COMUNICATO STAMPA | Notizie dalle Federazioni

News La Forza del Territorio del 12 aprile 2022

12 Aprile 2022
News La Forza del Territorio del 12 aprile 2022

Primo piano

 

 

VICENZA, VINITALY: NELLE VIGNE UN GIOVANE SU DIECI

 

Un giovane agricoltore su dieci possiede una vigna, che è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti in occasione della degustazione dei vini organizzata dai giovani imprenditori a casa Coldiretti al Vinitaly, con una selezione dei prodotti delle nuove generazioni di viticoltori provenienti da tutta la Penisola. Sono oltre 5500 i giovani che possiedono una vigna diffusi sul territorio italiano dove sono spesso impegnati a produrre vini di alta qualità. 

“L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino – commenta Coldiretti Vicenza – è, infatti, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, ed il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice”.

Lo dimostra il fatto che quasi una cantina under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti, contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane, secondo il rapporto del Centro Studi Divulga. Ed i giovani in vigna sono anche quelli che sembrano reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale.

“Nonostante ciò – continua Coldiretti Vicenza – oltre un giovane su due (52%) dichiara comunque di aver registrato un calo delle vendite. Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano comunque più fiduciosi rispetto agli imprenditori più adulti. Se un 26% teme che la situazione con la guerra in Ucraina andrà a peggiorare, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over”.

Resta il fatto che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Un’opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.

“Le aziende giovani, dimostrano grande vivacità e dinamicità imprenditoriale. Questi numeri – ha conclude il delegato dei Giovani vicentini, Marco Buratti – danno speranza in un tempo complesso come il nostro, e suggeriscono di continuare ad investire sull’attrattività del settore attraverso il ricambio generazionale affinché le grandi sfide legate al cambiamento climatico ed alla sostenibilità in generale possano essere vinte ed in tempi brevi grazie alle energie giovani del nostro paese”.

 

 

Dal Territorio

 

 

SARDEGNA, AGRITURISMO: PER PASQUA SI VA VERSO IL TUTTO ESAURITO

 

È un ritorno con il botto quello di Pasqua per gli agriturismi Campagna Amica/Terranostra che in molti casi sono quasi sold out confermandosi tra i luoghi preferiti per il dopo Covid grazie ai menù contadini e agli spazi ampi a contatto con la natura.

Nel 2020 e nel 2021 gli agriturismi rimasero chiusi per le festività Pasquali a causa del Covid. Quella dello scorso anno – ricorda Coldiretti Sardegna – fu una vera doccia fredda, perché furono chiusi per due settimane proprio a cavallo della Pasqua, dopo che la Sardegna fu la prima Regione ad andare in zona bianca, causando perdite che Coldiretti Sardegna stimò in 1milione di euro per i 150 agriturismi Campagna Amica/Terranostra. Perdite che si sommarono a quelle delle festività natalizia appena concluse e a tutto il 2020.

Nell’anno dello scoppio del Covid (2020) le presenze nei circa 900 agriturismi sardi crollarono del 44% rispetto al 2019, secondo le elaborazioni Coldiretti Sardegna sui dati dell’Osservatorio del Turismo regionale, registrando 82mila presenze rispetto alle 146.500 dell’anno prima.

Pasqua è la porta per la nuova stagione e se le premesse sono queste rappresenta una vera e propria primavera dopo due anni neri in cui le perdite sono state ingenti.

I 150 agriturismi a marchio Campagna Amica/Terranostra, circa un terzo di quelli soci Coldiretti, dal Nord al Sud dell’Isola, stanno ricevendo in questi giorni tante prenotazioni che stanno addirittura migliorando la stagione del 2019, culmine di un trend positivo che andava avanti da anni, bruscamente interrotto dalle limitazioni adottate dal Governo per il Covid.

Ad essere premiata è la natura stessa degli agriturismi che portano in tavola le ricette della tradizione con i prodotti aziendali, oltre agli ampi spazi in campagna a contatto con la terra e gli animali.

“La quasi totalità dei clienti – sottolinea la presidente di Terranostra Michelina Mulas – sono sardi, famiglie e gruppi di amici che in molti casi decidono anche di pernottare e trascorrere in agriturismo il fine settimane e Pasquetta, usufruendo anche dei tanti servizi che oggi offrono molte strutture Campagna Amica come passeggiate nei boschi, la possibilità di visitare e provare la vita da contadino con i laboratori della pasta, del latte e di tutte le attività che si svolgono nelle aziende agricole”.

 

 

PUGLIA, SI CONTRAE EXPORT VINI PUGLIESI IN PAESI EST (-20%)

 

La guerra in Ucraina mette a rischio quasi 6,5 milioni di euro di export di vino Made in Puglia nei Paesi dell’Est con una contrazione del 20% del commercio estero in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria e Romania, Ucraina, Bulgaria e Russia. E’ il risultato dell’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat Coeweb, diffusa in occasione del Vinitaly con l’esposizione delle bottiglie provenienti da tutta Italia a Casa Coldiretti.

Sanzioni europee, difficoltà nei trasporti, spedizioni interrotte, ordini annullati stanno incidendo sul commercio con l’estero delle cantine pugliesi – spiega Coldiretti Puglia – mentre un certo numero di operatori ha ridotto il periodo di differimento dei pagamenti o l’ha annullato del tutto.

