COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 16 marzo 2018

16 Marzo 2018
News La Forza del Territorio del 16 marzo 2018

Primo piano

EMILIA-ROMAGNA

#STOPCIBOFALSO CONTRO GLI INGANNI A TAVOLA

Secondo la Coldiretti regionale, il fatturato del falso made in Emilia Romagna solo nell’agroalimentare ha superato gli 8 miliardi di euro e la lotta al cibo “fake” nel piatto rappresenta ormai un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e per generare occupazione

 

La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari tipici dell’Emilia Romagna costano alla nostra regione circa trentamila posti di lavoro. È quanto emerso in occasione della mostra dei falsi prodotti in giro per il mondo che imitano i piatti e gli alimenti della cucina emiliano romagnola, realizzata da Coldiretti Emilia Romagna in piazza XX Settembre a Bologna per lanciare la mobilitazione popolare con la raccolta firme a sostegno della petizione #stopcibofalso per chiedere all’Unione Europea di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti.

Secondo Coldiretti regionale, il fatturato del falso made in Emilia Romagna solo nell’agroalimentare ha superato gli 8 miliardi di euro (60 miliardi per l’agroalimentare nazionale) e la lotta al cibo “fake” nel piatto rappresenta ormai un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e per generare occupazione.

Per la qualità e la fama dei suoi prodotti – afferma Coldiretti regionale – l’enogastronomia dell’Emilia Romagna è terra di saccheggio per i pirati del cibo, come ha evidenziato la mostra in piazza XX Settembre dove spiccavano prodotti come “Bolognese salsa” (senza ragù) prodotta in Estonia, l’assurda “Mortadela siciliana” prodotta in Romania, il fantomatico “Parmesan cheese crystal farms – aged 100% natural grated” prodotto negli Stati Uniti, il fantasioso “Parma salami Genova” prodotto in Messico o il “Grana Pampeano” argentino.

Se nessun italiano si sognerebbe di comprare tali assurdi prodotti – commenta Coldiretti – non è così per i consumatori esteri che vengono attirati dall’immagine di italianità ad essi collegati, fornendo così alle aziende produttrici un vantaggio competitivo perché associano indebitamente ai propri prodotti l’immagine del made in Italy apprezzata dai consumatori stranieri, nonostante il prodotto che essi acquistano non abbia alcun legame con il sistema produttivo italiano, facendo concorrenza sleale nei confronti dei produttori nazionali impegnati a garantire standard elevati di qualità.

Potenzialmente le esportazioni agroalimentari regionali potrebbero più che raddoppiare perché nel 2016 – rileva Coldiretti sulla base dei dati del rapporto agroalimentare di Regione e Unioncamere – l’Emilia Romagna ha esportato 5.936 milioni di euro (+2,5% sul 2015) e il saldo commerciale passivo di 20 milioni di euro è il più basso degli ultimi vent’anni (era di 491 milioni di euro nel 1999). Parmigiano e carni lavorate (insaccati) che sono i più imitati – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – sono anche quelli con i numeri più alti nell’export dopo l’ortofrutta: l’Emilia Romagna, infatti, nel 2013 ha esportato 642 milioni di carni preparate e 707 milioni di prodotti lattiero caseari in cui fanno la parte del leone i formaggi (Parmigiano, Provolone, Grana Padano).

La contraffazione però non riguarda solo i prodotti imitati all’estero, ma anche quelli venduti sul suolo nazionale: due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati all’estero, senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta, dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine. Un problema che riguarda tutti i salumi, la frutta trasformata (confetture, conserve), insalata in busta, il pane, i funghi conservati che spesso arrivano dalla Cina, paese ai vertici mondiali per gli allarmi alimentari.

“Bisogna combattere l’inganno globale che causa danni economici e di immagine alle nostre produzioni – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – per questo è necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti alimentari”.

“La raccolta di firme rivolta al Presidente del Parlamento Europeo – ha detto il direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri – viene promossa da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in tutti i farmers market. Qui in Emilia Romagna la raccolta proseguirà fino alla fine di aprile in tutti i mercati, nelle botteghe e negli agriturismi di Campagna Amica. L’obiettivo è contrastare imitazioni e prodotti spacciati per italiani che tali non sono e che ogni anno sottraggono risorse e posti di lavoro, danneggiando la nostra economia”.

 

 

Dal territorio

 

LOMBARDIA, EXPORT: STORICO RECORD CIBO LOMBARDO A QUOTA 7 MILIARDI

E’ record storico per l’export agroalimentare lombardo nel mondo, che nel 2017 tocca i 7 miliardi di euro, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale sui dati Istat relativi al commercio estero nel 2017. Oltre i due terzi delle esportazioni (70%) – sottolinea la Coldiretti – interessano i Paesi dell’Europa, con un aumento del l’8,3% rispetto al 2016, ma l’agroalimentare lombardo cresce soprattutto in Asia (+72%), dove si registra il boom del Giappone, che è passato dai 313 milioni di euro del 2016 agli oltre 700 milioni dello scorso anno, con un incremento del 124%, e dove la Cina ha importato 70 milioni di euro di prodotti agroalimentari lombardi nel 2017 contro i 58 milioni dei dodici mesi precedenti (+20,7%). Nel complesso, le esportazioni in Asia rappresentano il 17% del totale dell’export di cibo Made in Lombardy nel mondo.

Nonostante l’embargo ancora in vigore, aumentano le esportazioni verso la Russia: 96 milioni di euro nel 2017 (+43%). In Europa segno positivo anche per i prodotti alimentari lombardi in Francia con 881 milioni di euro (+7%), Germania con 700 milioni di euro (+5%) e Gran Bretagna con 525 milioni di euro (+2%). Negli Stati Uniti ancora senza dazi le esportazioni hanno raggiunto i 538 milioni di euro (+13%). Crescono anche Centro e Sud America con 90 milioni di euro (+11%).  

