COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 14 giugno 2022

14 Giugno 2022
News La Forza del Territorio del 14 giugno 2022

Primo piano

 

TOSCANA, SVENTATE 362 TRUFFE DANNO MADE IN TUSCANY DOP E IGP

L’olio toscano igp e pecorino dop tra i prodotti online piu’ danneggiati 

Sventate 362 truffe sul web ai danni del Made in Tuscany agroalimentare di qualità negli ultimi cinque anni. 80 nel solo 2021: in pratica un annuncio su dieci se consideriamo tutti i prodotti a denominazione nazionali. Al primo posto degli annunci evocativi di vendita online di prodotti DOP e IGP bloccati e rimossi sui principali web marketplace come Amazon, Alibaba, Ebay e Rakuten, ci sono l’olio Toscano IGP con 241 tentativi ed il Pecorino Toscano con 54 seguiti dai Cantucci Toscani (27), dalla Finocchiona IGP (20) e dal Prosciutto Toscano DOP (16). Ma i casi di tentativi di frode, usurpazione, fenomeni di italian sounding, contraffazione ed etichettature ingannevoli sono molti di più se consideriamo tutte le attività di controllo effettuate: ben 428.

A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dell’ultimo rapporto dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in occasione del Summer Fancy Food 2022, il più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari a New York City presso il Javits Center, con le eccellenze del Made in Italy a tavola protagoniste a Padiglione Italia (level 3, stand n.2717). 

“Il valore del falso Made in Italy nel mondo è salito a 120 miliardi di euro anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con la Toscana e con l’Italia. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il risultato è che per colpa del cosiddetto italian sounding oltre due prodotti agroalimentari su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con le imprese agricole e con il territorio della Toscana. Molte delle insidie alle produzioni di qualità della nostra regione arrivano dal web dove sempre più spesso è facile imbattersi in post ed annunci pubblicitari su siti di prodotti contraffatti o che richiamano nemmeno velatamente paesaggi e nomi dei prodotti più celebri del nostro paniere. La tempestiva attività dell’Ispettorato centrale per le repressioni frodi, che ringraziamo per lo straordinario lavoro che stanno portano avanti anche sulle piattaforme commerciali internazionali, è decisiva per bloccare la vendita online di prodotti che non sono nemmeno parenti alla lontana del nostro agroalimentare a difesa delle aziende agricole e dei consumatori”.

Tra i casi più celebri scovati in questi anni tra web e scaffali dei supermercati in giro per il mondo ci sono il Chianti tarocco, il sangiovese “Tuscan Moon”, il wine kit per farsi il vino a casa ma anche il salame USA “Toscano” o il “Fennel Pollin Saleme”, la “Palenta” prodotta in Serbia e la “Finocchiono”. Tra i formaggi il “Tuscany Cheddar” australiano ed il “Tania Toscano” americano sono tutt’oggi in vendita sul web.

Per Coldiretti Toscana “la pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori. Non dobbiamo e possiamo abbassare la guardia di fronte ai tentativi di contraffazioni e imitazioni delle produzioni di qualità”. A confermare il grande appeal all’estero di vino, olio, formaggi, pasta ed altri prodotti agricoli ed agroalimentari regionali sono i dati del primo trimestre 2022 con 832 milioni di euro di esportazioni, il 19% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il dato più alto della storia. Alla base del successo del Made in Italy c’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico a cui la Toscana contribuisce con 5.271 operatori, 463 specialità alimentari tradizionali, il primato in Italia per numero di DOP, IGP e SGT con 92 prodotti per un valore complessivo delle produzioni di 1.151 milioni di euro e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. 

La classifica dei falsi Made in Tuscany più presenti sul web (2015-2021)

Toscano IGP 241

Pecorino Toscano 54

Cantucci Toscani 27

Finocchiona 20

Prosciutto Toscano 216

Fonte: Elaborazione Coldiretti su Rapporto ICQRF 

 

Dal Territorio

 

VENETO, MALTEMPO: GRANDINE A MACCHIA DI LEOPARDO SULLE COLTIVAZIONI DI LIMANA

Una grandinata intensa si è abbattuta in provincia di Belluno oggi pomeriggio colpendo le colture della Valbelluna. Coldiretti sta raccogliendo le segnalazioni degli agricoltori della zona rilevando che in chicchi di ghiaccio medio piccolo caduti in maniera fitta e continua hanno segnato piante da frutto, vigne, grandi colture e ortaggi a macchia di leopardo soprattutto nel comune di Limana. Una coltre bianca ha ricoperto campi e centri urbani creando disagi alla circolazione e preoccupazione tra i produttori e cittadini. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi, che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio, anche più grandi di una palla da tennis. Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Il risultato – conclude Coldiretti – è un conto per l’agricoltura di 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture.?

 

 PIEMONTE, SALE A 120 MLD FALSO MADE IN ITALY A TAVOLA

Sale a 120 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti e Filiera Italia all’inaugurazione del Summer Fancy Food 2022, il più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari a New York City presso il Javits Center. Al Padiglione Italia (level 3, stand n.2717), assieme all’Ice, è stata allestita una grande mostra per mettere a confronto per la prima volta le autentiche specialità nazionali con le brutte copie più diffuse, ma anche la differenza tra i veri piatti della tradizione gastronomica tricolore e quelli storpiate all’estero con ricette improponibili.

“Il risultato è che per colpa del cosiddetto italian sounding nel mondo, oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Nella classifica dei prodotti più taroccati spicca tra i formaggi il Gorgonzola, tipico del Piemonte che, nell’ultimo anno, ne ha prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale. Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale. Per questo è necessario porre un freno al dilagare dell’agropirateria a tavola che, creerebbe, oltretutto, ben 300mila posti di lavoro in Italia”.

 

 

PUGLIA, STANGATA A TAVOLA DA 420MLN PER LE FAMIGLIE

L’aumento dei prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina costerà nel 2022 alle famiglie pugliesi oltre 420.000 milioni di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli. E’ quanto emerge dalle stime elaborate dalla Coldiretti Puglia sugli effetti dei rincari nel carrello, sulla base dell’elaborazione dei dati Istat sui consumi dei pugliesi e dell’andamento dell’inflazione nei primi cinque mesi dell’anno.   

A guidare la classifica dei rincari c’è la verdura che quest’anno costerà complessivamente alle famiglie del tacco d’Italia 95 milioni di euro in più – sottolinea Coldiretti Puglia – e precede sul podio pane, pasta e riso, con un aggravio di 81 milioni di euro, e carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 74 milioni rispetto al 2021. Al quarto posto la frutta, continua Coldiretti Puglia che stima un aumento di 44 milioni di euro, precede il pesce con 36 milioni, latte, formaggi e uova (34 milioni) e olio, burro e grassi (27 milioni). Seguono con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie “acque minerali, bevande analcoliche e succhi”, “zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci”, “caffè, tè e cacao” e “sale, condimenti e alimenti per bambini”.

L’aumento dei prezzi colpisce prodotti base della dieta dei pugliesi, mettendo in difficoltà soprattutto le categorie più deboli e aggravando una situazione che – nota Coldiretti Puglia – che vede oltre 210mila persone in una condizione di povertà. Per effetto della guerra e dei rincari energetici è destinato, infatti, ad aumentare il numero di quanti non riescono più a garantirsi un pasto adeguato che rappresentano la punta dell’iceberg della situazione di crisi in cui si trova un numero crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – rileva la Coldiretti regionale – ai pacchi alimentari, anche per la crisi generata dalla pandemia.

Tra i nuovi poveri – continua la Coldiretti Puglia – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate o danneggiate dalle limitazioni rese necessarie in due anni di pandemia.

Contro la povertà – ricorda la Coldiretti regionale – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire proprio dall’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica grazie alla quale sono stati raccolti in Puglia oltre 700mila chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi.

 

 

Verdura

95.000.000

Pane, pasta e riso

81.000.000

Carni e salumi

74.000.000

Frutta

44.000.000

Pesce

36.000.000

Latte, formaggi e uova

34.000.000

Olio, burro e grassi

27.000.000

Acque minerali, bevande analcoliche e succhi

14.000.000

Zucchero, confetture, miele e dolci                                

6.000.000

Caffè, tè e cacao   

5.000.000

Sale, condimenti e alimenti bambini                                                                                          

4.000.000

* Stime elaborate da Coldiretti Puglia su fonte dati Istat

 

 

