6 Luglio 2012
SINTESI DEGLI INTERVENTI ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE COLDIRETTI
(528) BOZZE NON CORRETTE
MARIANO CROCIATA
Segretario generale CEI
Il primo fra i saluti degli ospiti in sala è stato affidato a Monsignor Mariano Crociata, Segretario generale della CEI, al quale – ha evidenziato il Segretario nazionale Coldiretti Gesmundo – il compito di portare il “respiro di un approfondimento di natura culturale e spirituale”, “buon viatico per i lavori” dell’Assemblea di una grande Organizzazione valoriale qual è la Coldiretti. “Sono particolarmente contento di ritornare in mezzo a voi in occasione di questa Assemblea nazionale”, ha esordito Monsignor Crociata, nel salutare “i rappresentanti delle Istituzioni, la cui presenza già dice l’attenzione che il Paese nutre nei confronti del mondo agricolo” e nell’esprimere “apprezzamento al Presidente Sergio Marini e ai consulenti ecclesiastici che accompagnano da vicino il cammino della Coldiretti”.
Rivolto alla foltissima platea, Mons. Crociata l’ha definita “espressione cara dei coltivatori delle campagne, di ogni regione e provincia dell’Italia tutta”. “La perdurante crisi economica e finanziaria, con le sue incognite, pone gli imprenditori di fronte a sfide inedite e difficili, che siete chiamati ad affrontare da Cristiani, coltivando rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di condivisione e solidarietà”, ha evidenziato Mons. Crociata, riprendendo le parole stesse del Santo Padre, “che rilanciano con fiducia un appello e un riconoscimento”. Questo l’appello ricordato dal Segretario generale della CEI: “tornare ai valori essenziali, alle stesse radici di fede, valori e radici cui, al di là di ogni sterile retorica, la Coldiretti si è sempre richiamata, in un’identità che ha saputo custodire e far germogliare, operando nel valore della carità e nel solco del magistero sociale della Chiesa”
Monsignor Crociata ha ribadito i valori riconosciuti a Coldiretti e agli imprenditori agricoli: “il senso del dovere, la capacità di condivisione e sacrificio, la solidarietà, l’osservanza delle giuste esigenze del riposo e della rigenerazione corporale e ancor più spirituale”. “Da qui – ha aggiunto – passano le condizioni per la stessa riscossa rispetto a una crisi che se si manifesta con evidenza sotto il profilo economico, ma che affonda in un profondo disorientamento morale, che ha portato ad anteporre al bene comune gli interessi e le esigenze individuali, o comunque di parte”. Poi, dalle parole di Mons. Crociata, “un riconoscimento” rivolto a Coldiretti “per l’opera educativa e sociale che portate avanti con generosità”. “Ne ravviso i riflessi in alcuni fatti di cronaca – ha aggiunto il Segretario Generale della Cei -, dalle iniziative della Coldiretti a fianco delle popolazioni dell’Emilia e della Lombardia, provate dal terremoto. A titolo di esempio un plauso alla dedizione di quanti si sono spesi per il recupero delle forme di grana dei magazzini distrutti dal sisma” e alle “forme diverse con cui avete contribuito a far ripartire l’economia di questi territori”.
In merito alla manovra del Governo, che in questo momento di difficoltà ha chiesto sacrifici anche al settore agricolo, Mons. Crociata ha riconosciuto che Coldiretti ha saputo unire le ragioni della giusta difesa del settore primario alla “disponibilità a contribuire, con dei sacrifici, al superamento della difficile prova che il nostro Paese vive”. “Questa è concertazione, condivisione delle difficoltà, esempio di coesione sociale”. Sul fronte occupazionale, Mons. Crociata ha dato atto che tanti giovani, e tanti immigrati, “anche grazie all’opera di Coldiretti si sono inseriti in agricoltura”. “Siete portatori di un’agricoltura attenta alla comunità, alla tutela dell’ambiente, del paesaggio, alla salubrità dei prodotti e degli allevamenti, garanzia di qualità”. “Rientra in questa cultura – ha aggiunto – la grande opportunità del progetto di Campagna Amica, che ha saputo creare nuovi rapporti tra chi produce e chi acquista”, ha dato spazio a un’educazione che parte dalla campagne, ha creato spazi, attraverso ad esempio le fattorie didattiche, a bambini, disabili, anziani.
