 agricoltori. A fronte dell’annoso problema dei cinghiali che flagellano le produzioni agricole, gli imprenditori si sono messi a disposizione per contribuire a rallentare la proliferazione dei cinghiali. Il corso permette agli agricoltori di conseguire l’abilitazione a intervenire in qualità di proprietario o conduttore dei fondi nella lotta ai cinghiali, secondo le regole della legge nazionale sulla caccia e del Piano di contenimento della Città metropolitana di Torino. Nella lotta diretta ai cinghiali gli agricoltori possono intervenire con due ruoli. I coltivatori che hanno il porto di armi, uso caccia, potranno essere autorizzati ad abbattere, con sparo, i cinghiali. L’autodifesa è possibile solo a seguito di specifica autorizzazione nominativa, rilasciata agli imprenditori agricoli che dispongono di porto armi. Gli agricoltori senza porto d’armi potranno partecipare al Piano di controllo dei cinghiali, gestendo le gabbie di cattura dei cinghiali».

Questo secondo corso si svilupperà per 15 ore, così come avvenuto nel primo corso, tenuto nel maggio 2019. Il corso partirà dalla seconda metà di febbraio 2020. La partecipazione al corso è a titolo gratuito. Gli interessati sono chiamati a rivolgersi tempestivamente agli uffici zona di Coldiretti. Le iscrizioni si chiudono entro fine gennaio 2020.