PADOVA, ASSEMBLEA ANNUALE: CLIMA, PREZZI, SPECULAZIONI E ANIMALI SELVATICI

 

Dalla corsa dei prezzi alle speculazioni alimentate dall’economia di guerra, dagli effetti dei cambiamenti climatici all’attacco della concorrenza sleale al “made in Italy”, ma ci sono anche i danni degli animali selvatici e le ripercussioni della burocrazia europea. Sono solo alcuni dei temi affrontati durante l’assemblea provinciale annuale di Coldiretti Padova di oggi a Cervarese Santa Croce. Oltre ottanta presidenti di sezione e dirigenti della più grande organizzazione agricola, in rappresentanza di circa 7 mila soci attivi, dopo aver preso in esame i bilanci consuntivo 2021 e preventivo 2022 si sono confrontati sulle grandi sfide che attendono l’agricoltura padovana, un settore che conta circa 11 mila imprese iscritte alla Camera di Commercio e specializzate in tutti i principali comparti, per un fatturato complessivo di poco inferiore al miliardo e 200 milioni di euro, in ripresa nel 2021 dopo la batosta del Covid l’anno precedente e prima dell’inizio della guerra in Ucraina che inciderà sull’anno in corso. “La superficie agricola utilizzata nella nostra provincia nel 2021 – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – è di poco inferiore ai 140 mila ettari, con una predominanza del mais, coltivato su oltre 30 mila ettari, e della soia a 32 mila ettari. La nostra provincia è prima in Veneto per la coltivazione di frumento tenero, balzato ad oltre 21 mila ettari, anche se la produzione risente dei cambiamenti climatici e proprio in questi giorni viene data in calo del 10-15 per cento. Il comparto zootecnico resiste alla crisi, il settore bovino conta oltre centomila capi e il prezzo del latte, dopo le tensioni dei mesi scorsi, è in ripresa, mentre le 300 aziende avicole hanno dovuto affrontare l’emergenza aviaria che ha portato all’abbattimento di oltre 4 milioni di capi e al fermo degli allevamenti per lunghi mesi, con danni per decine di milioni di euro. Il settore ortofrutta è un’eccellenza che, nonostante le sferzate del meteo, conta 1.200 ettari di piante leguminose (fagioli, patate e piselli), altri 3.400 di ortaggi a pieno campo e di 1.700 ettari di frutteti. Bene la viticoltura con più di 7 mila ettari di vigneti e un fatturato in continua crescita, sulla spinta delle produzioni di qualità. Anche il florovivaismo si è ripreso dall’anno orribile della pandemia anche se ora si trova a fare i conti con l’aumento dei prezzi di produzione. Al di là degli aspetti produttivi resta però un grave problema legato alla remunerazione degli agricoltori ai quali, per ogni euro pagato dai consumatori, arrivano appena 15 centesimi.

Gli effetti dell’economia di guerra e delle speculazioni, intanto, – continua Bressan – già si sono tradotti in rincari a due cifre sulle materie prime, sui carburanti e sull’energia, ma si fanno sentire anche i cambiamenti climatici che nel padovano sono la causa di inverni sempre più avari di piogge ad estati calde e siccitose, temporali e nubifragi sempre più violenti, caratterizzati da grandine e vento forte. Anche per effetto del clima la minor produzione pesa sulle aziende agricole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. A questo si aggiungono le problematiche legate alla diffusione degli animali selvatici, a partire dai cinghiali, presenti sui Colli Euganei come in pianura. Se ora la peste dei cinghiali minaccia centinaia di allevamenti suini lo dobbiamo proprio alla presenza ancora massiccia dei cinghiali.  E’ urgente un pacchetto di azioni da parte del Governo che, partendo dalla modifica alla legislazione nazionale, consenta l’adozione di ordinanze di emergenza, da parte dei sindaci, per autorizzare misure straordinarie di controllo.