L’augurio con cui Mons. Crociata si è congedato dalla platea di Coldiretti: “Che possiate continuare con fiducia e innovazione, investendo nella riscoperta di vecchie produzioni, colture biologiche, servizi prestati a enti pubblici o privati (penso al verde delle nostre città), con nuove proposte (cito la cosmesi, le erbe officinali), consapevoli che il vostro lavoro già anticipa per il nostro Paese quei tempi migliori che tutti attendiamo”.
CARLO PETRINI
Presidente Slow Food International
“Ringrazio per l’emozione che mi sta regalando l’onore di partecipare a questa Assise e di far parte di un contesto che deve essere amato e che può fornire un’importante chiave di lettura per uscire dalla crisi”. E’ iniziato così l’intervento di Carlo Petrini, presidente di Slow Food, all’Assemblea nazionale della Coldiretti. Dopo aver messo in evidenza il prezioso ruolo svolto dal settore agricolo anche dal punto di vista ambientale e aver ricordato la considerazione che giustamente merita, Petrini ha puntato il dito contro chi vuole un’agricoltura produttrice di cibo scadente a basso prezzo. Ha inoltre evidenziato come il 50% del cibo venga sprecato e si è soffermato sulla differenza tra prezzo e valore del cibo. “Negli ultimi 50 anni – ha detto – si è purtroppo persa la valorialità del cibo. In ogni angolo del pianeta il cibo ha invece un forte valore per chi lo produce”.
Secondo il presidente di Slow Food il cibo è energia per la vita e deve quindi avere il giusto valore. Rimarcando la necessità di rifiutare lo spreco, di fendere la Terra Madre e la biodiversità, di valorizzare la filiera corta (ha avuto parole di elogio per i mercati dei produttori promossi dalla Coldiretti), di difendere il suolo agricolo che nel nostro Paese è sotto attacco speculativo, Petrini ha affermato “che bisogna dare valore agli agricoltori perché presidiano un nuovo concetto di economia”.
In conclusione ha quindi posto l’accento sulla necessità di consolidare il rapporto tra produttore e consumatore nonché di difendere la biodiversità che rappresenta un valore forte e pertanto deve essere mantenuta nei campi. Per il presidente di Slow Food prioritaria deve essere anche la difesa della legalità. “Non è possibile – ha detto – che i contadini nel nostro paese vengano considerati come l’ultima ruota del carro. Essi sono presenti da oltre 10 mila anni e quindi meritano rispetto. Il loro lavoro è simbolo di una nuova economia e di una nuova giustizia sociale”.
CATIUSCIA MARINI
Presidente Regione Umbria
Intervenendo all’assemblea nazionale della Coldiretti, il presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha ricordato il lavoro antico, fatto sul territorio, che la lega alla Coldiretti, un’Organizzazione – ha puntualizzato – che rappresenta la grande forza e la grande qualità dell’agricoltura italiana. Quello primario – ha aggiunto – è uno dei settori in grado di farci uscire dalla crisi. Se il nostro Paese è uno dei più amati da artisti e turisti lo deve anche al fatto che l’agricoltura ha mantenuto la sua funzione essenziale, di impresa produttiva e di salvaguardia del paesaggio. Per Catiuscia Marini è necessario dare valore economico alla qualità e alla multifunzionalità della impresa agricola per permettere ad essa di esplicare tutte le sue potenzialità. E’ questa la strada – ha concluso – sulla quale si deve indirizzare l’azione del governo.