“L’export continua a rappresentare una carta fondamentale per agganciare la ripresa, ecco perché dobbiamo scongiurare guerre commerciali che rischiano di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia italiana e sulle relazioni internazionali – spiega Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Lombardia –. E’ arrivato anche il momento, dopo 4 anni di embargo, di revocare le sanzioni alla Russia, perché è vero che nel 2017 c’è stata una crescita dell’export di cibo lombardo verso Mosca, ma ben al di sotto di quelle che potrebbero essere le potenzialità di quel mercato per il Made in Italy”.

 

PIEMONTE, RISO: AL VIA INCHIESTA UE PER FERMARE IMPORTAZIONI A DAZIO 0 DALL’ASIA

 

Parte la procedura comunitaria per fermare le importazioni di riso a dazio zero dai Paesi asiatici EBA (“Tutto tranne le armi”) che nell’ultimo anno hanno dimezzato le quotazioni riconosciute agli agricoltori italiani su livelli insostenibili. Lo rende noto Coldiretti nel sottolineare che è stata pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 100/30 del 16 marzo l’avviso di apertura di una inchiesta di salvaguardia relativa alle importazioni di riso originario dalla Cambogia e dalla Birmania da dove, nell’ultimo anno, ne sono arrivati 22,5 milioni di chili in Italia.

“Un passo importante ed urgente, sollecitato dalla nostra Organizzazione, per contrastare l’invasione di riso proveniente da Paesi come la Cambogia e la Birmania e raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione – sottolinea Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo – Nell’ultimo anno sono, infatti, triplicate le importazioni e i prezzi riconosciuti agli agricoltori italiani hanno fatto registrare contrazioni consistenti per le principali varietà di riso che vanno dal -58 % per l’Arborio al -57 % per il Carnaroli, dal -41 % per il Roma al -37% per il Vialone Nano. Una situazione insostenibile per l’intera risicoltura del Piemonte, la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo avendo 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende. E’ indispensabile, oltretutto, arrivare ad avere una concreta tracciabilità – conclude Dellarole – del riso perché, purtroppo, viene spacciato per Made in Italy anche il riso straniero che in Italia viene esclusivamente lavorato e poi esportato, andando così ad incrementare in modo inveritiero i dati dell’export italiano”.

“Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire le importazioni, lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale – affermano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità a tutela  dell’ambiente e della salute. Auspichiamo, dunque, che in tempi rapidi – concludono Cabiale e Rivarossa –  venga chiusa l’inchiesta e si attivi la clausola di salvaguardia per affrontare concretamente una crisi che già da troppo tempo compromette il futuro di migliaia di risicoltori”.

La procedura avviata dalla Commissione Europea prevede una inchiesta, aperta alle osservazioni di tutte le parti interessate, dalla durata massima di 12 mesi al termine della quale se saranno provate le “gravi difficoltà” con il “deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie” in termini di occupazione o redditi, ecc. la Commissione può proporre un atto di esecuzione che dopo l’accordo degli Stati membri, dovrà avere anche il via libera di Parlamento e Consiglio. Le misure di salvaguardia non possono durare più di tre anni anche se è possibile un proroga.

 

TOSCANA, L’AGROALIMENTARE TOSCANO TRA PUTIN E TRUMP

 

Alla fine Trump ha dato il via libera alla guerra commerciale alzando i dazi del 25% per l’acciaio e del 10% per l’alluminio facendo salire le preoccupazioni europee. Anche nel mondo agricolo sale la tensione perché le guerre commerciali non sono mai circoscritte e si allargano facilmente e gli Stati Uniti assorbono oltre il 27% dell’export agroalimentare toscano, in primis vino.

E’ per questo che in casa Coldiretti si sottolinea come, dopo quasi 4 anni, i cambiamenti del quadro internazionale impongono un tempestivo ripensamento delle sanzioni economiche decise nei confronti della Russia dall’Unione Europea in scadenza a giugno prossimo.

Le sanzioni europee a suo tempo hanno scatenato la rappresaglia della Russia che ha risposto con l’embargo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con un decreto dell’agosto 2014, più volte rinnovato. Il risultato è stato che per questi prodotti agroalimentari le spedizioni italiane in Russia sono state completamente azzerate. L’embargo ha prodotto un crollo delle esportazioni del nostro Made in Tuscany del 35% passando da 23milioni a 15milioni. Un blocco che è costato caro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia – continua la Coldiretti – si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

“Come spesso accade, la guerra e le sue conseguenze seminano distruzione, odio e morte ed uccidono il commercio buono e fanno proliferare quello cattivo: il rischio è che per l’export agroalimentare Made in Italy nel Paese di Putin si possa giungere ad un punto di non ritorno con la perdita definitiva degli spazi commerciali dopo anni di intensa crescita. – analizza Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana – Una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno superate e l’embargo spero presto eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano e i consumatori russi potrebbero fare scelte patriottiche eliminando il Made in Italy dalle loro tavole. Una dinamica che il nostro Paese, i cittadini e le imprese non possono sopportare ed accettare”.

“Dopo le decisioni di Trump sull’acciaio si apre – sostiene Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana – un pericoloso terreno di scontro che rischia di estendersi all’agroalimentare in un periodo in cui il Made in Tuscany ha concluso un brillante 2017 dell’export nel mondo a circa 2.4miliardi di euro.  Gli Usa – continua Marcelli- si collocano al primo posto con il 27% seguiti da Germania (15%) e Francia (9%). Il vino risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta. Una bottiglia di vino su quattro che vola oltre oceano è toscana”.

 

CAMPANIA, OLIO EVO SIRENA D’ORO SORRENTO: OSPITI D’ONORE PRODUZIONI GIAPPONESI

 

Quasi 220 aziende partecipanti, da tutte le regioni d’Italia, 96 oli Dop iscritti, 27 Igp e 95 Bio, 27 areali Dop presenti a concorso e 4 Igp. Sono alcuni dei numeri della sedicesima edizione del Sirena d’Oro di Sorrento il premio nazionale riservato agli oli extravergini di oliva a Denominazione di Origine Protetta, Indicazione Geografica Protetta e da agricoltura biologica di produzione italiana, promosso dal Comune di Sorrento, in collaborazione con Coldiretti Campania, e la partecipazione delle associazioni Oleum, Gal Terra Protetta, Aprol Campania, Unaprol e Federdop Olio.

