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Origine in etichetta da salvare: lettera alla Commissione Europea

31 Ottobre 2013
Origine in etichetta da salvare: lettera alla Commissione Europea

In una lettera infuocata, alcuni parlamentari europei di orientamenti trasversali hanno dichiarato a Borg, Commissario Europeo alla Salute, che evitare di procedere alla etichettatura di origine della carne come ingrediente sarebbe un inaccettabile schiaffo in faccia ai consumatori.

Recentemente infatti, nel suo studio di impatto, la Commissione aveva pubblicato un proprio orientamento iniziale in merito all’indicazione del country of origine-place of provenance di carni diverse da quella bovina, e della carne usata come ingrediente. Lasciando intendere che il sistema completo di indicazione dell’origine nazionale fosse troppo costoso per le imprese.

Pronta la risposta dei deputati UE: “le aspettative circa l’approvvigionamento alimentare dei consumatori europei sono pienamente legittime e non negoziabili” e “come scelta politica ma anche simbolica, cancellare dalle etichette l’origine delle carni porterebbe ad una crisi del patto di fiducia con i cittadini, che non possiamo accettare. Una volta in più, sarebbe davvero una volta di troppo”.

La polemica non si placa. La linea che diversi attori, anche istituzioniali, stanno cercando di impostare prevede la crisi dell’horsegate come un incidente di qualità ma non di sicurezza alimentare.  E intanto c’è chi gioca di anticipo: la Francia fa da precursore con una norma nazionale.  L’Italia per la verità, con la legge 4 del 3 febbraio 2011 (Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari) sta cercando da tempo di estendere l’obbligo di indicazione dell’origine su tutti i prodotti alimentari. Bene iniziative analoghe allora, che allargano il fronte di coloro che stanno dalla parte della trasparenza, in un contesto europeo sempre meno monolitico ed "eurocratico".