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Stati liberi su OGM: prove di accordo tra Consiglio e Parlamento UE

28 Luglio 2014
Stati liberi su OGM: prove di accordo tra Consiglio e Parlamento UE

Una linea che faticosamente sta passando: già il Consiglio UE aveva adottato- in prima lettura- la posizione per una Direttiva che consenta agli Stati membri più flessibilità per decidere se coltivare o meno OGM sul loro territorio. Se questo è accaduto lo scorso giugno (come avevamo indicato), il Parlamento UE appena eletto è già all’opera per cercare un accordo.

 Le negoziazioni con il Parlamento UE inizieranno formalmente il prossimo autunno.

La bozza passata in Consiglio-ricordiamolo- è la prima, concreta risposta alla richiesta -del 2009- di 13 Stati membri di avere basi socio-economiche e politiche e non solo scientifiche-di valutazione del rischio- per proibire la coltivazione di OGM sul territorio nazionale. OGM peraltro già approvati a livello europeo.

Durante la presidenza greca, la proposta aveva trovato consensi, facendo passi avanti significativi. Ora in base alla proposta, sono 3 i punti chiave:

una lista non esaustiva di motivi per cui è possibile restringere da parte degli Stati membri, la coltivazione di OGM. Motivi ambientali, sociali, economici, riferiti all’uso della terra e alla progettazione urbanistica, nonché obiettivi di politica agricola o aspetti di politiche pubbliche più ampie- tutti sono ritenuti motivi validi per opporsi agli OGM;

-la direttiva non andrà a inficiare il processo di valutazione scientifica del rischio come condotto da Efsa sulla base della Direttiva 2001/18 e del Reg. 1829/2003, ma fornirà elementi paralleli su un terreno diverso;

-sono previste clausole di "opting out" a seguito dell’emergere di circostanze nuove ed inedite, in modo da garantire adeguata flessibilità agli Stati membri.