Nei prossimi giorni il panel di assaggiatori, guidati da Nicola Di Noia (responsabile nazionale olio per Coldiretti), si riunirà a Sorrento per decretare i vincitori delle varie categorie del premio, oltre a quelli speciali che saranno assegnati ad un olio Igp Toscano, il cui consorzio di tutela festeggia i vent’anni di attività, ad uno campano e ad un altro prodotto in Giappone. Il Paese del Sol Levante, uno dei mercati più interessanti per le produzioni di qualità, è infatti l’ospite d’onore di questa edizione 2018 del Sirena d’Oro che per la prima volta si apre al confronto internazionale. Forte del gemellaggio con la città di Kumano e degli antichi e saldi legami tra le due comunità, Sorrento ha infatti deciso di invitare produttori nipponici a partecipare al concorso.

Sedici le aziende che hanno risposto all’appello inviando i loro oli extravergini di oliva. Le principali produzioni provengono dalla prefettura di Kagawa dove, grazie al clima mite, da quasi un secolo si coltivano gli ulivi: la quasi totalità dell’olio giapponese proviene da qui. Da qualche anno, inoltre, anche nell’area metropolitana di Miyazu, a nord di Kyoto, è stata avviata la coltivazione di varie cultivar, comprese alcune italiane. A testimoniare ulteriormente l’interesse del Giappone per la cultura dell’olio, sarà la presenza a Sorrento del ministro consigliere dell’Ambasciata del Giappone in Italia, Toro Hisazione, in rappresentanza dell’ambasciatore Keiichi Katakami, una rappresentanza della Fondazione Italia Giappone presieduta da Umberto Vattani , il direttore del Clair, il Centre Japonais des Collectivités locales di Parigi, Jun Hajiro, il delegato del governatore di Kagawa, Keizo Hamada, Shinji  Kokubu, accompagnato dal direttore dello Shozu Olive Research Institute, Takeyasu Kubota, ed  infine una delegazione della città di Miyazu, guidata dal sindaco Shoji Inoue, che sarà in visita alla città del Tasso nei giorni successivi il Sirena d’Oro, accompagnato dall’esperto di olio, Vincenzo Andreacchio, già vice presidente dell’associazione Italia Giappone.

In queste ore inoltre Giorgio Starace, ambasciatore d’Italia in Giappone, Luigi Diodati, console generale ad Osaka, e Stefano Fossati, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura ad Osaka, hanno offerto la propria collaborazione per presentare le attività del Sirena d’Oro in Giappone.

I vincitori della sedicesima edizione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alla Camera dei Deputati, a Roma, il 27 marzo prossimo, mentre dal 6 all’8 aprile Sorrento ospiterà, oltre alla cerimonia di premiazione, un calendario di eventi sui temi dell’agroalimentare e del territorio, promossi in concomitanza di due importanti appuntamenti: l’Anno Nazionale del Cibo Italiano e il riconoscimento Unesco per l’arte dei pizzaioli napoletani.

 

GROSSETO, GIOVANI IMPRESE: ISCRIZIONI APERTE DAL 9 MARZO PER IL PREMIO START UP

 

Con i giovani imprenditori agricoli che nel 2017 sono aumentati del 6% arriva il premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane. Ad annunciarlo è la Coldiretti in occasione del via alla presentazione delle domande di iscrizione del nuovo concorso che punta a valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile. Secondo recenti dati Inps delle 23.300 aziende agricole toscane condotte in forma autonoma con titolari imprenditori agricoli o coltivatori diretti ben 3.850 hanno un titolare under 40 quindi siamo al 16.5%.

“Il premio punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali, così come il ruolo dell’imprenditore per la tutela e l’arricchimento del territorio, e degli enti che sostengono il loro lavoro, – afferma Marco Bruni, presidente di Coldiretti Grosseto – cibo, agricoltura e innovazione, ma non solo. Il mondo agroalimentare ha molte sfaccettature e diramazioni, che vanno a toccare e legarsi a molti altri settori, dal design al turismo”.

Sei le categorie di concorso. La prima, “Impresa3.Terra”, premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. La categoria “Campagna Amica” valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale. “Sostenibilità” ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. “Fare Rete” prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Si tratta di progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologica così come artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica. “Noi per il sociale” promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Possono partecipare Enti Pubblici, Cooperative e Consorzi capaci di creare sinergia con realtà agricole a fini sociali. Solo per questa categoria l’età non è vincolante. “Creatività”, infine, centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo.

“Le iscrizioni sono aperte dal 9 marzo fino al 15 aprile 2018 e si possono presentare attraverso il sito web http://giovanimpresa.coldiretti.it – afferma il direttore di Coldiretti Grosseto, Paolo Giannini – ma tutte le strutture territoriali della nostra organizzazione sono a disposizione per quei giovani che intendono partecipare alla sfida.  Questo premio non è solo un concorso ma il racconto di un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli”.

 

MANTOVA, VINO: AL VIA LE DOMANDE PER I NUOVI IMPIANTI NEI VIGNETI

 

Con 241 ettari di vigneto richiesti, la provincia di Mantova è la seconda realtà dietro Brescia per richieste di autorizzazioni all’impianto di nuovi vigneti. Con 100 domande inoltrate al Sian (Sistema informativo agricolo nazionale), i viticoltori mantovani hanno rappresentato il 14,7% del totale regionale. Più di un’azienda su due ha puntato a crescere. “Un segnale positivo, che si rispecchia nella crescita qualitativa delle produzioni mantovane e nella nascita di nuove imprese ad indirizzo vitivinicolo sul territorio, anche guidate da donne, che nel 2017 sono salite a 48 su 174 totali”, afferma Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova.

