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Maxi traffico di false granaglie bio sventato dalla GdF

30 Gennaio 2014
Maxi traffico di false granaglie bio sventato dalla GdF

Una maxioperazione condotta dalla Guardia di Finanza di Pesaro e dall’Ispettorato repressione frodi del Ministero delle Politiche Agricole ha portato all’arresto di 9 persone e al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 35 milioni. Per tutti l’accusa è di associazione internazionale a delinquere per frode in commercio nel settore agroalimentare biologico. L’organizzazione, a capo della quale vi era un ultrasettantenne emiliano avrebbe per anni immesso in commercio in Europa circa 350 mila tonnellate di falsi prodotti bio per un valore di 120 milioni di euro. Il tutto ai danni di aziende ignare della truffa. I prodotti (mais, soia, grano tenero e lino) provenivano da Moldavia, Ucraina e India erano destinati al comparto zootecnico ma anche all’alimentazione umana. Venivano spacciati per biologici, ma in realtà oltre a non avere i requisiti per essere classificati come tali non erano nemmeno commestibili: in alcuni casi c’erano tracce di Ogm ma anche  di sostanze chimiche il cui utilizzo è vietato nell’agricoltura biologica.

                       

Secondo Coldiretti la truffa dei falsi cibi bio colpisce quasi la metà degli italiani che, regolarmente o qualche volta, li mettono nel carrello della spesa. Un biologico che fa registrare un aumento del 7 per cento nei consumi in netta controtendenza rispetto al settore alimentare nel 2013. L’operazione condotta dalla GdF  e dall’Ispettorato repressione frodi  aiuta a fare chiarezza in un settore in crescita con un giro di affari, tra esportazioni e consumi interni, che ammonta in Italia a circa 3 miliardi di euro. Un fatturato che pone l’Italia al quarto posto al livello europeo dietro Germania, Francia e Regno Unito e in sesta posizione nella classifica mondiale. Oltre ai consumatori ad essere danneggiate – continua la Coldiretti – sono anche le circa 50mila aziende agricole italiane che coltivano biologico su una superficie coltivata di oltre un milione di ettari che garantiscono all’Italia la leadership europea nei bio per numero di imprese presenti. Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici è necessario che sia facilmente riconoscibile in etichetta la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato.