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Rischio importazioni riso da Cambogia e Burma: frodi all’orizzonte?

27 Gennaio 2014
Rischio importazioni riso da Cambogia e Burma: frodi all’orizzonte?

E’ stata addirittura chiesta una attività investigativa alla Commissione Europea: dopo che le importazioni di riso da due paesi asiatici sono aumentate fino a quantità irrealistiche. Il rischio di triangolazioni commerciali insomma è presente. Con i produttori italiani ed europei messi a rischio da un import selvaggio.

L’Italia è il primo produttore di riso in Europa, con 1milione e 400mila tonnellate annue (in flessione negli ultimi anni disponibili dell’11%), per una superficie di 248mila ettari. Ma le stime sono in calo: da qualche tempo, i negoziati di libero scambio che l’esecutivo europeo ha posto in essere, hanno facilitato le importazioni di riso da Cambogia e Burma (Myanmar) : con il sospetto che il riso da qui importato non sia in realtà coltivato in questi paesi, ma a sua volta, importato e poi ri-esportato per beneficiare dei trattamenti fiscali di favore (di fatto, esentasse o duty free, come concesso per i Least Developed Countries, LDC). Dal parlamento europeo è arrivata così una interrogazione da parte dello spagnolo Andrew Perello, che tuona: “in soli 5 anni le importazioni da questi paesi sono aumentate da 5mila a 180mila tonnellate. Questi dati vanno oltre la capacità produttiva di tali paesi”.

Insomma, la richiesta alla Commissione è quella di rivedere le concessioni per duty-free, che mettono a rischio il settore risicolo europeo.

Un nuovo caso di frode si profila insomma all’orizzonte, chiarendo semmai che le strade dell’inganno sono davvero innumerevoli. E richiedono una strategia europea univoca.