Dallo scorso 13 marzo e per i successivi 30 giorni è possibile richiedere nuove autorizzazioni all’impianto, rivolgendosi al Caa di Coldiretti Mantova. I prezzi dei terreni a vigneto, in provincia di Mantova, oscillano intorno ai 70.000 euro all’ettaro per la zona dell’Oltrepò, fino a quasi 90.000 per le Colline Moreniche.

Lo scorso anno sono stati concesse autorizzazioni per poco più di 40 ettari su tutto il territorio provinciale – stima Coldiretti Mantova – suddivisi equamente nelle due aree più vocate alla produzione di vino: il Basso mantovano, zona d’elezione del Lambrusco, e l’Alto mantovano, dove primeggiano i vini dell’Alto Mincio e delle Colline Moreniche.

Secondo i criteri normativi saranno assegnate autorizzazioni all’impianto per superfici pari all’1% dell’intera superficie vitata regionale. Con il decreto ministeriale 935 del 13 febbraio 2018 sarà applicato un limite massimo per domanda di 50 ettari. Le Regioni, tuttavia, possono applicare un limite massimo per domanda inferiore.

Dal 2018, nel caso in cui le richieste ammissibili superino la superficie disponibile (6.685 ettari nazionali per il 2018, ripartita a livello regionale), ciascuna Regione può garantire il rilascio di autorizzazioni sino a una superficie compresa tra 0,1 e 0,5 ha a tutti i richiedenti.

Le autorizzazioni sono rilasciate sulla base di una graduatoria per ogni Regione, fino all’esaurimento del numero di ettari da assegnare, sulla base di criteri di priorità. Le Regioni possono anche non applicare alcun criterio di priorità e assegnare le autorizzazioni con il criterio pro-rata tra gli agricoltori richiedenti.

Il decreto ministeriale n. 527 del 30 gennaio 2018 già prevedeva alcuni vincoli, come l’obbligo di mantenimento del vigneto impiantato per almeno cinque anni; l’estirpazione dei vigneti impiantati con autorizzazioni di nuovo impianto, prima dello scadere dei cinque anni dalla data di impianto, non dà origine ad autorizzazioni di reimpianto. Per informazioni è possibile contattare Gianni Rondelli: 0376/375380, e-mail: gianni.rondelli@coldiretti.it.

 

NOVARA-VCO, NO AD AUMENTO ALIQUOTE IVA CHE COLPIREBBE L’AGROALIMENTARE

 

No a un aumento dell’Iva che colpirebbe l’agroalimentare che nasce e identifica il nostro territorio. Coldiretti Novara Vco si schiera con decisione contro una misura che colpirebbe anche beni di prima necessità, fra cui anche il riso e, a seguire, carne, pesce, yogurt, uova, miele e zucchero con aliquota al 10% e vino e birra con aliquota al 22%.

Lo rimarca la Coldiretti interprovinciale in riferimento alla necessità di inserire fin dal prossimo Documento di Economia e Finanza (Def) norme di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva in una situazione in cui, secondo Bankitalia, in Italia quasi una persona su quattro è a rischio povertà.  

 “Il settore alimentare, determinante per sostenere la ripresa economica del nostro Paese, sarebbe duramente colpito dall’aumento delle aliquote” precisa Sara Baudo, vertice dell’organizzazione agricola sul territorio. “Oltretutto, ad essere colpiti sarebbero i prodotti simbolo del Made in Piemonte tra cui il riso, la carne, le uova, il miele”. Nell’area del nord-ovest, la spesa media mensile alimentare è maggiore rispetto alle altre aree della penisola e sfiora i 2800 euro; in Piemonte è di circa 2600 euro di cui il 20% è per prodotti alimentari e bevande analcoliche, superata solo dalla spesa per l’abitazione che raggiunge il 32%.

“L’andamento dei consumi alimentari conferma altresì una crescente attenzione da parte dei consumatori verso un’alimentazione più sana e corretta” conclude Baudo. “Il rischio è che l’aumento dell’Iva possa far arrestare questo trend, rallentando nel complesso l’andamento economico regionale”. 

 

CALABRIA, AL VIA LE ISCRIZIONI AL PREMIO PER L’INNOVAZIONE RIVOLTO AGLI UNDER 35

 

Tante soddisfazioni in questi anni hanno avuto le aziende calabresi condotte da under 35 dal “Premio per l’innovazione” di Coldiretti Giovani Imprese l’iniziativa per le giovani start up delle campagne. Il concorso punta a valorizzare le realtà imprenditoriali italiane under 35 del settore agricolo e agroalimentare, capaci di fare emergere un modello di impresa innovativo e sostenibile che offre ai giovani la possibilità di creare lavoro e raccontare un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli.

“Vogliamo – aggiunge il presidente regionale Molinaro – continuare a scovare le imprese  dappertutto per offrire loro anche un palcoscenico di grande livello”. Sei le categorie di concorso: 1)“Impresa3.Terra” premierà i progetti la cultura d’impresa esemplare; 2) “Campagna Amica” valorizzerà i prodotti tipici italiani; 3) “Sostenibilità” ambientale è la parola d’ordine dei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile; 4) “Fare Rete” prenderà in esame le reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale; 5) “Noi per il sociale” risponde ai bisogni della persona e della collettività (potranno partecipare anche enti pubblici, solo per questa categoria l’età non è vincolante); 6) “Creatività”, infine, centra l’attenzione sull’originalità di idea, prodotto e metodo. Le iscrizioni sono aperte fino al prossimo 15 aprile e si possono presentare attraverso il sito web http://giovanimpresa.coldiretti.it. Per informazioni su concorso e categorie, si può telefonare o recarsi nelle sedi della Coldiretti di tutta la regione, scrivere alla mail calabria@coldiretti.it o telefonare allo 0961-775233.

 

ASTI, GIOVANI IMPRESA: AL VIA ISCRIZIONI PER IL CONCORSO CHE PREMIA L’INNOVAZIONE

 

Con i giovani imprenditori agricoli che nel 2017 sono aumentati del 6%, arriva il premio per l’innovazione dedicato alle giovani start up nelle campagne italiane. Sono, infatti, aperte le iscrizioni al nuovo concorso che punta a valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile. L’Italia con 55.121 imprese agricole italiane condotte da under 35 è al vertice in Europa nel numero di giovani in agricoltura.

