Le previsioni al 2020 non danno segni di speranza di miglioramenti. Una minima parte della popolazione ancora segue una dieta adeguata, con condizioni peggiori per ispanici e neri. Consumi di pesce più bassi tra i bianchi e in particolare tra le donne.
Pubblicato sulla prestigiosa Circulation, è ora disponibile un aggiornamento sulle statistiche USA per le malattie cardiovascolari ed i fattori di rischio più comuni. Il report statistico permette inoltre di seguire con attenzione l’evoluzione della dieta entro la popolazione USA, con particolare riferimento anche a specifici sottogruppi (bambini, ispanici, persone di colore) che possono essere soggetti a mutate ed accresciute condizioni di rischio.
Salute cardiovascolare.
Negli USA, ogni giorno 2150 persone muoiono in ragione di eventi cardiaci avversi: una ogni 40 secondi.
L’infarto è responsabile di una morte su 19 totali. Certo i dati sono migliorati: in 10 anni (dal 2000 al 2009) su 100.000 persone l’incidenza di morti per ragioni cardiovascolari è passata da 343 a 237.
I rischi principali sono poi i seguenti: il 33% degli americani sono ipertesi, circa 78 milioni di persone. Altre 31,9 milioni di persone hanno livelli di colesterolo totale superiori o pari a 240 mg/dL; circa 20 milioni di americani soffrono di diabete mellit (8,3% della popolazione adulta).
Le persone sovrappeso o affette da obesità negli USA sono pari a 154,7 milioni; tra i bambini e i ragazzi (2-19 anni), 23,9 milioni sono sovrappeso/obesi, mentre 12,7 milioni sono obesi.
La dieta
In base all’Healthy Diet Score, che misura quanto la dieta media degli americani porti a risultati di salute desiderabili, si evince che il 70, 9% della popolazione segue una dieta sbagliata (91,5% dei ragazzi tra i 12 ed i 19 anni); e solo un 20,7% (8,5% dei ragazzi tra i 12 ed i 19 anni) una dieta almeno “così così”. Dati sui quali riflettere.
In base alle proiezioni al 2020, sia per gli uomini che per le donne non ci si attende però un miglioramento della dieta.
– Solo una percentuale pari al 3%.-5% degli adulti consumano almeno 3 porzioni di cereal integrali al giorno, come raccomandato dalle linee guida (la media è di 0,5-0,8)
– Solo una percentuale pari circa al 10% dei bianchi, al 6%.7% dei neri, e all’8%-10% degli ispanici copre un consumo tra 1 e 2 porzioni di frutta al giorno. Se si considerano anche i succhi di frutta 100%, le percentuali all’incirca raddoppiano.
– Solo una percentuale pari circa al 6%-7% dei bianchi, al 3% dei neri, e al 3% degli ispanici consuma almeno 2, 5 porzioni di verdure, come raccomandato dalle linee guida (la medi è di 1,3-2,2)
– il consumo di pesce è basso. Circa l’80% della popolazione adulta non consuma almeno 2 porzioni alla settimana come raccomandato. Curiosamente, il consumo di pesce risulta in media più basso nelle donne bianche (1,2 porzioni settimanali) e più alto nelle donne nere (1, 7 porzioni settimanali).
– solo il 13% della popolazione bianca, il 14%15% della nera ed il 12% della ispanica raggiungono i 250 mg di EPA e DHA (omega 3) al giorno.
– solo il 20% dei bianchi ed il 15% dei neri –il 40% degli ispanici- consumano almeno 4 porzioni alla settimana di frutta secca, come raccomandato dalle linee guida.
– i soft drink zuccherati sono consumati con maggiore frequenza da ispanici (62%- 76% va oltre le 7 porzioni settimanali da non eccedere stando alle linee guida), neri (65%-73%) e bianchi (50% uomini e 33% donne)
Bilanciamento energetico
Il bilanciamento energetico, inteso come la differenza tra calorie “in entrata” (col cibo) e calorie “in uscita” (con esercizio fisico) è costantemente peggiorato negli USA negli ultimi decenni, con un aumento di obesità e sovrappeso evidente. Anche se è difficile parlare di trend nelle calorie ingerite, vi è una certa evidenza che negli ultimi 3 decenni vi sia stato un aumento di almeno 200 kilocalorie al giorno in media per persona.
Europa
Spesso gli USA negli ultimi decenni sono stati “predittivi” di un peggioramento delle diete nazionali in Europa poi. Certo, i dati non sono immediatamente comparabili, ma in base ai risultati OCSE 2012 sulla salute pubblica, l’Italia va comunque molto meglio sul fronte obesità, nonostante un trend decennale non proprio positivo (vedi nostro articolo).
In ogni caso, sia i rilievi USA che italiani sono basati su dati di “autodichiarazione” da parte dei cittadini.

NEL GRAFICO OBESI POPOLAZIONE USA ETA’ 20-75 ANNI
· Heart Disease and Stroke Statistics- 2013 Update: A report from the American Heart Association
· OECD (2013), “Overweight and obesity”, in OECD Factbook 2013: Economic, Environmental and Social Statistics, OECD Publishing. http://dx.doi.org/10.1787/factbook-2013-100-en