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Olio di oliva, passa l’anti-rabbocco

19 Novembre 2014
Olio di oliva, passa l’anti-rabbocco

Finalmente, dopo anni di battaglia, il principio è passato: tappo anti-rabbocco negli esercizi commerciali per l’olio di oliva. Tale misura dovrebbe quindi elevare gli standard di qualità impedendo fenomeni fraudolenti nei locali, spesso con la sostituzione ("rabbocco") di olio di qualità inferiore rispetto a quello dichiarato dall’etichetta della bottiglia originale.

Ma oltre a tale aspetto, la politica dell’anti-rabbocco impedisce un aspetto organoletticamente rilevante: infatti, colmando di volta in volta contenitori mezzi vuoti, si favorisce una ossidazione più veloce del nuovo olio immesso.  L’olio quindi non andrebbe mai rabboccato.

In particolar la Legge prevede all’art. 18 che “gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta”.

Origine

Circa aspetti di provenienza poi, la legge dispone che "l’indicazione dell’origine delle miscele di oli di oliva originari di più di uno Stato membro dell’Unione europea o di un Paese terzo (…) deve essere stampata (…) con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita".

La Legge comunitaria  entra in vigore dal 25 novembre 2014.