Al contempo, a causa della guerra in Ucraina sono aumentati del 35% i costi per il vino con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole che si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che – spiega la Coldiretti Puglia – arrivano oggi a pesare sui bilanci. Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi.

Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti Puglia – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

La situazione di difficoltà si evidenzia anche dall’andamento delle vendite che – rileva Coldiretti regionale – per il 55% delle cantine sono diminuite nel 2022, mentre per il 42% sono rimaste invariate e solo un 3% dichiara di averle aumentate. Gli effetti delle tensioni commerciali legate al conflitto si ripercuotono anche sull’export dove oltre quattro cantine su dieci (43%) affermano di aver ridotto le spedizioni.

Occorre comunque ricordare che sino ad oggi l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è addirittura diminuito dell’1,2% e dello 0,4% nei primi due mesi del 2022, per poi crescere appena dello 0,5% a marzo, in netta controtendenza con i rincari, spesso a doppia cifra, di tutti gli altri prodotti alimentari.

Per difendere il patrimonio vitivinicolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – conclude Coldiretti Puglia – perché tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico.?

 

 

PIEMONTE: LA NOSTRA AGRICOLTURA PROTAGONISTA AL NEET WORKING TOUR

 

Riflettori accesi, durante la prima tappa del Neet Working Tour partito dal Piemonte, sulle opportunità dell’agricoltura, con oltre 55mila under 35 alla guida di imprese agricole ed allevamenti in Italia, e sulle idee dei giovani agricoltori italiani che si impegnano per dare risposte concrete ed innovative alle difficoltà che stanno compromettendo il loro futuro. Promosso dal Ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Giovani, l’Agenzia Nazionale per le Politiche attive del lavoro e Carta Giovani Nazionale, ha visto protagonisti gli imprenditori di Giovani Impresa Coldiretti che con la delegata nazionale, Veronica Barbati, il segretario nazionale, Stefano Leporati, il delegato provinciale di Coldiretti Alessandria, Fabio Bruno, hanno dato il via alla prima tappa, dell’11 e 12 aprile 2022, ad Alessandria, in piazza della Divina Provvidenza, del tour che toccherà altre 10 città in tutta Italia.

Lo scopo è quello di incontrare i cosiddetti Neet, ovvero quei giovani che non studiano più, ma nemmeno cercano lavoro e neanche proseguono con la formazione. Il dato nazionale è di 3 milioni, che colloca l’Italia in uno dei posti peggiori in Europa. Soltanto a Torino, il 2021 ha mostrato (in continuità sul 2020) un tasso di Neet del 20% nella fascia di età 15-29 anni, pari a circa 21.896 persone.

“Un vero orgoglio poter far conoscere ai giovani, che stanno cercando di definire il loro futuro lavorativo, le nostre realtà agricole – evidenzia Danilo Merlo delegato regionale Giovani Impresa -. Un’opportunità di scambio e crescita, ma anche di visibilità per la nostra agricoltura rappresentativa di un modello di innovazione sostenibile che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità. L’interesse verso il mondo agricolo è la spia di quanto il nostro settore rappresenti una concreta traiettoria di futuro”.

“Nonostante le criticità legate alla pandemia e ora alla guerra con il mercato completamente sconvolto, le nostre imprese non si sono mai fermate e l’agricoltura piemontese ha bisogno di nuova linfa che proprio le giovani generazioni sanno portare grazie a idee fresche che nascono da esigenze e sperimentazioni, ma che sanno poi concretizzarsi in vere progettualità – ricordano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Il rinnovato fascino della campagna si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, anche grazie alle grandi possibilità d’innovazione che il settore offre sul piano produttivo, ambientale e della sicurezza alimentare”.

 

 

PUGLIA, PROROGA PIANO ANTI XYLELLA CONTRO AVANZATA BATTERIO KILLER ULIVI

 

Prorogati i termini del Piano anti Xylella contro l’avanzata del batterio killer degli ulivi in Puglia al 20 aprile 2022 per eseguire le lavorazioni del terreno nelle zone fino a 200 metri di altitudine. A darne notizia è Coldiretti Puglia, che segnala l’allungamento dei termini disposto dall’assessorato regionale all’Agricoltura per le pratiche di prevenzione obbligatoria, una espressa richiesta di Coldiretti per dare il tempo ad agricoltori ed enti pubblici di ottemperare alle misure di contenimento con trattori, decespugliatori, trinciatrici, dando battaglia all’insetto vettore della Xylella fastidiosa, la ‘sputacchina’, e contrastare l’avanzata del killer degli ulivi, salvando il patrimonio produttivo e al contempo l’ambiente e il paesaggio.   

Serve ora una stretta per dare corso all’impegno assunto nel Piano 2022 da parte della Regione Puglia di riconoscere un contributo agli agricoltori impegnati nella lotta all’insetto vettore – aggiunge Coldiretti Puglia – per i costi sostenuti dagli agricoltori per le pratiche di prevenzione, perché svolgono un servizio pubblico di tutela del patrimonio olivicolo pugliese e italiano, perché agli agricoltori viene imposto un obbligo che è a tutti gli effetti un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo da un pericolosissimo agente da quarantena.

