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UE: via libera alla riforma della politica della pesca

13 Dicembre 2013
UE: via libera alla riforma della politica della pesca

L’Assemblea del Parlamento europeo ha approvato il pacchetto per la riforma della politica comune della pesca (PCP) che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2014.

Secondo la relatrice tedesca Ulrike Rodust (S&D) “ la riforma affronterà il più importante problema della politica comune della pesca, vale a dire la continua pesca eccessiva. Il Consiglio dell’Unione europea sarà ora costretto ad agire in modo sostenibile in sede di negoziazione delle quote di pesca”.

                   

I principali elementi della riforma:

 

Rendimento massimo sostenibile

I pescatori dovranno rispettare il “rendimento massimo sostenibile” (MSY), cioè dovranno pescare non più di quanto un determinato stock ittico possa riprodursi in un dato anno. L’obiettivo è quello di avere una pesca esercitata a un livello che non minaccia la riproduzione degli stock consentendo nel contempo ai pescatori di ottenere il massimo delle catture. Questo obiettivo è fissato nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare ed è stato confermato nell’ambito del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002 come obiettivo mondiale da raggiungere nella misura del possibile entro il 2015. Nell’ambito della nuova PCP i tassi di sfruttamento dovranno corrispondere per quanto possibile ai livelli MSY entro il 2015. Tale obiettivo dovrà essere raggiunto per tutti gli stock entro il 2020.

Gestione pluriennale basata sugli ecosistemi

Ai piani di gestione pluriennali attuali relativi a singoli stock subentreranno piani basati sui tipi di pesca: questo permetterà di includere più stock ittici in un minore numero di piani e di conseguire più efficacemente l’obiettivo di sostenibilità. Nell’ambito di tali piani, il Consiglio stabilirà le possibilità di pesca annuali. Inoltre, i piani potranno includere altre misure tecniche e di conservazione che fanno parte dell’insieme di strumenti proposti.

Le attività di pesca dell’Unione saranno gestite secondo un approccio basato sugli ecosistemi nel rispetto del principio precauzionale, in modo da limitare gli impatti sull’ecosistema e salvaguardare così le risorse marine.

                     

Divieto dei rigetti in mare

E’ stato calcolato che i rigetti in mare (ossia la pratica di gettare fuori bordo i pesci catturati accidentalmente), costituiscono circa il 23% delle catture totali. Questa pratica sarà gradualmente eliminata, tra il 2015 e il 2019, secondo un calendario preciso di attuazione e in combinazione con alcune misure di accompagnamento. I pescatori avranno l’obbligo di sbarcare tutte le specie commerciali che catturano. Le catture residue di pesci sotto taglia non potranno di norma essere vendute per il consumo umano.

Il divieto consentirà di disporre di dati più affidabili sugli stock ittici, di offrire un più efficace sostegno alla gestione e di migliorare l’efficienza delle risorse. Inoltre, esso costituisce un incentivo per indurre i pescatori a evitare le catture accidentali avvalendosi di soluzioni tecniche quali l’uso di attrezzi da pesca più selettivi.

Gli Stati membri dovranno garantire che i loro pescherecci siano dotati di attrezzature che consentano di documentare tutte le attività di pesca e di trasformazione, in modo da monitorare il rispetto dell’obbligo di sbarcare tutte le catture.

 

Gestione della capacità di pesca della flotta

Gli Stati membri dovranno garantire che la capacità della flotta (numero e dimensioni delle navi) sia commisurata alle possibilità di pesca, adottando opportuni piani d’azione per i segmenti nei quali si riscontri un eccesso di capacità. Il mancato conseguimento, da parte di uno Stato membro, della necessaria riduzione della capacità può dare luogo alla sospensione del sostegno finanziario dell’UE.

                         

Decentramento della governance

La nuova PCP avvicina le decisioni ai soggetti cui sono destinate e chiarisce i ruoli e gli obblighi di ciascuna parte interessata. I legislatori europei si limiteranno a delineare il quadro generale, i principi e le norme di base, gli obiettivi globali, gli indicatori di risultato e i calendari di attuazione. Gli Stati membri coopereranno ed elaboreranno le effettive misure di attuazione. Una volta raggiunto l’accordo tra tutti gli Stati membri, tali raccomandazioni potranno divenire norme applicabili a tutti i pescatori interessati.

 

Sostegno alla pesca artigianale

La PCP riformata estende fino al 2022 il diritto degli Stati membri di limitare le attività di pesca entro una zona di 12 miglia nautiche dalla linea costiera.

 

Sviluppo di un’acquacoltura sostenibile

Entro il 2014 gli Stati membri predisporranno piani strategici nazionali finalizzati a migliorare le condizioni per l’acquacoltura, eliminare gli ostacoli amministrativi e promuovere il rispetto di norme ambientali, sociali ed economiche per il settore dell’allevamento ittico. Sarà istituito un nuovo consiglio consultivo per l’acquacoltura incaricato di fornire pareri su questioni connesse al settore.

 

Miglioramento delle conoscenze scientifiche

Spetterà agli Stati membri occuparsi della raccolta, del trattamento e della condivisione dei dati sugli stock ittici, sulle flotte e sull’impatto della pesca a livello dei bacini marittimi. Le politiche saranno adottate tenendo conto dei migliori pareri scientifici disponibili. Per coordinare questa attività saranno istituiti programmi di ricerca nazionali.

                        

 

Nuova politica di mercato e migliore informazione dei consumatori

L’attuale regime viene modernizzato e semplificato: le organizzazioni di produttori potranno acquistare i prodotti della pesca quando i prezzi scendono al di sotto di un certo livello e immagazzinarli per poi reintrodurli sul mercato in una fase successiva. Questo sistema favorirà la stabilità dei mercati.

Le organizzazioni di produttori contribuiranno maggiormente alle attività collettive di gestione, monitoraggio e controllo. Nuove norme di commercializzazione in materia di etichettatura, qualità e tracciabilità forniranno informazioni più chiare ai consumatori e li aiuteranno a promuovere una pesca sostenibile. Alcune informazioni sull’etichettatura saranno obbligatorie, altre potranno essere fornite su base volontaria.

 

Responsabilità internazionale

Nell’ambito delle organizzazioni internazionali e regionali, l’UE invocherà i principi di sostenibilità e conservazione degli stock ittici e della biodiversità marina. Verranno istituite alleanze e verranno avviate azioni con partner strategici per lottare contro la pesca illegale e ridurre la sovraccapacità.

Nell’ambito degli accordi bilaterali in materia di pesca con i paesi terzi, l’UE promuoverà la sostenibilità, la buona governance e i principi di democrazia, difesa dei diritti umani e Stato di diritto. Gli accordi attuali saranno sostituiti da accordi di partenariato per una pesca sostenibile, che consentiranno di garantire che lo sfruttamento delle risorse alieutiche avvenga sulla base di solidi pareri scientifici e riguardi unicamente le risorse in eccedenza che il paese partner non può o non intende pescare. Nell’ambito degli accordi di pesca sostenibile, i paesi partner riceveranno una compensazione in cambio dell’accesso alle proprie risorse di pesca, nonché un sostegno finanziario per l’attuazione di una politica della pesca sostenibile.

 

 

Ora la palla passa agli Stati membri dovranno approvare formalmente le decisione del Parlamento in seconda lettura, prima che la nuova legislazione possa essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

 

 

http://ec.europa.eu/fisheries/reform/proposals/index_it.htm