Inoltre – aggiunge Bressan – dobbiamo fare i conti anche con le mire di chi vuole imporre prodotti realizzati in laboratorio a scapito dell’autenticità del nostro made in Italy. In realtà la carne artificiale, di cui si parla molto, ma anche il latte prodotto senza mucche sono un grande inganno a scapito dei consumatori. E’ di questi giorni poi la notizia della nuova minaccia al Grana Padano che arriva dagli USA. A fronte di questi attacchi ai prodotti agroalimentari di qualità va ribadita la centralità dell’agricoltura, come sta facendo Coldiretti a tutti i livelli, a partire dall’Unione Europea, alla quale chiediamo un piano strategico nazionale per la crescita e lo sviluppo, con azioni semplici da applicare, che garantiscano la giusta sostenibilità economica dell’attività agricola. In Europa occorre coerenza nelle politiche, dicendo “sì” a tutte le misure che aumentano la trasparenza di processi e prodotti, attraverso l’obbligo dell’etichettatura d’origine, e che garantiscano competitività agli agricoltori europei sul piano mondiale promuovendo ed applicando il concetto della reciprocità negli standard produttivi in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute.

Quella che abbiamo davanti – conclude il presidente di Coldiretti Padova – è una stagione ancora impegnativa e complessa, perché molto rimane da fare per dare “il giusto reddito” alle nostre imprese agricole. Servono nuovi approcci imprenditoriali con innovazioni di processo, di prodotto, di promozione e di mercato oltre a nuove politiche e strategie di sviluppo che puntino alla valorizzazione delle produzioni e dei territori. Ma per raggiungere un giusto reddito alla capacità imprenditoriale e d’innovazione del sistema delle imprese, che rappresenta la condizione primaria, va aggiunta una nuova consapevolezza della politica e delle istituzioni, che debbono intervenire sul quadro normativo e di governo del territorio, riservando all’agricoltura il ruolo che merita”.

 

 

GENOVA, PROGETTO “I BUONI FRUTTI DELL’AGRICOLTURA SOCIALE”

 

Promozione e sviluppo dell’agricoltura sociale. E’ il focus del progetto “I buoni frutti dell’agricoltura sociale”, relativo alla misura 16.9 del PSR, presentato il 14 giugno 2022 presso la Basilica dei Fieschi, a San Salvatore di Cogorno. E’ quanto rende noto Coldiretti Genova, capofila, che collabora con Il Villaggio del Ragazzo, il Biodistretto Val di Vara, l’Asl 4, e i Comuni di Varese Ligure, Maissana, Ne, Lavagna, Cogorno e Sestri Levante. La progettualità coinvolge 11 aziende agricole e prevede l’organizzazione di un tirocinio, fino a 4 mesi, per coloro che hanno diverse tipologie di problemi ed al termine possono essere anche previsti contratti d’assunzione. 

“Il progetto I Buoni Frutti dell’Agricoltura – afferma Giovanna Tiscornia, Amministratore Delegato Villaggio del Ragazzo – si inserisce in un discorso più ampio, legato appunto all’agricoltura e alle sue potenzialità in ambito sociale, che, come Villaggio del Ragazzo, stiamo portando avanti per sviluppare nuove opportunità formative e di occupazione a servizio della comunità. Come ci dimostrano ogni giorno i ragazzi del progetto “Reagire” (progetto finanziato per la realizzazione di interventi integrati per favorire l’inserimento socio lavorativo di soggetti a rischio di emarginazione sociale)  e, come lo faranno quelli di AS Frutti una volta avviate le attività, l’agricoltura è per sua “natura” un mondo inclusivo, stimolante ed innovativo che può rappresentare occasione di inserimento lavorativo per le persone che più faticano a trovare un impiego oppure occasione di socializzazione nella formula dei laboratori protetti per persone fragili.  Siamo soddisfatti del lavoro di pianificazione messo in piedi in questi mesi e di far parte di un grande partenariato che lega tutte le realtà (tra cui ASL, Comuni, aziende agricole) in una rete in grado di fornire, anche oltre il termine di progetto, servizi a sostegno del welfare territoriale.”

“Un progetto che abbiamo sposato fin da subito nella convinzione che l’agricoltura sociale va proprio a fornire risposte ed alternative concrete dove le Istituzioni non arrivano, mettendo a disposizione servizi per i soggetti svantaggiati -affermano Luca Dalpian, Presidente Coldiretti Genova, e Paolo Campocci, Direttore Provinciale -. A causa della pandemia e degli sconvolgimenti portati dalla guerra e dalle difficoltà economiche del Paese, stanno emergendo sempre di più nuovi bisogni e nuove fragilità. Nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona. Agricoltura sociale, infatti, vuol dire parlare di produzioni e di economia creando valore economico da ridistribuire in valore sociale”.