Nel Piano anti Xylella 2022  sono contemplati nuovi metodi di sorveglianza, come la task force cinofila, col supporto scientifico dei ricercatori dell’IPSP del CNR e con il supporto logistico ed organizzativo di Unaprol e Coldiretti che continueranno a collaborare con ENCI per le attività di addestramento dei cani che effettueranno nell’anno 15 controlli equamente suddivisi tra vivai/garden di piante ornamentali e/o officinali di specie non specificate (5 vivai in zona infetta), vivai/garden di piante appartenenti a specie specificate (5 vivai in area indenne) e lotti di piante importate da paesi terzi al loro arrivo al porto di Bari. Inoltre, attraverso il progetto di ricerca Redox (Remote Early Detection of Xylella), finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e coordinato dal Distretto tecnologico aerospaziale (DTA), saranno elaborate immagini telerilevate da aereo acquisite con sensori iperspettrali e termici, delle piante infette prima ancora della manifestazione dei sintomi – spiega Coldiretti Puglia – per la identificazione precoce di focolai di Xylella attraverso rilievi aerei e droni con sensori iperspettrali e termici.

L’urgenza è salvare da nuovi contagi la Piana degli Ulivi Monumentali che ha già perso 1/3 degli ulivi di inestimabile valore preservati nel tempo ed arginare in Puglia la diffusione della Xylella Fastidiosa – ceppo pauca, quello pugliese – che secondo lo studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America) potrà causare, se non viene fermata, un impatto economico negativo in Europa d in Italia fino a 20 miliardi, conclude Coldiretti Puglia.

 

 

MARCHE, LA PASSERINA NELLA TOP10 DELLE VENDITE.

Bene anche Pecorino, Verdicchio e Bianchello

Ci sono anche due bottiglie di Passerina all’interno di Casa Coldiretti, il grande padiglione del Vinitaly che sta ospitando un’esposizione delle bottiglie che hanno messo a segno le migliori performance. Tra queste anche la marchigiana Passerina che ha aumentato le vendite del 14% nell’ultimo anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Infoscan Census relativi all’anno terminante a gennaio 2022, diffusa in occasione del Vinitaly. Dati che segnano anche il boom di altre due doc delle Marche a trazione “bianchista”. Il Verdicchio del Castelli di Jesi ha incrementato il valore delle vendite dell’11%, il Pecorino è cresciuto del 7% mentre il Bianchello del Metauro di circa il 6%. “Il mercato che sta crescendo – ha detto Tommaso Di Sante, membro della Consulta Vino di Coldiretti e presidente provinciale di Pesaro Urbino – è quello dei vini tipici e distintivi. Nelle Marche abbiamo diversi esempi ma in generale il consumatore finale cerca il territorio, il racconto delle nostre eccellenze con un occhio di attenzione anche alla sostenibilità. Nella nostra regione abbiamo una grande patrimonio biologico che rappresenta quindi un valore aggiunto per conquistare nuovi mercati”. C’è insomma una riscoperta dei vitigni autoctoni e, complessivamente, l’ultimo anno ha fatto segnare un incremento del 2,1% in valore delle vendite di vino nella grande distribuzione, soprattutto spumanti (un balzo del 20%). Non mancano le difficoltà “che sono conseguenze delle tante incertezze – ha aggiunto Di Sante – che le imprese stanno subendo con gli aumenti esponenziali delle materie prime che non si riescono neanche a trovare. Dai cartoni, ai vetri, all’acciaio alle capsule abbiamo aumenti anche del 45%. Senza contare l’aumento dei costi sulla rete vendita dovuta all’aumento dei costi del carburante e quindi del trasporto”. 

 

 

LOMBARDIA, VINITALY, GIOVANI AGRICOLTORI IN VIGNA: OLTRE 200 CANTINE UNDER 35

 

Sono oltre 200 le imprese vitivinicole gestite da giovani under 35 in Lombardia. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati registro imprese in occasione della degustazione di vini organizzata dai giovani imprenditori a casa Coldiretti a Vinitaly, con una selezione dei prodotti delle nuove generazioni di viticoltori provenienti da tutta la Penisola, tra cui anche il Lugana lombardo. Ai giovani titolari di impresa – precisa la Coldiretti regionale – si sommano poi tutti quei ragazzi e ragazze che lavorano nelle vigne e nelle cantine delle aziende agricole di famiglia.

L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – spiega la Coldiretti – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice.

In Italia – afferma la Coldiretti – sono oltre 5.500 i giovani under 35 che possiedono una vigna, dove sono spesso impegnati a produrre vini di alta qualità. In pratica, a livello nazionale un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna, che è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35.

Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga, quasi una cantina under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane. E i giovani in vigna sono anche quelli che sembrano reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale. Nonostante ciò – continua la Coldiretti – oltre un giovane su due (52%) dichiara comunque di aver registrato un calo delle vendite.

Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano comunque più fiduciosi rispetto agli imprenditori più adulti. Se un 26% teme che la situazione con la guerra in Ucraina andrà a peggiorare, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over.

Resta il fatto che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, hanno un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro nelle campagne italiane dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali, che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Un’opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nei campi allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionale.

