Amministratori delegati di tutto il mondo: sostenibilità al centro. Più che un richiamo, però, è già una fotografia. In base all’ultima McKinsey Global Survey, con focus sulla sostenibilità, tutti si dichiarano interessati ad introdurla in pianta stabile nei propri processi aziendali. Anche se non è sempre facile farlo.
L’indagine ha esplorato cosa fanno i CEO delle principali aziende su scala globale per affrontare aspetti relativi all’ambiente, o ancora, a temi di sostenibilità etica, sociale.
Reputazione
La sfida principale sarebbe quella della reputazione. La reputazione infatti diventa una delle 3 principali ragioni per aderire alla “sostenibilità” in senso lato, con il 36% dei dirigenti che la nominano. Ma anche l’allineamento con le scelte strategiche dell’azienda è importante: e cresciuto addirittura dal 21% al 43% nel 2014, in soli 4 anni.
Segno che tutti si attendono –anche fuori dall’azienda, consumatori e shareholders in primis- che la sostenibilità sia messa al centro.

Ma un buon motivo per volere la sostenibilità sembra dettato anche da logiche del taglio dei costi: se erano rilevanti solo per il 19% dei dirigenti nel 2010, nel 2014 il 26% si è accorto dei possibili vantaggi in tal senso.
Se inoltre la sostenibilità era il primo obiettivo assoluto per la dirigenza solo per il 3% nel 2010, ben il 13% nel 2013 la valutata come prioritaria.
La differenza tra le aziende innovative in tema di sostenibilità e le altre, sembra poi risiedere da un lato nell’attenzione proprio ai processi aziendali; poi, nello stabilire obiettivi aggressivi; e infine, in garantire una strategia a medio-lungo termine coerente.

Attività sostenibili
Ma cosa fanno concretamente le aziende per darsi un’aria di maggiore sostenibilità?
Riducono l’uso dell’energia (64%), lo spreco (63%), e gestiscono la propria reputazione corporate per la sostenibilità-59%- . Proprio la gestione della reputazione sta diventando un fattore guida, e a detta della dirigenza, ha il maggior potenziale per le proprie industrie.
I valori più alti sono espressi dalle aziende manifatturiere (70% dei dirigenti dichiara centrale comunicare il proprio sforzo verso la sostenibilità ai consumatori), più basse in quelle finanziarie (58%) o high tech (54%).
Le difficoltà
Certo tutti parlano di sostenibilità. Ma cosa sia, non è ancora perfettamente chiaro. In base ad una indagine di cui avevamo dato conto, vi sono tante e concatenate dimensioni della sostenibilità- ma i consumatori non sempre sono in grado di abbracciarle tutte, al momento di fare la spesa. Secondo ecolabelindex.com, nel mondo vi sono 432 schemi di etichettatura “sostenibile” in ben 246 paesi. Ben 147 di tali etichette si prestano inoltre ad un uso “alimentare”. Nella sola Europa, in base ad una indagine della Commissione, sono stati identificati 129 formati diversi (pubblici e privati) sulla sostenibilità.
Di conseguenza, stante l’incertezza della definizione- cosa significa “sostenibile”?- l’incentivo per le aziende diventa naturalmente quello di sfruttare l’incertezza. Esagerando magari con il marketing, facendo greenwashing e sfruttando la comunicazione nel modo più favorevole.

Tuttavia qualcosa si sta muovendo. La Commissione Europea ha appena pubblicato un pacchetto (una Comunicazione, una proposta di Direttiva ed un Allegato ), con un quadro di riferimento comune per promuovere una “economia circolare” (dalla produzione, all’uso, al riciclaggio e quindi a nuova produzione).
E qui gli obiettivi sono precisati in modo chiaro- si arriva quindi alla famosa definizione di “sostenibilit”-resa operativa da misure come:
– un 70% di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2030;
– un 80% di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, e con obiettivi particolari per materiale specifico usato (il 90% della carta entro il 2025; il 60% della plastica e l’80% del legno , ma anche il 90% di metalli ferrosi, alluminio, vetro entro il 2030);
– eliminare entro il 2025 gli smaltimenti in discarica;
– ridurre del 30% i rifiuti alimentari entro il 2025.
Obiettivi ambiziosi, magari, ma che fanno uscire dalla fumosità concetti utili: e che al momento attuale rischiano di divenire solo un appello a valori dichiarati, e non concretamente fatti valere.
Coldiretti ha partecipato alla Consultazione Pubblica del 10 Years Food Programme (10YFP), iniziativa congiunta ONU FAO, in merito alla creazione di sistemi alimentari realmente sostenibili.