“Il premio – spiega Danilo Merlo, delegato Giovani Impresa Coldiretti Asti – punta i riflettori sulla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali.  In tutto il Piemonte le aziende under 40, rispetto allo scorso anno, sono aumentate del 30%: un dato che denota come l’agricoltura sappia dare prospettive di futuro e sappia offrire diverse opportunità che vanno a legarsi anche con altri ambiti”.

“Questo premio – specifica Roberto Cabiale, presidente di Coldiretti Asti – non è solo un concorso ma il racconto di un settore che in questi anni ha saputo reinterpretarsi affidandosi anche alla capacità innovativa di una nuova generazione di imprenditori agricoli”.

“La nostra Organizzazione – rileva Antonio Ciotta, Direttore Coldiretti Asti – sta fortemente puntando sui giovani, fondamentali per il rinnovamento della nostra agricoltura, attraverso i quali il patrimonio agricolo “Made in Asti” viene implementato, innovato ed esportato”.

Sei le categorie in concorso: Impresa3.Terra premierà i progetti di quelle giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. Campagna Amica valorizzerà i prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale.

Sostenibilità ambientale è la parola d’ordine di quei progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. Fare Rete prende in esame quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Noi per il sociale promuove quei progetti volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività, grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. Creatività centra l’attenzione sull’originalità di idea, di prodotto e di metodo. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 aprile 2018 e si possono presentare attraverso il sito web http://giovanimpresa.coldiretti.it.

 

UMBRIA, CINGHIALI IN CITTÀ E INCIDENTI STRADALI: L’ASSEDIO CONTINUA

 

Le sempre più frequenti notizie di stampa che riferiscono di incidenti stradali causati da cinghiali o della loro vicinanza ai centri abitati, non fanno che confermare l’escalation di una specie che da anni distrugge quotidianamente anche il lavoro di molte imprese agricole umbre. È quanto afferma la Coldiretti regionale, nel ribadire che si tratta ormai di una problematica di tutta la collettività, che coinvolge non solo l’economia agricola ma anche la sicurezza dei cittadini.

Proprio nei giorni scorsi Coldiretti Umbria è tornata a chiedere alla Regione, nuovi interventi per il contenimento dei cinghiali, che distruggono le coltivazioni e mettono a rischio la sicurezza del territorio.

Gli agricoltori – spiega Coldiretti – continuano a lamentare criticità che si protraggono da troppo tempo, ma sono anche decisi a garantire lo sviluppo agricolo, producendo cibi di eccellenza che fanno del comparto un volano dell’economia regionale.

L’invasione degli ungulati – sottolinea Coldiretti – provoca in Umbria milioni di euro di danni; occorre quindi, prendendo ancor più coscienza della gravità della situazione, utilizzare tutti i possibili strumenti di intervento, superando anche ogni complicazione di ordine burocratica e gestionale. È indispensabile infatti – conclude Coldiretti – governare il fenomeno per controllarlo e mettere in sicurezza il lavoro delle imprese e l’incolumità di tutti.

 

VERCELLI-BIELLA, AUMENTO ALIQUOTE IVA VA CONTRO NOSTRO AGROALIMENTARE

 

No a un aumento dell’Iva che colpirebbe l’agroalimentare che nasce e identifica il nostro territorio. Coldiretti Vercelli-Biella si schiera con decisione contro una misura che colpirebbe anche beni di prima necessità, fra cui anche il riso e, a seguire, carne, pesce, yogurt, uova, miele e zucchero con aliquota al 10% e vino e birra con aliquota al 22%.

Lo rimarca la Coldiretti interprovinciale in riferimento alla necessità di inserire fin dal prossimo Documento di Economia e Finanza (Def) norme di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva in una situazione in cui, secondo Bankitalia, in Italia quasi una persona su quattro è a rischio povertà.  

“Il settore alimentare, determinante per sostenere la ripresa economica del nostro Paese, sarebbe duramente colpito dall’aumento delle aliquote” precisa Paolo Dellarole, vertice dell’organizzazione agricola sul territorio. “Oltretutto, ad essere colpiti sarebbero i prodotti simbolo del Made in Piemonte tra cui il riso, la carne, le uova, il miele”.

Nell’area del nord-ovest, la spesa media mensile alimentare è maggiore rispetto alle altre aree della penisola e sfiora i 2800 euro; in Piemonte è di circa 2600 euro di cui il 20% è per prodotti alimentari e bevande analcoliche, superata solo dalla spesa per l’abitazione che raggiunge il 32%.

“L’andamento dei consumi alimentari conferma altresì una crescente attenzione da parte dei consumatori verso un’alimentazione più sana e corretta” conclude Dellarole. “Il rischio è che l’aumento dell’Iva possa far arrestare questo trend, rallentando nel complesso l’andamento economico regionale”. 

 

Appuntamenti

 

PUGLIA, LAVORO: MIGLIAIA DI GIOVANI ‘SOTTO IL PALAZZO’ CONTRO LA BUROCRAZIA

Lunedì 19 marzo

 

Migliaia di giovani lunedì prossimo, 19 marzo 2018, a partire dalle ore 15,00, giungeranno dalle 6 province pugliesi a Bari e si raduneranno davanti al palazzo dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia (Lungomare Nazario Sauro n. 36) contro la burocrazia sorda che annienta il loro sogno di poter investire e lavorare in agricoltura.

I giovani presidieranno dall’inizio alla fine il palazzo del potere, mentre si terrà la riunione di partenariato sul PSR Puglia 2014 – 2020, già pronti a partire con valigie e zaini alla mano, perché costretti a cambiare Nazione e mestiere, per colpa di una macchina burocratica che rallenta o addirittura azzera gli investimenti e costringe alla fuga dei cervelli e alla morte di iniziative imprenditoriali e innovazione.