“Grazie alla loro vivacità e dinamicità imprenditoriale – spiega Carlo Maria Recchia, delegato di Giovani Impresa Coldiretti Lombardia – i giovani agricoltori riescono a sviluppare idee originali e progetti innovativi che, pur mantenendo un legame con il territorio e la tradizione, guardano al futuro in un’ottica di rinnovamento e sostenibilità. Occorre continuare a investire sull’attrattività del settore agricolo attraverso il ricambio generazionale, investendo nella formazione e abbattendo gli ostacoli burocratici”.

 

 

TOSCANA, VINITALY: CON GUERRA 100 MILIONI DI COSTI IN PIU’ PER LE CANTINE REGIONE

 

Oltre 100 milioni di euro di rincari nelle cantine toscane per effetto della guerra in Ucraina a causa degli aumenti dei costi di bottiglie, tappi, etichette e più in generale imballaggi e trasporti. E’ la stima di Coldiretti Toscana in occasione del Vinitaly in corso a Verona dove la principale organizzazione agricola è presente con lo stand “Casa Coldiretti” situato all’ingresso della struttura fieristica (Ingresso Cangrande). Gli incrementi in termini assoluti per le oltre 15 mila imprese del vino sono in media di 6.886 euro secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea. “Per difendere il patrimonio vitivinicolo della nostra regione è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – rilancia Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare della nostra regione non solo all’estero dove le esportazioni sono aumentate del 16,7% nel 2021 ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico e dal profondo legame con i territori e la ristorazione”.

Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45% secondo l’analisi Coldiretti. Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti Toscana – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua Coldiretti Toscana – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa. 

La situazione di difficoltà si evidenzia anche dall’andamento delle vendite che – rileva Coldiretti Toscana – per il 55% delle cantine sono diminuite nel 2022, mentre per il 42% sono rimaste invariate e solo un 3% dichiara di averle aumentate secondo un’indagine a livello nazionale. Gli effetti delle tensioni commerciali legate al conflitto si ripercuotono anche sull’export dove oltre quattro cantine su dieci (43%) affermano di aver ridotto le spedizioni. Occorre comunque ricordare che sino ad oggi l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è addirittura diminuito dell’1,2% e dello 0,4% nei primi due mesi del 2022, per poi crescere appena dello 0,5% a marzo, in netta controtendenza con i rincari, spesso a doppia cifra, di tutti gli altri prodotti alimentari

 

 

ASTI, UN ITALIANO SU 4 TORNA A VIAGGIARE PER PASQUA

 

Quasi un italiano su quattro (23%) ha scelto di mettersi in viaggio per una vacanza approfittando delle festività di Pasqua ma anche del vicino ponte del 25 Aprile. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione della Bit, la Borsa Internazionale del Turismo a Milano, che evidenzia un ritorno dei turisti pasquali nel 2022 dopo due anni di “fermo” dovuto ai lockdown e alle misure di restrizione legate all’emergenza Covid che avevano di fatto quasi azzerato le presenze in alberghi e agriturismi, anche se non si è ancora tornati ai livelli pre-pandemia. 

?Proprio la Pasqua rappresenta dunque – rileva Coldiretti – il primo banco di prova della ripresa del turismo in Italia. Considerate le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina, la meta preferita resta il Belpaese scelta dal 95% degli italiani, di cui uno su tre resterà addirittura all’interno della propria regione di residenza, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Solo una minoranza farà un viaggio in Europa.

Segnali di ripresa arrivano anche dal turismo straniero, un comparto strategico per il settore, che i due anni di pandemia hanno gravemente penalizzato.

I ponti di primavera e il bel tempo, uniti alle difficoltà economiche legate al caro prezzi, spingono anche scampagnate e picnic, con tantissimi italiani che non vogliono rinunciare a stare all’aria aperta senza pesare troppo sul bilancio familiare, secondo l’analisi Coldiretti. 

“L’inizio della primavera – precisa Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – è peraltro il momento migliore per assistere al risveglio della natura che riguarda piante, fiori e uccelli migratori, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie”.

Una boccata d’ossigeno per le famiglie rispetto ai lunghi periodi di chiusura imposti dall’emergenza Covid, ma anche per le strutture di accoglienza a partire dagli agriturismi che hanno perso nel 2021 ben il 27% delle presenze rispetto a prima della pandemia nel 2019, soprattutto per effetto del crollo degli stranieri ma anche degli italiani, secondo l’analisi di Terranostra e Coldiretti. 

“Le nostre aziende agrituristiche astigiane – continua Diego Furia direttore Coldiretti Asti – sono dunque già al lavoro sia per l’accoglienza degli ospiti che per quella di chi vuole trascorrere una giornata in campagna, magari approfittando della cucina dei cuochi contadini o delle pietanza da asporto”. 

“Molte aziende – continua il direttore Furia – si sono, infatti, attrezzate con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali di Campagna Amica.

“Se la tavola con la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere l’agriturismo – concludono Reggio e Furia – è la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness”.

Sul sito di Coldiretti Asti abbiamo realizzato un censimento di tutte le strutture agrituristiche del circuito Terranostra/Campagna Amica che potrà facilitare i turisti nella scelta delle strutture dove poter soggiornare nei nostri territori.

