La Commissione Europea ha presentato al Comitato Ue salute vegetale due proposte chiave per i paesi dell’area mediterranea e l’Italia in particolare. La prima riguarda la lotta al batterio Xylella fastidiosa, che ha colpito duramente gli ulivi del Salento, per una superficie stimata di 8mila ettari e con il rischio di espianto di 6mila alberi di ulivo. Le misure approvate stabiliscono le condizioni per l’importazione e la movimentazione di particolari piante che ospitano, o sono suscettibili di ospitare, il batterio; per la sua tempestiva identificazione e per la eradicazione.
In base alla proposta della Commissione, è ora previsto l’obbligo di notificare i focolai, delimitare le aree infette, di preparare resoconti annuali, di distruggere le piante infette. Le misure vanno a sostituire quelle di febbraio 2013.
L’altra proposta si riferisce all’allentamento delle restrizioni alle importazioni di agrumi dal Sud Africa, a rischio “macchia nera”. La “macchia nera” è una malattia degli agrumi causata da un fungo (Guignardia citricarpa), che minaccia di contaminare le produzioni europee. In entrambi i casi la proposta della Commissione arriva dopo che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare aveva valutato i rischi, suggerendo possibili misure di gestione degli stessi, tra cui continuare sulla strada del bando alle importazioni di agrumi e piante, favorendo un aumento delle misure di controllo. I principali esportatori di agrumi verso la UE sono Argentina, Brasile, Cina, Stati Uniti, Uruguay, Sudafrica e Zimbabwe. Tuttavia da dicembre 2013 vige un bando di importazioni di agrumi dal Sud Africa, grazie ad una decisione della Commissione. Efsa nella sua relazione dello scorso febbraio aveva sottolineato che le misure in essere (in primis, il blocco alle importazioni) per prevenire il contagio degli agrumeti europei con Black Spot risultavano appropriate e andavano pertanto mantenute. Per Efsa, non basterebbero infatti trattamenti eventuali con fungicidi per debellare la malattia, ed è invece necessario mantenere le restrizioni alle importazioni attualmente in vigore. Tali restrizioni sono giuridicamente fondate a partire dalla direttiva 2000/29 dell’Unione contro l’introduzione di organismi nocivi per la salute vegetale e da Paesi terzi. Nel 2012 il Sud Africa ha esportato 600 mila tonnellate di agrumi in Europa e 43mila in Italia.
Opposizione paesi Sud Europa
Ad una prima proposta della Commissione, tesa a riaprire i commerci con il Sud Africa, i rappresentanti degli Stati del Sud Europa si erano opposti. In particolare Italia, Francia e Spagna non ritenevano sufficienti le misure. Ora il Commissario alla Salute e Consumatori Tonio Borg ha rassicurato, chiarendo che gli interventi della Commissione andranno nella direzione di aumentare i controlli con ispezioni non solo visive. Borg si è detto comunque fiducioso nel trovare un accordo tra tutti i 28 Stati membri.
In base alle proposte approvate ieri dalla Commissione, il bando delle importazioni dovrebbe rientrare. Secondo le nuove misure, gli agrumi importati dal Sud Africa saranno soggetti a criteri più rigorosi come i trattamenti chimici pre e post-raccolta e la registrazione obbligatoria delle aziende di confezionamento, nonché ispezioni ufficiali in loco presso gli agrumeti. Almeno un campione di 600 per ogni tipo di agrumi, ogni 30 tonnellate di prodotto, dovrà essere effettuato dalle autorità sudafricane. Tutta la frutta con sintomi sarà analizzata. Inoltre, anche un campione ogni 30 tonnellate di arance ‘Valencia ‘ sarà testato . Non sarà fatta nessuna distinzione tra i frutti degli agrumi freschi da consumo e di agrumi destinati alla trasformazione.
Le misure saranno formalmente adottate dalla Commissione nei prossimi giorni. Nel caso in cui, nei prossimi mesi, verranno rilevate intercettazioni ricorrenti di agrumi contaminati con macchia nera degli agrumi, la Commissione ha dichiarato che tali misure saranno ulteriormente rafforzate e che potranno essere imposte ulteriori restrizioni.
Possibili rischi e vettori di contagio
La Commissione Europea ha deciso di non ascoltare le raccomandazioni dell’Autorità Europa, né ha chiarito il perché.
Qualora le restrizioni e controlli attualmente vigenti a contrasto della diffusione del Black Spot venissero revocati, EFSA prefigura infatti alcuni rischi concreti: che derivano dall’importazione:
– di piante di agrumi destinate alla messa a dimora e piante di agrumi con foglie. Tale rischio riguarda tutte le specie di agrumi — compresi aranci, mandarini, limoni, pompelmi e limette – in quanto le spore prodotte da questo patogeno fungino sulle foglie possono venire disperse dall’aria;
– di agrumi senza foglie, perché le spore prodotte sulla scorza del frutto possono essere disperse tramite spruzzi di pioggia.
La proposta della Commissione nasce dalla volontà di usare arance sudafricane per succhi di frutta europei, arance che vanno a finire sulle tavole inglesi, francesi e olandesi. Nella prima proposta la Commissione chiedeva di ripartire con il bando solo nel caso che almeno 5 cargo diversi mostrassero- in seguito a ispezioni- il black spot. Ma i timori di contagio per il Sud Europa sono stati sollevati da Efsa. E ancora una volta si prefigura una lotta commerciale tra paesi del Nord e del Sud.
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Batterio ulivo Salento parere urgente EFSA
Rapporto 2013 EFSA avanti tutta