L’iniziativa è di Coldiretti Puglia per dare prospettive di futuro ai millenials, perché sono troppe le “molestie” che un giovane che vuole fare impresa in agricoltura si trova costretto a subire. Aspettare oltre due anni per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola, per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un’impresa giovane, sottrae ricchezza alla Puglia e all’Italia.

 

TREVISO: COLDIRETTI LANCIA LA CANAPA DI MARCA: SETTORE DI GRANDI OPPORTUNITA’

Mercoledì 21 marzo

 

L’apertura a Treviso del primo negozio autorizzato a vendere canapa in maniera legale è solo la punta dell’iceberg di un processo che potrebbe declinare anche l’agricoltura trevigiana alla vocazione a nuove colture che possono dare un futuro soddisfacente in termini di redditività ai nostri produttori agricoli. Una coltura alternativa che può sviluppare anche prodotti alternativi dalla cosmesi all’alimentazione umana e animale, dal tessile fino alla bioedilizia. 

Coldiretti Treviso da tempo sta approfondendo le opportunità che le nuove colture potrebbe garantire al settore primario della Marca trevigiana, dalle nocciole al melograno, dal gelso/bachi da seta alla canapa appunto. Mercoledì prossimo, 21 marzo 2018, La coltivazione della canapa sarà il titolo di una conferenza che si svolgerà dalle ore 9,30 all’hotel Maggior Consiglio a Treviso. Tra i relatori anche alcuni produttori pionieri nella Marca con le prime coltivazioni di canapa made in Treviso. In provincia di Treviso la coltivazione di canapa riguarda circa 18 ettari e interessa al momento una dozzina di imprenditori agricoli.

Il convegno vedrà i saluti iniziali del presidente di Coldiretti Treviso, Walter Feltrin: “Importiamo prodotti a base di canapa da numerosi paesi esteri, mi riferisco alla bioedilizia e all’abbigliamento per fare solo degli esempi – sottolinea il presidente di Coldiretti Treviso – E’ tempo di ragionare se cogliere l’occasione di produrre in casa nostra delle colture che potrebbero dare numerose soddisfazioni”. Alla conferenza interverranno anche: Prof. Angelo Frascarelli, Dipartimento di scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università di Perugia su Utilizzi dei prodotti della canapa e aspetti economici; Dott. Giampaolo Grassi, Primo ricercatore CREA-CIN Rovigo, Centro di ricerca per la cerealicoltura e colture industriali, su Orientamenti di selezione variatale; Elia Barban, Imprenditore agricolo di Castelfranco Veneto, su le Tecniche agronomiche. Moderatore dr. Antonio Maria Ciri – Direttore di Co/diretti Treviso e Belluno.

Quando si parla di canapa si pensa subito alla sostanza stupefacente, ma in pochi sanno che questa pianta così versatile in molti casi può perfettamente sostituire il petrolio, ad esempio per quanto concerne la produzione di carburanti e materie plastiche, oltre a rappresentare nel contempo un’alternativa ecologica al cotone per la produzione di fibre tessili, una risorsa alimentare da non sottovalutare ed una materia prima adatta per la fabbricazione di carta e di materiali per l’edilizia. Canapa significa, di fatti, 1) i semi (privi di Thc) come un alimento sorprendentemente nutriente, 2) l’Olio di canapa quale prezioso integratore naturale, 3) canapa per la bonifica di terreni contaminati da metalli pesanti attraverso un processo denominato “phytoremediation”, 4) la pianta di canapa è considerata maggiormente produttiva rispetto al cotone per quanto concerne le fibre tessili,   5) la canapa può essere considerata come un importante sostituto del legno nell’ambito dell’edilizia e della falegnameria 6) e poi è sempre più impiegata in edilizia come sostituto del cemento e dei mattoni (bioedilizia), 7) la cellulosa contenuta nella pianta permette infatti di ottenere materiali plastici degradabili che possono essere utilizzati per la produzione di imballaggi e di materiali da impiegare con una funzione isolanti,  8) Combustibili e 9) Carta.  Infine per la 10) Pacciamatura. Il fusto di canapa truciolato, infatti, può essere utilizzato per effettuare un’operazione spesso considerata di basilare importanza in agricoltura e giardinaggio. Si tratta della pacciamatura.  Per impedire la crescita delle erbacce e proteggere il terreno da precipitazioni ed erosione.

 

SARDEGNA: A “CUCINA CLAUDIA” DI SARDEGNA 1 LE RICETTE DEGLI AGRICHEF

Oggi

 

Dopo il successo dell’esordio oggi pomeriggio andrà in onda il secondo appuntamento della trasmissione Cucina Claudia su Sardegna 1 con protagonista un agrichef di Campagna Amica. Dopo Gino Brogi dall’agriturismo Santu Marcialis di Soleminis, questo pomeriggio alle 12,15 ed in replica alle 18,45 l’agrichef Elena Corona dell’agriturismo Sa Perda Marcada di Arbus, preparerà il dolce Papai Biancu.

Elena Corona ha conseguito il titolo di agrichef insieme ad altri 20 colleghi di tutta la Sardegna a gennaio nel primo corso riservato ai cuochi contadini promosso da Coldiretti Sardegna. Ogni venerdì su Sardegna 1 si alterneranno tutti gli agrichef sardi che ci mostreranno la preparazione dei piatti tipici locali, tutti rigorosamente con prodotti della propria azienda e provenienti dai mercati di Campagna Amica. La trasmissione si potrà seguire su Sardegna 1 al canale Canale 19 o in streaming su www.sardegna1.tv.

 

GENOVA, PRODOTTI DI STAGIONE A KM ZERO0 DI C.A. SBARCANO A MARINA GENOVA

Domenica 18 marzo

 

Non solo profumo di mare e barche alla banchina di Sestri Ponente, ma colori e sapori della frutta e verdura di stagione, formaggi, miele, riso, carni e salumi, olio, piante e fiori della nostra riviera.  Ecco tutto quello che scopriranno i fortunati che questa domenica si recheranno a Marina Genova (Sestri Ponente).