 

 

VICENZA, COLOMBA FAI DA TE PER IL 41% DEI VICENTINI

 

La colomba batte le uova di cioccolato e si classifica come dolce preferito delle feste anche se in più di quattro famiglie su 10 si preparano quest’anno in casa i dolci tipici della Pasqua, ma per effetto del caro prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sulla Pasqua degli italiani, in cui si evidenzia che la colomba è presente nel 71% delle tavole, cinque punti percentuali in più rispetto all’uovo di cioccolata, che non mancherà nel 66% delle case.

“Se negli acquisti pasquali in tempo di guerra si verifica una preferenza per la colomba, simbolo della pace, una novità – sottolinea Coldiretti Vicenza – è rappresentata anche dal ritorno della cucina casalinga fai da te, con la riscoperta dei dolci della tradizione. Una tendenza spinta dal caro prezzi, che non ha risparmiato i prodotti di pasticceria, legato soprattutto agli aumenti dei costi energetici. Nelle famiglie si è così tornati ai fornelli, recuperando antiche ricette, a partire da quelle della tradizione contadina”.

Nel Vicentino trionfa la fugassa. Il dolce della tradizione contadina, infatti, vanta origini molto antiche. La tradizione racconta che la focaccia veneta fu ideata da un fornaio trevigiano, che in occasione della Pasqua aggiunse all’impasto del pane altri ingredienti, come uova, burro e zucchero, tutto in quantità moderata dati i costi, ottenendo così un pane soffice e dolce, da regalare ai suoi clienti”.

 

 

ASTI, È GUERRA IN CANTINA, +35% I COSTI SUL VINO

 

A causa della guerra in Ucraina sono aumentati del 35% i costi per produrre il vino italiano con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole. È l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione dell’incontro sull’impatto del conflitto sulla vita quotidiana delle aziende vitivinicole, organizzato durante il Vinitaly di Verona.

“Le aziende vitivinicole si sono trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che arrivano oggi a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro”. – sottolinea Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – “Una bottiglia di vetro costa il 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali”. 

Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. 

Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi.

Fino ad oggi però, l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori, come evidenzia l’analisi Coldiretti su dati Istat.

“Per difendere il patrimonio vitivinicolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro.” – conclude Diego Furia direttore Coldiretti Asti – “Tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico”.?

 

 

FORLI’, IN VIGNA 1 GIOVANE SU 10

 

Un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna, coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35. È quanto emerge da una analisi coldiretti in occasione della degustazione dei vini organizzata dai giovani imprenditori a casa Coldiretti al Vinitaly con una selezione dei prodotti delle nuove generazioni di viticoltori provenienti da tutta la Penisola Sono oltre 5500 i giovani che possiedono una vigna diffusi sul territorio italiano dove sono spesso impegnati a produrre vini di alta qualità.

L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – continua la Coldiretti – è, infatti, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice.

Quasi una cantina gestita da under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane, secondo il rapporto del Centro Studi Divulga. E i giovani in vigna sono anche quelli che sembrano reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale.

Nonostante ciò – continua Coldiretti – oltre un giovane su due (52%) dichiara comunque di aver registrato un calo delle vendite. Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano comunque più fiduciosi rispetto agli imprenditori più adulti. Se un 26% teme che la situazione con la guerra in Ucraina andrà a peggiorare, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over.

Resta il fatto che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.

“Le aziende giovani, dimostrano grande vivacità e dinamicità imprenditoriale – ha spiegato Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena -. Questi numeri danno speranza in un tempo complesso come il nostro, e suggeriscono di continuare ad investire sull’attrattività del settore attraverso il ricambio generazionale affinché le grandi sfide legate al cambiamento climatico ed alla sostenibilità in generale possano essere vinte ed in tempi brevi grazie alle energie giovani del nostro paese?”.

Al Vinitaly edizione 2022 sono presenti anche alcune importanti realtà della nostra provincia, cantine che per le loro caratteristiche richiamano attenzione da parte di tutto il territorio nazionale: Cantina Pertinello, Soc. Agr. Piccolo Brunelli & C., Azienda agricola Bissoni Raffaella, Società agricola Marta Valpiani, Tenuta Condè, Cantina Giovanna Madonia, Tenuta Casali, Società agricola Montaia.

La realtà della Cantina Giovanna Madonia, nota azienda delle colline bertinoresi, comprende circa 14 ettari che si estendono sulle pendici della splendida collina di Montemaggio, nel cuore della Romagna. L’azienda intitolata a Giovanna, che l’ha gestita per decenni, è stata recentemente riorganizzata per consentire l’insediamento di Miranda, una delle quattro figlie, con l’intento di proseguire con lo stesso rigore e la passione trasmessa dalla madre ma allo stesso tempo introducendo un approccio fresco e curioso teso all’innovazione, all’attenzione per i social e alla scoperta di diverse realtà da cui attingere ispirazione. Il corposo sangiovese e l’ambrata albana prodotti dalla cantina, si presentano quindi, molto spesso in scenari internazionali e di grande rilievo (Vinitaly, ma anche il recente viaggio alla scoperta delle realtà di Dubai, ecc) senza però tralasciare l’importanza della nicchia e del “locale” (Vinarte di Imola, Che Vino! di Rimini, le numerose e frequenti degustazioni in cantina, ecc) caratteristica che distingue questa piccola cantina, colorata di rosa. Miranda Poppi è anche impegnata da anni attivamente nel comitato Giovani Impresa di Coldiretti Forlì-Cesena, rappresentando spesso con la medesima passione con cui conduce l’azienda, il numeroso gruppo, negli appuntamenti nazionali ed internazionali.

