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Lotta contro l’obesità: l’Unione europea va Avanti

27 Maggio 2015
Lotta contro l’obesità: l’Unione europea va Avanti

Perché una parte consistente della popolazione sta diventando obesa ? Quali fattori alimentari sembrano coinvolti? E vi sono altri aspetti ambientali da considerare, legati all’attività fisica o movimento, o anche agli interferenti endocrini? Queste le domande che almeno 4 progetti di ricerca europei finanziati dalla Commissione si sono poste.

Lo scopo ovviamente è quello di migliorare la qualità della vita, ma anche di ridurre il carico di costi per i sistemi sanitari nazionali.

Se l’obesità come piaga mondiale è in crescita, con un raddoppio dal 1980 al 2008, della popolazione in tale condizione critica di salute, circa 3,4 milioni di persone ne muoiono ogni anno.

Gli approcci stanno diventando via via multidisciplinari– con la necessità di intervenire su svariati aspetti, e fattori, che insieme sembrano portare a tale alterazione metabolica.

In base alle stime dell’OCSE, circa un 50% della popolazione europea è sovrappeso, e circa un terzo è obesa. Ciò comporta un costo del 7% dei budget sanitari- sono stime sempre di massima, e che non includono i costi indiretti, come ad esempio la perdita di giornate di lavoro dovuta a complicazioni e difficoltà di salute indotte.  SATIN, Full4Health, I.Family and EarlyNutrition sono I 4 progetti che attualmente sono sviluppati.

 

Ad esempio, il progetto SATIN (in cui l’Italia partecipa, insieme a Olanda, Francia, Belgio, Spagna, Austria, Danimarca e Regno Unito) sta sviluppando alimenti che aumentano la percezione di sazietà e la anticipano: in tal senso, si riesce a controllare la fame e a mangiare di meno, perdendo peso. 

L’approccio offre l’opportunità per i produttori di alimenti di creare nuovi prodotti competitivi per il mercato – tra cui pane, succhi di frutta e prodotti lattiero-caseari.

I ricercatori stanno testando vari cibi individuati durante il progetto di cinque anni, in un modello sperimentale. I componenti di cibo, così come il cibo stesso – come una fetta di pane – sono messi dentro un “simulatore” e poi estratte in varie fasi, per misurare la risposta di sazietà delle cellule umane coinvolte. I risultati sono attesi per il 2016, così come la commercializzazione di nuovi prodotti.

Un altro progetto, Full4Health– investiga il legame tra cibo e sazietà. A partire dai complessi segnali biochimici –ormonali tra ipotalamo (al centro dei processi di regolazione dell’energia). Si cercherà di capire come età, genere e sesso influenzino la risposta di sazietà.

Un’idea promettente riguarda poi la costruzione di un “indice di sazietà”, che potrà essere usato in etichetta per individuare il potere saziante di un alimento- in modo da favorire scelte più sane.

I progetti I.Family e EarlyNutrition infine investigano le decisioni alimentari durante la gravidanza e l’infanzia, per valutare quali aspetti possono condurre all’obesità. I comportamenti alimentari sono un aspetto promettente da investigare e sul quale intervenire per migliorare lo stato fisico e di salute della popolazione.

Industrializzazione della salute?

Un dubbio è in ogni caso lecito. Già oggi la ricerca ha dimostrato come il potere saziante degli alimenti dipenda da aspetti quali –in modo ultrasemplificato- il rapporto tra calorie e volume ingerito. Alimenti a bassa densità calorica come verdura, cereali integrali, e alimenti acquosi- sono da questo punto di vista estremamente vantaggiosi. Così bere un bicchiere d’acqua prima del pasto-aumentando il senso di sazietà- indurrebbe ad una minore ingestione di altri alimenti a maggiore densità calorica. Per il quali è stato dimostrato un ritardo di una decina di minuti del senso di sazietà rispetto all’ingestione (con rischio di sovra-alimentazione).

La domanda da porsi allora è se sia davvero necessario spendere denari pubblici per.. scoprire l’acqua calda, ovvero, per produrre nuovi alimenti a maggior…. Potere saziante.

Certo gli spazi di innovazione e ritorno economico per alcuni grandi player di mercato ci possono essere. Ma si rischia di complicare inutilmente un concetto semplice- quello che alimenti ricchi di fibre, così come ricchi di acqua- quali appunto frutta e verdura, cereali integrali- non sono sufficienti, e che occorra ingegnarsi in nuovi processi e prodotti per raggiungere la salute- non invece, disinvestire da modelli sbagliati di produzione e consumo.

 Altri progetti che invece riguardano abitudini e aspetti comportamentali sono del tutto interessanti e vanno favoriti- tra questi EarlyNutrition- si pensa che scelte alimentari precoci influenzino lo stato fisico da adulti.