È ormai tutto pronto per la grande riapertura del mercato Campagna Amica, in programma per questa domenica, dalle ore 9.30 alle 17.00, in via Pionieri e Aviatori d’Italia, che vedrà la partecipazione di circa una ventina di aziende agricole liguri e piemontesi che coloreranno la banchina sestrese con i loro gazebi gialli.

L’agrimercato della Marina si va ad inserire nel calendario ligure degli appuntamenti con la qualità Campagna Amica, che da parecchi anni, ormai, portano nelle piazze più importanti della Regione i prodotti delle aziende agricole locali, creando un rapporto diretto tra produttore e consumatore, riducendo la filiera al massimo. Questo appuntamento, che si ripeterà per due domeniche al mese, accompagnerà il consumatore nella scelta dei prodotti freschi di stagione e interamente a chilometro zero. 

“Siamo orgogliosi – afferma il Vice Delegato Confederale Francesco Goffredo – di essere riusciti anche quest’anno a riproporre l’appuntamento a Sestri Ponente per permettere ai genovesi, e non solo, di acquistare in modo consapevole i prodotti del nostro territorio e dei “vicini di casa” piemontesi. Di fondamentale importanza per noi e le nostre famiglie è acquistare prodotti tracciabili e meglio ancora se locali e freschi di stagione ed è per questo che siamo grati della disponibilità mostrata da Marina Genova e dal Comune di Genova per riproporre questo appuntamento”.

“E’ un’occasione importante – afferma il delegato Confederale, Bruno Rivarossa –  dove ancora una volta la campagna arriva nel centro urbano genovese, portandosi dietro i suoi prodotti, le sue storie e i suoi valori. I nostri Mercati Campagna Amica permettono di valorizzare la produzione locale sostenibile e soprattutto aiutano a salvaguardare il nostro grande Made in Italy. Per l’inaugurazione che si svolgerà dalle ore 10.00 di domenica sarà possibile degustare i prodotti offerti dalle aziende partecipanti, e scoprire il vero sapore dei prodotti che il nostro territorio ha da offrire”.

Anche in questo importante appuntamento sarà portata avanti, a tutela del Made in Italy, l’iniziativa #stopalcibofalso, raccolta firme con la quale Coldiretti intente chiedere all’Europa l’etichettatura d’origine obbligatoria su tutti gli alimenti, per cercare di fare fronte al grave problema delle falsificazioni delle nostre eccellenze.

 

MARCHE, NEI MERCATI DI C.A. SI FESTEGGIANO LA PRIMAVERA E I PAPA’

Sabato 17 dicembre

I mercati di Campagna Amica salutano l’imminente arrivo della primavera con i prodotti della bella stagione e tante occasioni per abbellire gli spazi esterne con i fiori. Primule o viole ino maggio, erbe aromatiche e tanti profumi mentre prosegue la campagna nazionale contro i cibi “fake” con la sottoscrizione per richiedere di estendere l’etichettatura obbligatoria – una realtà già per latte, latticini, pomodoro e pasta – anche a tutto il resto del cibo allo scaffale. Una trasparenza in favore dei consumatori di cui Coldiretti Marche si fa promotrice e che viene testimoniata proprio dalla vendita diretta nei mercati di Campagna Amica.

Domani, sabato 17 marzo, ce ne saranno tre in regione. A Pesaro (in via Lombardia, dalle 8.30 alle 11.30) piantine di primula in omaggio con i papà degli agricoltori a servire un buffett con i prodotti di giornata: pane e confetture, affettati, succhi frutta. Fiori in omaggio anche ad Ancona, nel nuovo appuntamento settimanale di piazza Cavour (dalle 8.30 alle 11.30) mentre a Fermo, nel mercato coperto di piazza Dante offerte speciali su fiori ed erbe aromatiche.

 

EMILIA R./PIACENZA: ARRIVA IL SECONDO CORSO AGRICHEF CON FOCUS SULLE AGRIBIRRE

Da lunedì 19 a giovedì 22 marzo

 

Crescono in Emilia Romagna i birrifici artigianali: alla fine del 2017 erano 112, 13 in più dell’anno precedente quando i produttori artigianali di birra erano 99 e più del triplo rispetto a cinque anni fa quando erano solo una trentina. Anche a Piacenza si registra un leggero aumento, con l’insediamento del giovane Marco Fortinelli che ha avviato una nuova attività a Lugagnano. Lo rende noto la Coldiretti oggi, venerdì 16 marzo, in occasione della presentazione del secondo corso regionale per Agrichef promosso da Terranostra, l’associazione agrituristica di Coldiretti, e da Campagna Amica per formare gli agrichef che negli agriturismi valorizzino sempre più le eccellenze del territorio.

Nell’ambito del corso, che si svolgerà proprio nel Piacentino, da lunedì 19 a giovedì 22 marzo prossimi, all’agriturismo Casa Nuova di Niviano di Rivergaro, ci sarà un “focus” dedicato alle birre artigianali, in particolare alle agribirre, caratterizzate da un legame diretto con le aziende agricole. Le birre piacentine saranno fornite dall’azienda agricola Vallescura di Piozzano.

Oltre a contribuire all’economia, la birra artigianale rappresenta anche – sottolinea Coldiretti– una spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35. In Emilia Romagna – informa Coldiretti sulla base dei dati dell’osservatorio regionale del Commercio – la birra viene consumata soprattutto a cena ed è preferita dal 33,4 per cento dei consumatori, subito dopo vino (40%), ma prima di quelli che bevono bevande analcoliche (13,2%) o solo acqua (10,1%). A pranzo invece solo il 21,8% beve birra, il 41,4% beve vino, il 17,4% bevande analcoliche e il 17,2% solo acqua.

Di pari passo con il diffondersi di piccoli birrifici, stanno nascendo anche nuove figure professionali – rileva Coldiretti– come il “sommelier delle birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di leggerne i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali delle diverse tipologie di birra con primi piatti, carne o pesce e anche con i dolci.

