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Obesità infantile: serve un pacchetto di misure integrate

3 Marzo 2014
Obesità infantile: serve un pacchetto di misure integrate

Coldiretti ha recentemente sottolineato i preoccupanti dati che confermano in Italia una situazione davvero delicate circa l’obesità infantile. In base a statistiche OCSE e OMS, dal 2000 al 2010 i bambini sovrappeso ed obesi sono cresciuti, fino ad arrivare a circa 1 su 3 con problemi di mantenimento di un corretto peso corporeo.

Per fortuna negli ultimissimi anni, in base ai dati dell’ ‘indagine “Okkio alla Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, si nota un lieve miglioramento, con un 22,1% di sovrappeso tra i bambini (8-9 anni), rispetto al 23,2% del 2008/2009. Così come il numero di bambini obesi, che è calato dal 12% al 10% circa. In totale quindi, la sommatoria di obesi e sovrappeso restituisce una cifra del 32%, contro il quasi 36%  di qualche anno fa.

Ma i valori assoluti rimangono ancora alti e preoccupanti. La crisi economica sembra uno dei fattori guida del peggioramento delle abitudini degli italiani, inclusi i bambini, se è vero che la percentuale dei bambini e adolescenti che mangiavano frutta o verdura ai pasti è passata dal 37% al 35% nel 2012. Ugualmente, il consumo di pesce si sta riducendo drasticamente. In base ai dati Istat- nel 2013 vi è stato un calo del 2,3% in quantità e del 3,9% in valore sul paniere degli alimenti, con il calo maggiore per prodotti ittici (-3,5% in quantità e meno 13,2% in valore), latte e derivati (-3,9% in quantità e -4% in valore) l’ortofrutta (-2% in quantità e -2,8% in valore).

Sembra allora necessario intervenire con un insieme coerente di interventi che includano il recupero dell’attività fisica anche scolastica, di una offerta alimentare sana ed equilibrata e più in genere, di una educazione che porti una maggiore consapevolezza alimentare, per capire che si può risparmiare su tante cose ma non sul cibo. In base a diversi studi, i programmi cosiddetti "multi-intervento"-quelli che cioè combinano più linee di azione sinergiche- hanno maggiori probabilità di successo, in quanto "colpiscono" su più fronti.

Intervenire sui più piccoli è allora fondamentale per almeno un paio di ragioni: la prima è che da piccoli si apprendono abitudini che poi verranno mantenute per tutto il corso della vita adulta. La seconda è che il peso corporeo eccessivo da piccoli viene solitamente mantenuto (o aumentato) da più grandi, ed è predittivo della propria futura salute (con rischio pari a 5 volte tanto rispetto a coloro che non sono stati obesi –sovrappeso da bambini).

Usa, la svolta

Ma buone notizie arrivano dagli USA, a testimonianza che –almeno nei bambini- i risultati si vedono sin da subito, e che a differenza degli adulti, non occorre aspettare decenni per vedere dei miglioramenti.

Negli USA infatti il tasso di obesità è calato addirittura del 43% nel giro di appena 10 anni: molto lo si deve ad un insieme coordinato di azioni, come la predisposizione di menù scolastici adeguati, e le iniziative come “Let’s move” (“Datti una mossa”), che vedono la predisposizione di spazi scolastici pensati per permettere ai bambini di muoversi, camminare e altro ancora.

Infatti, dei circa 10000 passi che vengono richiesti su base quotidiana per un mantenimento di uno stato di salute ottimale, circa la metà provengono da semplici spostamenti nelle attività quotidiane, senza cioè la ricerca esplicita di attività fisica.

Il piano USA prevede inoltre educational televisivi con personaggi cari ai bambini ("Sesam Street") per convincerli dell’importanza di una sana alimentazione in modo divertente.  

Sesame Street to encourage fresh food choices

Per l’Italia, lo scorso novembre è stato approvato il “Decreto Carrozza”: pensato per rendere le scuole ambienti più salubri a 360°, includendo aspetti riferiti all’alimentazione e catering. E’ un passo nella giusta direzione, la “Tutela della salute nelle scuole”, come recita l’articolo 4 del Decreto Carrozza.

Sono previste linee guida del Ministero per disincentivare in tutte le scuole la somministrazione di alimenti e bevande sconsigliati. Inoltre, nelle gare d’appalto per l’affidamento e la gestione dei servizi di refezione scolastica, si dovrà prevedere un’adeguata quota di prodotti agricoli ed agroalimentari provenienti da sistemi di filiera corta e biologica.

Ancora: è prevista una cooperazione “rafforzata” tra Miur e Ministero della Salute, al fine di proporre apposite linee guida per limitare il consumo di junk food (come merendine e snack), che va reso in qualche modo “sgradito”. Promuovendo invece una alimentazione più sana, anche tramite il garantire appunto una percentuale soddisfacente di prodotti agroalimentari bio e da filiera corta. Avranno punteggio le offerte che privilegiano la dieta mediterranea come modello nutrizionale.

Coldiretti da diversi anni presenta un insieme di proposte di interesse per i policy makers e si presta ad essere un alleato nella lotta all’obesità infantile.

Non solo infatti il programma di “Educazione alla Campagna Amica”, rivolto ai bambini delle scuole elementari, e teso- entro un più ampio percorso educativo- a insegnare la corretta alimentazione nella vita di tutti i giorni. Ma anche l’impegno che è stato messo- tramite Campagna Amica- alla costruzione di “ambienti alimentari” nel complesso più sani, con la messa a disposizione di alimenti freschi e nutrienti, non soggetti alle distorsioni di prezzo del retail tradizionale (che portano a comprare di più e spesso a mangiare di più, tramite le offerte promozionali e gli sconti continui, spesso su alimenti dal dubbio valore nutrizionale).

Coldiretti è impegnata con le istituzioni e gli organismi di ricerca del settore a promuovere ulteriormente nuove attività, per il 2014, rivitalizzando i propri contributi di educazione e predisposizione di ambienti più sani: in una logica di interventi integrati e tesi a favorire nel complesso una alimentazione più sana.