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Rapporto Commissione Europea su residui animali

21 Marzo 2012
Rapporto Commissione Europea su residui animali

A partire dalla Direttiva 96/23 della Commissione, gli Stati Membri hanno l’obbligo di monitorare continuamente la presenza di sostanze indesiderate nella carne. E la Commissione Europea ha costantemente effettuato tale monitoraggio, con rapporti a cadenza annuale a partire dal  1998. Dodici anni dopo, eccoci al report per l’anno 2010.

Tale rapporto segnala intanto un dato positivo, ovvero che il numero di campioni positivi a ormoni antibiotici è pari allo 0,33 per cento. Se si considera che il campionamento è “mirato”, ovvero va a cercare deliberatamente casi sospetti di frodi, considerando i fattori predisponenti al rischio di positività (in particolare la combinazione età/genere/tipo di animale) il dato è positivo.

Inoltre, va considerato che la presenza di sforamenti dei Limiti Massimi di Residuo consegue in una intensificazione dei controlli per l’anno successivo, in particolare sulle aziende che hanno dimostrato attività illegali.

La trasmissione di dati ha dato luogo ad una serie di limitazioni: non è stato così possibile ricostruire il numero totale di campioni positivi o negativi rispetto ad ogni specifica sostanza. Questo non ha reso possibile dettagliare il numero totale di campioni positivi per la sostanza e il trend complessivo nel corso degli anni. Efsa ha in ogni caso fornito raccomandazioni in merito che sono ora considerate dalla Commissione Europea e dagli Stati Membri.

Tra I principali risultati dello studio, nel 2010 sono stati raccolti 736806 campioni nella UE a 27, con 418081 campioni mirati. 5337 campioni sono stati raccolti alle importazioni.

La maggior parte degli Stati Membri ha coperto i requisiti di campionamento come disposti dalla direttiva 96/23 CE e della successiva Decisione 97/747 CE. Il 43% delle sostanze sono state analizzate per effetti anabolici e 61% come altri farmaci veterinari e agenti contaminanti.

In totale vi sono stati 1373 casi non conformi (pari allo 0,33%) entro i campioni mirati (418081), rispetto allo 0,32% nel 2009.

Per gli antitiroidei, i casi non conformi sono stati dello 0,47%, probabilmente per utilizzo di crucifere nell’alimentazione animale.

·         Gli steroidi sono stati rilevati nello 0,19% dei campioni (bovini: 0,17%, maiali 0,26%, ovicaprini 0,63%), cavalli (1,2%) e pollame (0,02%).

·         Gli antibiotici sono stati rilevati a livello dello 0,23%, con la maggiore frequenza per miele (2,9%) e carne di coniglio (0,62%).

·         Una percentuale relativamente alta di non conformità è stata registrata sugli anticoccidici (0,96% nel pollame, 1,6% nei cavalli, 0,39% negli ovicaprini, 1,3% nella carne di coniglio, 0,58% nella selvaggina e 0,22% nelle uova).

·         I lattoni dell’acido resorcilico, blandi estrogeni sono presenti nello 0,,09% dei casi (zearanolo e taleranolo).

·         I beta-antagonisti sono stati scovati nello 0,02% dei campioni.

·         Anti-infiammatori non steroidei sono stati trovati nei bovini (0,30%), ovicaprini (0,21%), cavalli (2,6%), pollame( 0,14%) conigli (1,39%) e latte (0,03%).

·         Altre sostanze farmacologicamente attive sono state rinvenute in bovini (0,33%), pollame (0,31%) e maiali (0,04%).

·         Contaminanti ambientali: la maggior parte dei quali, elementi chimici (3,6%) in tutte le specie animali. Cadmio, piombo, mercurio e rame sono i contaminanti più diffusi.

·         Organofosfati e organo cloruri : 0,10%  e 0,03 % rispettivamente.

·         Le micotossine: vi sono stati limitati casi di non conformità su zearalenone e derivati (un caso nei bovini e uno nei maiali) e per la aflatossina M1 nel latte (sette casi).

·         A livello di trend, nel 2010 non vi sono stati cambiamenti sostanziali rispetto agli anni precedenti (dal 2007 al 2009), sebbene la frequenza di alcuni residui sembri appena più bassa (steroidi, lattoni dell’acido resorcilico, anticoccidici, organo cloruri e micotossine)

 

 

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