Il secondo corso di agrichef – informa Coldiretti– avrà come docenti l’agrichef Diego Scaramuzza, presidente nazionale di Terranostra, gli chef Daniele Persegani e Alessandro Polver, i sommelier Fisar (che condurranno un percorso sull’abbinamento del cibo con vino e birra), il responsabile della Sicurezza Alimentare di Coldiretti Emilia Romagna, Dennis Calanca, il capo area Comunicazione e Relazioni esterne di Coldiretti nazionale, Paolo Falcioni, il segretario nazionale di Terranostra, Toni De Amicis e Elisabetta Montesissa di “Fondazione Campagna Amica”.

Oltre al focus sulla birra, i temi del corso – sottolinea Coldiretti– vanno dalle tecnologie e tecniche di cottura all’ottimizzazione dei tempi di preparazione, dall’impiattamento all’abbinamento di vini, birre e piatti, fino al pricing dei piatti e dei menù. Il tutto con l’attenzione ai menù tipici della tradizione locale e contadina e ai prodotti del territorio a km 0.

 

RAVENNA: #STOPCIBOFALSO, ECCO DOVE FIRMARE IN PROVINCIA LA PETIZIONE POPOLARE

Oggi e sabato 17 marzo

 

Salvare il nostro cibo e rendere trasparente il carrello della spesa è l’obiettivo della raccolta firme a sostegno della petizione #stopcibofalso promossa da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica per chiedere all’Unione Europea di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti. Nonostante i passi avanti, infatti, permangono ancora ampie zone d’ombra per cui ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano i ripetuti allarmi alimentari.

La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari tipici dell’Emilia Romagna costano solo alla nostra regione circa trentamila posti di lavoro, con ‘l’industria del falso made in Emilia Romagna che fattura, solo nell’agroalimentare, oltre 8 miliardi di euro (60 miliardi per l’agroalimentare nazionale). La lotta al cibo “fake” nel piatto rappresenta, dunque, ormai un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e per generare occupazione.

A tal fine, anche Coldiretti Ravenna invita tutti i consumatori ad aderire alla petizione firmando non solo presso tutti gli Uffici Coldiretti, ma anche nei Punti Campagna Amica. In particolare, oggi e domani, è possibile firmare, dalle ore 9 alle ore 19, presso i Punti Campagna Amica di Lugo (piazza Garibaldi 25) e Faenza (via Mazzini 154), dalle ore 9 alle ore 19.

“Bisogna combattere l’inganno globale che causa danni economici e di immagine alle nostre produzioni – afferma il presidente di Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – per questo è necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo estendendo a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti alimentari e per questo chiediamo la collaborazione di tutti i cittadini consumatori”. La raccolta firme rivolta al Presidente del Parlamento Europeo proseguirà fino alla fine di aprile negli Uffici Coldiretti e in tutti i mercati, nelle botteghe e negli agriturismi di Campagna Amica.

 

PIACENZA: NEL WEEK-END PROSEGUE LA RACCOLTA FIRME #STOPCIBOFALSO

Sabato 17 e domenica 18 marzo

 

Salvare il nostro cibo e rendere trasparente il carrello della spesa è l’obiettivo dell’iniziativa di Coldiretti Piacenza che si svolgerà durante la mattinata di domenica 18 marzo nella piazza di Cortemaggiore in occasione della 538esima fiera agricola di San Giuseppe.

Fa tappa anche nel Piacentino – dove la raccolta firme #StopCiboFalso sfiora già quota 1.700 adesioni in poche settimane – la tre giorni di mobilitazione popolare, che in Emilia Romagna si svolgerà per tutto il fine settimana nei principali mercati di Campagna Amica. Obiettivo della petizione di Coldiretti #stopcibofalso è chiedere all’Unione Europea di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti. La mobilitazione proseguirà fino alla fine di aprile.

Nonostante i passi avanti – ricorda Coldiretti Piacenza– permangono ancora ampie zone d’ombra per cui ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano i ripetuti allarmi alimentari.

Per tutta la mattinata di domenica, dunque, sarà possibile aderire all’iniziativa. Nel gazebo istituzionale di Coldiretti Piacenza saranno presenti il presidente provinciale Marco Crotti, il segretario di zona Franco Fittavolini, i giovani e le donne di Coldiretti Piacenza che alle 11.30 organizzeranno un brindisi, con un piccolo dono per le donne presenti. Inoltre, in piazza Patrioti si terrà il mercato delle aziende Campagna Amica.

 

BRESCIA: È “FESTA DI PRIMAVERA” CON LABORATORI DIDATTICI E SHOW COOKING

Domenica 18 marzo

 

Una vera e propria festa di primavera, quella che si svolgerà domenica 18 marzo in Largo Formentone a Brescia dalle 9.00 alle 19.00 all’interno del progetto “Brescia è Campagna Amica” promosso da Coldiretti con la collaborazione del Comune di Brescia. Le aziende di Campagna Amica, nel pieno della stagione più ricca e colorata, saranno presenti con i prodotti di eccellenza del territorio provinciale, dai salumi ai formaggi caprini e vaccini, al bagoss, alle mozzarelle di bufala, all’olio del Sebino e del Garda, piante e fiori, frutta e verdura, farine e biscotti, miele, lumache e molto altro.

I fiori saranno protagonisti della giornata attraverso due appuntamenti: verranno infatti realizzati dei laboratori didattici per imparare a trapiantare un fiore e realizzare un balcone fiorito a casa oppure un perfetto orto in giardino. Verranno anche sviluppati dei divertenti show-cooking dove tradizione culinaria e innovazione si sposeranno per realizzare profumatissimi e coloratissimi primi piatti e contorni che vedranno protagonisti i fiori.

Ma sarà anche una domenica dove raccoglieremo le firme a sostegno della petizione “Stop al cibo falso”, con la quale chiediamo “semplicemente” all’Europa di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti: per proteggere la nostra salute, per tutelare l’economia del nostro Paese, per fermare le speculazioni di cibo e per difendere la nostra agricoltura. E al nostro fianco abbiamo già centinaia di migliaia di cittadini consumatori che stanno firmando on line, nei nostri uffici Coldiretti e nei mercati di Campagna Amica diffusi su tutto il territorio nazionale.