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OGM inutili, aumenta la resistenza dei parassiti- proposti limiti alla coltivazione di mais

10 Marzo 2015
OGM inutili, aumenta la resistenza dei parassiti- proposti limiti alla coltivazione di mais

La notizia è arrivata lo scorso 5 marzo 2015, dalle colonne di un quotidiano conservatore, e non certo “anti-sistema” come il Wall Street Journal:  “Le autorità statunitensi stanno per la prima volta proponendo limiti alla coltivazione di alcune varietà di mais geneticamente modificato in modo da contrastare un vorace parassita, perché’ l’insetto si è evoluto aumentando la sua propria resistenza alle colture "ammazza-parassiti".

La diabrotica, problema annoso del mais, fa in modo che le rotture sulla cariosside causate dall’insetto favoriscano successive problematiche di micotossine, come le aflatossine.

Fino a poco tempo fa, il problema della resistenza sembrava focalizzato soprattutto sulle erbe e piante infestanti: e le voci critiche venivano soprattutto da una parte –sebbene a partire da dati ufficiali, i dati dell’USDA- Ministero dell’Agricoltura USA.

Ma la vera novità- al netto del lancio del quotidiano “liberal” per eccellenza nel mondo- riguarda la natura della resistenza. Per la prima volta l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) ha chiesto di lottare in modo nuovo contro la diabrotica del mais- insetto che costa ogni anno 2 miliardi in danni agli agricoltori americani.

La Monsanto, Dupont e Dow chemichal- si legge nel quotidiano- sarebbero i principali produttori di varietà geneticamente modificate di mais per resistere alla diabrotica. Ma le proteine tossiche prodotte come la Cry3Bb1 (derivata dal Bacillus Thuringiensis)- non riescono più a fermare colonie di insetti che dal 1996- anno dell’introduzione della prima varietà di mais BT- sono divenute resistenti.  Ovvero, i mais OGM hanno “selezionato” alcuni ceppi di insetti, che sono in grado di sopravvivere.

Come per l’antibiotico-resistenza

Una dinamica simile a quella che negli ultimi decenni è avvenuta per la resistenza ai maggiori antibiotici da parte di un crescente numero di batteri. Proprio l’uso su larga scala degli antibiotici ha finito per selezionare ceppi batterici multi-resistenti (che resistono ad oltre 3 diverse classi di antibiotici). Una lezione che pesa: ogni anno in Europa muoiono 25000 persone per infezioni batteriche non curabili con “super-batteri” in grado di resistere ad tanti antibiotici. E se la prima richiesta è stata a suo tempo quella di diminuire l’uso degli antibiotici (sia ad uso animale- come il bando degli antibiotici quali promotori della crescita in UE, sia ad uso umano)–ora l’EPA ha chiesto una misura simile sugli OGM con tossine: limitarne la diffusione nella “Corn Belt” del Mid-West, in particolare in quelle zone dove più si è diffusa la diabrotica resistente.

“L’esposizione ripetuta alle proteine prodotte dal mais implica che un piccolo numero di diabrotiche in grado di consumare la tossina BT senza morire puo’ riprodursi a migliaia e diffondersi anno dopo anno nei campi destinati alla produzione di mais”, si legge nell’articolo. “L’EPA teme che un prolungarsi della resistenza [del parassita] porti gli agricoltori ad un maggiore utilizzo di prodotti chimici sintetici volti a contrastare l’insetto, creando cosi’ rischi ambientali.” Il risultato opposto da quello invocato a suo tempo dai fautori delle varietà BT.

Consultazione on line

Intanto on line l’EPA ha indetto una consultazione pubblica che rimarrà aperta fino al 16 marzo. "E’ necessario mettere a disposizione degli agricoltori piu’ scelte ed opzioni… non una [soluzione] uguale per tutti" afferma Bill Jordan, vice capo dei programmi sui pesticidi dell’EPA. Se lo scorso anno il mais geneticamente modificato, capace di produrre la proteina Bacillus thuringiensis (BT) che uccide l’insetto, e’ stato piantato su circa l’80% dei campi di mais, rispetto al 19% del 2000, secondo il dipartimento dell’Agricoltura statunitense- tale aumento ha prodotto conseguenze critiche.

In alcune zone dell’Iowa, dell’Illinois  del Nebraska e in alcuni stati limitrofi – quella che l’EPA chiama la "zona rossa" della diabrotica – l’agenzia preme affinche’ il 35% circa dei campi di mais venga dedicato ad altre coltivazioni, come ad esempio la soia, dopo due anni consecutivi di coltivazione di mais geneticamente modificato resistente alla diabrotica.

Rinnovo della registrazione

Inoltre, l’EPA ha un’arma in piu’ per mettere sotto pressione l’industria sementiera: entro il 30 settembre 15 varieta’ di mais GM resistente agli insetti devono essere nuovamente registrate dall’ente regolatore, che obbliga i produttori ad indicare i piani attuali volti ad arginare la resistenza dei parassiti.