 

 

ALESSANDRIA, AGRICOLTURA AL NEET WORKING TOUR, MILLENNIALS E GENERAZIONE Z

 

Due giornate intense, ricche di contenuti e di confronto per i giovani alessandrini che hanno animato piazza Divina Provvidenza dove si è svolta la prima tappa del Neet Working Tour. Obiettivo? Dare risposte concrete ed innovative alle difficoltà che stanno compromettendo il futuro delle nuove generazioni.

Riflettori accesi sulle opportunità che arrivano dal mondo del lavoro e, in particolare, dall’agricoltura, settore strategico per il Paese come ci ha insegnato il Covid prima e il conflitto in terra ucraina poi. Opportunità che hanno già capito bene gli oltre 55mila under 35 alla guida di imprese agricole ed allevamenti in Italia.

Giovani Impresa accompagnerà in tutte le tappe il tour promosso dal Ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Giovani, l’Agenzia Nazionale per le Politiche attive del lavoro e Carta Giovani Nazionale.

Al taglio del nastro con il Ministro Dadone la delegata nazionale Giovani Impresa, Veronica Barbati, il segretario nazionale, Stefano Leporati e il delegato provinciale di Coldiretti Alessandria, Fabio Bruno, il quale ha sottolineato come sia “un vero orgoglio poter far conoscere ai giovani, che stanno cercando di definire il loro futuro lavorativo, le nostre realtà agricole. Un’opportunità di scambio e crescita, ma anche di visibilità per la nostra agricoltura rappresentativa di un modello d’innovazione sostenibile che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità. L’interesse verso il mondo agricolo è la spia di quanto il nostro settore rappresenti una concreta traiettoria di futuro”.

Obiettivo del tour è quello di incontrare i cosiddetti Neet, ovvero quei giovani che non studiano più, ma nemmeno cercano lavoro e neanche proseguono con la formazione. Il dato nazionale è di 3 milioni, che colloca l’Italia in uno dei posti peggiori in Europa. Soltanto a Torino, il 2021 ha mostrato (in continuità sul 2020) un tasso di Neet del 20% nella fascia di età 15-29 anni, pari a circa 21.896 persone.

“Nonostante le criticità legate alla pandemia e ora alla guerra con il mercato completamente sconvolto, le nostre imprese non si sono mai fermate e l’agricoltura alessandrina ha bisogno di nuova linfa che proprio le giovani generazioni sanno portare grazie a idee fresche che nascono da esigenze e sperimentazioni, ma che sanno poi concretizzarsi in vere progettualità”, ha aggiunto il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Questa mattina, nella seconda giornata, tra Millennials e Generazione Z si è svolta la parte più interattiva del tour, la parola è andata proprio ai ragazzi che hanno portato sul palco e le loro emozioni e le loro aspirazioni. 

“E’ fondamentale sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo per superare le tensioni internazionali, ristabilire la pace e investire su un settore strategico per far ripartire l’Italia e l’Europa grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità”, ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

 

 

VARESE, BENE BANDO PER 6,6 MILIONI DI ALBERI NELLE CITTÀ METROPOLITANE

 

Piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 nelle 14 città metropolitane italiane – 1.268 comuni in cui vivono più di 21 milioni di abitanti – per contrastare l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. È l’obiettivo della misura “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (M2C4 3.1). “

Si tratta di una misura utile e richiesta da Coldiretti, che va nella direzione di combattere i cambiamenti climatici e creare opportunità per le aziende florovivaistiche” commenta il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori“Lo stanziamento complessivo è di 330 milioni di euro. L’avviso è stato pubblicato sul sito del Ministero della Transizione Ecologica–Mite ed è un’opportunità anche per rilanciare il mercato interno delle piante ornamentali in un momento di difficoltà dettata dall’aumento dei costi di produzione”.

Nel bando, pubblicato il 30 di marzo e i cui beneficiari sono le 14 Città Metropolitane e i territori in esse ricompresi – spiega Coldiretti Varese – sono definiti i criteri, le modalità e il riparto delle risorse finanziarie per la creazione di boschi da parte delle Città metropolitane. Vengono messi a disposizione dal Pnrr 74 milioni di euro per il 2022, altri 74 per il 2023 e 139 milioni per il 2024.

Gli obiettivi – conclude Coldiretti Varese – sono di mettere a dimora 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e completare la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi entro il 2024.

Le richieste relative al 2022 dovranno essere presentate dalle Città Metropolitane entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, per il 2023 e il 2024 verranno rese note le scadenze sul sito del Mite.

Il criterio ispiratore del lavoro è “piantare l’albero giusto al posto giusto”, tenendo conto delle specificità territoriali e con 5 anni di cure colturali e sostituzione delle fallanze.