VINCENZO TASSINARI
Presidente COOP Italia
Noi che associamo milioni di consumatori non possiamo non collaborare con una organizzazione come la Coldiretti che rappresenta milioni di produttori. Viviamo un momento di recessione dei consumi, una recessione – ha esordito il presidente di COOP Italia Vincenzo Tassinari – che riguarda tutte le nostre imprese. Un fenomeno – ha puntualizzato che accomuna tutti i Paesi europei. La stessa Germania ha il segno meno con un -1,5% dei consumi. Il consumatore europeo si sta impoverendo per l’inflazione, un’inflazione che a livello italiano sta superando il 4%. E il reddito dei cittadini cresce meno dell’inflazione. La causa – ha detto Tassinari – è la speculazione che attacca la nostra produzione. Abbiamo una politica economica sbagliata che impoverisce le famiglie italiane. Serve invece una politica economica che punti al sostegno e alla solidarietà, soprattutto dei soggetti più deboli.
Noi dobbiamo avere chiaro che in questa fase esiste una priorità assoluta: comprendere il cittadino consumatore italiano. Rilanciando i consumi noi puntiamo al rilancio delle produzioni. Ma il consumatore non ha bisogno di essere abbindolato. Il consumatore vuole scegliere. E i nostri prodotti – ha detto Tassinari – devono tenere conto del potere di acquisto diminuito. Occorre utilizzare la formula del prezzo più giusto. Noi lavoriamo con 10.000 imprese agricole e conosciamo bene i problemi. La distribuzione non è più un’isola felice perché anche noi sentiamo pesantemente la crisi. Ci siamo messi a sedere con Coldiretti per collaborare insieme. Abbiamo lanciato la pasta “100% Italia”, valorizzando il valore dell’italianità. Il 90% dei cittadini italiani riconosce il valore dell’equo compenso alla produzione. La Coop può sviluppare le produzioni italiane, può svolgere un ruolo da cerniera. Noi possiamo mettere delle barriere – ha aggiunto il presidente di COOP Italia – ma le dobbiamo mettere nella testa dei consumatori italiani, barriere che sono rappresentate dai nostri valori.
Ognuno, nelle proprie responsabilità – ha concluso Tassinari – faccia delle proposte. Noi come distribuzione italiana siamo piccoli e non riusciamo ad essere internazionali. Dobbiamo provare a lavorare attorno ad un progetto, ad un’idea mettendo in rete le nostre conoscenze e le nostre professionalità. Siamo convinti che la distribuzione di Coop italiana debba lavorare con il mondo della produzione, lavorare insieme con progetti idee e proposte.
CORRADO PASSERA
Ministro dello Sviluppo economico
“L’Italia che fa l’Italia: solo se si ha coraggio e reputazione ci si può proporre in questo modo”. Così ha esordito il ministro delle Sviluppo economico Corrado Passera intervenendo all’Assemblea nazionale di Coldiretti e sottolineando che “bisogna sentirsi parte della classe dirigente del Paese per poter dire una cosa così”. Il ministro ha ringraziato Coldiretti e i coltivatori perché “in un periodo così difficile il vostro mondo ha dimostrato capacità imprenditoriale e unità di intenti. Lo Sviluppo economico – ha detto – si sente impegnato verso il vostro mondo perché voi rappresentate un pezzo molto importante, quantitativamente e non solo, del Prodotto Interno Lordo. La società – ha puntualizzato – è molto più del Pil e molte cose che mandano avanti il mondo non si comprano e non si vendono”.
Secondo Passera molti altri settori non ci sarebbero senza l’agricoltura e “molto del ‘marchio Italia’ – ha detto – non esisterebbe senza l’agroalimentare. Un Paese si tiene se si riconosce in una identità che nasce da tradizioni, ma anche dalla condivisione di una idea di futuro. Molti momenti cupi sono stati superati grazie alla condivisione di un progetto, con valori come i vostri, che significano competitività, ma anche coesione sociale”.
Il ministro ha sottolineato che agricoltura significa equilibrio ambientale e rapporto tra generazioni e che l’Italia dimostra di avere una forte ricetta di crescita e la possibilità di raddoppiare i 30 miliardi di esportazioni agroalimentari. In questa direzione Passera vede nella globalizzazione una opportunità perché “chi ha cose uniche può conquistare i consumatori” e in questa direzione – secondo il ministro – va la ricostituzione dell’Ice, una delle prime cose fatte dal Governo tecnico.
