In seguito a parere di Efsa (Dietary exposure to inorganic arsenic in the European population – EFSA Journal 2014;12(3):3597), che aveva sottolineato preoccupazioni circa la presenza di arsenico inorganico come causa di cancro ai polmoni, alla prostata e della pelle a livelli inferiori a quelli indicati dal Codex Alimentarius, la Commissione Europea è intenzionata a proporre nuovi limiti legali massimi circa la presenza di arsenico nel riso e derivati (come biscotti, riso soffiato). Di conseguenza verrà modificato il reg. 18812006.
I nuovi limiti varranno dal primo luglio 2015.
Si chiederà agli Stati membri di supportare un livello di 0.20 mg per kg di riso ad eccezione del riso integrale (0.25 mg/kg). Livelli ancora più bassi (0.10) per prodotti per l’infanzia.Ci si attende un voto nel Comitato Permanente su Piante, Animali e Cibo, con necessità di raggiungere una maggioranza qualificata. Efsa aveva sottolineato rischi per i forti consumatori di riso e per alcuni gruppi etnici, nonché per i bambini al di sotto dei 3 anni di vita.
In Italia vi sono al momento varie linee di ricerca per ridurre la contaminazione del riso, ad esempio, con l’Ente risi che ha attivato tre linee di ricerca su questo argomento, in collaborazione con altri centri di ricerca, come l’Iss, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e l’Università di Hannover.
Il miglioramento delle tecniche di coltivazione con ’introduzione di alcuni periodi asciutti, in cui il riso non è sommerso dall’acqua, permette di ridurre l’assorbimento di arsenico dal suolo. La selezione di varietà adeguate è un’altra soluzione. Insieme, la concimazione con silicio permette di ridurre l’accumulo di arsenico nel riso.