 

 

COMO-LECCO: COLOMBA BATTE UOVO SULLE TAVOLE DELLA PASQUA

 

Anche nelle due province di Como e Lecco la colomba batte le uova di cioccolato e si classifica come dolce preferito delle feste, anche se in molti già in occasione della Domenica delle Palme non hanno fatto mancare a tavola la “resta”, dolce tradizionale lariano. Inoltre, vince il fai-da-te: in più di quattro famiglie su 10 (41%), infatti, si preparano in casa già a partire dai prossimi giorni i dolci tipici della Pasqua, anche per effetto del caro prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sulla Pasqua in cui si evidenzia che la colomba è presente nel 71% delle tavole dei consumatori, cinque punti percentuali in più rispetto all’uovo di cioccolata che non mancherà nel 66% delle case.

Se negli acquisti pasquali in tempo di guerra si verifica dunque una preferenza per la colomba simbolo della pace, una novità – sottolinea la Coldiretti interprovinciale – è rappresentata anche dal ritorno della cucina casalinga fai da te con la riscoperta dei dolci della tradizione. Una tendenza spinta dal caro prezzi che non ha risparmiato i prodotti di pasticceria, legato soprattutto agli aumenti dei costi energetici. Nelle famiglie si è così tornati ai fornelli recuperando antiche ricette, a partire da quelle della tradizione contadina.

La colomba di Pasqua è un dolce a base di farina, burro, uova, zucchero e buccia d’arancia candita, con una glassatura alle mandorle. Un dolce che si afferma a partire dagli Anni Trenta del secolo scorso proprio nella nostra regione, anche se la tradizione dei lievitati pasquali è molto più remota: ne è testimone proprio la resta, che si afferma già nell’Ottocento come dolce-simbolo, preparato in particolare in occasione della Domenica delle Palme.

Inoltre, diverse leggende fanno risalire la tradizione dei lievitati pasquali alla dominazione longobarda: una leggenda racconta che l’abate irlandese San Colombano trasformò in colombe di pane i piatti di selvaggina serviti in un sontuoso banchetto della regina longobarda Teodolinda, dopo averli benedetti in un giorno di magro quaresimale. Un’altra leggenda, vuole che un dolce pasquale a forma di colomba fu donato al re longobardo Alboino nel corso dell’assedio di Pavia: apprezzando quel gesto dei cittadini, il sovrano rinunciò a mettere a ferro e fuoco la città (che in seguito alla conquista diverrà poi capitale dei Longobardi).

 

 

SONDRIO, VINITALY PRIMO TASSELLO PER NUOVI TRAGUARDI INTERNAZIONALI

 

Un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna, che in Italia è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35: in Valtellina e Valchiavenna si tratta, in molti casi, di particelle ricavate sui terrazzamenti protetti dai muretti a secco oggi patrimonio dell’Unesco, che si tramandano di generazione in generazione per centinaia d’anni. È quanto emerge da una analisi Coldiretti in occasione di Vinitaly: “L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino – commenta il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice. Il successo di Vinitaly quest’anno, dove sono presenti 24 cantine del territorio, è un passo ulteriore verso l’appuntamento olimpico di Milano-Cortina 2026 che può costituire un importante trampolino di lancio del vino e dell’agroalimentare lariano nel mondo”.

Un obiettivo a portata di mano e che vede nei giovani viticoltori una linfa vitale, dato che già oggi in Italia una cantina under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane, secondo il rapporto del Centro Studi Divulga. E i giovani in vigna sono anche quelli che sembrano reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale.

Nonostante ciò – continua Coldiretti – oltre un giovane su due (52%) dichiara comunque di aver registrato un calo delle vendite. Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano comunque più fiduciosi rispetto agli imprenditori più adulti. Se un 26% teme che la situazione con la guerra in Ucraina andrà a peggiorare, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over.

Resta il fatto che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.

“Il momento è tuttavia difficile per la viticoltura valtellinese e chiavennasca, alle prese con rincari produttivi di oltre il 35%, situazione acuitasi dopo l’invasione russa in Ucraina. Per difendere il nostro patrimonio vitivinicolo è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro” ha sottolineato Marchesini nel precisare che “tutelare il vino significa tutelare uno dei principali elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare della provincia di Sondrio non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico”.

 

 

BRESCIA, VINITALY, GIOVANI AGRICOLTORI IN VIGNA: OLTRE 200 CANTINE UNDER 35

 

Sono oltre 200 le imprese vitivinicole gestite da giovani under 35 in Lombardia. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati registro imprese in occasione della degustazione di vini organizzata dai giovani imprenditori a casa Coldiretti a Vinitaly, con una selezione dei prodotti delle nuove generazioni di viticoltori provenienti da tutta la Penisola, tra cui anche il Lugana lombardo. Ai giovani titolari di impresa – precisa la Coldiretti regionale – si sommano poi tutti quei ragazzi e ragazze che lavorano nelle vigne e nelle cantine delle aziende agricole di famiglia.

L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – spiega la Coldiretti – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice.

In Italia – afferma la Coldiretti – sono oltre 5.500 i giovani under 35 che possiedono una vigna, dove sono spesso impegnati a produrre vini di alta qualità. In pratica, a livello nazionale un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna, che è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35.

Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga, quasi una cantina under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane. E i giovani in vigna sono anche quelli che sembrano reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale. Nonostante ciò – continua la Coldiretti – oltre un giovane su due (52%) dichiara comunque di aver registrato un calo delle vendite.

Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano comunque più fiduciosi rispetto agli imprenditori più adulti. Se un 26% teme che la situazione con la guerra in Ucraina andrà a peggiorare, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over.

Resta il fatto che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, hanno un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro nelle campagne italiane dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali, che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Un’opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nei campi allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionale.

“Grazie alla loro vivacità e dinamicità imprenditoriale – spiega Davide Lazzari, viticoltore di Capriano del Colle e delegato di Giovani Impresa Coldiretti Brescia – i giovani agricoltori riescono a sviluppare idee originali e progetti innovativi che, pur mantenendo un legame con il territorio e la tradizione, guardano al futuro in un’ottica di rinnovamento e sostenibilità. Occorre continuare a investire sull’attrattività del settore agricolo attraverso il ricambio generazionale, investendo nella formazione e abbattendo gli ostacoli burocratici”.

 

 

Appuntamenti

 

 

BASILICATA, RINCARI: INCONTRO CON PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE

 

Una risposta della Regione Basilicata alla crisi del settore agricolo e agroalimentare lucano “potrà risultare efficace se la straordinarietà del momento verrà interpretata correttamente da tutti coloro i quali sono chiamati a decidere, sia nella tempistica che nel valore”. Ne è convinta la Coldiretti di Basilicata che ha organizzato un incontro per il prossimo 21 aprile alle ore 10 e 30, a Potenza presso la sala Inguscio della Regione, al quale ha invitato il presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, i presidenti delle Commissioni consiliari e i vari capigruppo dei partiti “proprio per condividere l’urgenza e gli obiettivi e valutarne l’importanza per la Regione Basilicata”. “Il rischio chiusura determina un mancato presidio del territorio, – spiega il presidente della Coldiretti lucana, Antonio Pessolani – è causa di dissesto idrogeologico, di perdita di biodiversità e di qualità e sovranità alimentare e provoca una significativa perdita occupazionale”. Per Pessolani “sicuramente la situazione, in questa fase, appare molto complessa, anche per la politica regionale, e di difficile soluzione, a maggior ragione se si considera che a condizionarla negativamente sono gli aumenti indiscriminati della maggior parte dei fattori di produzione, probabilmente addebitabili a fattori esogeni e non locali (post pandemia, guerra in Ucraina e momenti speculativi evidenti), ma abbiamo comunque l’obbligo di individuare possibili soluzioni, proprio per evitare la chiusura di molte aziende agricole con gravi ripercussioni sociali ed economiche”. Nelle scorse settimane l’organizzazione agricola lucana ha organizzato una imponente manifestazione dinanzi alla sede della Regione, a Potenza. Per Coldiretti “la sensibilità e attenzione al territorio ed alle sue criticità, indipendentemente dalla presente, ha già fatto notare – aggiunge il direttore regionale, Aldo Mattia, rivolgendosi a Cicala, ai presidenti delle Commissioni consiliari e vari capigruppo – il profondo stato di disagio delle aziende agricole e agroalimentari lucane, e per tali ragioni, non riteniamo pretestuoso individuare in voi gli interlocutori giusti per condividere i più opportuni interventi che il settore merita. È sicuramente importante la risposta dell’ex assessore Baldassarre che, a pochi giorni dalla manifestazione, – continua Mattia – ha comunicato la volontà di inserire nel Bilancio della Regione Basilicata di una posta finanziaria ‘di dimensioni importanti e significative per alleviare la crisi delle imprese agricole’. Come altrettanto positiva è la posizione dell’attuale assessore Cupparo che, nel confermare l’attenzione e la volontà di condividere al Tavolo Verde le possibili soluzioni – concludono Pessolani e Mattia – ha confermato l’impegno del presidente Bardi ad inserire nel prossimo Bilancio proprio una ‘posta straordinaria’ da destinare alle emergenze del mondo agricolo”.

 

 

MILANO, IL MERCATO CONTADINO ALLA STORICA FIERA DEL PERDONO DI MELEGNANO

  

Dal miele ai formaggi, dal vino al riso, ma anche fiori e prodotti a base di semi di canapa: per la prima volta dopo le restrizioni per la pandemia, in occasione della Fiera del Perdono di Melegnano, la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza organizza il mercato agricolo di Campagna Amica nel fossato del castello mediceoGiovedì 14 aprile, dalle ore 8 alle 19, di fronte a uno dei monumenti più conosciuti dell’area metropolitana milanese, una decina di produttori agricoli porteranno nel mercato contadino le loro eccellenze a km zero.

Già due anni fa – ricorda la Coldiretti interprovinciale – il farmers’ market straordinario del Perdono ottenne un grande successo e, dopo la pausa legata al Covid 19, Campagna Amica ha raccolto nuovamente la sfida di restituire alla fiera melegnanese la sua storica vocazione contadina, che risale a quando secoli fa qui si faceva il mercato del bestiame.

L’Italia – spiega Coldiretti – è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati agricoli con 12.000 imprenditori agricoli coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. Un sistema organizzato da nord a sud del Paese che – continua Coldiretti – non ha solo un valore economico ma svolge anche un’importante funzione sociale, spingendo la riscoperta della vita di comunità, sostenendo la libertà di scelta e la consapevolezza dei consumatori, promuovendo l’educazione alimentare e diffondendo la conoscenza della biodiversità dei territori.