Passera ha poi sostenuto la necessità di superare la debolezza delle reti di distribuzione perché esiste la possibilità di conquistare i mercati. In questa direzione va la scelta del suo Ministero di ritirare il capitale pubblico dalla Simest. Sul fronte dell’internazionalizzazione, il ministro ha sostenuto la necessità di favorire forme di aggregazione di filiera per la crescita internazionale e ha detto che sul fronte della semplificazione “possiamo imporci di più in Europa vista la credibilità ottenuta da Monti” e ha auspicato un lavoro insieme con Coldiretti su decreti in grado di semplificare la vita del settore.
Dopo aver sottolineato che “non c’è stato nessun incontro dove non ci siamo accordati sull’agricoltura”, Passera ha anche affermato “che non è possibile che un mondo come il vostro non sia rappresentato, per diritto e non per concessione, nei luoghi dove si prendono decisioni importanti per il Paese”. “E’ anche una questione di modello di società – ha detto – di forza di coesione. Ad esempio la collaborazione con il mondo del turismo, dei beni architettonici e ambientali può far raddoppiare il Pil costituito dall’agroalimentare”.
MARIO CATANIA
Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali
Intervenendo all’Assemblea nazionale di Coldiretti, il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha tenuto a sottolineare che nei suoi lunghi anni al ministero (prima come direttore generale, poi come ministro) ha sempre lavorato insieme con Coldiretti. “Per il futuro – ha detto – dobbiamo definire quale modello di sviluppo vogliamo per il Paese: ci siamo dimenticati quanto l’agricoltura può rappresentare come traino sui mercati mondiali e troppe volte è stata considerata residuale”. Secondo Catania “dobbiamo partire dalla realtà dell’impresa agricola italiana che, come ha detto Marini, è ricca per produzione e occupazione ad ettaro, ma non ha un adeguato riconoscimento economico perché non vengono riconosciuti i prodotti, perché non si riconosce il prodotto italiano”.
Catania ha detto che la sua sfida sarà chiedere a Bruxelles una normativa che riconosca in modo evidente qual è l’origine del prodotto fresco e trasformato. “Non faccio deviazioni – ha affermato – e resto sulla strada della tutela della qualità e dell’origine”. “Non sono contento di come funziona la filiera in Italia – ha proseguito il ministro – perché ci sono prodotti ortofrutticoli freschi che arrivano sul mercato a 2 o 3 euro mentre ai produttori vengano corrisposti 30 centesimi. Non è giusto. Bisogna scardinare un sistema dove c’è troppa intermediazione parassitaria. Rimuovere ostacoli per i produttori”. Secondo Catania “tutta la Gdo deve cercare un contatto diretto con i produttori ed eliminare le intermediazione dannose. Tra le altre cose da fare, il ministro ha indicato la necessità di rimettere l’agricoltura al centro del modello di sviluppo e riannodare le interconnessioni con i fattori culturali, ambientali e paesaggistici che contribuiscono allo sviluppo del Paese.”Negli ultimi 30 anni – ha ricordato – ci siamo mangiati 5 milioni di ettari agricoli: è una follia e per questo il 24 luglio presenteremo con Carlo Petrini un dossier su questo ‘delitto’ che dobbiamo fermare”.
Catania ha affrontato anche la questione delle energie rinnovabili “che – ha detto – non possono entrare in competizione con l’agricoltura alimentare, facendo lievitare gli affitti dei terreni. Per questo abbiamo riscritto la normativa indirizzando i finanziamenti ai sottoprodotti agricoli e non a produzioni no food”.
Il ministro ha poi annunciato che i negoziati della nuova Pac sono molto difficili, ma che è sostenuto da tutto il Governo e che ha bene in mente gli interessi dell’agricoltura italiana e che “la Pac che verrà – ha detto – sarà una Pac in cui le risorse andranno solo a chi fa veramente agricoltura e che lo sviluppo rurale verrà incentrato sulle esigenze delle imprese e non su altri interessi”. Infine, il Ministro ha sostenuto che c’è molto da fare sul fronte della pubblica amministrazione, ma assai presto si cercherà di “girare pagina” su questa vicenda. Per dare risposte alle imprese abbiamo bisogno di buona politica e non di cantastorie e antipolitica.